Archivio della categoria ‘ENERGIE RINNOVABILI’

Soft Rockers: la poltrona coi pannelli solari

Ricaricare i propri gadget elettronici rimanendo comodamente distesi su una bella poltrona. Possibile, anzi reale grazie alla fantasia di Sheila Kennedy, professoressa di architettura al MIT.
La studiosa, specializzata nella progettazione di sistemi di energia e innovazione per le città e gli edifici, ha messo a punto queste speciali poltrone dove basta sedersi per ricaricare ogni nostro dispositivo. Il tutto in chiave rigorosamente green. L’ultima sua creazione si chiama Soft Rocker. Il mobile, in realtà, è una vera e propria stazione di ricarica alimentata ad energia solare. Duplice dunque la funzione: un elegante oggetto per l’arredo del giardino e una vera e propria unità energetica. Dotato di una batteria da 12 ampere all’ora, Soft Rocker immagazzina l’energia solare durante l’arco della giornata, per poi rilasciarla…al momento del bisogno, semplicemente distendovisi sopra. La poltrona sfrutta infatti l’equilibrio umano creando una sorta di traccia utilizzata poi per l’acquisizione dell’energia solare. Poi, collegando i dispositivi tramite USB alla poltrona, il gioco è fatto. Dai telefoni cellulari agli altoparlanti, senza alcuna distinzione. Bello anche il design e la forma, che invita al relax. Un peccato non averla, non credete?

Fonte: GreenMe

L’Università Verde di Rotterdam

Rotterdam: lo studio di architetti Paul de Ruiter ha preso parte alla competizione per il design della nuova area dell’Università Erasmus. La tendenza del progetto presentato è l’ecosostenibilità, difatti le nuove costruzioni punteranno a ridurre i consumi elettrici e le emissioni di anidride carbonica. Ecco come si presenta la struttura: trasparente grazie a un’ampia facciata in vetro e un tetto ibrido, ricoperto cioè di pannelli solari, ma organizzati in modo tale da rendere possibile il passaggio dei raggi nell’edificio e garantire in questo modo un’illuminazione indiretta, piacevole, naturale.
La struttura è dotata di una pompa di calore geotermica che si occupa della regolamentazione termica della struttura, in modo che durante i mesi freddi il calore viene estratto dal terreno e assicura il calore agli interni, d’estate il calore in eccesso viene veicolato sotto terra, refrigerando l’aria. Gli architetti spiegano che il tetto ingloba un sistema solare intelligente: la posizione dei lucernari è tale per cui si scongiura il surriscaldamento dell’edificio, e al contrario, facilita un’efficace aerazione. Il sito Designboom ha pubblicato i disegni del progetto.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Pannelli solari a infrarossi: così le nanoantenne moltiplicheranno l’energia

Pannelli che catturano la luce infrarossa e la trasformano in energia. Altro che nucleare, il futuro è sempre più nel Sole. Almeno questo è ciò che si percepisce sbirciando nei laboratori di tutto il mondo. Più che lavorare sulle potenzialità artificiali dell’atomo, gli scienziati stanno cercando di ottimizzare al massimo la luce che arriva naturalmente sul nostro Pianeta, a tutte le lunghezze d’onda. E i primi risultati sono molto promettenti: solo qualche anno per passare dal laboratorio direttamente sui tetti delle nostre case. Un gruppo di ricercatori della Rice University presenta sulla rivista Science la sua ultima trovata: speciali nanoantenne in grado di catturare la luce infrarossa e di trasformarla in energia elettrica. Per i tradizionali pannelli solari, così come per altre applicazioni al silicio, la luce infrarossa è qualcosa di inafferrabile nonostante ne arrivi in grandissime quantità sul nostro pianeta: basti pensare che essa costituisce più di un terzo della luce che raggiunge la Terra dal Sole. Per il silicio, il materiale utilizzato per convertire la luce in elettricità nella maggior parte dei pannelli fotovoltaici, è praticamente impossibile catturare la luce a questa frequenza. Quando infatti la luce a infrarossi raggiunge i tradizionali semiconduttori non avviene alcuna interazione: il fascio attraversa il materiale, quasi come fosse un fantasma.

 

Fonte: Liquida

Valle Sabbia: il fotovoltaico del Nord

Valle Sabbia, Brescia. Una comunità montana virtuosa che fa del fotovoltaico il suo fiore all’occhiello. E punta in alto investendo in una centrale fotovoltaica, pubblica, di grosse dimensioni. Il presidente della comunità montana Ermano Pasini “Siamo partiti nel giugno dell’anno scorso. C’erano finanziamenti per le energie alternative di scadenza il 31 dicembre 2010. Una volta deciso, dovevamo fare in fretta. Tre mesi, tartassando gli uffici tutti i giorni, se ne sono andati per le autorizzazioni. A settembre, finalmente, siamo partiti: ci restavano 90 giorni”. Venticinque i comuni della valle più altri 16 annessi collaborano investendo nelle rinnovabili.
Siamo a Gusciana, parte del comune di Paitone, con un paesaggio invaso da tredici capannoni con i tetti di amianto. Risanata la zona, trovati i fondi (circa 23 milioni di euro anticipati dalla Banca Cooperativa Valsabbina) e i realizzatori dell’opera (Consorzio Stabile Sardegna) si è dato il via alla costruzione della centrale.
Antonio Rubagotti è l’architetto firmatario del progetto complessivo. “Demoliti i capannoni e portato via l’amianto, hanno posato 24.024 pannelli per un totale di 38.438 metri quadri. Tutti stesi seguendo il più possibile la conformazione del terreno, tra gli alberi, in modo da avere il minor impatto possibile dal punto di vista visivo. E posati con una inclinazione di 10 gradi rinunciando a quella ideale (oltre i 30) purché dessero meno nell’occhio. Certo, ci rimettiamo il 5 o 6% di resa. In compenso non è orrendo come certi impianti che si vedono in giro. A guardarlo da lontano sembra un lago”.
L’energia prodotta è pari a 7,8 milioni di kilowatt all’anno, ed è previsto un incremento di 1 milione di kilowatt l’anno. Ora, la zona riqualificata si appresta a diventare un Parco delle energie rinnovabili.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Greenbuilding: efficienza energetica e architettura sostenibile a Verona

Una tre giorni dedicata all’efficienza energetica e all’architettura sostenibile: e’ ‘Greenbuilding‘, la mostra-convegno internazionale in programma alla Fiera di Verona dal 4 al 6 maggio, nell’ambito di Solarexpo 2011.
Il via mercoledi’ 4 con il convegno promosso dal Centro Studi Greenbuilding e dal Ministero per i beni e le attivit culturali dal titolo La riqualificazione energetica degli edifici storici”; nel pomeriggio l’Associazione Co.Aer promuove ”Aerotermia e geotermia, dalla natura le fonti per un riscaldamento ad alta efficienza energetica. Il giovedì 5, il Kyoto Club propone il convegno ”Audit energetico sostenibile” sulle tecniche e procedure per la valorizzazione ambientale del patrimonio edilizio esistente. Attesa per gli ”Award Ecohitech: speciale lighting” le soluzioni di eccellenza basate su tecnologia Led dedicate alle evoluzioni del lighting organizzato da Consorzio Ecoqual’It. Nello stesso giorno la Federazione italiana uso razionale dell’energia organizza il workshop ”I nuovi sistemi di certificazione per le imprese, i servizi, le esco e gli esperti in gestione dell’energia”. La giornata finale e’ caratterizzata dal convegno ”Solarch – Building Solar Design & Technologies, l’integrazione architettonica di fotovoltaico e solare termico”, organizzato da Design Build Solar. Sempre al mattino l’Enea promuove ”Efficienza energetica e rinnovabili negli edifici: lo strumento delle detrazioni del 55%”. L’Istituto Nazionale Bioarchitettura propone il convegno nazionale ”Inpraticabioarchitettura 2011”: paesaggio e bioarchitettura” e l’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari la tavola rotonda ”Termoregolazione e contabilizzazione del calore negli impianti condominiali”

Fonte: Ansa

Parigi: l’Eliseo si riscalderà grazie alle fognature

Nientemeno che l’Eliseo e il presidente Sarkozy. A Parigi fanno strada i progetti per riscaldare gli edifici pubblici sfruttando il calore delle fognature.
Il concetto è il medesimo di quando si usa l’energia geotermica, cioè il calore naturalmente presente nel sottosuolo: si installano pompe per “condensare” questo calore e renderlo utilizzabile. Solo che, nella fattispecie parigina, il calore proviene dagli scarichi di docce e lavatrici. E da altro ancora. La notizia che Sarkozy si scalderà con le fognature viene dall’agenzia Reuters: ne parla a corredo di una visita effettuata dal sindaco Bertrand Delanoe alla scuola Wattignies (XII Arrondissement) in cui il sistema è già in funzione. L’Eliseo avrà un impianto analogo a partire dalla metà di quest’anno, ha annunciato un portavoce.
Nelle fognature di Parigi – un labirinto limaccioso di 2.400 chilometri immortalato ne “I Miserabili” e “Il fantasma dell’Opera” – ogni anno passano 285 milioni di metri cubi d’acqua, perlopiù tiepida. Infatti la temperatura è di 12-20 gradi. Solo il 10% degli edifici parigini è in posizione adatta a sfruttare il calore delle fognature. E’ necessario un investimento iniziale non indifferente: l’impianto alla scuola Wattignies è costato 400.000 euro, e copre il 70% del fabbisogno dell’edificio. In questo modo tuttavia è possibile sfruttare due volte l’acqua calda, risparmiando energia e inquinamento. Non ci sono puzze ed effetti collaterali olfattivi: gli studenti lo hanno già sperimentato e presto anche Sarkozy sarà in grado di testimoniarlo in prima persona.

Fonte: Blogeko

Toscana: si passa dalle miniere al fotovoltaico

Potranno ospitare impianti fotovoltaici i terreni che un tempo sono stati sede di attivita’ minerarie ed oggi bonificati.
Lo prevede una recente modifica all’Accordo Colline metallifere siglato nel 2009 da Regione, Province di Grosseto e Siena, Comuni di Gavorrano, Massa Marittima, Montieri, Scarlino, Manciano e Chiusdino, Arpat, Societa’ Syndial e Eni. Lo rende noto la Regione. La modifica consentira’ agli enti coinvolti di installare impianti per fotovoltaico e/o solare termico (previa conferenza dei servizi e nel rispetto delle opportune precauzioni), proprio la’ dove un tempo c’erano attivita’ legate alle miniere, senza percio’ prevedere l’utilizzo di altre aree destinate ad altro, per esempio a scopi agricoli. Prende dunque concretezza l’ipotesi gia’ prefigurata nelle ”Linee guida in materia di bonifica dei siti inquinati” redatte l’anno scorso dalla Regione Toscana che gia’ aprivano alla green economy.

Fonte: Ansa

Fotovoltaico: 81 milioni di dollari alla Cina

L’Onu ha stanziato ben 81 milioni di dollari a due imprese cinesi, la Peak International Trade e la Suntech Power Holdings, per la produzione di pannelli fotovoltaici.
Come spiega  Yu Hongli, presidente della Peak International Trade che ha sede a Tianjin, nella Cina orientale durante i prossimi tre anni, Peak et Suntech Power Holdings Co. Ltd., un importante produttore di moduli solari al silicio, nella provincia orientale del Jiangsu, forniranno dei pannelli solari alle forze di mantenimento della pace dell’Onu così come ai loro organismi inferiori. Secondo l’accordo, il primo pannello solare made in China sarà fornito alla base logistica dell’Onu per presentare e promuovere i vantaggi del fotovoltaico a tutti gli organismi delle forze di pace ad alle altre Agenzie.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Power Flowers: quando l’eolico è bello

Amsterdam, la patria dei mulini a vento, è ora la patria dei Power Flowers. Dietro al suggestivo nome si nasconde un modo per usare l’energia eolica in zone densamente abitate. Create dall’ Amsterdam Based Studio, NL Architects, i Power Flowers sono molto di più di quanto dice il loro nome. Gli architetti hanno dotato le turbine di piccole eliche che raggruppate in piccoli gruppi aiutano a generare energia elettrica.
I Power Flower sono costruiti con una struttura simile a un albero. Montati su un asse verticale questi ”fiori” possono produrre energia dal vento e le turbine possono anche essere collegare con smart grid o pannelli solari. Ideali anche per un uso domestico o commerciale.

Fonte: EcoBlog

Solare: il futuro è la plasmonica

Più sottile è la cella solare, più elettroni arrivano agli elettrodi e diventano elettricità. È la legge numero uno del fotovoltaico. Più facile a dirsi che a farsi, però, anche se già le più recenti celle a film sottile hanno reso obsoleta la prima generazione di pannelli solari spessi e pesanti. Ma ora una squadra di scienziati di Stanford assicura di poter realizzare le pellicole solari più sottili mai raggiunte grazie un nuovo settore emergente della scienza e della tecnologia: la plasmonica, che studia le interazioni tra luce e metallo.
La plasmonica rende più semplice aumentare l’efficienza delle celle solari, spiega Mike McGehee, professore di scienza dei materiali e ingegneria all’Università californiana di Stanford e primo autore di un articolo apparso su Advanced Energy Materials a fine gennaio. McGehee è anche il direttore del Centro per il fotovoltaico molecolare avanzato, un polo di ricerca di eccellenza sulle celle solari a film sottile. In determinate condizioni, le interazioni luce-metallo creano un flusso ad alta frequenza di onde elettriche. Gli elettroni viaggiano in onde estremamente veloci che, come tutte le onde, presentano picchi (creste) e avvallamenti (cavi). La squadra di McGehee ha impresso in una cella solare una nanostruttura a nido d’ape su uno strato metallico di titanio, immergendo il tutto in un pigmento fotosensibile che impregna la nanostruttura a nido d’ape. Infine è stato aggiunto uno strato di argento per rendere la struttura più resistente: il tutto prende una forma di un contenitore per uova, con punti più elevati e zone depresse, a una scala di pochi millesimi di micron. La luce interagisce con i dossi creati nello strato di argento dando origine l’effetto plasmonico. Ma per ottenerlo occorre che i rilievi abbiano particolare diametro e altezza, e siano intervallati a una distanza ottimale.
I fotoni entrano nella cella e passano attraverso la base trasparente in titanio: una parte viene assorbita dal pigmento fotosensibile creando una corrente elettrica. La maggior parte dei fotoni rimanenti viene riflessa dallo strato di argento e ritorna nella cella. Una percentuale di fotoni che raggiunge lo strato argentato, però, colpisce i rilievi della microstruttura e provoca le onde plasmoniche.
L’effetto plasmonico in pratica non fa altro che aumentare l’efficienza delle celle a film sottile a pigmento fotosensibile, che finora hanno rendimento basso, circa l’8%, e durata di sette anni. Al momento non sono competitive con le tecnologie solari più avanzate che raggiungono il 25% di efficienza (con punte del 40% in laboratorio) e soprattutto hanno durata di 20-30 anni. Secondo McGehee, però, con la plasmonica si può raggiungere il 15% di efficienza e allungare la durata di vita di queste celle sino a dieci anni e, con prezzi più bassi, anche le celle sottili a pigmento fotosensibile possono diventare competitive sul piano commerciale. Con il vantaggio che si possono creare strumenti così piccoli e leggeri da poter davvero dare vita alla generazione del «solare portatile» per avere una fonte di energia sempre a portata di mano.

Fonte: Corriere

Decreto rinnovabili: settore a rischio paralisi

Nuova puntata del dibattito sul costo delle rinnovabili. Questa volta protagonista è il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, che intervenendo alla trasmissione ‘Radio Anch’io’ su Radio1 è tornato a sostenere che l’impatto degli incentivi alle rinnovabili è molto pesante ed ha annunciato che, per questo, è in preparazione un decreto legislativo che sarà pronto nei prossimi giorni, riferendosi probabilmente al provvedimento che recepisce la direttiva europea sulle rinnovabili (28/2009/CE) che, come ha ricordato lo stesso Romani, pone all’Italia l’obiettivo di raggiungere entro il 2020 una quata del 17% di consumi di energia primaria da fonti rinnovabili.
Quello che più preoccupa però sono le premesse
. Annunciando infatti che è stata individuata la sede dell’Agenzia per la sicurezza nucleare (anche se non ha detto dove) il ministro ha ribadito ancora una volta che il ritorno al nucleare è un’assoluta proprita, spiegando che è ancora lungo il cammino da fare e numerose le scadenze che attendono il governo. La questione è collegata evidentemente alla revisione del meccanismo di sostegno alle rinnovabili perché il ministro ne ha approfittato appunto per denunciare l’impatto pesante delle rinnovabili, aggiungendo che dal 2000 al 2010 sono stati pagati 20 miliardi in bolletta per aggiungere un 4% di energia rinnovabile. A parte il fatto che Romani avrebbe forse fatto meglio a specificare quanti soldi sono andati alle vere rinnovabili e quanti alle fonti assimilate e allo smantellamento del nucleare, i toni usati dal ministro sembrano purtroppo confermare quel clima di ostilità nei confronti dell’energia pulita più volte denunciato dalle associazioni del settore.
Nel mirino di Romani è finito prima il fotovoltaico, molto incentivato, ma con una percentuale di efficienza energetica molto, molto bassa. Poi il problema delle truffe. E a seguire il sistema dei certificati verdi che probabilmente va rivisto. Insomma, a tutto questo dovrebbe porre rimedio, secondo quanto ha fatto intendere il ministro, il decreto in arrivo. Parole che, come dicevamo, suscitano timori ai quali non è ancora facile dare un nome. Per questo l’Associazione produttori energia da fonti rinnovabili (Aper) si è affrettata a rivolgere un accorato appello al ministro Romani affinché consideri con la dovuta cautela gli effetti che tali disposizioni potrebbero avere sia per il settore economico in Italia sia per il raggiungimento degli obiettivi europei.
Dalla valutazione delle indiscrezioni di queste ore,  – si legge in una nota dell’associazione – in merito alla bozza di decreto di recepimento delle direttiva europea 28/2009/CE, sembra concretizzarsi il rischio che il provvedimento possa  provocare la paralisi per tutto il settore delle rinnovabili. Il decreto che, in recepimento della direttiva europea, – prosegue il comunicato – dovrebbe promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili ai fini del raggiungimento degli obiettivi al 2020, si sta invece rivelando uno strumento che per sanzionare presunti sviluppi speculativi del settore finisce per bloccare il settore nel suo complesso, non solo i grandi investimenti ma anche la generazione distribuita e gli impianti domestici di piccola taglia, emblematico al riguardo il blocco imposto alla crescita del fotovoltaico di qualsiasi dimensione.

Fonte: ZeroEmissioni

Fotovoltaico: impianto solare sospeso in aria

Dagli Stati Uniti giunge un’interessante innovazione in materia di impianti fotovoltaici.
Una società californiana ha infatti predisposto un dispositivo in grado di sfruttare l’energia solare dalla stratosfera, mediante un’unità sospesa in aria le cui performance dovrebbero poter garantire una maggiore efficienza energetica rispetto ai prototipi realizzati negli anni precedenti. L’impianto in questione, denominato Stratosolar, è tenuto sospeso nell’aria attraverso un tubo gonfiabile che lo collegherà alla terra, con una lunghezza di oltre 20 km. L’utilizzo del collegamento con il vero e proprio dispositivo galleggiante servirà, oltre che per “trascinare” a terra l’energia prodotta dallo sfruttamento solare nella stratosf

Ch2oice: nasce etichetta Ue per idroelettrico

Nasce l’etichetta europea che certifica l’idroelettrico che rispetta fiumi e ambiente per produrre energia in modo piu’ sostenibile. Il ‘bollino’ amico dell’ambiente di cui e’ partner anche il Wwf Italia, presentato al Maxxi, si chiama Ch2oice ed e’ stato sviluppato per gli impianti che rispettano elevati standard ambientali.
Il bollino – spiega Giulio Conte di Ambiente Italia, coordinatore del progetto – vuole contribuire ad armonizzare gli obiettivi delle due direttive europee”, producendo ”non solo energia rinnovabile ma anche energia rispettosa degli ecosistemi acquatici, mantenendo le dinamiche naturali dei corsi d’acqua.
L’energia idroelettrica e’ la fonte rinnovabile piu’ importante in Italia: costituisce oltre il 16% della produzione elettrica. Molti impianti – afferma Andrea Goltara, direttore del Centro italiano per la riqualificazione fluviale, partner del progetto – hanno pero’ un notevole impatto sugli ecosistemi fluviali alterando la portata naturale dei fiumi, interrompendo la loro continuita’ ecologica, e mangiando habitat e specie. L’eco-certificazione – frutto di tre anni di lavoro tra associazioni ambientaliste, produttori ed esperti di ecologia dei fiumi – e’ stata testata su 4 impianti tra Trentino Alto-Adige e Veneto e 4 in Slovenia. All’interno di Ch2oice ci sara’ un Comitato scientifico di alto livello e un Comitato di garanzia, mentre la gestione sara’ di Ambiente Italia.

Fonte: Ansa

Emilia Romagna: online la mappa delle aree idonee al fotovoltaico a terra

Dopo il via libera, il 6 dicembre scorso, alla delibera che disciplina la localizzazione degli impianti fotovoltaici sul territorio (leggi), la Regione Emilia-Romagna mette ora a disposizione online una cartografia aggiornata e completa delle aree adatte all’installazione a terra degli impianti fotovoltaici. Realizzata alle scale 1:250.000 e 1:25.000, la carta unica dei criteri generali localizzativi degli impianti fotovoltaici è disponibile sul sito del Servizio Geologico, sismico e dei suoli della Regione. In particolare la cartografia segnala le aree idonee o meno all’istallazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati al suolo.
Per le singole zone sono indicati i diversi livelli di tutela, tenendo conto della presenza di vincoli di natura paesaggistica e ambientale e delle caratteristiche del territorio. La cartografia tiene conto dei criteri generali di localizzazione degli impianti, approvati dall’Assemblea legislativa regionale, che fanno riferimento a norme e piani in materia ambientale, paesaggistica, di tutela dei beni ambientali e culturali, prodotte da Stato, Regione e Province.
Alla base della normativa – spiega l’assessore regionale alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo – c’è la convinzione che anche lo sviluppo e la valorizzazione delle fonti rinnovabili di energia debba avvenire assicurando le condizioni di compatibilità ambientale, paesaggistica e territoriale delle attività energetiche. Considerato che l’installazione di un impianto fotovoltaico con moduli ubicati sul suolo comporta la modifica dell’uso del suolo, la Regione ha ritenuto necessario dotarsi di uno strumento conoscitivo per una preliminare ricognizione sul proprio territorio delle aree idonee a tale uso.
Nella cartografia non si fa riferimento agli impianti collocati su edifici poiché questi possono essere montati sugli immobili esistenti, fermo restando il rispetto delle norme di tutela degli stessi e di sicurezza sismica. La carta (approvata con la delibera di Giunta n. 46 del 17/01/2011) è stata realizzata sulla base dei dati raccolti dal Servizio geologico, sismico e dei suoli e dal Servizio parchi e risorse forestali della Direzione ambiente, difesa del suolo e della costa e dai Servizi della Direzione generale programmazione territoriale e negoziata e della Direzione generale agricoltura.

Fonte: Casa&Clima

Il catamarano eco friendly: pieghevole e a energia solare

Elevata efficienza, basso impatto ambientale e costi competitivi. Mentre i primi due vengono seguiti dalla maggior parte dei progetti eco friendly, per l’attenzione ai costi i progetti non sempre si rivelano convenienti. Questo, va detto, è un aspetto che segue di pari passo l’evoluzione delle tecnologie: quanto più sono sviluppate e diffuse, tanto più i costi (per la produzione e l’acquisto) diminuiscono.
Esistono, tuttavia, dei progetti che, per i nostri hobby, abbinano ecologia con economia. Fra questi, il catamarano pieghevole, alimentato a energia solare e realizzato con l’impiego di materiali leggerissimi, e sviluppato da due giovani designer statunitensi Jeffrey Greger e Timo Bucker. Nella sostanza, questo catamarano – finora esistente nel mondo virtuale: la sua realizzazione è ancora allo stadio di prototipo – si compone di una serie di elementi singoli fra loro, come i due scafi in polipropilene collegati fra loro da un sottile intreccio di tubi, un tendalino per ripararsi dal sole, il “ponte” rivestito in tessuto, e i pannelli solari. Tutti i componenti, a loro volta, possono essere inseriti all’interno dei due scafi che, richiusi, assumono una forma che ricorda in modo chiaro i box portatutto diffusissimi sulle auto che vediamo tutti i giorni.
L’operazione di apertura e di chiusura, promettono i due designer, richiede pochi minuti. Una volta aperto, il catamarano va allestito posizionando il “ponte” sul telaietto che collega i due scafi; in cima a tutto, c’è il tendalino nel quale viene inserito il pannello fotovoltaico, che serve per l’alimentazione di una batteria agli ioni di litio, che muove un piccolo motore elettrico il quale, attraverso un’elica, mette in movimento il catamarano. Il controllo di questa piccola imbarcazione viene effettuato attraverso un semplice pannello, che riporta lo stato di carica della batteria, la velocità in nodi e i comandi di direzione e velocità.

Fonte: GreenMe

Green Calanques: prima nave passeggeri ecosostenibile

Mentre gli ingegneri del mondo intero concentrano le loro ricerche sulle auto elettriche, in Provenza si lavora alla costruzione della prima nave passeggeri in grado di generare autonomamente l’energia necessaria al proprio fabbisogno e di abbattere completamente le emissioni di gas serra. La ‘Green Calanque’, questo il nome dato al traghetto ecosostenibile, sarà dotata di celle a combustibile di idrogeno, dispositivi elettrochimici che convertono direttamente l’energia in elettricità e calore, senza passare attraverso il processo di combustione, una nuova tecnologia già utilizzata dalle grandi imprese, ma mai applicata ad un mezzo di trasporto marittimo.
Il progetto prevede l’installazione, oltre che di pannelli solari e di economizzatori d’acqua, di un motore a propulsione ibrido a energia elettrica e a energia termica. Il primo verrà utilizzato per la navigazione nelle zone protette, il secondo per viaggiare in mare aperto. Risultato: assenza di rumori, oli, fumi, odori e di emissioni di CO2.
L’ imbarcazione potrebbe essere in grado anche di auto-rifornirsi grazie all’idea di collocare un elettrolizzatore direttamente a bordo, in modo da assicurare un continuo approvvigionamento di idrogeno. Il battesimo nelle acque del Parco Nazionale delle Calanques è previsto per il 2013 ma, prima di essere iniziata al trasporto dei passeggeri tra le bianche falesie provenzali, la ‘Green Calanque’ verrà testata per un anno come mezzo commerciale. Sarà comunque necessario attendere un ammorbidimento del vigente ordinamento francese, che vincola fortemente il trasporto di persone su veicoli a idrogeno. Questo progetto nasce dal partenariato tra la CMC (Crociere Marsiglia Calanque), la Helion, ditta costruttrice delle celle a combustibile, e la Scuola Nazionale Arti e Mestieri di Aix-en-provence. La scommessa di Laurence e Florent Mory, direttori della CMC, è ancor più ambiziosa: sostituire l’intero parco navi della società non appena la fase sperimentale sarà terminata. Un buon esempio di integrazione tra turismo e ottica di sviluppo sostenibile.

Fonte: GreenMe

Geotermia: a Bolzano ricerche e analisi per valutare fattibilità

L’attenzione causata dall’incidente nucleare in Giappone ha spinto la Giunta provinciale altoatesina rinnovare il proprio impegno per l’energia alternativa e rinnovabile. Accanto alle fonti gia’ note, si e’ aperta una discussione circa l’opportunita’ di puntare anche sulla geotermia: i dubbi sull’utilizzabilita’ o meno di questa risorsa in Alto Adige verranno fugati da una ricerca. Per dare una risposta ai dubbi ancora presenti, la Giunta provinciale ha deciso di incaricare la Ripartizione innovazione di effettuare un’analisi e una ricerca completa.
Vale la pena studiare a fondo la questione – ha detto il governatore Durnwalder – per capire se la geotermia e’ una fonte energetica che anche in Alto Adige si puo’ sfruttare in maniera efficiente dal punto di vista ambientale ed economico.

Fonte: Ansa

Idroelettrico: Etiopia vuole diga sul Nilo, Egitto non gradisce

L’Etiopia ha annunciato che è prossimo l’avvio di un progetto per la costruzione di un grande impianto idroelettrico sul Nilo Azzurro nella regione occidentale del Benishangul, a circa 40 chilometri dal confine sudanese. Lo ha dichiarato il primo ministro, Meles Zenawi, specificando che l’impianto idroelettrico avrà una capacità di 6.000 MW, un valore tre volte superiore all’intera potenza elettrica in servizio nel Paese a fine 2010.
L’Etiopia, infatti, con 76 milioni di abitanti, è dal punto di vista energetico tra i Paesi più poveri al mondo. La potenza elettrica installata a fine 2010 (quasi interamente idroelettrica) ammonta a 1.850 MW, e va considerato che la situazione ha subito un miglioramento, per quanto relativo, solo dall’inizio del 2010, quando sono entrate in servizio tre centrali idroelettriche per con potenza complessiva di 1.180 MW. L’annuncio del nuovo progetto di Benishangul ha provocato violente polemiche ed allarme in Egitto, che paventa il rischio di un impoverimento della risorsa idrica del Nilo, con grave danno per l’economia egiziana.
Sulla base di trattati firmati negli anni Cinquanta, l’Egitto che, insieme al Sudan, controlla circa il 90% del corso del fiume, mantiene un potere di veto sulle decisioni prese in materia di acqua prelevata dal Nilo. Un accordo di cooperazione firmato nel maggio 2010 da Etiopia, Uganda, Ruwanda, Tanzania, Kenya e Burundi (e fortemente osteggiato da Sudan ed Egitto) mira però a superare questa situazione e a dar vita ad accordi regionali per consentire progetti da avviare anche senza il parere preventivo dell’Egitto. Secondo quanto è stato dichiarato dal primo ministro etiope, i timori espressi dai funzionari egiziani sono in ogni caso “privi di fondamento” perché “si tratta di un progetto energetico, dove l’acqua viene usata e poi ri-immessa nel fiume” e che quindi “non pregiudicherà la portata a valle del fiume“. I lavori della nuova diga sul Nilo dovrebbero essere avviati a metà di quest’anno e concludersi per la fine del 2016.

Fonte: LaStampa