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Le sorprendenti applicazioni ella canapa

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Dopo il successo alla Milano Design Week e la speciale partecipazione al 60°
Festival di Spoleto, la mostra Fabric-Action approda a Palermo all’interno della
prestigiosa cornice IDESIGN 2017 – itinerari storici e contemporanei. Sette delle 11
sorprendenti applicazioni con la canapa realizzate nell’ambito dell’iniziativa FabricAction,
promossa da Regione Umbria, Fondazione Politecnico e Polifactory di
Milano in collaborazione con il Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco,
saranno esposte dal 9 al 19 novembre presso le Botteghe nei Cantieri Culturali alla
Zisa a Palermo.
Fabric-Action è più di una mostra. È la dimostrazione che talento, qualità e bellezza,
tradizione ed innovazione, legate al saper fare artigiano, sono le caratteristiche che
contraddistinguono l’Umbria. Nei primi mesi del 2017 designer affermati e giovani
progettisti emergenti si sono incontrati e hanno colto la sfida di lavorare con una sola
materia prima: la canapa.
Sono nate così otto proposte innovative e tre progetti speciali che utilizzano questo
materiale per dar vita a sorprendenti applicazioni: dagli strumenti musicali agli oggetti per
l’infanzia, dai complementi d’arredo ai dispositivi interattivi per la purificazione ambientale,
fino alle esperienze gastronomiche. Soluzioni a impatto zero ed eco-friendly, che
propongono la canapa come materia prima perfetta per un’economia circolare.
Prototipati in Polifactory, il makerspace del Politecnico di Milano, i progetti sono stati
inizialmente esposti durante la Milano Design Week e successivamente a Palazzo
Collicola Arti Visive a Spoleto fino al 30 agosto. La mostra è ora giunta a Palermo
nell’ambito della più famosa manifestazione del Sud Italia dedicata al design. Per la prima
volta, I-Design si apre alle collaborazioni museali e istituzionali ospitando sette degli 11
progetti di Fabric-Action: Famiglia Battenti (strumenti da percussione) di Lorenzo Palmeri,
Sohat (cappellino) di Matteo Ragni e Fernando Contreras Wood, Kinesis (altalena) di
Libero Rutilo e Ekaterina Shchetina, UpLight Bass (Strumento musicale elettrico a corde)
di Stefano Ivan Scarascia, Delta9 (skateboard) di Gabriele Basei, CanapÈ (biscotti a base
di canapa) di Francesco Bombardi, e Napaca (kit di merchandising per il Museo della
Canapa) di Gabriele Lorusso, Luca Notarfrancesco e Luca Venturelli
Per la Regione Umbria il design è parte di un’azione di branding territoriale finalizzata a
promuovere anche la creatività e il saper fare artigiano, tra tradizione e innovazione, propri
della Regione, dove l’arte in molteplici declinazioni è fonte di ispirazione per la vita e le
produzioni economiche contemporanee.
L’iniziativa di sperimentazione-innovazione per il sostegno della Valnerina è nata con
l’obiettivo di promuovere e rilanciare la creatività e il saper fare umbro. Fabric-Action,
infatti, grazie al suo duplice livello di collaborazione istituzionale e tecnico-scientifica, si
propone di contribuire alla ricomposizione dell’economia della Valnerina: una terra dove
storia e contemporaneità si fondono armoniosamente e un luogo dove il talento incontra il
“saper fare” come esercizio quotidiano da millenni.
GLI UNDICI PROGETTI DI FABRIC-ACTION
Paidìa – Culla a sospensione per infanzia
di Carlotta Antonietti, Laura Tardella e Marzia Tolomei
Agri-Hemp – Sistema per coltivazione indoor
di Michele Armellini e Marco Grimandi
Soft – Sistema per la purificazione ambientale
di Enrico Azzimonti
Ssshhh – Sistema di pannelli fonoassorbenti e attrezzati
di Alberto Ghirardello
Famiglia Battenti – Strumenti da percussione
di Lorenzo Palmeri
Sohat – Cappellino
di Matteo Ragni e Fernando Contreras Wood
UpLight Bass – Strumento musicale elettrico a corde
di Stefano Ivan Scarascia
Kinesis – Altalena
di Ekaterina Schchetina e Libero Rutilo
Delta9 – Skateboard
di Gabriele Basei
CanapÈ – Biscotti a base di canapa
di Francesco Bombardi
Napaca – Kit di merchandising per il Museo della Canapa
di Gabriele Lorusso, Luca Notarfrancesco e Luca Venturelli
LA DESCRIZIONE DEI PROGETTI
Paidìa
di Carlotta Antonietti, Laura Tardella e Marzia Tolomei
Paidìa (nome di origine greca che significa nascita) è il progetto di una culla a sospensione
realizzata principalmente in canapa, pensata per i primi mesi di vita del bambino.
La scelta di utilizzare la canapa per realizzare un prodotto dedicato all’infanzia è legata alle
proprietà di questo materiale: antibatterico, resistente all’umidità, termoisolante e leggero. Il
progetto è costituito da una struttura principale in feltro di canapa, rivestita internamente da un
tessuto anch’esso di canapa, il tutto inserito in una scocca esterna che conferisce al prodotto
stabilità strutturale. Una volta conclusa la sua funzione primaria, Paidìa può essere facilmente
separata per trasformarsi in una morbida cesta per giocattoli e un tavolino per la cameretta del
bambino.
CARLOTTA ANTONIETTI, LAURA TARDELLA e MARZIA TOLOMEI sono tre giovani designer
che frequentano il corso di Design del Prodotto per l’Innovazione al Politecnico di Milano.
Agri-Hemp
di Michele Armellini e Marco Grimandi
Agri-Hemp è un sistema modulare per la coltivazione domestica delle piante.
È un composto da vasi di dimensioni variabili in base al tipo di piante a cui sono destinati. Il
progetto nasce dalla volontà di sperimentare nuove applicazioni della canapa a partire
dall’ideazione di un nuovo semilavorato termoformabile che possa mantenere le proprietà
estetiche e meccaniche del tessuto in canapa tradizionale. In Agri-Hemp delle semi-scocche rigide
in tessuto di canapa, si connettono a elementi verticali in legno attraverso un sistema di
accoppiamento con cinghie che uniscono i vasi. Le scocche componibili sono state pensate per
incanalare l’acqua in eccesso nella parte inferiore, facendola passare attraverso uno strato
drenante in lana di canapa prima di andare ad alimentare la pianta sottostante.
MICHELE ARMELLINI e MARCO GRIMANDI sono due designer di prodotto formatisi al
Politecnico di Milano. Marco ha sviluppato la sua tesi specialistica a Shenzen mentre Michele ha
completato il suo percorso di studi in Danimarca.
Soft
di Enrico Azzimonti
In natura, così come in ambito urbano, l’aria aperta è meno inquinata rispetto a quella presente
nelle abitazioni e negli spazi lavorativi, poiché le attività che vengono svolte al loro interno ne
impattano inevitabilmente la sua qualità. Soft è un purificatore d’aria realizzato con materiali
derivati della canapa utilizzati sia strutturalmente, per la realizzazione dei differenti componenti, sia
per la purificazione dell’aria attraverso la creazione di filtri. Il progetto integra l’uso di tecnologie
digitali – come la stampa 3D – con la programmazione di sensori per la trasformazione dei tubolari
tessili in canapa in filtri per purificare l’aria in ambienti chiusi.
ENRICO AZZIMONTI è un designer affermato, tra i suoi clienti: BLM Group,
Diamantini&Domeniconi Fratelli Guzzini, Impatia, Jvc, Lavazza, Lumen Center Italia, Risolì, TVS e
Zava. È docente presso IED Milano, Istituto Marangoni di Milano, IUAV di Venezia e San Marino e
La Sapienza di Roma.
Ssshhh
di Alberto Ghirardello
Ssshhh è un sistema di pannelli fonoassorbenti versatile, composto da elementi di diverse
dimensioni e da una serie di accessori che ne ampliano la fruizione, trasformando questo progetto
in un complemento d’arredo dinamico. Il sistema può vivere a parete, a soffitto o essere selfstanding
ed è capace di integrarsi in qualsiasi contesto: da un ambito domestico privato a uno
collettivo. Ogni modulo è costituito da una cornice in metallo, sulla quale viene fissato il fondo in
materiale rigido e su cui viene posta una porzione di lanugine di canapa; il tutto è inglobato da una
copertura sfoderabile in tessuto di canapa. Il progetto sfrutta le caratteristiche di fonoassorbenza,
resistenza meccanica, resistenza all’acqua/umidità e leggerezza, tipiche della canapa.
ALBERTO GHIRARDELLO, si laurea in disegno industriale nel 2007. Ha collaborato con lo studio
Habits, lo studio Bartoli Design e Giulio Iacchetti. Nel 2013 fonda il proprio studio di progettazione.
Famiglia Battenti
di Lorenzo Palmeri
Il percussore negli strumenti musicali di riferimento (tamburi, xilofoni, marimba, ecc.) ha un ruolo
molto importante nella generazione e nel controllo del suono. Ad ogni forma, “durezza”,
dimensione corrisponde un alfabeto di gesti e corrispettiva emissione sonora.
L’idea di realizzare una famiglia di percussori, con la “testa” in filato e fibra di canapa, nasce dalla
volontà di far parlare da sé questo materiale, attraverso la generazione di sonorità uniche e inedite.
LORENZO PALMERI è architetto, designer, art director, insegnante, compositore e produttore
musicale. Tra i suoi maestri Bruno Munari e Isao Hosoe, con cui ha collaborato per diversi anni.
Tra i suoi clienti: Caimi Brevetti, Danese, De Vecchi, Garofoli, Guzzini, Jannelli&Volpi, Lavazza,
Napapijri, Nissan, Noah guitar e Stone Italiana.
Sohat
di Matteo Ragni e Fernando Contreras Wood
Nelle culture primitive i cappelli avevano una doppia funzione: quella di rito, tramite una
significazione zoomorfa; e un’altra più pragmatica, che designava una scala gerarchica.
Oggi, l’interrogativo verte su che cosa i cappelli possano distinguere… Nuovi professionisti o tribù
urbane che riescono a produrre le proprie vesti con materiali intelligenti ed ecologici per creare
nuovi usi e nuove attività umane. Sohat, è questo. Un progetto nato dal dialogo fra la realtà del
design milanese e la capacità diffusa a Santiago di trovare nuove funzioni in oggetti archetipici.
MATTEO RAGNI è architetto, art director e designer. È stato insignito di importanti premi tra cui il
Compasso d’Oro ADI nel 2001 per la forchetta-cucchiaio Moscardino e nel 2014 per la serie di
tombini Montini, il Wallpaper Design Award 2008 per la lampada Leti (Danese) e il Premio
Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi” nel 2012 per il progetto W-eye. Nel 2008 ha
fondato TobeUs, marchio di macchinine in legno prodotte artigianalmente in Italia.
FERNANDO CONTRERAS WOOD è un designer cileno. Si specializza in bionica e disegno
industriale presso il Centro Ricerche IED di Milano. È designer strategico, corporate designer e
docente presso le maggiori università cilene. Tra i clienti, la Banca Centrale del Cile, Masisa S.A e
Norden Dental Care. Insieme a Matteo Ragni fonda l’azienda sperimentale Sofar.
UpLight Bass
di Stefano Ivan Scarascia
Progettato attorno alle performative corde elastomeriche diffuse dalla nascita del basso Ashbory in
poi, UpLight Bass è il primo ukulele bass, un piccolo strumento dal grande suono. Leggero, snello,
agile nelle forme e nei materiali, si declina organicamente nella versione CanaBass, realizzato in
bioplastica di canapa, naturale, resistente e leggera. La disposizione arcata delle corde lo rende
potenzialmente suonabile anche con l’archetto, proprio come un contrabbasso.
STEFANO IVAN SCARASCIA è designer, musicista e personaggio di spettacolo. La sua attività
progettuale spazia dai trasporti pubblici agli strumenti musicali. Ha collaborato con il Yamaha
Design Studio di Londra.
Kinesis
di Ekaterina Shchetina e Libero Rutilo
Kinesis è un’altalena realizzata in tre diversi materiali a base di canapa.
Il concept dell’altalena è nata pensando all’opportunità di realizzare con questo materiale un
prodotto che implicasse nella sua stessa natura l’idea di movimento e che potesse essere
distribuito sia all’interno del museo, che su più larga scala nelle scuole e nei parchi.
Alle classiche corde in canapa, è stata ancorata una seduta pensata per essere fresata in
Canapalithos, un pannello di materiale a base di canapa pressata; per rendere l’esperienza d’uso
più confortevole, l’altalena è stata infine dotata di manopole in bioplastica di canapa stampabile
3D.
Il prodotto può quindi definirsi in canapa al 100%. L’altalena sfrutta così le caratteristiche di
resistenza meccanica tipiche delle fibre di canapa, in flessione e in trazione, sostituendosi alle più
popolari e moderne tipologie in plastica.
LIBERO RUTILO ed EKATERINA SHCHETINA nascono rispettivamente a Montreal e Krasnodar,
nel sud della Russia. Libero nel 2005 si trasferisce a Milano per lavorare con Alessandro Mendini
mentre Ekaterina completa i suoi studi a Milano e inizia a lavorare nel campo dell’interior design.
Insieme hanno fondato lo studio di progettazione Designlibero.
Delta9
di Gabriele Basei
Lo skateboard Delta9 è una rivisitazione degli skateboard Epoca. E’ pensato come prodotto a
impatto zero che utilizza un particolare pannello di canapa, sagomato con macchine CNC, e
completato con inserti in tessuto di canapa sostituibili e personalizzabili.
Un’altra caratteristica di Delta9 è l’impermeabilità, che rende questo skate utilizzabile anche sotto
la pioggia. La sua superficie ruvida rende inoltre il piano d’appoggio superiore totalmente
antiscivolo.
La grafica che riveste il fondo dello skateboard è tessuta in canapa utilizzando lavorazioni
artigianali caratteristiche della Valnerina.
GABRIELE BASEI si laurea nel 2013 in Design del Prodotto per l’Innovazione al Politecnico di
Milano e poco dopo fonda il marchio Epoca che progetta e produce articoli per l’attività outdoor.
Nel 2016 è stato selezionato per la mostra “New Craft”, nell’ambito della XXI Esposizione
Internazionale della Triennale di Milano.
CanapÈ
di Francesco Bombardi
CanapÈ è un’esperienza gastronomica totalizzante intorno alla canapa: farine, estratti, aromi,
salse. Ingredienti messi in scena per lasciarci stupire dalle potenzialità di un prodotto millenario
rivisto in chiave contemporanea, a tavola.
L’esperienza pervasiva della canapa “da mangiare” prenderà forma di biscotto, come unità
elementare, costruita in serie limitata, che permetterà infinite combinazioni e personalizzazioni
nella partecipazione del consumatore e una originale esperienza sensoriale.
FRANCESCO BOMBARDI è architetto, fonda nel 2012 il Fab Lab di Reggio Emilia. È ideatore di
Officucina per Food Innovation Program nel 2015 e del concept Kitchen Tools nel 2016 per la
mostra “New Craft”, nell’ambito della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano.
Insegna Food Design presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio
Emilia.
Napaca
di Gabriele Lorusso, Luca Notarfrancesco e Luca Venturelli
Napaca è un progetto di comunicazione sulle potenzialità di uso della canapa, un materiale troppe
volte ostracizzato dalla sua relazione con la marijuana e troppo presto accantonato dall’industria. Il
progetto si sviluppa partendo dall’evidenziare una contraddizione: la canapa è un materiale
versatile con svariate potenzialità d’impiego ma è scarsamente diffuso sul mercato.
Napaca è un kit promozionale che valorizza la canapa per far tornare questo materiale nella
quotidianità. Contiene sia prodotti finiti che oggetti da “costruire” e ogni suo elemento mette in luce
una diversa proprietà della canapa.
GABRIELE LORUSSO è lucano, si laurea al Politecnico di Milano in Design del Prodotto
Industriale ma si occupa anche di grafica e interaction design.
LUCA NOTARFRANCESCO si diploma in Design del Prodotto Industriale al Politecnico di Milano
e si sta specializzando in Product Service System Design all’interno del Master of European
Design. Si interessa di user-experience, service e interaction design, ma anche di brand identity e
fotografia.
LUCA VENTURELLI è di Pesaro. Diplomato in Design del Prodotto Industriale al Politecnico di
Milano ed esperto di cucina, combina queste due competenze mentre si sta specializzando in
Design dei servizi e Management.
I LABORATORI DI SPERIMENTAZIONE
POLIFACTORY
Polifactory è il makerspace del Politecnico di Milano creato dal Dipartimento di Design con i
Dipartimenti di Meccanica e di Elettronica, Informazione e Bioingegneria. Inaugurato nel 2015, è
una infrastruttura di ricerca e sperimentazione multidisciplinare che lavora sulla preincubazione dei
giovani talenti del Politecnico e collabora con enti, istituzioni e imprese per sviluppare attività che
esplorano la relazione tra progettazione e i nuovi modelli di produzione legati alle forme emergenti
di manifattura digitale e produzione distribuita. Polifactory è equipaggiato con tecnologie e
strumenti per la fabbricazione digitale che consentono di materializzare idee di prodotto-servizio e
sperimentare sul campo i processi di produzione che integrano design e tecnologie digitali, grazie
anche alla connessione con gli altri laboratori di design e ingegneria dell’Ateneo. Polifactory
coordina Fabric-Action dal punto di vista scientifico e tecnico, supportando i designer nello sviluppo
dei prototipi.
MUSEO DELLA CANAPA DI SANT’ANATOLIA DI NARCO
Il Museo della Canapa, inaugurato nel 2008, ha sede nel cinquecentesco palazzo comunale di
Sant’Anatolia di Narco (PG) ed è una delle antenne dell’Ecomuseo della Dorsale Appenninica
Umbra. Il Museo ospita una ricca documentazione sull’intero ciclo di lavorazione e trasformazione
della canapa e collezioni tessili dal XVIII al XX secolo. Il Museo lavora per recuperare e
trasmettere quest’arte ormai scomparsa dalla memoria storica, legata soprattutto alla produzione
di corde ed alla tessitura per uso domestico e familiare riconoscendola come una vera e propria
attività produttiva. Parte integrante del Museo è il Laboratorio di tessitura che, con diverse tipologie
di telai manuali moderni, costituisce uno strumento didattico e un laboratorio di studio per tutte le
persone interessate ad apprendere questo tipo di attività. L’intento del Museo, infatti, è quello di
sviluppare, attraverso la manualità e l’esperienza laboratoriale, la conoscenza di saperi e abilità,
tramandati dal passato, ma con un potenziale collegamento con la realtà tessile contemporanea. Il
museo partecipa a Fabric-Action fornendo ai progettisti e a Polifactory il know-how tecnico
necessario alla materializzazione dei prototipi.
INFO FABRIC-ACTION
Polifactory – Politecnico di Milano
Campus Candiani – ed. B3 Via Candiani, 72 20158 – Milano
info@fabric-action.org / www.fabric-action.org / T. 02 2399 7134

paidia antonietti tradella tolomei

napaca lorusso notarfrancesco venturelli

kinesis shchetina rutilo

famigliabattenti palmeri

delta9 basei

canape bombardi

uplight bass scarascia

ssshhh ghilardello

sohat ragni conteraswood

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Bologna Water Design 2014

bolognaIn concomitanza con il Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, il cuore storico di Bologna torna a pulsare per presentare una nuova ed emozionante edizione della kermesse che celebra, con originalità e sensibilità, il binomio acqua e design.
‘Vetrina’ di Bologna Water Design 2014, sarà, ancora una volta, uno dei luoghi più affascinanti nel centro della città: l’Ex Ospedale dei Bastardini, il meraviglioso Palazzo del XVI secolo situato in via D’Azeglio.
Bologna Water Design, che nelle precedenti edizioni ha visto coinvolti alcuni tra i più importanti progettisti internazionali come Mario Bellini, Aldo Cibic, Mario Cucinella, Michele De Lucchi e Kengo Kuma, metterà in scena anche quest’anno emozionanti installazioni e originali progetti realizzati da Francesco Binfarè, Sergio Brioschi, Diego Grandi, Daniel Libeskind, Studio Irvine e, come sempre, anche da un folto gruppo di giovani talenti, quali Alhambretto e Padiglione Italia.
Tutti i progetti interpreteranno il tema dell’acqua con creatività e sensibilità, lungo un fil rouge che va dall’arredo bagno, alla cucina e alla decorazione delle superfici, fino alle installazioni più ambiziose e suggestive, realizzate grazie alla collaborazione di aziende leader nel loro settore merceologico, come ANTRAX IT, B&B ITALIA, BOFFI, CIICAI, FONTANA ARTE, GEBERIT, LEA CERAMICHE, LIVING DIVANI, POZZI-GINORI e ZUCCHETTI.KOS.

Appuntamento: 22 – 27 settembre 2014
Ex Ospedale dei Bastardini, via D’Azeglio nel centro di Bologna
+ info: www.bolognawaterdesign.it/2014/

Fonte: Professionearchitetto

Milano Design Film Festival, l’evento a Roma e Venezia

SAVE-THE-DATE_Milano-Design-Film-Festival-@RomaGiovedì 19 giugno il Milano Design Film Festival ha riscosso grande successo a Parigi, ma ora è il turno di altre due tappe importanti e interessanti nella nostra amata Italia: Roma e Venezia. La prima tappa sarà l’Università IUAV di Venezia, dove saranno presentati otto film inerenti l’ambito W.A.V.E. 2014, un appuntamento annuale di workshop internazionali promossi dalla facoltà. L’evento inizierà il 1 luglio e proseguirà per sei serate dedicate a Raccontare l’architettura. Di seguito, l’elenco dei temi per ogni appuntamento:

  • la forza dell’inchiesta audiovisiva. L’uomo e la città;
  • documentare il contesto. L’architettura dell’incompiuto;
  • la terza dimensione. Ricostruire un edificio nella mente attraverso le immagini;
  • dal piccolo al grande. Sintetizzare la storia. Cosa conservare?;
  • fermo immagine sulla storia. Immaginare il futuro con l’architettura;
  • il racconto personale. Biografia di opere e vita di un progettista.

Si prosegue con l’evento a Roma, nella piazza del MAXXI il 2, 9 e 16 luglio, dove sarà presentata la rassegna Esempi di Peso. In occasione delle serate all’aperto saranno presentate le biografie di Carlo Scarpa, Ron Gilad e Charles & Ray Eames e una lettura molto interessante esibita tramite alcune opere pubbliche mai terminate in Sicilia. Le tre serate saranno introdotte dalle curatrici Silvia Robertazzi e Antonella Dedini, dal direttore del MAXXI Architettura Margherita Guccione, dai registi Benoit Felici e Francesca Molteni, dalla curatrice Design del MAXXI Architettura Domitilla Dardi e dal design Ron Gilad.
Un piccolo viaggio alla ricerca dei migliori documentari in grado di esprimere al meglio l’architettura e il design, cercando di dare il via a una comunicazione più rapida, empatica e di forte impatto emotivo. Ricordiamo a tutti gli appassionati di non perdere l’evento a Pechino, che si terrà durante la Beijing Design Week dal 24 al 30 settembre e la seconda edizione del Milano Design Film Festival all’Anteo spazioCinema di Milano dal 9 al 12 ottobre 2014.

Fonte: Designer Blog

La casa-sasso vince La Ceramica e il progetto

panariaSi trova in provincia di Bologna, ha la forma asimmetrica ed è interamente rivestita di piastrelle Panaria. Premiata da Confindustria Ceramica.

A vederlo dall’esterno, sembra un enorme sasso. Poi, basta avvicinarsi, e notare una porta, poi un ingresso, poi una stanza, poi una casa: si chiama Acupuncture#2, l’abitazione “rocciosa” in provincia di Bologna. La casa, davvero originale, per la forma asimmetrica e per i materiali impiegati, è stata insignita del primo premio di La Ceramica e il progetto, il concorso di architettura dell’industria ceramica italiana. La residenza è interamente rivestita con piastrelle, nel dettaglio piastrelle Panaria Doghe di Quercia Perlata deck 15 per cento 60,3 centimetri, nel progetto dell’architetto Simone Gheduzzi.

La premiazione, avvenuta il 23 giugno alla Casa dell’architettura di Roma, ha visto anche altre premiazioni: per la categoria Commerciale Hospitality, il premio è andato a Davor Popovic per il progetto Golden Ray Luxury Villas (Croazia) realizzato con piastrelle Cotto D’Este, mentre due menzioni vanno al Nuovo Centro Benessere Pietre Gemelle Alta Valsesia – Riva Valdobbia (Vercelli), realizzato da Gavinelli Architettura con piastrelle Florim e Marazzi e alla Riqualificazione della Pizzeria Pupetta (Vercelli) che ha visto l’utilizzo di piastrelle Viva Ceramiche da parte dello Studio Rosso Fornaro e Luca Grignola.

Per la categoria istituzionale, invece, il primo premio va allo studio Isolarchitetti per il Museo delle Antichità Egizie di Torino realizzato con piastrelle Keope, mentre la menzione alla Cornice Contemporanea realizzata a Castelmassa (Rovigo) con piastrelle Laminam dallo studio dare-architettura. In ambito residenziale, oltre al primo premio della casa-sasso, la menzione al progetto residenziale Palazzo Bellotti – una casa del futuro per abitare la storia di Fidenza realizzato con piastrelle Mutina ad opera degli studi di architettura degli architetti Paola Faroldi, Giovanni e Simona Rossi.

Fonte: Casa & Design

Cersaie 2013 ai blocchi di partenza

cersaieSta per aprirsi –dal 23 al 27 settembre- la 31° edizione del Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno presso la Fiera di Bologna. L’appuntamento si rinnova con il suo carico di aspettative, per segnare la fine di una crisi che in questo comparto produttivo si è sentita meno che in altri (merito dell’internazionalizzazione, sottolineano il presidente della Fiera Campagnoli, l’assessore regionale alle attività produttive Muzzarelli e il DG di Confindustria Ceramica Cafiero). Con il tutto esaurito negli spazi dell’area espositiva e quasi 900 aziende presenti –di cui 1/3 provenienti dall’estero- è normale che si affacci un cauto ottimismo tra le fila degli organizzatori. L’apertura sarà dedicata lunedì 23 ad un convegno di carattere economico, alla presenza di rappresentanti di Confindustria e del settore bancario, per un rilancio del credito alle famiglie, ritenuto cruciale per la ripresa dei consumi. Si ritiene importante –sempre secondo Muzzarelli- anche la continuità dei cosiddetti “ecobonus” per permettere al settore di tornare a crescere, anche in un’ottica di sostenibilità (una scommessa quest’ultima della nostra filiera ceramica); per questo la Regione sta pensando ad ulteriori meccanismi di premialità per chi costruisce con elevati gradi di efficienza energetica e –novità- anche risparmio idrico. Il programma culturale di “Costruire Abitare Pensare” è come sempre dei più interessanti, offrendo un’ampia varietà di proposte. Numerosi gli incontri e le mostre: tra i primi, con l’architetto spagnolo Antón García-Abril dello Studio Ensamble, un omaggio a Paolo Soleri a pochi mesi dalla scomparsa, poi Lectio Magistralis di Rafael Moneo (Pritzker 1996), con i membri dello studio norvegese TYIN Tegnestue, con un terzetto di ospiti femminili –per una declinazione di genere dell’architettura contemporanea- composto da Carla Juacaba (Brasile), Izaskun Chinchilla (Spagna) e Sarah Robinson (USA), infine con il designer francese Ora Ïto; tra le seconde, le esposizioni Bathroom Excellence 1998-2012 –selezione di prodotti per l’arredobagno estratti dall’ADI Design Index- e gli esiti dei concorsi La ceramica e il progetto, Beautiful Ideas e Ceramic Futures, oltre alla mostra fotografica Seccoumidofuoco che indaga gli stabilimenti industriali del distretto ceramico modenese e reggiano. Si ripete per il secondo anno consecutivo l’iniziativa “Cersaie disegna la tua casa” con un nutrito gruppo di aziende –novità di questa edizione- e di testate giornalistiche che offrono consulenze gratuite a chi desideri ristrutturare il proprio alloggio. Testimonial di quest’anno la conduttrice di ‘Vendo casa…disperatamente’ Paola Marella, che aggiunge un tocco glam alla proposta. Va segnalato di nuovo l’affiancamento della manifestazione inaugurata lo scorso anno “Bologna Water Design”, anch’essa con un ampio programma di appuntamenti: l’incontro congiunto Libeskind-De Lucchi-Daverio, e poi le presenze in vari convegni di Cucinella, Cibic, Iosa Ghini, oltre ad architetti emergenti del panorama nazionale. www.cersaie.it www.bolognawaterdesign.it

 

FONTE: www.ilsalonedellarchitettura.com

All’Acquario di Genova, la ‘casa’ dei cetacei e’ firmata Renzo Piano

17817_ge_architetti_LNel suo ventesimo anno di vita, l’Acquario di Genova si arricchisce di un nuovo padiglione. Si tratta della nuova ‘casa’ dei cetacei, che sarà inaugurata il 26 luglio e porta la firma dello studio Renzo Piano Building Workshop.

L’opera, costruita da Codelfa spa, è unica nel suo genere, e si presenta come un vero e proprio palazzo di 23 metri di altezza totale – di cui 10 sotto il livello del mare – costruito in galleggiamento, a base rettangolare con una lunghezza di 94 metri e una larghezza di 28, due torri laterali alte rispettivamente 10 e 13 metri e una parte centrale, alta circa 6 metri di cui 3 completamente vetrati.

Al suo interno, sono state ultimate le strutture delle vasche, compresi gli acrilici tra cui il semitunnel, attraverso i quali i visitatori potranno ammirare gli animali da una prospettiva subacquea.

 

FONTE: www.architetto.info

Trento inaugura il MUSE: la ‘montagna’ di Renzo Piano

h_34800_04Il MUSE, il Museo delle Scienze firmato da Renzo Piano, sarà inaugurato domani a Trento. Dalle 18 del 27 luglio, il nuovo museo ospiterà, con una 24 ore no stop, i numerosi eventi organizzati per la maratona inaugurale.

Il MUSE nasce all’interno di un contesto urbanistico e paesaggistico frutto di un’unica visione progettuale che ha l’ambizione di qualificarsi come una rilevante riqualificazione urbana di questa zona della città, l’area industriale ex-Michelin, verso il suo fiume. Qui trovano spazio funzioni commerciali, residenziali – come il neo-inaugurato Le Alberte – e terziarie, nonché quelle di interesse pubblico, delle quali il MUSE costituisce la maggiore espressione.

Il profilo della struttura progettata da Renzo Piano si rifà alle montagne circostanti e la stessa organizzazione su più piani del percorso di visita è una sorta di metafora dell’ambite montano. L’idea architettonica nasce dalla ricerca di una giusta mediazione tra bisogno di flessibilità e risposta, precisa e coerente nelle forme, ai contenuti scientifici del progetto culturale. L’edificio, che sviluppa le sue funzioni in 2 livelli interrati e 5 fuori terra, è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti, adagiati su un grande specchio d’acqua sul quale sembrano galleggiare, moltiplicando gli effetti e le vibrazioni della luce e delle ombre. Il tutto è tenuto insieme, in alto, dalle grandi falde della copertura che ne assecondano le forme, diventando elemento di forte riconoscibilità.

L’edificio – certificato LEED Gold – è stato realizzato con grande attenzione ai principi di ecosostenibilità: ha le capacità di economizzare energia e di produrne attraverso un sistema di pannelli solari e pozzi geotermici che scendono a cento metri di profondità.

La forma dell’edificio, metafora della montagna, ordina e scandisce il percorso della mostra permanente: dall’alto verso il basso. Una volta oltrepassato l’ingresso, il visitatore è protagonista di un viaggio sensoriale a 360°. Dal quarto piano, scendendo gradualmente, i visitatori passano dalle ambientazioni delle vette occupate dai ghiacci perenni allo smarrimento nel perdersi in un “labirinto di biodiversità alpina”. Il percorso naturalistico si conclude al piano interrato con un racconto che ci conduce alla scoperta dell’origine della vita per giungere alla più grande mostra di dinosauri dell’arco alpino.

Un museo di scienze deve per definizione celebrare la complessità e la fragilità della Terra”afferma Renzo Piano. “Nello spazio centrale, il ‘Grande Vuoto’, che collega visivamente i cinque piani del museo, si celebra la biodiversità del nostro Pianeta: dall’alto, dove si incontra un ghiacciaio, al basso, dove il visitatore viene accolto dallo scheletro fluttuante di una balena, fino alla serra tropicale montana”. 

Il progetto degli allestimenti è stato sviluppato parallelamente alla definizione del programma scientifico – didattico. L’idea di base è stata quella di mirare a un “allestimento invisibile” che non prevalesse sul contenuto. Ecco quindi l’idea di “Zero Gravity”, ovvero della sospensione tramite cavi sottili di acciaio di tutti gli oggetti: tavoli, ripiani, pannelli, monitor, fotografie, reperti, tutto è “sospeso” nello spazio e anche nel tempo. Lo spazio così “disegnato”, come in uno spartito musicale, verrà in tal modo popolato e il visitatore entrerà in un mondo fantastico dove, come spettatore e contemporaneamente attore, sarà in grado di percepire e comprendere le connessioni e le sinergie tra natura e scienza.

Quando si conclude un progetto, improvvisamente quell’edificio non è più tuo, ma appartiene alla comunità, a cui ora spetta abitare questi ambienti, costruendo e sviluppando conoscenza”conclude Renzo Piano. “L’elemento umano è una dimensione fondamentale di questa architettura, assieme alla luce, alla gioiosità, all’allegria. Così l’ingresso del MUSE diventa una sorta di luogo pubblico pensato per la gente, che prosegue all’esterno, nel prato e nel nuovo quartiere, collegato attraverso un sottopasso al cuore della città. In queste sale, che alternano spazi di luce e ombra, tutti saranno i benvenuti. L’architettura deve essere gioiosa, deve coltivare tenacemente l’idea che i luoghi per la cultura sono luoghi di civiltà e di incontro, in cui ritrovarsi e partecipare della stessa gioia”.

FONTE:  www.archiportale.com 

Tendenza a scomparire

apertura_NLporte_NL3013_420x270Da sempre protagoniste di qualsiasi ambiente, le porte hanno assunto oggi un ruolo ancor più decisivo nello sviluppo planimetrico dello spazio ma anche nella sua corretta fruizione, soprattutto in ambito residenziale, quando ci si trova sempre più spesso a confrontarsi con metrature ridotte e vani sempre più piccoli. Ecco dunque che la funzione di passaggio da un locale all’altro diventa essenziale e non così scontata, sia per la perfetta accessibilità di ogni ambiente, sia per il passaggio della luce.

La tendenza è senza dubbio quella a ridurre il più possibile l’impatto e la presenza di questi elementi, studiati per potersi annullare nella parete, per non interferire eccessivamente sull’immagine complessiva dello spazio. Abbandonato ogni decorativismo o eccentrico personalismo, le campiture si fanno omogenee, i profili si nascondono, gli elementi tecnologici e gli accessori si riducono e scompaiono nella superficie muraria, l’immagine rimane pulita, essenziale…diventa spesso una semplice linea continua che disegna e racchiude una porzione di superficie. In queste porte, le sempre più apprezzate filomuro, spetta poi alle finiture e ai colori il compito di valorizzare quest’area, evidenziando un contrasto netto fatto di colori brillanti o essenze ricercate, o all’opposto di nasconderla, riproponendo tonalità e finiture della parete stessa tanto da far scomparire completamente la porta quando viene chiusa. In questo secondo caso le tonalità neutre, soprattutto il bianco e il grigio, sono senza dubbio le più utilizzate, accompagnate da finiture materiche in rilievo per una piacevole sensazione tattile.

Quando invece si decide di evidenziare dal punto di vista estetico la presenza della porta, si ricorre a colori brillanti o ad essenze pregiate del legno, che trasmettono una sensazione di calore e accoglienza all’intero spazio. Il vetro (in particolare satinato o sfumato) è ancora un materiale di forte appeal, soprattutto per spazi comuni e di rappresentanza, ma anche in ambito residenziale proprio perché consente, nel caso di ambienti molto piccoli o di corridoi stretti, di lasciar passare la luce illuminando porzioni di spazio altrimenti perennemente in ombra.

Dal punto di vista tipologico, nel caso di nuove costruzioni la soluzione scorrevole si fa preferire, per il ridotto ingombro di spazio e per la pulizia formale che assicura, mentre nel caso di ristrutturazioni spesso si evita di intervenire sulla parete e si ricorre a porte a battente dallo stile contemporaneo e minimale.

In tutti i progetti e nei nuovi prodotti presentati, la grande attenzione va perciò ai dettagli, sia per quanto riguarda la qualità dei materiali utilizzati, sia per le piccole (ma grandi…) innovazioni tecnologiche che permettono questo inserimento delicato e discreto (dalle cerniere a scomparsa, ai profili, dai carrelli per uno scorrimento continuo alla silenziosità della battuta).

Anche nel settore delle finestre la tendenza è quella di lasciare al vetro il ruolo del protagonista assoluto. I profili si assottigliano e si nascondono, gli ingombri si riducono, idealmente scompaiono. Ciò è possibile grazie allo sviluppo tecnologico e alle prestazioni sempre più performanti dei serramenti che consentono di lasciare libere grandi luci, di movimentare ante anche di dimensioni considerevoli, di assicurare tenuta all’aria, all’acque e garanzia delle prestazioni nel tempo. Dal punto di vista estetico il trattamento dei materiali e la ricerca di nuove finiture, consentono oggi a serramenti e finestre di inserirsi in qualsiasi contesto architettonico, anche nel caso di interventi e operazioni di recupero su edifici storici che sempre più spesso necessitano di una sostituzione completa dei serramenti per accogliere nuove funzioni,migliorare l’isolamento termico e acustico, assicurare un ottimale confort interno degli spazi.

Fonte: www.archinfo.it

Architettura temporanea e modulare, IKEA Refugee Shelter

ikeaKEA, marchio ormai divenuto sinonimo di design economico e fai da te, ha recentemente presentato IKEA Refugee Shelter, il prototipo frutto di tre anni di lavoro tra IKEA Foundation e UNHCR, l’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati in partnership con diverse università e aziende private.

Moduli abitativi prefabbricati componibili, di superficie totale 17,5 mq e 110 kg di peso, imballati nel noto stile IKEA e assemblabili in sole quattro ore grazie ad una struttura modulare basata su un telaio autoportante in acciaio ultra-leggero, pannelli di tamponamento per le superfici esterne e uno strato-membrana da applicare 20 centimetri sopra la copertura per contribuire all’ombreggiamento dell’unità abitativa.

I pannelli di tamponamento sono in polipropilene trattato mediante un processo di laminazione che lo rende resistente ai raggi UV; secondo l’azienda svedese il polipropilene fornisce isolamento termico e acustico, è completamente riciclabile nonché comunemente disponibile nella catena di approvvigionamento globale.
La membrana posta ad ombreggiamento della copertura è dotata di un pannello solare in silicone, flessibile e leggero, che può alimentare cellulari o piccoli dispositivi elettrici o fornire da tre ad un massimo di cinque ore di illuminazione serale.

Sebbene il prototipo abbia spunti interessanti, a prima vista sembra aver ancora bisogno di alcuni studi riguardo al design e all’adattabilità alle diversi condizioni culturali in cui potrebbe essere contestualizzato, poiché purtroppo l’aspetto ricorda ancora un triste container.

 

FONTE: www.architetti.com

Daniel Libeskind per il nuovo landmark di Varsavia

17691_ZlotaTSs_architetti_LSi ispira alla storia di Varsavia e si propone come risposta alla distruzione e alla ricostruzione post-bellica. Złota 44 è un lussuoso grattacielo di 54 piani, che porta la prestigiosa firma di Daniel Libeskind, destinato a diventare il prossimo punto di riferimento cittadino grazie ai suoi 192 metri di altezza, che lo faranno diventare il secondo edificio più alto d’Europa, e alla sua caratteristicastruttura a forma di vela.

L’edificio, che aprirà ufficialmente alla fine del 2013, ospiterà 251 appartamenti e 30 unità di lusso, tra cui due attici triplex all’ultimo piano, realizzato in acciaio, oltre a parcheggi e un piano dedicato allo svago dei residenti, con centro fitness e piscina.

Caratteristica peculiare di Zlota 44 è la tripla facciata modulare in vetro composta da oltre 4.000 elementi diversi, costruiti in laboratorio e poi portati in cantiere, dove vengono montati da mini gru. Lavora al progetto anche la società di ingegneria Arup che ha fornito opere di progettazione strutturale, meccanica, elettrica e per la sicurezza pubblica.

Il progetto di Libeskind non perde di vista i requisiti ambientali, scegliendo soluzioni tecniche, dal sistema per ilrecupero delle acque piovane alle soluzioni per lariduzione dei consumi energetici, finalizzate al raggiungimento della certificazione energetica Breeam.

FONTE: www.architetto.info

 

L’edificio piu’ grande al mondo e’ tre volte il Pentagono

17696_newcenturyglobalchengduhigh_ingegneri_LÈ stato ufficialmente inaugurato l’edificio “più grande del mondo”: si tratta del New Century Global Centre, un grande centro commerciale collocato a Chengdu, la metropoli da 14 milioni nella provincia cinese del Sichuan, proprio a breve distanza dal Chengdu Contemporary Arts Centre progettato da Zaha Hadid.

Con la sua superficie complessiva pari a 1,76 milioni di mq, il centro è grande venti volte la Sydney Opera House o tre volte l’intero Pentagono. L’edificio ospita hotel, uffici, un resort, un cinema, una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Al centro della struttura, poi, è previsto il Paradise Island Oceanic Park, un grande parco acquatico con una spiaggia in sabbia artificiale da 400 mq e il più grande schermo Led indoor del mondo, che proietta immagini di paesaggi e orizzonti.

Costruito al di sopra di una stazione della metro recentemente completata, l’edificio si sviluppa su 18 livelli ed è dotato di un soffitto ondulato in vetro e acciaio. È lungo 500 metri, largo 400 e alto 100. Sono molti i ‘record’ che il centro intende battere, tra essi va ricordato lo shopping mall più grande del mondo e il suo ‘sole artificiale’, un impianto di illuminazione progettato per ricreare l’effetto della fonte di luce naturale. Queste e altre ‘meraviglie’ del centro sono visibili in un lungo video promozionale.

 

Fonte: www.ingegneri.info

Concorso: una fontana per ogni Parco Reale londinese

Il Royal Parks Foundation di Londra ha lanciato un concorso di design per la progettazione di una nuova fontana da installare all’interno dei Parchi Reali di Londra. Gli 8 parchi Reali di Londra sono tra i più grandi spazi pubblici in tutto il mondo, attrazione per milioni di visitatori, ma molti giochi d’acqua e fontanelle pubbliche, che risalgono ad alcune generazioni fa, necessitano di essere rinnovate o sostituite, e vi è la necessità di ulteriori nuove fontane di acqua potabile che soddisfino le esigenze dei visitatori.
Obiettivo di questo concorso è quello di trovare il disegno e il progettista del modello di questa nuova fontana potabile. Il concorso è aperto ai designer e ai progettisti di tutto il mondo che dovranno inviare il materiale entro il prossimo 22 settembre 2010. Il vincitore vedrà il proprio lavoro trasformato in realtà nei Parchi. Il disegno vincente dovrebbe idealmente avere le seguenti caratteristiche:
– risultare seducente, accattivante, suscettibile di essere posizionata in vari ambienti diversi e non solo nei parchi, eventualmente anche all’interno di residenze private;
– essere di facile installazione, pulizia ed essere costituita da un materiale resistente e lavabile;
– avere un sistema che limiti gli sprechi di acqua ed eviti i problemi di drenaggio, che consenta di garantire sicurezza e igiene;
– poter essere free standing ma anche con una variazione minima poter essere installata appoggiata ad una parete.

Fonte: ArchiPortale

Giugiaro design firma le nuove case prefabbricate per Albe Case di Wood Albertani S.p.A.

GIUGIARO DESIGN FIRMA LE NUOVE CASE PREFABBRICATE per ALBE CASE di WOOD ALBERTANI S.p.A.
Giugiaro Design ha firmato un nuovo modello di villa prefabbricate di design, realizzate dall’azienda italiana ALBE CASE di WOOD ALBERTANI S.p.A.
Nel nascente mondo dell’edilizia prefabbricata di alto livello, Giugiaro Design ha portato la propria trentennale esperienza nel campo dell’industrial design per interpretare con soluzioni costruttive e impiantistiche di ultima generazione il tema proposto da ALBE CASE.
Abbiamo voluto portare la nostra visione personale – ha dichiarato Fabrizio Giugiaro, direttore stile di Giugiaro Design – in un tema molto personale come quello della casa, senza tuttavia stravolgere le metodologie e le tecniche costruttive adottate e collaudate in questi anni da ALBE CASE. Dopo diversi anni di presenza nel mercato delle costruzioni in legno ed dopo che ci siamo affermati a più livelli in questo settore – dice Natale Albertani , direttore tecnico di ALBE CASE – era ora di dare una svolta alla nostra immagine legata alle costruzioni completamente in legno con uno stili marcatamente nordico o alpino. L’occasione di un rapporto personale di lavoro con Fabrizio Giugiaro ci ha dato l’opportunità di concretizzare il nostro sogno di vedere progettata una casa innovativa e di design, con tratti piacevoli e moderni.

Fonte: Maggioli Editore

Design: una lampada in carta DuraPulp e LED

W101, dalla Svezia una lampada che unisce tecnologia e tradizione. LED e carta per una lampada dal sapore orientale. La Svezia ci stupisce sempre con i suoi progetti sostenibili e la sua filosofia green ormai radicata nella cultura di tutti i cittadini. W101 nasce dallo studio di design Claesson Koivisto Rune ed è una combinazione di sapienza antica con la tecnologia innovativa LED. Lo studio, in associazione con la società svedese di illuminazione Wästberg, ha lanciato questo particolare apparecchio di illuminazione in DuraPulp, un materiale 100% biodegradabile realizzato con carta e materie plastiche organiche (PLA). Un materiale ad alta resistenza all’umidità e all’acqua, con un’alta stabilità dimensionale e rigidezza flessionale. La carta, utilizzata nel corso della storia per realizzare paralumi, oggi diventa la struttura stessa del corpo illuminante. Un materiale reso rigido e ancora più performate grazie a sapienti pieghe che ne irrobustiscono la struttura creando forme orientaleggianti. Origami dallo stile minimal pronti ad illuminare le nostre scrivanie. Ottima per dare un tocco di stile in qualsiasi tipo di ambiente, senza però girare le spalle all’ambiente. Ci sarà sempre molto da imparare dai nostri amici designer svedesi. Il prodotto dovrebbe essere commercializzato a partire dal prossimo anno.

Fonte: Architettura&Design

Soliloquy: l’ecologia di lusso fatta yacht

E’ stata presentata (2009) alla quarta conferenza annuale sul futuro dei superyacht a Maiorca proprio in questi giorni la nuova soluzione design del lusso nautico. E mai yacht fu più verde! Si chiama Soliloquy ed è il “Super-Green Superyacht” progettato da Alastair Callender, della Coventry University (UK), e sponsorizzato dalla Solar Sailor Holdings Limited, una compagnia high-tech australiana che vanta la proprietà del brevetto “solarsail”, una tecnologia d’avanguardia che unita all’innovativo “Hybrid Marine Power” (HMP), sta cambiando la concezione della navigazione. Il Soliloquy, è nato come sfida alla moderna concezione del lusso nautico, che fino ad oggi è stato sinonimo di forti impatti ambientali ed enormi sprechi. Con i suoi 58 metri di opulenza ecologica, questo yacht, capace di ospitare fino a 12 persone, è un inno al radical green. Per i suoi interni, sono stati selezionati materiali eco-compatibili ed il legno adoperato nelle diverse sezioni dello yacth, proviene rigorosamente da foreste eco-gestite.
Il mix di energia eolica e solare, con il supporto di sistemi ibridi, di cui la Solar Sailor è orgogliosamente promotrice, permettono alte prestazioni ad impatto zero. Con appena 12 ore di carica solare, ad esempio, il Soliloquy può viaggiare a circa 8 nodi, alimentato dalla sola energia ricavata dal sistema fotovoltaico. Robert Dane, CEO della Solar Sailor ha dichiarato: Quando Alastair Callender ci ha contattato per sponsorizzare il progetto per il suo ultimo anno alla Coventry University, siamo rimasti immediatamente colpiti dal suo curriculum e dal progetto stesso che sembrava integrarsi perfettamente con la Solar Sailor.
Il Soliloquy, vanta circa 600 metri quadrati di superficie dinamica adoperata per il sistema fotovoltaico, che insieme alla tecnologia HMP garantisce il convoglio dell’energia solare nelle batterie dello yacht per alimentare silenziosamente gli apparecchi elettrici senza dover ricorrere a rumorosi generatori di corrente. A farne quasi un pezzo d’arte, sono sicuramente la forma, ricercata e chic e le tre innovative ali rigide, le “rigid wings solarsails” che garantiscono uno spettacolo unico per chi avrà la fortuna di avvistarle in mare.
E anche se lusso e risparmio non hanno mai legato, stavolta si cambia registro: a fronte dei comfort e delle prestazioni tipiche degli yacht di lusso, si avrà il piacevole risparmio di rumore, vibrazioni, costo del carburante e produzioni di CO2 normalmente provocati da imbarcazioni di questo genere.

Fonte: GreenMe

Lione: il ‘cubo arancione’ di Jakob + MacFarlane Architects

Il progetto Le Cube Orange dello studio Jakob + MacFarlane Architects fa parte degli interventi urbanistici di recupero e riqualificazione del porto vecchio di Lione con la conversione dei docks e degli immobili industriali che sorgono sulla sponda del fiume Saône.
Queste zone portuali, inizialmente fatte di capannoni (la Sucrière, les Douanes, les Salins, la Capitainerie) gru, elementi funzionali legati al fiume, mutano in un territorio, oggetto di sperimentazione, al fine di creare un nuovo paesaggio che si articoli verso il fiume e le colline circostanti. Le Cube Orange è l’headquarter della società immobiliare Cardinal Group e del nuovo showroom RBC.
Il progetto è concepito come un semplice «cubo», in cui è stato creato un gigantesco buco, per rispondere alle necessità di luce, ventilazione e viste. Questo foro crea un vuoto perforando la costruzione orizzontalmente dall’esterno, lato fiume, verso l’interno e verso l’alto attraversando la terrazza.
Il cubo, adiacente un capannone già esistente (l’edificio Salins, composto da tre arcate), è progettato su una maglia regolare (29 x 33m) fatta di pilastri in cemento su 5 livelli. Una facciata leggera, con aperture apparentemente casuali è completata da un’ulteriore facciata perforata con patterns pixelati che riproducono il moto del fiume. Il colore arancione si riferisce alla vernice al minio, un colore industriale spesso utilizzato per le zone portuali.
Al fine di creare il vuoto, Jakob + MacFarlane ha lavorato con una serie di “perturbazioni volumetriche”, legate alla sottrazione di tre volumi “conici” su tre livelli: nell’angolo della facciata, nel tetto e al livello dell’ingresso. Queste “perturbazioni” generano spazi e relazioni tra l’edificio, i suoi utenti e il sito all’interno di un programma comune.
La prima perturbazione si basa sul rapporto visivo diretto con la struttura ad arco della hall, la sua vicinanza e la sua forma a contrafforte. Permette di collegare i due elementi architettonici e di creare nuovi spazi, a doppia altezza, protetti all’interno dell’edificio.
Una seconda, ellittica, rompe la regolarità della struttura portante di quattro piani a livello dell’angolo della facciata rivolta verso il fiume. Questa perforazione genera un atrio enorme nella profondità del volume, circondato da una serie di corridoi collegati agli uffici. Il piano della facciata è, quindi, spostato verso l’interno, creando un rapporto estremamente dinamico con l’edificio che cambia geometria a seconda della posizione dello spettatore. All’ultimo livello vi è una grande terrazza da cui si può ammirare il panorama su tutta Lione, la Fourvière e la Confluence.
Per lo showroom al piano terra Jakob + MacFarlane ha deciso di adottare lo stesso linguaggio adottato per il Cubo, basandosi sul movimento fluido del fiume Saône e portandolo all’interno di questo spazio immaginato come un’estrapolazione della facciata. Lo showroom contiene un “fiume” virtuale in tre dimensioni, una lunga parete porosa a L con 60 “alveoli” che ospitano pezzi di design. Ogni “alveolo” è unico per taglio e forma e dona una visuale particolare di ogni prodotto in essa contenuto. I visitatori vengono direzionati dalla parete in un percorso che inizia con un ingresso scenografico e prosegue verso spazi più intimi che si affacciano sulle rive del fiume. In questa zona dello showroom si trovano delle piattaforme, che sembrano quasi isole, su cui vengono presentati prodotti particolari.

Fonte: ArchiPortale

Arredamento green: ecodesign originale con l’orto in salotto

Se volete un arredamento green, l’orto in salotto per un ecodesign originale è ciò che fa per voi. Sono molte le soluzioni ecocompatibili che è possibile adottare per l’arredamento degli interni. Fra le più originali vanno ricordate sicuramente le librerie di edera e i muri floreali. Ma non mancano le insalate in bella vista negli ambienti interni della casa. Non più soltanto quindi l’orto in giardino, ma una vera e propria agricoltura integrata nell’architettura ecosostenibile. Si tratta di una vera e propria tendenza che è stata messa in evidenza dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori.
Questo particolare design green è emerso nell’ambito del Salone del Mobile, la nota manifestazione svoltasi a Milano. Un po’ come è successo per l’ecodesign proposto dai mobili da giardino con l’erba, questa tendenza innovativa che riguarda l’arredamento degli ambienti interni a base di prodotti agricoli è destinata a riservare ottime prospettive per il futuro, sia per quanto riguarda i guadagni economici che ne possono conseguire, sia per ciò che concerne le potenzialità ancora inespresse nell’ambito dell’architettura ecocompatibile. Anche l’IKEA aveva lanciato dei prodotti ecosostenibili dall’inconfondibile ecodesign, ma in questo caso si ha molto di più, perché le piante e i fiori diventano elementi d’arredamento, dando vita a forme e a mobili molto originali. A questo proposito i rappresentanti della Cia hanno fatto notare: In Italia stiamo un passo avanti, ma il mondo ci insegue velocissimo e le case più trendy del momento accolgono molto verde. Sono nate vere e proprie partnership tra agricoltori e architetti, che lavorano di concerto per offrire soluzioni originali, negli spazi all’aperto ma anche all’interno delle mura domestiche. Un’idea da tenere in considerazione, visto che le ultime stime indicano che in tema di agricoltura biologica nel tempo libero gli Italiani si dedicano spesso all’orto fai da te.

Fonte: Ecoo

BELGIUM IS DESIGN TRIENNALE DI MILANO

è PERSPECTIVES | Una mostra che intende tracciare un quadro esaustivo del design belga contemporaneo ed è frutto della collaborazione tra le più importanti organizzazioni ed enti promotori del design in Belgio, con la partecipazione di 25 designer e aziende, emergenti e affermati.

è INSALATA BELGA BRUSSELS FOOD DESIGN APERITIF (caravan all’esterno) | Nel quadro di ‘Belgium is Design’ e della mostra Perspectives, Bruxelles Invest & Export con la collaborazione del noto designer belga Xavier Lust e del sommelier ed esperto gastronomico Eric Boschman, organizza “Insalata Belga”, un evento che intende promuovere “Brusselicious – l’Année de la gastronomie”, che si svolgerà durante tutto il 2012 nella capitale belga.

Dal 16 al 20 aprile, un caravan di Visitbrussels (partner del progetto), customiz­zato da Xavier Lust, sarà davanti all’entrata della Triennale e animerà le giornate dei visitatori, offrendo un momento all’insegna del buongusto e relax sotto gli alberi di Viale Alemagna… “ Belgium is Design” è una dichiarazione di passione per il design, che mette in evidenza le caratteristiche uniche dell’arte e dell’artigianato belga. “ Belgium is Design” è quindi un’affermazione comune delle tre regioni del Belgio, che fondono le loro diverse caratteristiche culturali e sociologiche. Bruxelles, le Fiandre ela Valloniaospitano designers di talento, superando le barriere linguistiche e culturali e formando uno stile unico.

Per questo motivo “ Belgium is Design” .
“ Belgium is Design” è un marchio comune che annuncia, in Belgio e all’estero, le azioni organizzate dalle diverse istituzioni di promozione del design: WallonieBruxelles Design/ Mode, Design Flanders e il Centro della Moda e del Design di
Bruxelles. Questo marchio è anche supportato con entusiasmo dalle organizzazioni promotrici dell’export: Flanders Investment & Trade, Agence Walonne à l’Exportation e Brussels Invest & Export.
Ogni anno molte aziende belghe partecipano alla Design Week di Milano, in particolar modo al Salone del Mobile che, con il suo FuoriSalone in città, è il più importante evento internazionale di design, dove stampa, acquirenti, si riuniscono ogni
anno. Pertanto le iniziative governative belghe sostengono questo evento e cercano di stimolare nuovi talenti a promuoversi sul piano internazionale attraverso questa piattaforma.
Nel sistema federale belga, la promozione dell’esportazione è prevalentemente di competenza regionale. Ogni regione, Bruxelles, le Fiandre e la Vallonia, partecipa alla Design Week di Milano di sua iniziativa da molti anni. In questo evento affollato è però fondamentale trovare un modo per distinguersi e attirare la massima attenzione. Dal momento che l’unità è più forte della somma delle singole iniziative, le agenzie regionali per la promozione del design da un lato, e l’imprenditorialità internazionale dall’altro, hanno unito le loro forze e hanno deciso, in un primo momento, di comunicare congiuntamente la presenza belga a Milano, offrendo una panoramica delle diverse azioni, sia pubbliche che private.
Da allora, l’approccio comune si è evoluto ulteriormente. Nel 2011 le diverse iniziative governative sono state integrate in un’unica presentazione, identificata con lo slogan “ Belgium is Design” . Questo nuovo inizio è stato caratterizzato dalla scelta della sede: la loggia della prestigiosa Pinacoteca di Brera, proprio nel cuore del Brera Design District. Grazie a questo enorme successo comune, “ Belgium is Design” si ripropone con il medesimo assetto nel 2012, scegliendo come sede dell’evento un altro luogo emblematico: la Triennale di Milano.
Il logo “ Belgium is Design” è stato creato dal grafico Raf Thienpont, che vive e lavora a Bruxelles. Si tratta di un segno elegante, minimalista ma forte, di per sé emblematico del terreno comune dell’altrimenti ricca e variegata scena del design belga. Il tricolore aggiunge un tocco delicato, mostrando il carattere belga: riservato, ma allo stesso tempo caldo, vivace e aperto.