Articoli relativi a ‘Parigi’

Parigi: esplorazioni artistiche all’Espace Culturel Louis Vuitton

Dopo la bella mostra Qui es-tu Peter? dedicata a Peter Pan, al mondo immaginario dell’infanzia e all’Isola che non c’è, l’Espace Culturel Louis Vuitton di Parigi, affacciato sugli Champs-Elysées, per la sua quattordicesima mostra, torna ad indagare il tema dell’altrove.
Un viaggio nelle esplorazioni di diciotto artisti/spedizionieri, sia in terre lontane che nei meandri dell’immaginazione. Quel “somewhere else” che sta ad indicare proprio l’incontro con nuovi luoghi, spazi, esseri umani. La mostra, a cura di Paul Ardenne con l’allestimento di Jeanne Dumont, si apre con un’opera legata alla tragica scomparsa dell’artista concettuale olandese Bas Jan Ader che nel 1975 decide di intraprendere la traversata dell’Oceano Atlantico in solitaria su una piccolissima imbarcazione. Poco dopo la sua partenza si sono perse le sue tracce, per sempre. E la sua opera rimane ad oggi una manifestazione artistica straordinariamente toccante e poetica, visto anche il titolo di qeull’impresa: In Search of the Miraculous.
Altrettanto suggestiva è la scalata sullo Stromboli dell’artista italiano Giovanni Anselmo. L’altrove geografico, in un momento in cui la mappatura culturale, sociale e politica muta continuamente, è indagato da molti degli artisti invitati, tra cui Joanna Malinowska che si avventura nelle regioni Artiche, oppure da Fernando Prats che cattura le tracce di un’eruzione vulcanica. Se Fabrice Langlade pianifica l’installazione di un ponte di porcellana sulle steppe della Mongolia, c’è chi si spinge oltre come Luc Mattenberger che sembra volersi impossessare della luna. Laurent Mulot invece si diverte a disegnare e progettare centri d’arte immaginari e fantasma in location inusuali.
Tra gli esploratori più coraggiosi vanno segnalati Lucy + Jorge Orta che tentano un compito difficilissimo e, politicamente, molto ambizioso: “abolire” il concetto di nazionalità. Ma oltre alle spedizioni reali c’è anche chi, come l’artista e architetto d’origine greca Andreas Angelidakis, esplora le nuove frontiere sintetiche, quelle infinite della realtà virtuale.

Somewhere Else
Espace Louis Vuitton, Parigi
Dall’11 febbraio all’8 maggio
www.louisvuitton.com/espaceculturel

Fonte: Luxury24

Parigi: l’Eliseo si riscalderà grazie alle fognature

Nientemeno che l’Eliseo e il presidente Sarkozy. A Parigi fanno strada i progetti per riscaldare gli edifici pubblici sfruttando il calore delle fognature.
Il concetto è il medesimo di quando si usa l’energia geotermica, cioè il calore naturalmente presente nel sottosuolo: si installano pompe per “condensare” questo calore e renderlo utilizzabile. Solo che, nella fattispecie parigina, il calore proviene dagli scarichi di docce e lavatrici. E da altro ancora. La notizia che Sarkozy si scalderà con le fognature viene dall’agenzia Reuters: ne parla a corredo di una visita effettuata dal sindaco Bertrand Delanoe alla scuola Wattignies (XII Arrondissement) in cui il sistema è già in funzione. L’Eliseo avrà un impianto analogo a partire dalla metà di quest’anno, ha annunciato un portavoce.
Nelle fognature di Parigi – un labirinto limaccioso di 2.400 chilometri immortalato ne “I Miserabili” e “Il fantasma dell’Opera” – ogni anno passano 285 milioni di metri cubi d’acqua, perlopiù tiepida. Infatti la temperatura è di 12-20 gradi. Solo il 10% degli edifici parigini è in posizione adatta a sfruttare il calore delle fognature. E’ necessario un investimento iniziale non indifferente: l’impianto alla scuola Wattignies è costato 400.000 euro, e copre il 70% del fabbisogno dell’edificio. In questo modo tuttavia è possibile sfruttare due volte l’acqua calda, risparmiando energia e inquinamento. Non ci sono puzze ed effetti collaterali olfattivi: gli studenti lo hanno già sperimentato e presto anche Sarkozy sarà in grado di testimoniarlo in prima persona.

Fonte: Blogeko

A Parigi, le sanisette: toilettes attente all’ambiente

Se, camminando lungo un boulevard parigino vi troverete di fronte a un modello mai visto prima di toilette, dalla forma che ricorda un tronco d’albero e degli echi di art déco nei motivi dell’entrata, non dovete stupirvi. Si tratta di una delle 400 sanisettes, le nuove creature del designer francese Patrick Jouin.
Con quest’ultima delle sue creazioni, la sanisette-letteralmente ”servizio igienico autopulente”– Jouin, noto ai più per aver disegnato la popolare bicicletta Vélib, vuole abbattere l’opinione comune dei servizi pubblici, generalmente considerati sporchi, angusti, bui e maleodoranti.
A dirlo un sondaggio condotto da un team di studiosi su un campione di persone per rilevare gli aspetti che creano diffidenza verso i bagni pubblici. Le più riluttanti, dichiara lo studio, restano le donne. Da questi dati e dalla necessità di servizi di una città affollata di turisti come Parigi, si è mosso Jouin, il quale ha dichiarato di essersi liberamente ispirato allo stile di Hector Guimard, principale esponente dell’Art Nouveau in Francia. La maggior parte delle persone diffida dei bagni pubblici.
Nel design esterno, il risultato di tale ispirazione è visibile nella struttura ricurva nella parte superiore, con un tetto leggermente spiovente e ad arco, concepito per fornire un riparo per le persone in attesa fuori sotto la pioggia.
Per quanto riguarda gli interni, il designer ha tenuto in alta considerazione le osservazioni riportate dal campione intervistato, rendendo la cabina più spaziosa rispetto al precedente modello, e più luminosa, grazie a un lucernario che, coprendo tutta la superficie del tetto, consente inoltre un’illuminazione naturale. Le nuove sanisettes possono, infatti, dirsi all’avanguardia anche per quanto riguarda la questione ambientale: costruite in acciaio, cemento ed alluminio, tutti materiali riciclabili, i nuovi bagni utilizzano l’acqua piovana, conseguendo un risparmio idrico del 30% di acqua utilizzata.
Il lucernario che svolge da illuminazione in orario diurno, è sostituito durante la notte da un sistema di luci a basso consumo energetico che si attiva automaticamente e che, grazie a un sensore di movimento, si spegne quando all’interno non c’è nessuno. Autopulenti e più numerose rispetto a prima, le sanisettes declinate in chiave sostenibile sono tutte rigorosamente accessibili ai disabili e non dimenticano le esigenze delle mamme, le quali potranno estrarre un piano di ricambio per i propri bébé. E già si parla di esportarle anche fuori dalla capitale francese.

Fonte: Casa&Clima

Parigi: incentivi al fotovoltaico congelati per 3 mesi

Il primo ministro francese Francois Fillon ha annunciato che il Governo è costretto, a causa dell’impennata del numero di installazioni, a sospendere per tre mesi gli incentivi al fotovoltaico di taglia superiore a 3 kWp. Questo periodo servirà all’esecutivo per mettere mano al nuovo sistema d’incentivi alle rinnovabili che è diventato troppo oneroso per EDF, l’operatore elettrico d’Oltralpe costretto a riacquistare a prezzo incentivato l’energia prodotta.
Il meccanismo d’incentivazione: per sostenere l’energia verde ancora non competitive, EDF infatti è obbligata ad acquistare l’energia elettrica generata dai pannelli solari ad un tasso 10 volte superiore al suo prezzo sul mercato all’ingrosso. Ciò avrebbe avuto un’influenza negativa di circa 1,6 miliardi di euro nei conti del colosso francese. Le reazioni da parte delle associazioni di categoria all’annuncio del Governo sono state a dir poco feroci. Le pagine dei giornali francesi riportano termini come “decisione criminale”, “inaccettabile”, “assurda”.
Aumentano le bollette: ma c’erano già stati segnali premonitori molto chiari di una situazione che, in periodo di crisi, ha spostato a sostegno del settore Fv troppo denaro che pesa sulle bollette dei consumatori. I consumatori francesi, abituati al modesto costo dell’energia nel paese d’Oltralpe, quest’estate hanno registrato criticamente un primo, modesto ma significativo, aumento: +3% per le famiglie e +4-5,5% per le Pmi. Si tratta del dato più alto registrato da luglio 2003. Ma per gennaio 2011 un ulteriore rincaro del 3% è stato preannunciato dal Governo. Uno scenario simile non si presentava in Francia dagli anni’80, epoca della costruzione del parco nucleare.
Exploit del FV francese: la causa di questo nuovo aumento è da ricercarsi nell’esplosione del fotovoltaico che, nel 2009, complici i generosi incentivi protrattisi nel tempo di 0,58 euro a kW, ha registrato un grosso incremento. La potenza del parco impianti FV francese si è, infatti, moltiplicata per dieci nel giro di un solo biennio, passando dagli 81 MW di fine 2008 agli 850 MW di fine 2010. Ma ci sono progetti in attesa di approvazione per 4000 MW.
Il contributo al servizio pubblico dell’elettricità: nelle bollette elettriche francesi, la nuova voce di spesa figurerà con il nome di CSPE (contributo al servizio pubblico di energia elettrica), tassa con cui i consumatori contribuiranno a finanziare l’acquisto di elettricità FV prodotta in Francia da parte della compagnia Edf.
Il CSPE ha ricevuto accoglienze contrastanti in patria. In sua difesa si è schierato Michel Deifenbacher, autore dell’emendamento: “Non si può volere lo sviluppo delle fonti rinnovabili e non assumersene i costi”. Mentre l’UFC, Associazione di difesa dei consumatori, si è detta “sbalordita”. In proposito Caroline Keller, portavoce dell’organizzazione, ha dichiarato: “E’ un cattivo segno: già l’impennata di agosto doveva far pensare”. Ma la Keller punta l’indice sul conflitto d’interessi del Governo, azionista di Edf e beneficiario diretto del miglioramento dei conti del fornitore elettrico d’Oltralpe.
Anche in Germania: ma la Francia non è la sola ad aver sollevato la questione. A fine settembre le prime pagine dei quotidiani tedeschi preannunciavano allarmisticamente un aumento delle bollette elettriche di 70 euro a famiglia a partire del 2011 (leggi). La causa starebbe nei favorevoli incentivi concessi al fotovoltaico (circa 8 miliardi stimati nel 2010) che hanno spinto privati e investitori a puntare su questa rinnovabile solare anche nelle poco assolati lander dell’Europa centrale.

Fonte: Casa&Clima

Mobi boom: l’esplosione del design in Francia, 1945-1975

I mobili in stile? Oramai facevano troppo vecchio. Già subito dopo la guerra, i nuovi e giovani borghesi francesi, fin dall’avvio delle «trente glorieuses», il trentennio successivo di crescita economica ininterrotta nel loro paese, come in gran parte dell’Occidente, cominciarono a disdegnare le imitazioni più o meno potabili dei mobili Napoleone III o Luigi XVI. Quella svolta e gli anni che vennero di florilegio, produttivo e creativo, del settore sono raccontati nella mostra «Mobi boom, l’esplosione del design in Francia, 1945-1975», al museo di arti decorative a Parigi. Sta avendo un incredibile successo.
Non è una sorpresa, perché già da qualche anno si stanno riscoprendo quelle sedie, poltrone, divani, scaffali dal sapore modernista, a tratti futuristico. Ritornano alla ribalta, pure nei negozi di antiquariato della capitale e nelle aste (fra qualche giorno Tajan ne dedica una agli oggetti di quel periodo). Sono designers, un tempo famosi, poi in fretta dimenticati, da quando, gli anni Settanta, l’industria del mobile nazionale entro’ in crisi. Agli editori francesi del settore, allora, si sostituirono gli italiani e gli svedesi.
1945-1975 è un lungo periodo: composito, difficile da sintetizzare. Diciamo che con la ricostruzione e la necessità di fabbricare molto, a prezzi più contenuti e per appartamenti sempre più piccoli, prevalsero l’aspetto funzionale e il razionalismo. Invece, tra gli anni 60 e 70, quelle esigenze cessarono di essere prioritarie. L’atmosfera divento’ più ludica, divertente, conviviale, osserva Dominique Forest, curatrice dell’esposizione. Insomma, si passo’ dagli interni (semplici, lineari, con tanto legno dalle tonalità chiare), concepiti prima da René Gabriel e poi da Marcel Gascoin per i nuovi palazzi di Le Havre, distrutta durante la guerra e completamente riedificata sulla base di un progetto dell’architetto Auguste Perret, ai divani Lounge e Dromadaire, vasti e modulabili, un po’ hippy, di Hans Hopfer per Roche Bobois: miti della borghesia urbana francese all’inizio degli anni Settanta. O alla chaise longue, dalle linee morbide e flessuose, Djinn, di Olivier Mourgue, del 1964. Che Stanley Kubrick utilizzerà nel film «2001, Odissea nello spazio». Siamo migrati dalla praticità iperfunzionale all’utopia, verso un edonismo quasi ingenuo. L’evoluzione avvenne in maniera progressiva, in parallelo all’apertura a nuovi materiali, come la plastica o le fibre di vetro. Tanti di questi oggetti sono finiti nelle cantine di numerose famiglie francesi, se non sono stati letteralmente buttati via. Da qualche anno, pero’, si è aperta la caccia al mobile delle «trente glorieuses». Il 23 novembre la galleria parigina Tajan ha dedicato un’asta a questo tipo di design. Se si scorre il catalogo, è chiaro come i prezzi di alcuni oggetti abbiano iniziato a decollare, in particolari quelli delle lampade (splendida un’applique , con bracci mobili, di Pierre Guariche, valore stimato 4-6mila euro). Per il design francese del periodo 1945-1975, alcune attenzioni si impongono. Certi prodotti sono unici o comunque rari (la chaise longue Djinn di Mourgue, ad esempio, almeno nel suo jersey originale, si vende sopra gli 80mila euro). In altri casi, invece, il valore crolla, perché si tratta di produzioni in serie.
Un altro problema da considerare – sottolinea Jean-Jacques Wattel, l’esperto di Tajan, che si occupa dell’asta – è che questi oggetti, pur interessanti per il disegno, sono stati spesso costruiti con materiali nuovi e più economici, non proprio pregiati, quali il compensato o la schiuma che riempie poltrone e divani. Resistono male al trascorrere del tempo. Infine, non è facile districarsi nella molteplicità dei nomi dei creatori. Alcuni sono ormai ridiventati delle vedette da tempo, soprattutto certi modernisti, più famosi negli anni 50, come Charlotte Perriand e Jean Prouvé. Tra i «giovani lupi», come vengono chiamati quelli che si imposero più tardi, Pierre Paulin, chiamato da Georges Pompidou e consorte a decorare l’Eliseo al principio degli anni 70, è ritornato alla ribalta negli ultimi anni. Ora si sta guardando con interesse a «nuovi» nomi – conclude Wattel – come Pierre Guariche, René Motte e Serge Mouille. Per chi non li conosce, è da consigliare (entro il 2 gennaio prossimo) un giro al museo delle arti decorative.

Fonte: Luxury24

Parigi: edificio riscaldato da calore umano…della metropolitana

A Parigi il calore umano emanato dai passeggeri della metropolitana e quello prodotto dal passaggio dei convogli verranno usati per contribuire al riscaldamento di un edificio. Nella capitale francese sono in corso varie iniziative per ricavare energia elettrica da fonti rinnovabili: le turbine sotto i ponti della Senna e sul tetto di un museo a Belleville. Altre idee decisamente più creative e inconsuete riguardano il recupero dell’energia che altrimenti andrebbe dispersa: sfruttare per il riscaldamento il calore delle fognature. E ora anche quello della metropolitana. L’iniziativa viene da Paris Habitat, l’agenzia che gestisce gli alloggi pubblici. Il punto di partenza è il fatto che nella metropolitana fa sempre caldo: 14-20 °C per tutto l’anno, anche nel cuore dell’inverno, a causa del calore prodotto dal passaggio dei treni e dai corpi dei passeggeri. E’ come se fosse energia geotermica, cioè calore proveniente degli strati profondi della crosta terrestre: verrà condotta verso 17 appartamenti della famosa rue Beaubourg. L’edificio è stato scelto perchè già esiste una scala che scende nella metropolitana: altrimenti si dovrebbe aprire un passaggio, e questo renderebbe il costo troppo elevato. E’ il motivo per cui l’esperimento non potrà essere generalizzato. Il calore proveniente dalla metropolitana non sarà sufficiente per fornire una temperatura confortevole agli appartamenti: esisterà un impianto di riscaldamento complementare, ma il consumo di energia dovrebbe risultare ridotto di un terzo. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere indetta la gara d’appalto per la realizzazione.

Fonte: Blogeko

Parigi: apre scuola impatto energetico zero

A Pantin, alle porte di Parigi, con l’inizio del nuovo anno scolastico sarà inaugurata una scuola a energia passiva, che consuma meno energia di quella che produce. L’edificio, spiegano i progettisti al settimanale Journal du Dimanche, ha il tetto coperto di pannelli solari, che assicurano la fornitura di elettricità, tubi solari per il riscaldamento dell’acqua e sistemi di illuminazione dei banchi all’interno che sfruttano il riflesso della luce esterna. Per il riscaldamento, invece, sfrutta l’energia geotermica tramite un impianto sotterraneo. La struttura è stata inoltre orientata in modo da sfruttare al meglio i raggi del sole e le correnti d’aria, ed è fornita di tripli vetri e giunture stagne. Il costo per la costruzione è stato di 14 milioni di euro, il 25% circa in più che per una scuola normale, ma il risparmio energetico consentirà di ammortizzare la differenza entro 15-20 anni.

Fonte: Ansa

A Parigi spunta un giardino sugli Champs-Elysées

Dal 22 maggio fino al 24 maggio gli Champs-Élysées, la principale arteria della capitale francese, abitualmente teatro di manifestazioni o parate militari, è stata trasformata in un immenso giardino, lungo 1 km, con tanto di colture e animali di fattoria che pascolavano sotto l’Arco di Trionfo: 150 piante; 650 alberi; 8000 orti in cassetta; 11 alberi giovani; 150mila piante giovani. I parigini hanno evidentemente apprezzato e sono affluiti in massa nel centro città per partecipare all’evento. Obiettivo della manifestazione è quello di “sensibilizzare” i cittadini ai valori della natura, di sottolineare l’importanza della biodiversità e di far conoscere il “lavoro” del mondo agricolo francese.

Fonte: Liquida; MtvNews

Parigi: con Autolib un’auto elettrica costa 15 euro

È un progetto in pentola da tempo, è stato studiato a fondo e ora la notizia pare certa: a partire dal 2011 Parigi avrà il suo servizio di car-sharing di automobili elettriche, sulla scia del successo delle biciclette. L’annuncio in occasione del Salone: lo ha dichiarato nientemeno che il Sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë: la ville lumiere avrà infine un servizio di macchine elettriche in condivisione, che si chiamerà Autolib. Gli utenti della capitale francese pagheranno una quota mensile e, dal 2011, potranno usare circa 3000 automobili elettriche in 700 stazioni che sono in fase di allestimento sul territorio cittadino. La prima parte di test del servizio arriverà la prossima primavera, entro giugno 2011, mentre il sistema dovrebbe essere a regime, secondo le previsioni delle autorità cittadine, entro settembre 2011 in occasione della riapertura di scuole e uffici. Il nome previsto è Autolib e deriva dal progetto partito anni prima con lo sharing delle biciclette, Velib.
Con una quota di appena 15 Euro si potrà accedere al servizio, mentre per l’uso della vettura occorrerà pagare altri 5 euro, con sistemi di pre-pagamento o credito a scalare, per ogni mezz’ora di guida. Oltre alla possibilità di utilizzare un’auto in condivisione e a tempo, alla mancanza dei costi fissi per manutenzione e assicurazione del veicolo, oltre al contributo all’abbattimento di emissioni e smog… il vantaggio maggiore è rappresentato dai parcheggi: come ogni città europea che si rispetti, l’alto numero di veicoli comporta un alto costo, in termini monetari e di tempo, per trovare un parcheggio a pagamento. Con il car-sharing i cittadini francesi avranno invece il posteggio assicurato, riservato e molto comodo, nelle stazioni per la condivisione. Se il servizio avrà successo, come già accaduto con le biciclette negli scorsi anni, e se saranno ben gestibili dal fornitore le varie questioni, come: manutenzione, affidabilità e rifornimento dei veicoli, si prevede che il progetto possa ampliarsi fino ad arrivare a diecimila macchine elettriche in giro per la città, nei prossimi tre anni.

Fonte: Jacktech