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Parte il piano di revamping di BolognaFiere

Siamo lieti di condividere con tutti gli amici di SAIE la notizia dell’inizio dei lavori di riqualificazione e ampliamento del nostro Quartiere Fieristico. 100 milioni di euro di investimento, un obiettivo finale di 140.000 mq. di superficie espositiva, una visione completamente nuova dello spazio fieristico: a BolognaFiere i percorsi diventeranno spazi urbani porticati con giardini e attività di ristorazione, e in tutti gli edifici giocherà un ruolo fondamentale l’illuminazione naturale.

 

 

Il museo sospeso sull’acqua di Renzo Piano

 

Santander, il progetto

La mostra inaugurale sarà dedicata a Carsten Holler.

Conto alla rovescia a Santander per il progetto spagnolo di Renzo Piano, il Centro de Arte Botin. La data di inaugurazione non è stata ancora annunciata, ma un primo step ci sarà il 22 luglio e riguarderà i Jardines de Pereda, per i quali è già pronto un programma culturale per agosto e settembre. ”Sarà come sospeso sull’acqua – ha detto Piano – libero da ogni barriera reale che impedisca l’accesso alle persone”. La mostra inaugurale sarà dedicata a Carsten Holler.
Direttore artistico sarà Benjamin Weil, supportato da una commissione presieduta da Vicente Todolì.
Il centro, che cambierà il volto di Santander un po’ come è stato in passato per Barcellona o Bilbao, sorgerà sul molo di Albareda, nel cuore della baia, e occuperà una superficie di 7mila metri quadri con un investimento di 80 milioni di euro (di cui 15 per il tunnel che collega il centro ai Jardines de Pereda, e altri 15 per rimodellare i giardini stessi) e 12,5 milioni annui per la programmazione. Una grande agora’ ”per l’arte, la cultura, la musica, la lettura e l’educazione”, con la vocazione di diventare uno dei maggiori poli culturali europei. Progettato in collaborazione con lo studio di Luis Vidal, e sviluppato su due volumi, il Centro avra’ una galleria espositiva su 2500 metri quadri nell’ala ovest, mentre l’ala est sara’ dedicata ad attivita’ educative, multiculturali, seminari con un Auditorium da 300 posti, con una vetrata di 200 metri quadrati affacciata sul Cantabrico, completamente apribile. Una parte del complesso entrera’ direttamente nel mare.

Fonte: ANSA

Con i nuovi materiali nati in Italia la casa diventa un grande pannello solare

The International Photovoltaic Power Generation Expo in JapanNon più solo i tetti, ma tutte le parti di un edificio possono diventare pannelli solari, incluse finestre e facciate, grazie a lastre di plexiglass ‘drogate’ con speciali nanoparticelle fluorescenti che catturano e concentrano la luce del sole trasformando ogni elemento architettonico in un generatore di energia pulita. Questa tecnologia, descritta su Nature Photonics, è stata messa a punto dall’Università Milano-Bicocca in collaborazione con il Laboratorio nazionale di Los Alamos negli Usa. Per catturare la luce solare senza dispersione, i ricercatori hanno sviluppato dei concentratori solari luminescenti, ovvero dei dispositivi costituiti da una lastra plastica o vetrosa nella quale sono incorporate specie otticamente attive che assorbono parte della luce solare e la ri-emettono all’interno della lastra. La luce viene quindi convogliata verso i bordi sfruttando il fenomeno della riflessione totale interna e lì viene trasformata in energia elettrica da piccole celle solari poste lungo gli spigoli.

Scegliendo in modo opportuno il grado di trasparenza ed il colore del dispositivo, è possibile trasformare delle normali finestre in elementi fotovoltaici a tutti gli effetti senza sensibili aumenti di costo.

“Questa tecnologia, di cui noi abbiamo fornito la prova di principio – spiega Sergio Brovelli, del dipartimento di scienza dei materiali dell’università Bicocca – è immediatamente scalabile per l’industria e può essere utilizzata nella green architecture e nella building sustainability. Inoltre, la possibilità di realizzare dispositivi di qualsiasi forma e colore offre nuove eccitanti opportunità nel design di elementi architettonici intelligenti”.

Fonte: ANSA

I professionisti potranno accedere ai Fondi strutturali europei, Horizon 2020 e Cosme

f_38967_01Tajani: “Il nuovo orientamento dell’Unione Europea valorizza un giro d’affari di quasi 600 miliardi che dà lavoro a 11 milioni di persone”.

I professionisti potranno accedere ai fondi europei strutturali, Horizon 2020 e Cosme, prima riservati alle imprese. È la maggiore novità emersa dopo la conferenza dedicata alle libere professioni, svolta a Bruxelles mercoledì scorso, durante la quale è stato varato il Piano d’azione per le libere professioni.

Il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ha chiarito che saranno quindi disponibili per i professionisti i fondi strutturali gestiti a livello nazionale o regionale, gli 80 miliardi di fondi Horizon 2020 per la ricerca e l’innovazione e i 2,4 miliardi di fondi Cosme, studiati per la competitività e la crescita economica.

L’apertura dell’Unione Europea verso i professionisti, ha affermato Antonio Tajani, è frutto della correzione dell’orientamento interpretativo finora tenuto da Bruxelles, che non permetteva ai professionisti di accedere alle agevolazioni per le imprese.

Col Piano d’azione per le libere professioni, l’Ue ha invece deciso di valorizzare il giro d’affari creato dai professionisti, che nel 2010 è arrivato a quasi 600 miliardi di euro e ha dato lavoro a 11 milioni di persone.

Durante la conferenza sono state inoltre presentate cinque linee d’azione studiate per sostenere le attività dei liberi professionisti. Si tratta di istruzione all’imprenditorialità, accesso ai mercati, riduzione dell’onere amministrativo, accesso al credito, rafforzamento della partecipazione e della rappresentanza a livello europeo.

Per raggiungere questi obiettivi saranno predisposte iniziative per spiegare ai professionisti come usufruire dei fondi comunitari e le modalità con cui attivare i processi di internazionalizzazione.

“Il nuovo atteggiamento dell’Europa nei confronti delle professioni – ha commentato presidente di Confprofessioni Gaetano Stella – potrà favorirne la crescita in termini di innovazione, internazionalizzazione e credito”.

Secondo il presidente dell’Adepp Andrea Camporese, per rendere la novità subito operativa dovranno essere redatti bandi chiari, che includano i professionisti e considerino le loro esigenze, come l’accesso al microcredito, la creazione di start up, la formazione e la copertura eventi imprevisti.

Per chiudere il cerchio, a detta di Andrea Camporese sarebbe ora necessario rendere omogenea l’imposizione fiscale a livello europeo. In questo modo i professionisti italiani, che al momento sono i più tassati, non si troverebbero sempre in svantaggio competitivo rispetto ai colleghi europei.

Fonte: EdilPortale

Per ulteriori informazioni in merito al Bando HORIZON 2020: AssForm> Notizie

Shopping village a basso impatto ambientale: dai pannelli solari al riutilizzo acqua piovana

fotoNasce all’insegna della sostenibilità ambientale Shoppinn, il nuovo shopping village tra le Cinque Terre e la Versilia, che apre i battenti sabato prossimo, 12 aprile. Utilizzo di energia da fonti rinnovabili, pannelli solari, riutilizzo delle acque piovane, raccolta differenziata, mobilità sostenibile, materiali riciclati, forestazione a compensare le emissioni di CO2 e una grande attenzione per tutto ciò che può essere fatto a km zero. C’e’ poi il Progetto Coccinelle: per garantire la conservazione dell’ambiente, il bosco di Brugnato sarà ripopolato con le coccinelle, vere e proprie pioniere della lotta biologica ai parassiti che infestano le piante. La presenza delle coccinelle infatti ha l’obiettivo di garantire un efficace monitoraggio ambientale e di mantenere l’equilibrio dell’ecosistema locale. Lo studio di architettura che ha progettato Shopinn ha studiato soluzioni per realizzare un complesso commerciale sostenibile: sono stati previsti interventi per il recupero delle acque piovane sui tetti, da riutilizzare nelle irrigazioni delle aree verdi e nel drenaggio del sottosuolo. Saranno installati pannelli fotovoltaici in grado di coprire il 50% del fabbisogno energetico annuo, utilizzate pareti opache per minimizzare le dispersioni termiche e bilanciare l’apporto di calore estivo, reso possibile anche da un orientamento est-ovest dell’intero complesso: questa posizione garantisce la presenza di ombra nelle aree di passeggio. L’illuminazione delle aree esterne (ad alta efficienza energetica) e dei parcheggi sarà dotata di sistemi inverter per regolare il flusso luminoso in funzione delle necessità; l’orto del giardino sarà coltivato con i rifiuti compostabili derivanti dalle attività di bar e ristoranti presenti nel mall. La sostenibilità del progetto è garantita dall’impiego di materiale privo di emissioni inquinanti in aria, terreno, acqua, con certificazioni di provenienza da fonti rinnovabili e da processi di riciclaggio e di uso di elementi tecnici o da demolizioni selettive e a filiera corta per diminuire l’impatto inquinante legato ai trasporti.

Fonte: ANSA

Expo 2015: un connubio perfetto tra tecnologia e ambiente per Palazzo Italia

palazzoPalazzo Italia, simbolo di Expo 2015, sarà biodinamico e “mangia-smog”.

L’innovativo progetto architettonico presentato con un’installazione all’Università Statale di Milano dallo studio Nemesi & Partners prevede la realizzazione di una struttura complessa e dinamica, ispirato alle forme naturali di una foresta ramificata.

L’aspetto più interessante dell’edificio è però il materiale con cui verrà costruito: il cemento biodinamico. Costitituito da Tx Active, un principio fotoattivo che reagendo alla luce solare è in grado di catturare piccole particelle organiche e inorganiche presenti nel contesto, questo materiale può  contribuire alla diminuzione dello smog presente in atmosfera. Il cemento biodinamico, che alla vista e al tatto sembra marmo, è stato utilizzato per la prima volta nel 1996 a Roma per la realizzazione della chiesa “Dives in Misericordia” di Richard Meier caratterizzata da tre imponenti vele bianche. Da allora la ricerca e il miglioramento dei legami tra le particelle fotocatalizzatrici che lo costituiscono non ha avuto sosta. Innumerevoli sono gli studi, le sperimentazioni e le verifiche che il Centro tecnico del Gruppo Italcementi ha condotto in collaborazione con Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), CNR (Istituto inquinamento atmosferico) e CCR (Centro comune di ricerca Ispra) apportando continuamnete nuove conferme all’efficacia di questo materiale .

Inoltre, i pannelli bio-dinamici che costituiranno la parte esterna del palazzo saranno realizzati per l’80% da materiale reciclato, conferendo alla struttura un plus valore per quanto riguarda la sua eco-sostenibilità e rafforzando così l’importanza che il reciclo ha oggi per la conservazione del nostro Pianeta.

Diana Bracco, presidente di Expo 2015 e commissario del Padiglione Italia, ha affermato che “l’Esposizione Universale del 2015 è una grande opportunità di rilancio per l’Italia, che permetterà al nostro Paese di valorizzare le nostre numerosissime eccellenze produttive, tecnologiche e scientifiche”. Per queste ragioni, portare ad un evento di tale calibro innovazioni e soluzioni proposte e brevettate da aziende interamnete italiane, qual’è Italcementi, è sicuramente un’occasione a cui il nostro Paese non può ad oggi rinunciare.

Il Bim assembler per l’analisi preventiva e il monitoraggio

picture-33046-zoom L’utilizzo di strumenti Bim mediante la definizione di un modello idoneo supporta sia la fase a carattere simulativo-valutativa, sia la fase di gestione e controllo attività.

Nell’attività edilie sprechi o errori non possono essere recuperati nel medesimo ciclo produttivo.
L’attuale condizione economica vede molte aziende del comparto edile in forte difficoltà; la crisi impone alle imprese la massima attenzione alla programmazione, all’analisi dei preventivi, alla definizione dei tempi e delle risorse, a una quasi assoluta certezza dei costi nei tempi preventivati. Si tratta di porre in atto una concreta e approfondita attività di project management al fine di definire in maniera completa i termini della commessa stessa.
Allo stato attuale, inoltre, il margine di utile delle imprese è sempre più ridotto e, quindi, errori nella definizione dei costi da sostenere o nei tempi di realizzazione possono portare a conseguenze significative soprattutto in realtà imprenditoriali medio-piccole.
L’attenzione al tema della previsione e della gestione della commessa è, pertanto, pratica che si va consolidando in maniera sempre più mirata e approfondita all’interno dell’iter progettuale; la presenza sul mercato di un numero sempre maggiore di software specialistici dimostra la crescente attenzione all’aspetto gestionale della fase progettuale ed esecutiva.

L’utilizzo di programmi specifici, tuttavia, anche in questo settore, riscontra una varietà di differenti approcci che spesso determinano lavori a compatimenti stagni e non un reale approccio integrato. Molte sono le variabili che, sia nella fase di presentazione dell’offerta che in quella di realizzazione dell’opera, possono influire sulla gestione del contratto, come testimonia l’alto livello di contenziosi che si aprono anche in sede di appalti pubblici.
Tutte queste variabili si palesano nella fase di cantiere, fase nella quale è di fondamentale importanza la coincidenza delle attività preventivate con quelle effettivamente eseguite, contabilizzate e liquidate. Questo accade perché, spesso, il livello di progettazione delle varie discipline progettuali non è adeguato alla natura dell’opera o, comunque, non spinto e dettagliato sino ai livelli operativi e di scheduling o, perché la progettazione operativa non prevede sistemi di controllo interni che possano evidenziare scostamenti dalle procedure ipotizzate.
Un altro aspetto critico è da ricercare nel disallineamento dei tempi previsti per le singole attività in fase di progettazione esecutiva rispetto alle reali tempistiche di cantiere e, complessivamente, nel disruption (collasso del cantiere), ovvero, quando si ha una mancanza o insufficiente attività di coordinamento tra le diverse imprese che lavorano nella medesima area di cantiere, caso, questo, che spesso è fonte primaria degli extra-oneri nativi delle attività di cantiere.

Il tema della programmazione operativa e più in generale del rispetto dei tempi e dei costi è argomento storicamente dibattuto e fa parte del complesso di attività che sono assegnate tradizionalmente al project manager e al contract manager. In particolare è a quest’ultimo che teoria e prassi si affidano molte delle attività di controllo.
Il contract manager è, infatti, un professionista con competenze multidisciplinari che, affiancato da un suo team di specialisti, opera secondo quattro linee di attività in sede di gara e pre-commessa e quattro in sede di gestione della commessa.
In fase di pre-attività affronta lo studio della documentazione di gara con attenzione ai capitolati, sovraintende la redazione degli elaborati di concorso e cura il coordinamento degli stessi oltre a gestire i rapporti con le altre aziende che partecipano alla gara.
In sede di gestione della commessa sovraintende la gestione dei sub appalti, supervisiona le attività di contabilità, monitora gli stati di avanzamento lavori attivi e passivi nella visione globale dei costi di commessa, e affi anca i project manager nella gestione dei contenziosi e la direzione aziendale nelle scelte di livello strategico della commessa.
È quindi questo ruolo che appare il più idoneo ad assumere un livello di integrazione con i sistemi e le architetture Bim.

Il modello Bim come supporto alla gestione della commessa

Il tema che si vuole in qualche modo analizzare è, quindi, quello dell’utilizzo della tecnologia Bim nella gestione integrale della commessa sino agli aspetti di controllo e verifica richiesti nel cantiere edile e, soprattutto, nell’individuazione dei vantaggi concreti e controllo attività che si esplica nell’esecuzione dei lavori. L’attività edilizia è di fatti una attività unica dove eventuali sprechi o errori non possono essere recuperati nel medesimo ciclo produttivo.
La sola individuazioni di parametri generali nella stima dei costi e dei tempi rischia di non essere sufficiente nella determinazione del costo complessivo presunto di costruzione, senza la capacità di inglobare nel sistema di controllo le possibili varianti in corso d’opera e la gestione degli imprevisti.
È sicuramente condivisibile che la definizione di uno studio di fattibilità economica, perché sia efficace e possa ridurre i rischi di una operazione, necessiti dell’analisi di tutto il complesso flusso operativo realizzativo inglobando riflessioni non solo di natura economica, ma anche tecnica operativa come la corretta sequenza delle fasi costruttive, l’esecuzione secondo procedure preventivamente concordate, le verifi che di qualità e il rispetto delle indicazioni del contratto e dei relativi capitolati prestazionali.
Ed è in questa modalità di gestione delle informazioni che il Bim, come concetto generale, come approccio metodologico, offre le migliori opportunità.

Per il Building Information Modeling esistono molte definizioni e declinazioni, tuttavia, quello che meglio spiega l’apporto dello stesso alla gestione di una commessa è quella di database grafico parametrico relazionale, che bene esplica la possibilità di contenere in unico spazio digitale il complesso delle informazioni e dei dati. Dati che, se correttamente inseriti, possono essere interrogati per via di query settoriali che consentono analizzare e valutare i diversi aspetti di una commessa. I maggiori costi e i ritardi nelle costruzioni sono, spesso, la conseguenza di inadeguati strumenti di pianificazione e controllo, oltre che di una complessiva insufficiente attività di progettazione, che comportano sovente il rifacimento di parte di lavori mal eseguiti. Con una buona e accurata programmazione iniziale dei tempi e dei costi unita a un’efficace attività di controllo dell’avanzamento dei lavori è possibile minimizzare il rischio di impresa.

In generale, pianificare una commessa sin dall’inizio mediante la definizione di un idoneo modello Bim consente di isolare e, quindi, evidenziare i problemi che potrebbero influenzare lo sviluppo nel corso dell’esecuzione.
L’intero processo edilizio, nella sua accezione più ampia – sequenza delle operazioni, che riguardano la creazione, la realizzazione, l’uso e il mantenimento di un’opera edile dalla sua progettazione iniziale, alla sua costruzione e alla sua gestione per tutto il tempo di vita utile – è, infatti, oggetto di studi sempre più approfonditi e di simulazioni strategiche che mirano ad aumentare gradualmente l’efficienza di filiera. Ricerche e applicazioni sperimentali condotte su casi studio reali confermano come l’utilizzo di strumenti Bim ben supporta sia la fase a carattere simulativo-valutativa, operazione strategica preliminare nella definizione dei parametri della commessa, sia la fase di gestione con l’elevato numero di apporti disciplinari così come la necessaria presenza di differenti imprese specialistiche rende necessario per la definizione di un modello condiviso Bim l’utilizzo di tecniche di destrutturazione quali la Work Breakdown Structure Wbs o la Organization Break Down Structure Obs.
Questi modelli classici del Project Management ben si coordinano con la logica dell’architettura del Building Information Modeling consentendo così non solo di assegnare le responsabilità operative ma permettendo di visualizzare graficamente le operazioni singolarmente assegnate a ogni componente operativa. Questa opportunità, in sede di realizzazione, permette di misurare in maniera oggettiva e grafi camente visualizzabile il reale avanzamento del progetto, di individuare le criticità di processo e di assegnare di volta in volta i carichi e i compiti da svolgere.
L’integrazione dei modelli della teoria del management con i software basati su tecnologia Bim può avvenire attribuendo agli oggetti del modello parametri identificativi della fase temporale, della sequenza operativa o dell’area logica di appartenenza. La commessa gestita attraverso questo tipo di modelli permette, inoltre, un controllo anche visuale dell’avanzamento dei tempi e soprattutto nella individuazione dei tempi residui di lavorazione.

Forse, l’aspetto più interessante di un possibile utilizzo del Bim nella gestione delle commesse è il contributo che si può avere nel controllo dei costi; infatti, sempre utilizzando la possibilità di attribuire parametri identificativi e caratterizzanti agli oggetti è possibile affiancare ai tradizionali documenti della contabilità dei lavori aspetti grafi ci relazionali che permettono nella evoluzione, sia progettuale che realizzativa, un controllo effi cace limitando gli extra costi.
In generale, quindi, un approccio Bim alla formalizzazione e gestione di una commessa pone anche l’obiettivo di anticipazione ed eliminazione del possibile contenzioso attraverso la previsione grafica di possibili situazioni di confl itto con i sub-appaltatori «claim prevention» mediante incontri preventivi in ambiente digitale Bim.

Il controllo di commessa attraverso i Bim Assembler

In conclusione si deve sottolineare che, abbracciando la filosofia Building Information Modeling, non vi è distinzione tra il modello previsionale di gestione della commessa e il modello di gestione in itinere della commessa stessa.
Il modello Bim, infatti, è un modello dinamico; il prototipo gestionale di partenza, pertanto, viene calibrato con un criterio previsionale che esperienza e confronto tra i vari operatori consentono di estrapolare come più probabile dell’andamento di produzione. Il modello di controllo della commessa è lo stesso modello di partenza sul quale vengono costantemente monitorati e aggiornati i parametri fondamentali di riferimento che si erano inizialmente ipotizzati.
Ecco, allora, che in questa rivoluzione metodologica del Bim una commessa va preventivamente analizzata e successivamente monitorata anche tramite l’ausilio di nuove figure professionali come i Bim Assembler che, coincidendo o affiancando i ruoli classici del Management, siano in grado, con le proprie specifi che competenze, di fondere i vari aspetti di una progettazione finalmente integrata.

Fonte: EDILIZIA NEWS

La luce che imita il sole: progetto hi tech porta raggi in stanza senza finestre

8437231dea5fe5e091a7b64c1d1095ae In una stanza senza finestre, ma con la sensazione di essere baciati dal sole: a renderlo possibile è una finestra hi-tech che, grazie all’uso di Led e nanotecnologie, riproduce gli effetti fisici e ottici della luce in natura, simulando la diffusione e la trasmissione dei raggi solari attraverso l’atmosfera.

Il progetto Coelux, finanziato dall’Unione europea con 2,5 milioni di euro, integra la tecnologia Led a risparmio energetico di ultima generazione con un sofisticato sistema ottico che impiega materiali nanostrutturati.

”Così come per la fragranza di un profumo o il colore del sole ai tropici, è difficile spiegare l’effetto benefico della percezione di spazio infinito prodotta da questa tecnologia”, dice Paolo Di Trapani, coordinatore del progetto e fisico all’università dell’Insubria a Como. ”Le evidenze raccolte durante il progetto hanno dimostrato che persino i soggetti claustrofobici si sentono felici e rilassati quando esposti alla luce di Coelux nonostante una lunga permanenza in una stanza senza finestre di pochi metri quadri”.

La tecnologia è di proprietà della società CoeLux, una spinoff informatica dell’università dell’Insubria, ed è stata concepita per il settore sanitario. Secondo i ricercatori, tuttavia, può trovare applicazione in ambito commerciale, alberghiero, museale, aeroportuale, oltre che nei trasporti metropolitani, nelle palestre, negli uffici, in ambienti produttivi industriali e anche in appartamenti seminterrati. Il lancio commerciale è previsto entro la fine del 2014.

Fonte: ANSA

Presentato il progetto del nuovo STADIO dell’AS ROMA: è in arrivo il “moderno COLOSSEO”

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E’ stato presentato mercoledì mattina in Campidoglio dal presidente James Pallotta e dal sindaco della capitale Ignazio Marino il progetto per la costruzione del nuovo stadio della AS ROMA.

L’impianto, ribattezzato dalla cronaca internazionale e dal suo stesso progettista, l’architetto Dan Meis, il “moderno Colosseo”, verrà costruito impiegando le più moderne tecnologie al fine di integrare in maniera versatile e armoniosa materiali quali l’acciaio, il vetro, il teflon e la pietra. Una facciata in pietra, infatti, richiamerà alla memoria i classici archi dell’Anfiteatro Flavio a cui Dan Mais dichiara di essersi appunto ispirato per la sua progettazione.

L’opera sarà pronta entro l’estate 2016 e si prone di diventare una pietra miliare in una delle città più belle e più significative al mondo dal punto di vista architettonico. Il nuovo stadio sorgerà nell’area di Tor de Valle ed ospiterà 52.500 posti che diventeranno 60.000 mila per le partite internazionali e i grandi eventi. Le tribune saranno a ridosso del campo, «un vero muro umano per spaventare gli avversari» ha dichiarato il suo progettista.

Il “moderno Colosseo” comprenderà anche un ampio spazio dedicato all’intrattenimento di visitatori e tifosi che sarà aperto tutto l’anno sette giorni su sette. Al suo interno sorgeranno infatti negozi, ristoranti, bar e il museo interattivo sulla A.S. Roma (Hall of Fame). Inoltre, accanto al nuovo stadio sorgerà una struttura che ospiterà gli allenamenti della squadra. Il complesso comprenderà due campi regolamentari, un campo di piccole dimensioni, palestre e strutture di riabilitazione fisica progettati per garantire alla squadra tutti gli strumenti necessari per competere ai massimi livelli.

Come sottolineato dalle cronache statunitensi del Wall Street Journal e New York Times e da quelle inglesi del Financial Time, l’ investimento di un miliardo di euro previsto per la realizzazione dell’intero progetto (stadio ed infrastrutture) dovrebbe servire anche come spinta propulsiva per la ripresa economica della città di Roma, nonchè di quella del campionato italiano descritto come “in declino rispetto ai suoi principali concorrenti europei in termini di ricavi e prestazioni”.

Architecture&Beyond: il rapporto tra architettura e arti visive

 

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L’architettura come chiave di lettura originale in un gioco di sconfinamenti creativi.

Spunti di riflessione sulla disciplina e il dibattito architettonico possono inaspettatamente arrivare da territori altri, seppure affini – come il fumetto, l’illustrazione, il cinema – così come, in un gioco di sconfinamenti creativi, l’architettura può diventare per queste arti una chiave di lettura originale.

Asterios Polyp è il titolo del pluripremiato graphic novel dell’autore newyorkese David Mazzucchelli. Il fumetto narra la storia di Asterios, un architetto cinquantenne in piena crisi dopo l’abbandono della moglie, costretto da un evento catastrofico e apparentemente casuale a lasciare la sua casa e intraprendere un percorso di ‘rinascita’.

A partire dalla professione del protagonista e dalle sue ‘geometriche’ fattezze, l’architettura ha un ruolo portante e funzionale allo svolgimento della storia. Asterios è l’ampolloso titolare di una cattedra di progettazione, autore di saggi quali ‘Il Modernismo dal volto umano’ e deve la sua fama a progetti mai realizzati. Quando Asterios si parla addosso assume le fattezze di un manichino che sembra uscito dai disegni del Bauhaus e le sue elucubrazioni teoriche diventano la metafora della sua incapacità di misurarsi con la vita reale.

Il lettering, il tratteggio, le continue citazioni architettoniche – dal classicismo a Le Corbusier – l’impaginazione, le forme acute della sovra copertina sono tutti elementi perfettamente integrati al racconto che fanno di Asterios Polyp un complesso ecosistema grafico e un mirabolante esempio di ‘design narrativo’.

Un architetto e un film-maker sono gli ideatori di Interiors Journal, un magazine online che analizza il ruolo dell’architettura nel cinema. Ogni mese il numero della rivista rilegge un film (da 2001 Odissea nello Spazio a Drive) dal punto di vista dello spazio architettonico, rielaborandone planimetricamente le scene principali.

Questo espediente visivo permette di evidenziare come lo spazio fisico e l’architettura influenzano la narrazione e i gesti dei protagonisti. Le piante, infatti – restituite in bianco e nero e dallo stile pulito e minimalista – includono anche un elemento temporale rappresentato dalla traccia dei movimenti degli attori a sottolineare l’importanza di particolari angoli o zone nello svolgimento dell’azione.

Archicine è il nome del progetto dell’architetto/illustratore Federico Babina. Una serie di illustrazioni che raffigurano le architetture-set di alcuni capolavori del cinema a cui l’autore dà dignità di protagoniste riportandole su un’immaginaria locandina.

Dall’edificio ‘ricostruito’ di Una finestra sul cortile alla Lovell House di Richard Neutra (nel film LA Confidential), dalla casa ‘disegnata’ de Gli Incredibili alla Villa Malaparte di Adalberto Libera (nel film Il disprezzo), l’architettura – che sia immaginata o reale – non è meramente uno sfondo ma un’interprete a tutti gli effetti.

Fonte: Blink – www.blinkproject.it
Pubblicato da: Archiportale

Usa, Obama punta sulle energie rinnovabili

l43-obama-130625220426_mediumAltro che protocollo di Kyoto. Dopo che per anni gli Stati Uniti si sono dimostrati sordi alle istanze ambientaliste e alle richieste d’aiuto di un pianeta sempre più in debito d’ossigeno, ecco la svolta ecologista della Casa Bianca.
Barack Obama ha un programma ambizioso e l’ha presentato alla Georgetown Uuiversity di Washington.
L’obiettivo è quello di arrivare nel 2020 a una netta riduzione dell’inquinamento, con il 20% dell’energia elettrica consumata dal governo federale proveniente da fonti rinnovabili.
FINANZIAMENTI PER 8 MLD. Non solo parole e promesse. Per portare a compimneto il suo progetto, Obama ha deciso di destinare 8 miliardi di dollari a garanzie sui prestiti per i progetti finalizzati a ridurre le emissioni da carbone e da altre materie prime fossili di almeno 3 miliardi di tonnellate cubiche entro il 2030.
Inoltre il governo ha intenzione di autorizzare il rilascio di permessi per progetti su energie rinnovabili sul suolo pubblico.
«Gli Stati Uniti vogliono essere il Paese leader globale nella lotta al cambio climatico. Non è né giusto, né sicuro che le centrali elettriche emettano quantità illimitate di anidride carbonica nell’ atmosfera. Dobbiamo fermarle», ha detto Obama.
OBAMA VOLA IN AFRICA. Intanto il presidente si prepara a un viaggio in Africa, terra d’origine del padre, e lo fa proprio in una fase in cui il suo «eroe personale» Nelson Mandela sta lottando tra la vita e la morte.
Così, dopo Senegal e Tanzania, Obama ha in programma di raggiungere Pretoria, e vorrebbe poter incontrare Madiba.
Dal governo del presidente Zuma, però, hanno fatto sapere che l’incontro è improbabile: «Il presidente Obama vorrebbe vedere il presidente Mandela ma lui soffre», ha detto il ministro degli Esteri sudafricano Maite Nkoane Mashebane, «qui quando le persone sono malate cerchiamo di dare loro il tempo di recuperare».
L’INCONTRO DIFFICILE CON MANDELA. Ma sembra che che Madiba, leader della lotta all’apartheid e simbolo vivente dell’anti-razzismo, abbia dato timidi segnali di ripresa. Secondo la testimonianza della figlia avrebbe aperto gli occhi, e avrebbe addirittura sorriso quando gli è stato riferito del possibile incontro con Obama.
E se mai dovesse arrivare, quello, potrebbe essere un giorno storico.

Martedì, 25 Giugno 2013

 

FONTE: http://www.lettera43.it/ambiente/usa-obama-punta-sulle-energie-rinnovabili_43675100273.htm

Orlando, Italia tra primatisti energie rinnovabili

1369417930112_afase_solar_installer_3VENEZIA – L’Italia e’ al secondo posto tra i Paesi che hanno adottato misure energetiche rinnovabili e oggi un terzo della potenza realizzata arriva da queste forme di produzione. E’ il dato con cui a Mestre il ministro per l’Ambiente Andrea Orlando ha concluso il convegno ‘Energia e edilizia sostenibile’ nell’ambito della Settimana europea del comparto.

”Vi sono inoltre amplissimi margini di miglioramento – ha precisato Orlando – poiche’ solo il 2% degli edifici appartiene a classi energetiche migliori della C. Inoltre nel nostro Paese manca ancora una filiera produttiva che accompagni la diffusione dell’energia rinnovabile. Importiamo da molti Paesi a cominciare dalla Cina ma ci stiamo organizzando”.

Secondo Orlando l’Italia ha fatto passi da gigante nel fotovoltaico, nell’eolico (”con l’utilizzo di pale piu’ compatibili con l’assetto del territorio”)e stiamo crescendo con lo studio delle maree e del geotermico”. Per l’esponente di governo, infine, il comparto ha di fronte una grande potente sfida: quella di poter lavorare su un patrimonio edilizio composto da quell’80% di abitazioni che hanno necessita’ di ristrutturazione.

 

FONTE: ANSA

Auto elettriche: Nissan Leaf Nismo RC e il prototipo da corsa

La Nissan Leaf Nismo RC, prototipo da corsa dell’auto elettrica giapponese, ha debuttato il 17 aprile in anteprima rispetto al Salone di New York 2011.
Questa vettura da gara ecologica punta a divenire la regina delle competizioni ecosostenibili: zero emissioni, zero consumi e zero rumore.
La principale differenza della Nismo RC rispetto alla Nissan Leaf di serie è l’assetto, che è di quasi 30 cm più basso che conferisce un appeal sportivo a questa auto elettrica. La batteria da 80 kW alimenta un motore da 107 cv in grado di offrire accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,85 secondi e velocità massima di 150 km/h. Secondo quanto affermato dalla casa costruttrice, in condizioni di gara l’auto elettrica da corsa è in grado di girare per circa 20 minuti consecutivi.

Fonte: BlogEcologia

Dai gusci delle aragoste: la pallina da golf biodegradabile

L’Università del Maine, negli Stati Uniti, è riuscita a combinare tra loro due attività così tipiche dell’omonimo Stato quanto completamente distanti: la pesca delle aragoste e il golf. Come? Di certo non con una cena a base di crostacei sul “fairway”, ma realizzando palline da golf biodegradabili riciclando i rosei gusci di questo animale.
Un professore di ingegneria biologica e chimica, David Neivandt, e il suo laureando Alex Caddell sono riusciti a creare, dopo nove mesi di ricerca, un materiale composto dai carapaci delle aragoste e un legante naturale, con il quale hanno realizzato delle palline da golf completamente eco-friendly, in grado di decomporsi dopo sette giorni di permanenza nell’ambiente.
L’idea di realizzare palline da golf biodegradabili non è certo una novità. Ricordiamo, ad esempio, la spagnola ecobioball, che quando si decompone rilascia addirittura mangime per pesci. Bisogna però riconoscere che quelle realizzate negli Stati Uniti di certo non mancano di altrettanta originalità, soprattutto grazie al fatto di aver riutilizzato un prodotto di scarto, destinato alla discarica e miseramente inutilizzato, come i gusci delle aragoste, davvero abbondanti in un territorio famoso proprio per la pesca e il commercio legati al prelibato crostaceo. Sebbene le palline “di aragosta” non arrivino lontano come le loro cugine regolamentari, i golfisti che le hanno testate assicurano che seguono le stesse traiettorie e possono essere colpite con tutti i tipi di bastone.
Altro vantaggio rispetto alle altre palline da golf biodegradabili finora sul mercato è rappresentata dalla loro economicità : ogni pallina viene venduta alla modica cifra di un dollaro (circa 0.69 Euro), in quanto, trattandosi di materiale di scarto finora inutilizzato, il costo della materia prima per la sua produzione è di soli 19 cents. L’obiettivo dei ricercatori era quello di creare un prodotto che potesse essere utilizzato sulle navi da crociera, dove la pratica del golf è stata via via abbandonata proprio in virtù del catastrofico impatto ambientale provocato dalla dispersione e dalla tossicità delle palline di plastica. Per adesso l’Università del Maine depositerà un brevetto per questo innovativo materiale biodegradabile, convinta che si possa prestare anche per altri eco-prodotti, come, ad esempio, vasi per piante. Se la modificazione degli spazi naturali per creare i campi e le quantità di prodotti chimici e d’ acqua utilizzati per mantenerli fanno del golf uno degli sport meno eco-responsabili, non si può che strizzare l’occhio ad un’iniziativa che tenta di diminuire, almeno in parte, il suo impatto sull’ambiente.

Fonte: GreenMe

Green eMotion: il progetto europeo che apre la strada alla mobilità elettrica

La Commissione Europea ha dato il via ad un progetto, di durata quadriennale, per promuovere la mobilità elettrica in Europa con il coinvolgimento di 42 partner, tra cui società industriali, costruttori di automobili, utilities, comuni, università e istituti di tecnologia e ricerca, che dovranno mettere a disposizione, scambiare e ampliare il patrimonio di know-how ed esperienza accumulato in alcune regioni pilota europee (già definite o da definirsi) e affinare le tecnologie. Il tema centrale è lo sviluppo dei processi, degli standard e delle soluzioni IT a livello europeo per permettere ai veicoli elettrici un facile e continuo accesso alle infrastrutture di ricarica e ai relativi servizi in tutta l’Unione Europea. La standardizzazione è il fattore chiave per una veloce ed efficiente svolta europea verso la mobilità elettrica. Nelle regioni pilota saranno installati più di 10.000 punti di ricarica: circa 1000 a Barcellona, Madrid e Malaga, 400 a Roma e Pisa, quasi 3600 a Berlino e 100 a Strasburgo. In Danimarca, la nazione con la più alta percentuale di energia prodotta da centrali eoliche al mondo, gli importatori di auto prevedono di immatricolare 2000 auto elettriche entro la fine dell’anno e di installare altrettante stazioni pubbliche e semi-pubbliche di rifornimento a Copenhagen, Bornholm e Malmö. Anche in Irlanda è prevista l’introduzione di quasi 2000 veicoli elettrici e di circa 3500 stazioni di ricarica.
Le soluzioni applicate localmente fino a oggi, frutto dell’esperienza accumulata in regioni pilota specifiche, verranno ora inglobate in studi pan-europei, con l’obiettivo di preparare il terreno alla mobilità elettrica in tutta Europa. Ciò richiederà standard infrastrutturali, di rete, e di Information Technologies, afferma Heike Barlag di Siemens, coordinatrice del progetto Green eMotion. L’integrazione delle attività individuali in un’importante iniziativa di partnership ci sta dando slancio e visibilità, e garantirà lo sviluppo coordinato della mobilità elettrica. Il progetto Green eMotion mira a riunire e mettere a fattore comune l’esperienza fatta con autovetture, autobus e veicoli a due ruote elettrici e ibridi. In alcune regioni verranno effettuati dei test ulteriori quali lo scambio delle batterie, ricarica in corrente continua così come l’integrazione di reti intelligenti, il traffico cross-border, diversi sistemi di pagamento e la sperimentazione di modelli di business alternativi.
Siemens contribuisce allo sviluppo delle soluzioni per il software e le infrastrutture di ricarica e alla fondamentale definizione degli standard industriali. Lo scorso anno, lo sviluppo tecnico ha fatto un significativo passo in avanti. Per esempio, abbiamo sviluppato delle stazioni di rifornimento con tempi di ricarica veloci adatte alle esigenze del mercato. Queste permetteranno di ricaricare le auto elettriche con batterie disponibili in commercio nello spazio di un’ora. Nel medio termine abbiamo intenzione di ridurre i tempi di ricarica a meno di 15 minuti così da rendere brevissimi gli stop in caso di batteria scarica, ha dichiarato Ralph Griewing, responsabile delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici all’interno del Settore Energy di Siemens.
Al progetto Green eMotion partecipano le aziende Alstom, Better Place, Bosch, Ibm e Siemens, le aziende di servizio pubblico quali Danish Energy Association, EDF, Endesa, Enel, ESB, Eurelectric, Iberdola, RWE e PPC, i costruttori di automobili BMW, Daimler, Micro-Vett, Nissan e Renault, i comuni Barcellona, Berlino, Bornholm, Copenhagen, Cork, Dublin (rappresentato dalla compagnia energetica Codema), Malaga, Malmö e Roma, le università e gli istituti di ricerca Cartif, Cidaut, CTL, DTU, ECN, Imperial, IREC, RSE, TDC e Tecnalia, e gli istituti tecnologici DTI, fka e TÜV NORD.

Fonte: GreenNews

Social Housing: monitorati 168 progetti e bandi in Italia

La nuova edizione di EIRE (Expo Italia Real Estate) ha avviato il primo monitoraggio permanente dei progetti di social housing in Italia, un’iniziativa che si colloca nell’ambito della Social Housing Exhibition, la più grande esposizione europea di progetti di housing sociale, in programma nel contesto di EIRE 2011 dal 7 al 9 giugno in Fiera Milano.
Il progetto di monitoraggio, promosso da GE.FI Spa, ha come partner scientifico il Gruppo CLAS e nasce con l’obiettivo di favorire il dialogo tra realtà, pubbliche e private, coinvolte nel settore dell’abitare sociale, come punto di riferimento di conoscenza per il mercato e le istituzioni. Sono diverse le partnership definite a sostegno del progetto: Main Partner è la Fondazione Housing Social, a cui si aggiungono Ance, Anci, Assoimmobiliare, Audis, Federimmobiliare, Legacoop abitanti, Federabitazione, Federcasa. Il monitoraggio rileverà le esigenze abitative dei comuni italiani, i progetti realizzati, in fase di realizzazione e in via di sviluppo su tutto il territorio italiano, i bandi pubblici e privati dedicati al settore dell’housing sociale e le migliori innovazioni nella progettazione e nella costruzione. L’Osservatorio permanente si propone di monitorare tutti quei progetti residenziali destinati ad un nuovo fabbisogno che riguarda una fascia intermedia, una “zona grigia” che è identificabile con una nuova classe emergente nel paese: studenti, lavoratori temporanei, extracomunitari, giovani coppie senza figli, famiglie con figli e in generale persone che svolgono servizi pubblici. Si tratta di una fascia, molto eterogenea, che non ha la capacità di acquistare una casa e nemmeno il “diritto” di accedere all’edilizia popolare perché non è sufficientemente “povera”.
Ad oggi i soggetti coinvolti nei progetti monitorati sono 328, di cui: 158 già conosciuti e pubblicati nel dossier Social housing 2010, distribuito a tutta la Community di EIRE nel corso della fiera, e 170 soggetti nuovi. Finora sono 168 i progetti e i bandi monitorati, di cui: 52 già presenti ad EIRE 2010 e per i quali si sta verificando lo stato di avanzamento, 91 progetti individuati ex novo e 25 i bandi. I 91 progetti entrati nel monitoraggio sono localizzati in Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto. Il maggior numero di progetti si è registrato in Lombardia (34), dove però è stato possibile raccogliere informazioni anche su 10 residenze universitarie, e in Umbria (28). Per quanto riguarda i 25 Bandi, il monitoraggio sta lavorando sulle seguenti tipologie: Avvisi Pubblici di manifestazione di interesse, Bandi di gara per la realizzazione di progetti specifici e Bandi per l’assegnazione di alloggi di Social Housing. I dati raccolti saranno consultabili online, dalla fine di aprile 2011, sul sito di EIRE all’indirizzo www.italiarealestate.it, in una speciale sezione organizzata in schede dettagliate secondo parametri progettuali, tecnologici, energetici, finanziari e gestionali. Il monitoraggio sarà consultabile dalla Community di EIRE, tra cui le pubbliche amministrazioni, le aziende residenziali pubbliche e le fondazioni bancarie.

Fonte: Casa&Clima

Casa: eco-edifici con lana vetro, taglio emissioni e bolletta

Una bolletta piu’ leggera, la certezza di aiutare l’ambiente. Sono questi, essenzialmente, i vantaggi ottenuti isolando gli edifici attraverso l’impiego della lana di vetro considerando che il fabbisogno energetico medio di un edificio nostrano e’ di 200 chilowattora (Kwh) per metro quadrato all’anno, contro i 130 della Germania e i 60 della Svezia, e che il 28% delle emissioni italiane di CO2 deriva proprio dagli edifici. Della lana di vetro, realizzata con l’80% di vetro riciclato, e della possibilita’ di offrire una risposta alla riduzione della ‘fame’ energetica degli edifici se ne e’ parlato nel corso del convegno ”Valutazione scientifiche sulle lane di vetro alla luce dell’evoluzione normativa”, organizzato dalle universita’ di Urbino e di Torino oggi a Roma. Avendo un’edilizia sostenibile l’Europa potrebbe far risparmiare 270 miliardi di euro l’anno, oggi spesi per l’inefficienza energetica delle case (per di piu’ agli edifici europei possono essere attribuite 842 milioni di tonnellate di emissioni di CO2). Del resto il 40% del consumo totale di energia in Europa proviene dai suoi 160 milioni di edifici (piu’ dei trasporti con il 33% e dell’industria con il 26%). La dispersione energetica in Italia si amplifica dal momento che ”circa il 70% delle case” risale a prima della prima legge sull’isolamento termico del 1976. Impiegando tecniche di coibentazione e’ pero’ possibile risparmiare tra il 70 e il 90% dell’energia richiesta da un edificio e 3,3 milioni di barili di petrolio al giorno. E la lana di vetro viene ritenuta ”un’ottimo isolante” particolarmente adatta ”al clima mediterraneo”, senza contare che la quantita’ di energia necessaria a produrla e’ tre volte inferiore rispetto ad altri materiali. Gaetano Cecchetti dell’universita’ di Urbino e Pier Giorgio Piolatto dell’universita’ di Torino, infine, rassicurano in quanto agli effetti sulla salute umana.

Fonte: Ansa

Energia solare: il fotovoltaico disturba le tartarughe

Gli impianti di sfruttamento dell’energia solare sarebbero dannosi per la vita delle tartarughe. A sostenerlo è uno studio condotto su quanto sta avvenendo nella Contea di San Bernardino, dove è in fase di realizzazione un importantissimo progetto fotovoltaico, e dove – stando alle stime – oltre 3 mila esemplari di tartarughe del deserto potrebbero essere seriamente disturbate.
Non solo. Stando alla rilevazione, durante i tre anni di costruzione dell’impianto, a morire per cause conseguenti all’installazione dei pannelli solari sarebbero circa 700 esemplari di tali tartarughe, con ovvie conseguenze nocive per quanto concerne il mantenimento dei biosistemi locali. Alle tartarughe scomparse a causa dei lavori di realizzazione dell’impianto andranno inoltre aggiunte quelle (circa 160) spostate altrove per permettere l’installazione delle unità fotovoltaiche. Insomma, l’impianto di San Bernardino, uno dei punti di riferimento fotovoltaici della nazione, non sembra essere proprio a impatto zero, per lo meno per la salvaguardia dello stato di salute di questi animali. Vedremo se le proteste dei biologi e degli ambientalisti avranno un seguito.

Fonte: Ecoo