Archivio della categoria ‘RICICLAGGIO’

Comuni Ricicloni 2014

imagesCome ogni anno, il 9 luglio è avvenuta la premiazione della XXI edizione dei “Comuni Ricicloni”, ovvero di quei comuni che, nel corso del 2013, hanno raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata (RD). In questa edizione sono stati 1328 i comuni premiati, che rappresentano il 13,7% della popolazione italiana, e sono distribuiti in tutte le regioni d’Italia, con l’eccezione della Valle d’Aosta. Inoltre, 300 comuni sono definiti “rifiuti free”, in quanto devono smaltire solo 75 kg di rifiuti all’anno. Da ricordare il buon risultato di Milano, che ha quasi raggiunto il 50% di RD e oltre 1 milione di cittadini sono serviti dalla raccolta porta a porta.
La regione con più comuni ricicloni è il Veneto, e in generale tutto il Nord-Est, anche se nell’ultima edizione le Marche hanno registrato un buon aumento dei comuni premiati (da 48 a 84). In generale, al Nord è concentrato l’80,9% dei comuni ricicloni, al Centro il 9,3% e al Sud il 9,7%.
Tra i 300 comuni “rifiuti free” già citati, ce ne sono 9 con più di 20.000 abitanti, segno che è possibile raggiungere alti livelli di riduzione dei rifiuti e raccolta differenziata non solo in piccoli centri.

Fonte: Mater

Dagli scarti dell’industria auto nasce la casa sostenibile

Da container e altri scarti GM inventa la casa sostenibile

Piano recupero aree dismesse a Detroit con collaborazione di Gm.

A Detroit, nella capitale americana dell’auto, che a causa della crisi che ha colpito il settore ha subito il degrado e l’abbandono di vaste aree urbane, saranno proprio gli ‘scarti’ delle industrie automobilistiche a far rinascere la città. Per iniziativa dell’associazione no profit Michigan Urban Farming Initiative (MUFI) è stato infatti avviato un piano per recuperare le aree urbane abbandonate dotandole di abitazioni indipendenti e trasformando i terreni in coltivazioni agricole.

Un primo insediamento ‘pilota’ verrà realizzato nei prossimi giorni grazie alla collaborazione della General Motor che offrirà container dismessi ed altri materiali di recupero provenienti dallo stabilimento di Detroit Hamtramck.

Il progetto prevede la conversione di container standard da 40 piedi di lunghezza (quelli che si usano normalmente per i trasporti via mare o via ferrovia) in abitazioni da 30 metri quadrati circa di superficie, con zona living, due camere da letto, cucina e bagno. Un primo ‘monolocale’ riciclato sarà abitato per un anno da uno studente impegnato nel progetto, per verificare sul campo la correttezza delle soluzioni progettate a tavolino e mettere a punto i programmi di realizzazione delle coltivazioni agricole.

General Motors, oltre ai container, fornirà altre parti di scarto, come i contenitori delle batterie delle Chevrolet Volt, i pannelli insonorizzanti di diversi tipi di auto, i piccoli contenitori metallici delle linee di fabbricazione.

Shopping village a basso impatto ambientale: dai pannelli solari al riutilizzo acqua piovana

fotoNasce all’insegna della sostenibilità ambientale Shoppinn, il nuovo shopping village tra le Cinque Terre e la Versilia, che apre i battenti sabato prossimo, 12 aprile. Utilizzo di energia da fonti rinnovabili, pannelli solari, riutilizzo delle acque piovane, raccolta differenziata, mobilità sostenibile, materiali riciclati, forestazione a compensare le emissioni di CO2 e una grande attenzione per tutto ciò che può essere fatto a km zero. C’e’ poi il Progetto Coccinelle: per garantire la conservazione dell’ambiente, il bosco di Brugnato sarà ripopolato con le coccinelle, vere e proprie pioniere della lotta biologica ai parassiti che infestano le piante. La presenza delle coccinelle infatti ha l’obiettivo di garantire un efficace monitoraggio ambientale e di mantenere l’equilibrio dell’ecosistema locale. Lo studio di architettura che ha progettato Shopinn ha studiato soluzioni per realizzare un complesso commerciale sostenibile: sono stati previsti interventi per il recupero delle acque piovane sui tetti, da riutilizzare nelle irrigazioni delle aree verdi e nel drenaggio del sottosuolo. Saranno installati pannelli fotovoltaici in grado di coprire il 50% del fabbisogno energetico annuo, utilizzate pareti opache per minimizzare le dispersioni termiche e bilanciare l’apporto di calore estivo, reso possibile anche da un orientamento est-ovest dell’intero complesso: questa posizione garantisce la presenza di ombra nelle aree di passeggio. L’illuminazione delle aree esterne (ad alta efficienza energetica) e dei parcheggi sarà dotata di sistemi inverter per regolare il flusso luminoso in funzione delle necessità; l’orto del giardino sarà coltivato con i rifiuti compostabili derivanti dalle attività di bar e ristoranti presenti nel mall. La sostenibilità del progetto è garantita dall’impiego di materiale privo di emissioni inquinanti in aria, terreno, acqua, con certificazioni di provenienza da fonti rinnovabili e da processi di riciclaggio e di uso di elementi tecnici o da demolizioni selettive e a filiera corta per diminuire l’impatto inquinante legato ai trasporti.

Fonte: ANSA

Expo 2015: un connubio perfetto tra tecnologia e ambiente per Palazzo Italia

palazzoPalazzo Italia, simbolo di Expo 2015, sarà biodinamico e “mangia-smog”.

L’innovativo progetto architettonico presentato con un’installazione all’Università Statale di Milano dallo studio Nemesi & Partners prevede la realizzazione di una struttura complessa e dinamica, ispirato alle forme naturali di una foresta ramificata.

L’aspetto più interessante dell’edificio è però il materiale con cui verrà costruito: il cemento biodinamico. Costitituito da Tx Active, un principio fotoattivo che reagendo alla luce solare è in grado di catturare piccole particelle organiche e inorganiche presenti nel contesto, questo materiale può  contribuire alla diminuzione dello smog presente in atmosfera. Il cemento biodinamico, che alla vista e al tatto sembra marmo, è stato utilizzato per la prima volta nel 1996 a Roma per la realizzazione della chiesa “Dives in Misericordia” di Richard Meier caratterizzata da tre imponenti vele bianche. Da allora la ricerca e il miglioramento dei legami tra le particelle fotocatalizzatrici che lo costituiscono non ha avuto sosta. Innumerevoli sono gli studi, le sperimentazioni e le verifiche che il Centro tecnico del Gruppo Italcementi ha condotto in collaborazione con Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), CNR (Istituto inquinamento atmosferico) e CCR (Centro comune di ricerca Ispra) apportando continuamnete nuove conferme all’efficacia di questo materiale .

Inoltre, i pannelli bio-dinamici che costituiranno la parte esterna del palazzo saranno realizzati per l’80% da materiale reciclato, conferendo alla struttura un plus valore per quanto riguarda la sua eco-sostenibilità e rafforzando così l’importanza che il reciclo ha oggi per la conservazione del nostro Pianeta.

Diana Bracco, presidente di Expo 2015 e commissario del Padiglione Italia, ha affermato che “l’Esposizione Universale del 2015 è una grande opportunità di rilancio per l’Italia, che permetterà al nostro Paese di valorizzare le nostre numerosissime eccellenze produttive, tecnologiche e scientifiche”. Per queste ragioni, portare ad un evento di tale calibro innovazioni e soluzioni proposte e brevettate da aziende interamnete italiane, qual’è Italcementi, è sicuramente un’occasione a cui il nostro Paese non può ad oggi rinunciare.

A Napoli torna Energymed, tre giorni su energia e riciclo

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Sodano, guardiamo a opportunità per ‘smart cities’.

Efficienza energetica, mobilità sostenibile, riciclo, nuove tecnologie. Questi i temi portanti della settima edizione di Energymed, la mostra-convegno organizzata dall’Anea (Agenzia Napoletana Energia e Ambiente) e che si svolgerà alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 27 al 29 marzo. Il 27 marzo è stato invitato anche il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti. La manifestazione, che rappresenta il principale appuntamento del settore dell’energia pulita del Mezzogiorno e dell’intera area del Mediterraneo, ospiterà quest’anno anche il settore della Cogeneration (tecnologia che prevede la combustione del biogas per la produzione combinata di energia elettrica e termica) e si svolge nella cornice del Salone della Responsabilità Sociale Condivisa.

Tra le principali novità di questa edizione l’evento Smart City MED, nato dall’accordo tra Comune di Napoli, Forum PA e ANEA, che contribuisce alla costruzione di un futuro smart delle città realizzando un’area dedicata alla presentazione di esperienze territoriali d’avanguardia sul tema delle Smart City, per rendere più vivibili le città con l’ausilio delle tecnologie innovative delle telecomunicazioni: “Sarà – ha spiegato il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano – un padiglione che guarda alle opportunità che le città intelligenti potranno offrire alla nostra città ed all’intero bacino del Mediterraneo”. Sono circa 200 gli espositori attesi alla Mostra d’Oltremare che, spiega il presidente della Mostra Andrea Rea “sposa il tema dell’energia sostenibile che si coniuga perfettamente con la nostra idea di un’isola green all’interno della città”.

Fonte: ANSA

Ecco le ‘idee green’ per le piccole isole

BEEboat, primo classificato per Mobilità sostenibile

Progetti made in Italy che sfruttano le energie solare, eolica e marina nel rispetto del paesaggio come il taxi boat a Ponza o il faro energeticamente autosufficiente a Strombolicchio.

Ecco di seguito i progetti premiati al concorso d’idee internazionale ‘Sole vento e mare-Energie rinnovabili e paesaggio’ delle Isole minori e delle aree marine protette italiane nelle quattro categorie: mobilità sostenibile, aree portuali, edifici, fari.

MOBILITÀ SOSTENIBILE.

– Primo Premio: ‘Beeboat’ – Servizio di ‘taxi-boat’ volto ad un miglioramento della mobilità nell’isola di Ponza (Latina). Il progetto prevede l’utilizzo di piccoli gozzi elettrici alimentati da energia prodotta e immagazzinata da una serie di stazioni di ricarica che sfruttano energia solare ed eolica.

– Secondo Premio: ‘Hydrogen2Boat’ – Sistema di propulsione ad idrogeno per una barca a vela. L’idea vede trasformata l’energia prodotta da sole, acqua e vento in idrogeno (attraverso il processo di elettrolisi) che viene accumulato per alimentare le cella a combustibile per la propulsione elettrica o per il fabbisogno interno della barca.

– Terzo Premio: ‘Freedom Power’ – Struttura galleggiante modulare finalizzata alla nautica, che produce energia elettrica con lo sfruttamento simultaneo del moto ondoso, dell’energia del vento e del sole.

CATEGORIA – AREE PORTUALI.

– Primo Premio: ‘PER- Pontile Ecologico Reversibile’ – Pontile galleggiante, modulare e componibile in grado di potenziare ‘temporaneamente’, durante i periodi di maggiore affluenza turistica, strutture portuali incrementando anche i servizi offerti grazie alle fonti di energia ‘pulite’.

– Secondo Premio: ‘Ecoisola’ – Progetto sulla gestione dei rifiuti destinati alla raccolta differenziata. La struttura, con un compattatore e un tritavetro al suo interno alimentati dall’energia solare prodotta in loco, è in grado di ‘chiamare’ il servizio di smaltimento solamente quando è necessario.

– Terzo Premio: ‘Asteroidea’ – Boa galleggiante in grado di fornire servizi alle imbarcazioni (anche in ottica di una riduzione del traffico portuale nei periodi di punta) attraverso lo sfruttamento dell’energia solare ed eolica.

CATEGORIA – EDIFICI.

‘Cannizzo Blu’ – Modulo fotovoltaico “invisibile”, nascosto all’interno di una struttura di finte canne di bambù, che richiama le caratteristiche incannucciate che si vedono nei terrazzi delle case delle isole minori.

CATEGORIA – FARI. ‘Sotto una nuova luce’ – Riqualificazione energetica e funzionale del faro di Strombolicchio – la piccola isola vulcanica delle Isole Eolie – con la creazione di uno spazio ricettivo energeticamente autosufficiente attraverso l’adozione di sistemi attivi e passivi per la produzione di energia incentrati su solare ed eolico.

Menzione Speciale dalla giuria a ‘Jellyfish’. Avveniristica struttura offshore in grado di catturare energia dal moto ondoso e concepito per essere allacciato alla rete elettrica sulla terra ferma.

Fonte: ANSA

Eco-repair, lunga vita alla plastica (riparata)

Il Centro Riparazione Materie Plastiche è nato a Pescara due anni fa, con lo scopo dichiarato di «contribuire alla riduzione dei rifiuti plastici». L’azienda si occupa infatti di riparare contenitori in politilene e polipropilene con un macchinario brevettato che permette di saldare la plastica. Dal 2008 ad oggi, sono stati recuperati circa 30.000 contenitori, soprattutto serbatoi, casse utilizzate dagli agricoltori e cassonetti per l’immondizia.

Per la sua attività, nel 2010 la Crmp ha vinto il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente, creato da Legambiente e attribuito ogni anno a «a innovazioni di prodotto, di processo, di servizi, di sistema, tecnologiche e gestionali». Totaro ha vinto nella sezione Aziende del Sud, ma la sua società è un caso unico nel panorama mondiale. È la sola che invece di dedicarsi al riciclo della plastica si ferma a un passo dal momento in cui il contenitore diventa rifiuto, e propone un’alternativa: ripararlo. «Il premio è molto ambito, e poi c’è da dire che siamo l’unica azienda abruzzese ad averlo vinto», spiega Totaro soddisfatto.

L’avventura della Crmp non è nata per caso. «Lavoravo già da diverso tempo nel campo delle materie plastiche e la saldatura della plastica era un’idea che avevo in mente da molto. Il brevetto è il risultato di dieci anni di studi, investimenti personali, esperimenti».  Così, collaborando anche con aziende che si occupano della produzione di macchinari industriali, è natoEco-repair, che «non è solo un marchio, è un programma» per prolungare il ciclo di vita di prodotti che spesso, prima, erano destinati, nel migliore dei casi, al riciclo. Non solo un macchinario brevettato, dunque, ma tutto un processo industriale progettato e pensato per il riuso, fatto di particolari miscele plastiche usate per la saldatura e di precisi processi per il trattamento dei manufatti. «In questo modo, si riusa un imballaggio senza avviarlo al riciclo, e quindi con un dispendio di risorse decisamente minore».

Non bisogna cioé recuperare la plastica e poi triturarla, riutilizzarla e reimmetterla sul mercato. Più semplicemente, si aggiusta. Un sutura fatta con la saldatura a caldo e tac, il cassonetto è pronto per tornare a fare il proprio lavoro!

I vantaggi dell’innovazione firmata Crmp sono diversi, a partire dal fatto che si tratta di un intervento duraturo: «La saldatura della plastica è un processo altamente innovativo che permette la “molecolarizzazione” delle parti da unire, garantendo una saldatura perfetta, resistente più del materiale stesso, durevole nel tempo e a qualsiasi sbalzo di temperatura». L’impatto ambientale della tecnologia è minimo: oltre a ridurre i rifiuti plastici e a consentire risparmi economici, infatti, «la procedura di saldatura produce scarti quasi inesistenti e i nostri macchinari consumano pochissimo, quanto un asciugacapelli».

Dall’inizio dell’attività, il Cmrp ha recuperato «oltre il 70% dei contenitori per l’agricoltura immessi al consumo nel territorio regionale, pari a più di 800 tonnellate di rifiuti plastici. In tal modo vengono evitati costi di smaltimento in discarica o costi di rigranulazione del materiale plastico per il riciclo, con il relativo risparmio di emissioni. E si evitano anche comportamenti scorretti nella fase di smaltimento degli imballaggi, a volte abbandonati nei campi o lungo le strade, interrati o bruciati abusivamente».

Le potenzialità di Eco-repair sono ampie: attualmente l’azienda si è concentrata su alcuni tipi di contenitori, ma presto sarà possibile anche riparare i paraurti delle auto, e tanti altri manufatti in plastica. «Studiamo continuamente anche altri materiali plastici, la nostra attività è in continua evoluzione».  In cantiere c’è anche la creazione di un network di eco-centri su tutto il territorio nazionale e anche oltre: «Abbiamo in progetto l’apertura di altre23 sedi nazionali e 110 a livello europeo. Poi, ne apriremo altre anche fuori dall’Europa». Se infatti per l’acquisto di contenitori saldati e recuperati la clientela viene a Pescara da tutta Italia, per le semplici riparazioni le richieste arrivano dal territorio circostante, nel raggio di massimo 150 chilometri.

 

Fonte: Green news

Olio fritto: diventa un biocarburante e prende il volo

Dell’olio non si butta via niente. Quasi come con il maiale! Dal prossimo settembre, oltre 200 volidella compagnia olandese Klm in volo da Parigi adAmsterdam, saranno alimentati a biokeroseneottenuto dal riciclo dell’olio da cucina esausto per uso alimentare.

A rifornire gli aerei saranno hotelristoranti efabbriche che hanno inviato i propri oli di fritturausati negli Usa per la raffinazione.

Klm non è l’unica compagnia aerea ad avere un nuovo orientamento verso i carburanti alternativi. Anche Enac – Ente Nazionale per l’Aviazione Civileha manifestato il proprio interesse per i biocombstili, siglando un protocollo d’intesa con la Spagna.

Fonte: gogreen.virglio.it

Imballaggi in plastica, un tesoro da 3 miliardi di euro

1,2 miliardi di euro, 42 discariche e 3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 evitate, è il contributo all’economia del Paese dellaraccolta-riciclo degli imballaggi in plastica. E’ questo il quadro che emerge dallo studio che il Gruppo Sanpellegrino ha commissionato ad Althesys. Dal 2000 al 2010 l’adozione di politiche di riciclo degli imballaggi in plastica ha portato all’Italia benefici complessivi, economici, sociali e ambientali,  stimati in 2,7 miliardi di euro.

I dati sono stati presentati a Milano nell’ambito di una tavola rotonda che ha visto confrontarsi esperti sul tema provenienti da diversi settori: oltre a Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato del Gruppo Sanpellegrino, Giuseppe Rossipresidente di Corepla, Daniele Fortini presidente di FederambientePiero Pacchiolisegretario nazionale di Movimento ConsumatoriAlessandro Marangoni amministratore delegato di Althesys e Francois Briois,  Packaging Materials & Sustainability Group Leader Nestlè Waters R&D Center.

“Le strategie per imballaggi si muovono lungo 3 direttrici che vedono la riduzione a monte, il riciclo e la ricerca di nuovi materiali. Soluzioni come il ciclo bottle-to bottle, che porta all’utlizzo di R-Pet (Pet riciclato) per la produzione di nuove bottiglie, siamo certi aiuteranno a far percepire al consumatore il valore del riciclo”, ha dichiarato Stefano Agostini. Negli ultimi undici anni (2000-2010) la raccolta e il riciclo di imballaggi in plastica ha comportato un costo pari a 1,9 miliardi di euro a fronte di benefici incrementali pari a 4,6 miliardi di euro; le voci di costo sono legate ai maggiori oneri necessari per organizzare la raccolta differenziata e la selezione, i benefici derivano, invece, dal minor ricorso a materie prime, dalla riduzione della produzione e quindi lo smaltimento dei rifiuti – 117 discariche evitate – e dalle attività economiche indotte. Quindi, grazie alla raccolta-riciclo degli imballaggi in plastica si sono evitate 8,2 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, si sono risparmiati 418,5 milioni di euro di costi di smaltimento rifiuti e si sono recuperati materiali per un valore di circa 493,7 milioni di euro.

Oggi le plastiche sono prodotte dal carbone fossile. Tecnicamente è già possibile produrre plastica da risorse rinnovabili come piante e alghe. Il nostro centro di Ricerca & Sviluppo di Nestlè Waters sta lavorando a livello globale e con scienziati da tutto il mondo per sviluppare, testare e valutare queste tecnologie e materiali. Crediamo fortemente che le bioplastiche possano avere un grande futuro come materiali per il packaging. Attualmente siamo solo all’inizio della nuova era delle bioplastiche”, ha specificato Jean- Francois Briois.

Inoltre, la raccolta-riciclo degli imballaggi porta al Paese importanti ricadute economiche e industriali: l’avvio del sistema Conai e Corepla ha fatto nascere appositi impianti (Centri di selezione e stoccaggio) e crescere nuove imprese dedicate al riciclo, generando indotto e occupazione.

Non mancano, infine, benefici da prevenzione per un valore pari a 23 ml. di euro: la riduzione all’origine degli imballaggi implica minori volumi di rifiuti e mancati costi di raccolta, selezione e smaltimento, meno trasporti e minori emissioni di CO2. Nel complesso si è sviluppato un indotto, nuove attività economiche e occupazione, per circa152,8 milioni di euro, al netto dei relativi costi. Infatti, la raccolta differenziata, la selezione e il riciclo delle bottiglie di Pet contribuiscono, come si è visto, a creare ricchezza per il Paese. Ciò sia perché queste attività richiedono nuovi processi, aziende e occupazione, sia perchéi materiali recuperati hanno un significativo valore, tanto da essere ormai trattati sui mercati globali delle commodities.

 

Fonte: Greenews

 

2010: l’alluminio raggiunge il Record per il riciclo

Il 72% degli imballaggi in alluminio immessi sul mercato durante quest’ultimo anno (pari ad oltre 46.500 tonnellate) è stato riciclato e reso disponibile al riutilizzo nei vari comparti industriali. Vantaggi ambientali ed economici grazie al rinnovabile.

Il CiAl, Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Alluminio, riunitosi a Milano lo scorso 29 Aprile, diffonde dati confortanti sia per quanto concerne ambiente ed energie rinnovabili, che per l’economia, binomio sempre più vincente.

I dati del 2010 indicano, infatti, che il 72% degli imballaggi immessi sul mercato durante quest’ultimo anno (pari ad oltre 46.500 tonnellate) è stato riciclato e reso disponibile al riutilizzo nei vari comparti industriali. Sono indici positivi, considerando sia il fattore ambientale ed ecologico, sia quello della ripresa economica delle imprese, le fonderie italiane ad esempio, che hanno chiuso il 2010 con un +18% rispetto al 2009. Il vantaggio ambientale è, invece, confermato dal fatto che le emissioni serra si sono ridotte con 371 mila tonnellate di CO2 in meno e vi è stato un risparmio di energia pari a 160 mila tonnellate di petrolio.

Questi risultati sono in linea con i livelli europei di recupero dell’alluminio, che raggiungono il 41% per le lattine, l’85% per l’edilizia e il 95% nel trasporto, come si evince dai documenti diffusi dalla European Alluminium Association. Inoltre, bisogna sottolineare che si tratta di un materiale riciclabile all’infinito senza che perda nessuna delle sue qualità, incentivi naturali al riutilizzo, effettuato sin dalle origini della sua commercializzazione e produzione, tanto che oggigiorno l’alluminio riciclato provvede ad un terzo del consumo mondiale di questo materiale.