Archivio della categoria ‘ARCHITETTURA’

Salone Internazionale del Restauro, dei Musei e delle Imprese Culturali

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XXV EDIZIONE 
Dal 21 al 23 marzo 2018
Ferrara Fiere Congressi

 

Dal 21 al 23 marzo 2018 torna, nella storica sede di Ferrara, il Salone Internazionale del Restauro, dei Musei e delle Imprese Culturali, giunto alla sua XXV edizione con il patrocinio del MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Tre giornate che celebreranno il traguardo di questo importante venticinquesimo capitolo, presentando un programma imperdibile di esposizioni, convegni, eventi e mostre, nell’intento di promuovere il patrimonio culturale e ambientale sotto ogni aspetto.

Una delle novità più importanti è l’ottenimento della certificazione internazionale ISF Cert – Istituto di certificazione di dati Statistici Fieristici, che conferma e celebra il ruolo centrale e strategico del Salone nel panorama fieristico mondiale.

Il Salone guarda alle nuove logiche di mercato, alle opportunità e alle necessità di cambiamento del Paese, nella convinzione che il patrimonio storico-artistico e ambientale ne siano la principale risorsa. Una risorsa che deve trovare luoghi, opportunità, professionalità in sinergia tra loro e in grado di valorizzarli e trasformarli in un importante volano dell’economia nazionale. Questo il Salone vuole rappresentare ogni anno, un irrinunciabile spazio per dare risalto alle imprese culturali.


Partnership e presenze istituzionali

Grazie all’attiva partecipazione di importanti aziende ed istituzioni, saranno presentate e affrontate le tematiche più attuali e urgenti, le tecnologie, le innovazioni e i risultati, informando sui più importanti interventi di restauro e riqualificazione dei beni culturali e ambientali.

Anche questa edizione conferma il format realizzato insieme al MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, partner storico della manifestazione, il quale ha individuato nel Salone la cornice perfetta per rappresentare il Sistema Museale Italiano in tutta la sua interezza e complessità. In particolare saranno presenti i 30 più importanti musei italiani, gli Istituti dotati di autonomia speciale e i Poli Museali regionali.

Nell’ottica di aprire l’orizzonte a settori emergenti nel panorama museale italiano, troveranno spazio aziende in dialogo diretto con le realtà museali pubbliche e private, provenienti da settori quali illuminotecnica, climatologia, trasporto di opere d’arte, software e altre tecnologie,  accoglienza, guardiania, ristorazione, bookshop e merchandising, che si affiancheranno ai consueti espositori.

Una importante new entry è la partecipazione di Federculture che rappresenta le più importanti aziende e istituzioni del Paese operanti nel campo delle politiche e delle attività culturali, molte delle quali vere e proprie eccellenze anche a livello europeo, nella gestione dei servizi legati alla cultura e al turismo culturale.

Grazie alla collaborazione tra ASTER (Rete Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna), da sempre promotrice della ricerca industriale come motore principale di sviluppo economico sostenibile e laboratorio di innovazione a livello nazionale e internazionale e DIAPReM – Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara, diretto dal Prof. Marcello Balzani, verrà proposto uno spazio dedicato alle industrie creative per sviluppare relazioni B2B, mettendo in dialogo addetti ai lavori, aziende e pubblico e ponendo l’attenzione sul potenziamento delle strategie e azioni congiunte tra ricerca e impresa.

La XXV edizione vedrà anche la nascita di un’area dedicata alle automobili e moto d’epoca, con la presenza dei più importanti musei e restauratori di fama internazionale.

Maggiore rilevanza avrà la presenza dell’Associazione Siti UNESCO che porterà un fondamentale contributo attraverso i propri siti di importanza mondiale.

 

Seminari e progetti

Il TekneHub, Tecnopolo dell’Università degli Studi di Ferrara, Rete Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna, presenterà due laboratori riguardanti l’applicazione delle alte tecnologie nel settore edile, con particolare attenzione al valore storico, artistico e architettonico.

Il primo concerne la conclusione del progetto Mu.S.A. (Multi Sensor Assessment – Piattaforma collaborativa per l’integrazione di sensori multi spettro nell’edilizia specialistica a carattere monumentale), proponendo di organizzare un seminario tecnico per la comunicazione dei risultati offerti dalla ricerca, illustrando il funzionamento grazie alla predisposizione di un prototipo dimostratore.

Il secondo convegno, invece, si occuperà di indagare la neutralizzazione dell�umidità da risalita capillare, illustrando relazioni dei membri del Comitato Scientifico, comunicazioni di casi studio ed esempi di applicazioni in contesti differenti.

In merito alla riqualificazione dell’area adiacente la tomba di Dante Alighieri a Ravenna, sarà presentato il relativo progetto a cura del Prof. Giampiero Cuppini, che vuole soddisfare l’esigenza di rendere l’area più fruibile al pubblico, attuando l’inserimento nel tessuto urbano di zone di verde.

Anche in questa edizione i workshop e i corsi di formazione professionale tenuti sono a rilascio di crediti formativi permanenti, altamente qualificati, per le categorie di Architetti, Geometri, Ingegneri e tutti coloro che operano nel campo della conservazione e valorizzazione dei beni culturali e ambientali.

 

Collaborazioni internazionali

È confermata la prestigiosa e consolidata partecipazione del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, che presenterà i suoi meravigliosi progetti, oltre a offrire una serie di imperdibili workshop.

E’ in corso di definizione la partnership con il Governo di Mosca, maturata lo scorso anno.

Ma non solo. Per questa edizione, infatti, il DIAPReM di Ferrara, che da tempo intrattiene esperienze di collaborazione e scambio con centri universitari esteri per la sua eccellenza e know-how nella scansione 3D di grandi immobili, ha avviato un progetto assolutamente unico nel suo genere con l’Università di São Paulo in Brasile per il restauro di due edifici di rilievo della città brasiliana: il Museu Paulista, comunemente conosciuto come -Museu do Ipiranga-, e la Casa de Vidro di Lina Bo Bardi, entrambi scansionati secondo queste tecniche 3D di ultima generazione progettate dalla stessa Università.

Saranno due operazioni culturali di enorme impatto: il museo, infatti, è il più visitato in Brasile perché celebra l’indipendenza brasiliana, mentre la Casa de Vidro, emblematico riferimento della modernità latinoamericana, è una casa museo dove si respira una cultura particolare di antico e moderno, sacro e profano.

Durante le giornate del Salone verrà lanciato il bando del restauro del Museu do Ipiranga e presentato il progetto riguardante la Casa de Vidro, finanziato dalla Getty Foundation.

 

Premi

La sezione dedicata ai premi si avvarrà anche quest’anno del PREMIO DOMUS RESTAURO E CONSERVAZIONE – Premio Internazionale di Restauro Architettonico, ideato e promosso nel 2010 da Fassa s.r.l., dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara e dal Salone, con l’intento di valorizzare progetti realizzati in ambito italiano e internazionale. In questi anni, la notevolissima adesione al Premio ha confermato la crescita costante degli interventi di restauro anche in contesti stranieri ed extraeuropei, dimostrando la necessità di un dialogo e un confronto internazionale su tematiche che hanno accezioni differenti, ma problematiche simili.

La XXV edizione vedrà inoltre la nascita di un nuovo premio dedicato alla divulgazione culturale, progetto in corso di definizione i cui dettagli saranno svelati con l’anno nuovo.

 

Eventi collaterali promossi

da Ferrara Aperta per Restauro


Visita con aperitivo a Palazzo Gulinelli

Palazzo Gulinelli, di proprietà della Fondazione Opera Don Cipriano Canonici Mattei, è stato ricostruito, in seguito agli eventi sismici che lo hanno danneggiato nel 2012.

La ricostruzione sposa le tecniche ad oggi più innovative, un restauro ecosostenibile con certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) – GBC (Green Building Council) Italia, protocollo HB (Historic Building) e il palazzo sarà il primo complesso scolastico con foresteria e uffici ad essere certificato sul territorio nazionale.

Durante il Salone il progetto sarà raccontato attraverso uno spazio espositivo. Verrà inoltre organizzato un incontro all’interno del Palazzo per presentare il restauro, la certificazione GBCI e tutti i partecipanti al Salone saranno invitati.

La data ipotizzata è Giovedì 22 Marzo 2018 e sarà un’occasione imperdibile per ammirare l’originalità e la varietà culturale e decorativa degli ambienti del Palazzo.


Inaugurazione della mostra di Biagio Rossetti

Le opere di Biagio Rossetti, architetto di straordinaria rilevanza negli anni del Rinascimento estense, hanno avuto una risonanza su scala internazionale e hanno portato al riconoscimento di Ferrara come Città del Rinascimento Patrimonio dell’Umanità UNESCO

Le giornate del Salone saranno l’occasione perfetta per inaugurare la mostra a lui dedicata.

Le novità e le opportunità in questa venticinquesima edizione sono molte e imperdibili, sempre con l’intento di valorizzare continuativamente il settore culturale, cuore pulsante del nostro Paese, in grado, non solo di rilanciare le basi dell’economia italiana, ma di ridisegnare il nostro futuro.

 

I numeri dell’edizione 2017

– 290 Espositori – 26.000 visitatori – 130 Convegni e Seminari – 8 Eventi e Mostre

 

INFORMAZIONI UTILI:

– 21-23 marzo 2018, dalle 9.30 alle 18

– Ingresso con registrazione obbligatoria

– Quartiere Fieristico di Ferrara (Via della Fiera, 11)

  www.ferrarafiere.it

 

Sarà previsto un servizio di navetta gratuito dalla stazione alla fiera.

Il programma completo della manifestazione e l’elenco espositori saranno disponibili sul sito www.salonedelrestauro.com a partire dal mese di febbraio.

Le sorprendenti applicazioni ella canapa

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Dopo il successo alla Milano Design Week e la speciale partecipazione al 60°
Festival di Spoleto, la mostra Fabric-Action approda a Palermo all’interno della
prestigiosa cornice IDESIGN 2017 – itinerari storici e contemporanei. Sette delle 11
sorprendenti applicazioni con la canapa realizzate nell’ambito dell’iniziativa FabricAction,
promossa da Regione Umbria, Fondazione Politecnico e Polifactory di
Milano in collaborazione con il Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco,
saranno esposte dal 9 al 19 novembre presso le Botteghe nei Cantieri Culturali alla
Zisa a Palermo.
Fabric-Action è più di una mostra. È la dimostrazione che talento, qualità e bellezza,
tradizione ed innovazione, legate al saper fare artigiano, sono le caratteristiche che
contraddistinguono l’Umbria. Nei primi mesi del 2017 designer affermati e giovani
progettisti emergenti si sono incontrati e hanno colto la sfida di lavorare con una sola
materia prima: la canapa.
Sono nate così otto proposte innovative e tre progetti speciali che utilizzano questo
materiale per dar vita a sorprendenti applicazioni: dagli strumenti musicali agli oggetti per
l’infanzia, dai complementi d’arredo ai dispositivi interattivi per la purificazione ambientale,
fino alle esperienze gastronomiche. Soluzioni a impatto zero ed eco-friendly, che
propongono la canapa come materia prima perfetta per un’economia circolare.
Prototipati in Polifactory, il makerspace del Politecnico di Milano, i progetti sono stati
inizialmente esposti durante la Milano Design Week e successivamente a Palazzo
Collicola Arti Visive a Spoleto fino al 30 agosto. La mostra è ora giunta a Palermo
nell’ambito della più famosa manifestazione del Sud Italia dedicata al design. Per la prima
volta, I-Design si apre alle collaborazioni museali e istituzionali ospitando sette degli 11
progetti di Fabric-Action: Famiglia Battenti (strumenti da percussione) di Lorenzo Palmeri,
Sohat (cappellino) di Matteo Ragni e Fernando Contreras Wood, Kinesis (altalena) di
Libero Rutilo e Ekaterina Shchetina, UpLight Bass (Strumento musicale elettrico a corde)
di Stefano Ivan Scarascia, Delta9 (skateboard) di Gabriele Basei, CanapÈ (biscotti a base
di canapa) di Francesco Bombardi, e Napaca (kit di merchandising per il Museo della
Canapa) di Gabriele Lorusso, Luca Notarfrancesco e Luca Venturelli
Per la Regione Umbria il design è parte di un’azione di branding territoriale finalizzata a
promuovere anche la creatività e il saper fare artigiano, tra tradizione e innovazione, propri
della Regione, dove l’arte in molteplici declinazioni è fonte di ispirazione per la vita e le
produzioni economiche contemporanee.
L’iniziativa di sperimentazione-innovazione per il sostegno della Valnerina è nata con
l’obiettivo di promuovere e rilanciare la creatività e il saper fare umbro. Fabric-Action,
infatti, grazie al suo duplice livello di collaborazione istituzionale e tecnico-scientifica, si
propone di contribuire alla ricomposizione dell’economia della Valnerina: una terra dove
storia e contemporaneità si fondono armoniosamente e un luogo dove il talento incontra il
“saper fare” come esercizio quotidiano da millenni.
GLI UNDICI PROGETTI DI FABRIC-ACTION
Paidìa – Culla a sospensione per infanzia
di Carlotta Antonietti, Laura Tardella e Marzia Tolomei
Agri-Hemp – Sistema per coltivazione indoor
di Michele Armellini e Marco Grimandi
Soft – Sistema per la purificazione ambientale
di Enrico Azzimonti
Ssshhh – Sistema di pannelli fonoassorbenti e attrezzati
di Alberto Ghirardello
Famiglia Battenti – Strumenti da percussione
di Lorenzo Palmeri
Sohat – Cappellino
di Matteo Ragni e Fernando Contreras Wood
UpLight Bass – Strumento musicale elettrico a corde
di Stefano Ivan Scarascia
Kinesis – Altalena
di Ekaterina Schchetina e Libero Rutilo
Delta9 – Skateboard
di Gabriele Basei
CanapÈ – Biscotti a base di canapa
di Francesco Bombardi
Napaca – Kit di merchandising per il Museo della Canapa
di Gabriele Lorusso, Luca Notarfrancesco e Luca Venturelli
LA DESCRIZIONE DEI PROGETTI
Paidìa
di Carlotta Antonietti, Laura Tardella e Marzia Tolomei
Paidìa (nome di origine greca che significa nascita) è il progetto di una culla a sospensione
realizzata principalmente in canapa, pensata per i primi mesi di vita del bambino.
La scelta di utilizzare la canapa per realizzare un prodotto dedicato all’infanzia è legata alle
proprietà di questo materiale: antibatterico, resistente all’umidità, termoisolante e leggero. Il
progetto è costituito da una struttura principale in feltro di canapa, rivestita internamente da un
tessuto anch’esso di canapa, il tutto inserito in una scocca esterna che conferisce al prodotto
stabilità strutturale. Una volta conclusa la sua funzione primaria, Paidìa può essere facilmente
separata per trasformarsi in una morbida cesta per giocattoli e un tavolino per la cameretta del
bambino.
CARLOTTA ANTONIETTI, LAURA TARDELLA e MARZIA TOLOMEI sono tre giovani designer
che frequentano il corso di Design del Prodotto per l’Innovazione al Politecnico di Milano.
Agri-Hemp
di Michele Armellini e Marco Grimandi
Agri-Hemp è un sistema modulare per la coltivazione domestica delle piante.
È un composto da vasi di dimensioni variabili in base al tipo di piante a cui sono destinati. Il
progetto nasce dalla volontà di sperimentare nuove applicazioni della canapa a partire
dall’ideazione di un nuovo semilavorato termoformabile che possa mantenere le proprietà
estetiche e meccaniche del tessuto in canapa tradizionale. In Agri-Hemp delle semi-scocche rigide
in tessuto di canapa, si connettono a elementi verticali in legno attraverso un sistema di
accoppiamento con cinghie che uniscono i vasi. Le scocche componibili sono state pensate per
incanalare l’acqua in eccesso nella parte inferiore, facendola passare attraverso uno strato
drenante in lana di canapa prima di andare ad alimentare la pianta sottostante.
MICHELE ARMELLINI e MARCO GRIMANDI sono due designer di prodotto formatisi al
Politecnico di Milano. Marco ha sviluppato la sua tesi specialistica a Shenzen mentre Michele ha
completato il suo percorso di studi in Danimarca.
Soft
di Enrico Azzimonti
In natura, così come in ambito urbano, l’aria aperta è meno inquinata rispetto a quella presente
nelle abitazioni e negli spazi lavorativi, poiché le attività che vengono svolte al loro interno ne
impattano inevitabilmente la sua qualità. Soft è un purificatore d’aria realizzato con materiali
derivati della canapa utilizzati sia strutturalmente, per la realizzazione dei differenti componenti, sia
per la purificazione dell’aria attraverso la creazione di filtri. Il progetto integra l’uso di tecnologie
digitali – come la stampa 3D – con la programmazione di sensori per la trasformazione dei tubolari
tessili in canapa in filtri per purificare l’aria in ambienti chiusi.
ENRICO AZZIMONTI è un designer affermato, tra i suoi clienti: BLM Group,
Diamantini&Domeniconi Fratelli Guzzini, Impatia, Jvc, Lavazza, Lumen Center Italia, Risolì, TVS e
Zava. È docente presso IED Milano, Istituto Marangoni di Milano, IUAV di Venezia e San Marino e
La Sapienza di Roma.
Ssshhh
di Alberto Ghirardello
Ssshhh è un sistema di pannelli fonoassorbenti versatile, composto da elementi di diverse
dimensioni e da una serie di accessori che ne ampliano la fruizione, trasformando questo progetto
in un complemento d’arredo dinamico. Il sistema può vivere a parete, a soffitto o essere selfstanding
ed è capace di integrarsi in qualsiasi contesto: da un ambito domestico privato a uno
collettivo. Ogni modulo è costituito da una cornice in metallo, sulla quale viene fissato il fondo in
materiale rigido e su cui viene posta una porzione di lanugine di canapa; il tutto è inglobato da una
copertura sfoderabile in tessuto di canapa. Il progetto sfrutta le caratteristiche di fonoassorbenza,
resistenza meccanica, resistenza all’acqua/umidità e leggerezza, tipiche della canapa.
ALBERTO GHIRARDELLO, si laurea in disegno industriale nel 2007. Ha collaborato con lo studio
Habits, lo studio Bartoli Design e Giulio Iacchetti. Nel 2013 fonda il proprio studio di progettazione.
Famiglia Battenti
di Lorenzo Palmeri
Il percussore negli strumenti musicali di riferimento (tamburi, xilofoni, marimba, ecc.) ha un ruolo
molto importante nella generazione e nel controllo del suono. Ad ogni forma, “durezza”,
dimensione corrisponde un alfabeto di gesti e corrispettiva emissione sonora.
L’idea di realizzare una famiglia di percussori, con la “testa” in filato e fibra di canapa, nasce dalla
volontà di far parlare da sé questo materiale, attraverso la generazione di sonorità uniche e inedite.
LORENZO PALMERI è architetto, designer, art director, insegnante, compositore e produttore
musicale. Tra i suoi maestri Bruno Munari e Isao Hosoe, con cui ha collaborato per diversi anni.
Tra i suoi clienti: Caimi Brevetti, Danese, De Vecchi, Garofoli, Guzzini, Jannelli&Volpi, Lavazza,
Napapijri, Nissan, Noah guitar e Stone Italiana.
Sohat
di Matteo Ragni e Fernando Contreras Wood
Nelle culture primitive i cappelli avevano una doppia funzione: quella di rito, tramite una
significazione zoomorfa; e un’altra più pragmatica, che designava una scala gerarchica.
Oggi, l’interrogativo verte su che cosa i cappelli possano distinguere… Nuovi professionisti o tribù
urbane che riescono a produrre le proprie vesti con materiali intelligenti ed ecologici per creare
nuovi usi e nuove attività umane. Sohat, è questo. Un progetto nato dal dialogo fra la realtà del
design milanese e la capacità diffusa a Santiago di trovare nuove funzioni in oggetti archetipici.
MATTEO RAGNI è architetto, art director e designer. È stato insignito di importanti premi tra cui il
Compasso d’Oro ADI nel 2001 per la forchetta-cucchiaio Moscardino e nel 2014 per la serie di
tombini Montini, il Wallpaper Design Award 2008 per la lampada Leti (Danese) e il Premio
Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi” nel 2012 per il progetto W-eye. Nel 2008 ha
fondato TobeUs, marchio di macchinine in legno prodotte artigianalmente in Italia.
FERNANDO CONTRERAS WOOD è un designer cileno. Si specializza in bionica e disegno
industriale presso il Centro Ricerche IED di Milano. È designer strategico, corporate designer e
docente presso le maggiori università cilene. Tra i clienti, la Banca Centrale del Cile, Masisa S.A e
Norden Dental Care. Insieme a Matteo Ragni fonda l’azienda sperimentale Sofar.
UpLight Bass
di Stefano Ivan Scarascia
Progettato attorno alle performative corde elastomeriche diffuse dalla nascita del basso Ashbory in
poi, UpLight Bass è il primo ukulele bass, un piccolo strumento dal grande suono. Leggero, snello,
agile nelle forme e nei materiali, si declina organicamente nella versione CanaBass, realizzato in
bioplastica di canapa, naturale, resistente e leggera. La disposizione arcata delle corde lo rende
potenzialmente suonabile anche con l’archetto, proprio come un contrabbasso.
STEFANO IVAN SCARASCIA è designer, musicista e personaggio di spettacolo. La sua attività
progettuale spazia dai trasporti pubblici agli strumenti musicali. Ha collaborato con il Yamaha
Design Studio di Londra.
Kinesis
di Ekaterina Shchetina e Libero Rutilo
Kinesis è un’altalena realizzata in tre diversi materiali a base di canapa.
Il concept dell’altalena è nata pensando all’opportunità di realizzare con questo materiale un
prodotto che implicasse nella sua stessa natura l’idea di movimento e che potesse essere
distribuito sia all’interno del museo, che su più larga scala nelle scuole e nei parchi.
Alle classiche corde in canapa, è stata ancorata una seduta pensata per essere fresata in
Canapalithos, un pannello di materiale a base di canapa pressata; per rendere l’esperienza d’uso
più confortevole, l’altalena è stata infine dotata di manopole in bioplastica di canapa stampabile
3D.
Il prodotto può quindi definirsi in canapa al 100%. L’altalena sfrutta così le caratteristiche di
resistenza meccanica tipiche delle fibre di canapa, in flessione e in trazione, sostituendosi alle più
popolari e moderne tipologie in plastica.
LIBERO RUTILO ed EKATERINA SHCHETINA nascono rispettivamente a Montreal e Krasnodar,
nel sud della Russia. Libero nel 2005 si trasferisce a Milano per lavorare con Alessandro Mendini
mentre Ekaterina completa i suoi studi a Milano e inizia a lavorare nel campo dell’interior design.
Insieme hanno fondato lo studio di progettazione Designlibero.
Delta9
di Gabriele Basei
Lo skateboard Delta9 è una rivisitazione degli skateboard Epoca. E’ pensato come prodotto a
impatto zero che utilizza un particolare pannello di canapa, sagomato con macchine CNC, e
completato con inserti in tessuto di canapa sostituibili e personalizzabili.
Un’altra caratteristica di Delta9 è l’impermeabilità, che rende questo skate utilizzabile anche sotto
la pioggia. La sua superficie ruvida rende inoltre il piano d’appoggio superiore totalmente
antiscivolo.
La grafica che riveste il fondo dello skateboard è tessuta in canapa utilizzando lavorazioni
artigianali caratteristiche della Valnerina.
GABRIELE BASEI si laurea nel 2013 in Design del Prodotto per l’Innovazione al Politecnico di
Milano e poco dopo fonda il marchio Epoca che progetta e produce articoli per l’attività outdoor.
Nel 2016 è stato selezionato per la mostra “New Craft”, nell’ambito della XXI Esposizione
Internazionale della Triennale di Milano.
CanapÈ
di Francesco Bombardi
CanapÈ è un’esperienza gastronomica totalizzante intorno alla canapa: farine, estratti, aromi,
salse. Ingredienti messi in scena per lasciarci stupire dalle potenzialità di un prodotto millenario
rivisto in chiave contemporanea, a tavola.
L’esperienza pervasiva della canapa “da mangiare” prenderà forma di biscotto, come unità
elementare, costruita in serie limitata, che permetterà infinite combinazioni e personalizzazioni
nella partecipazione del consumatore e una originale esperienza sensoriale.
FRANCESCO BOMBARDI è architetto, fonda nel 2012 il Fab Lab di Reggio Emilia. È ideatore di
Officucina per Food Innovation Program nel 2015 e del concept Kitchen Tools nel 2016 per la
mostra “New Craft”, nell’ambito della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano.
Insegna Food Design presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio
Emilia.
Napaca
di Gabriele Lorusso, Luca Notarfrancesco e Luca Venturelli
Napaca è un progetto di comunicazione sulle potenzialità di uso della canapa, un materiale troppe
volte ostracizzato dalla sua relazione con la marijuana e troppo presto accantonato dall’industria. Il
progetto si sviluppa partendo dall’evidenziare una contraddizione: la canapa è un materiale
versatile con svariate potenzialità d’impiego ma è scarsamente diffuso sul mercato.
Napaca è un kit promozionale che valorizza la canapa per far tornare questo materiale nella
quotidianità. Contiene sia prodotti finiti che oggetti da “costruire” e ogni suo elemento mette in luce
una diversa proprietà della canapa.
GABRIELE LORUSSO è lucano, si laurea al Politecnico di Milano in Design del Prodotto
Industriale ma si occupa anche di grafica e interaction design.
LUCA NOTARFRANCESCO si diploma in Design del Prodotto Industriale al Politecnico di Milano
e si sta specializzando in Product Service System Design all’interno del Master of European
Design. Si interessa di user-experience, service e interaction design, ma anche di brand identity e
fotografia.
LUCA VENTURELLI è di Pesaro. Diplomato in Design del Prodotto Industriale al Politecnico di
Milano ed esperto di cucina, combina queste due competenze mentre si sta specializzando in
Design dei servizi e Management.
I LABORATORI DI SPERIMENTAZIONE
POLIFACTORY
Polifactory è il makerspace del Politecnico di Milano creato dal Dipartimento di Design con i
Dipartimenti di Meccanica e di Elettronica, Informazione e Bioingegneria. Inaugurato nel 2015, è
una infrastruttura di ricerca e sperimentazione multidisciplinare che lavora sulla preincubazione dei
giovani talenti del Politecnico e collabora con enti, istituzioni e imprese per sviluppare attività che
esplorano la relazione tra progettazione e i nuovi modelli di produzione legati alle forme emergenti
di manifattura digitale e produzione distribuita. Polifactory è equipaggiato con tecnologie e
strumenti per la fabbricazione digitale che consentono di materializzare idee di prodotto-servizio e
sperimentare sul campo i processi di produzione che integrano design e tecnologie digitali, grazie
anche alla connessione con gli altri laboratori di design e ingegneria dell’Ateneo. Polifactory
coordina Fabric-Action dal punto di vista scientifico e tecnico, supportando i designer nello sviluppo
dei prototipi.
MUSEO DELLA CANAPA DI SANT’ANATOLIA DI NARCO
Il Museo della Canapa, inaugurato nel 2008, ha sede nel cinquecentesco palazzo comunale di
Sant’Anatolia di Narco (PG) ed è una delle antenne dell’Ecomuseo della Dorsale Appenninica
Umbra. Il Museo ospita una ricca documentazione sull’intero ciclo di lavorazione e trasformazione
della canapa e collezioni tessili dal XVIII al XX secolo. Il Museo lavora per recuperare e
trasmettere quest’arte ormai scomparsa dalla memoria storica, legata soprattutto alla produzione
di corde ed alla tessitura per uso domestico e familiare riconoscendola come una vera e propria
attività produttiva. Parte integrante del Museo è il Laboratorio di tessitura che, con diverse tipologie
di telai manuali moderni, costituisce uno strumento didattico e un laboratorio di studio per tutte le
persone interessate ad apprendere questo tipo di attività. L’intento del Museo, infatti, è quello di
sviluppare, attraverso la manualità e l’esperienza laboratoriale, la conoscenza di saperi e abilità,
tramandati dal passato, ma con un potenziale collegamento con la realtà tessile contemporanea. Il
museo partecipa a Fabric-Action fornendo ai progettisti e a Polifactory il know-how tecnico
necessario alla materializzazione dei prototipi.
INFO FABRIC-ACTION
Polifactory – Politecnico di Milano
Campus Candiani – ed. B3 Via Candiani, 72 20158 – Milano
info@fabric-action.org / www.fabric-action.org / T. 02 2399 7134

paidia antonietti tradella tolomei

napaca lorusso notarfrancesco venturelli

kinesis shchetina rutilo

famigliabattenti palmeri

delta9 basei

canape bombardi

uplight bass scarascia

ssshhh ghilardello

sohat ragni conteraswood

agri hemp armellini grimandi 1

Bologna Water Design 2014

bolognaIn concomitanza con il Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, il cuore storico di Bologna torna a pulsare per presentare una nuova ed emozionante edizione della kermesse che celebra, con originalità e sensibilità, il binomio acqua e design.
‘Vetrina’ di Bologna Water Design 2014, sarà, ancora una volta, uno dei luoghi più affascinanti nel centro della città: l’Ex Ospedale dei Bastardini, il meraviglioso Palazzo del XVI secolo situato in via D’Azeglio.
Bologna Water Design, che nelle precedenti edizioni ha visto coinvolti alcuni tra i più importanti progettisti internazionali come Mario Bellini, Aldo Cibic, Mario Cucinella, Michele De Lucchi e Kengo Kuma, metterà in scena anche quest’anno emozionanti installazioni e originali progetti realizzati da Francesco Binfarè, Sergio Brioschi, Diego Grandi, Daniel Libeskind, Studio Irvine e, come sempre, anche da un folto gruppo di giovani talenti, quali Alhambretto e Padiglione Italia.
Tutti i progetti interpreteranno il tema dell’acqua con creatività e sensibilità, lungo un fil rouge che va dall’arredo bagno, alla cucina e alla decorazione delle superfici, fino alle installazioni più ambiziose e suggestive, realizzate grazie alla collaborazione di aziende leader nel loro settore merceologico, come ANTRAX IT, B&B ITALIA, BOFFI, CIICAI, FONTANA ARTE, GEBERIT, LEA CERAMICHE, LIVING DIVANI, POZZI-GINORI e ZUCCHETTI.KOS.

Appuntamento: 22 – 27 settembre 2014
Ex Ospedale dei Bastardini, via D’Azeglio nel centro di Bologna
+ info: www.bolognawaterdesign.it/2014/

Fonte: Professionearchitetto

Grande Progetto Pompei: occorre sbrigarsi, l’orologio corre

pompei2-140x105Il conto alla rovescia per il Grande Progetto Pompei è partito: c’è tempo fino alla fine del 2015 (quindi solo 16 mesi) per utilizzare (in maniera efficiente) i 105 milioni di euro, in gran parte provenienti dall’Unione Europea, utili per condurre in porto le operazioni nell’importante sito storico-archeologico campano: il rischio è ovviamente quello di vedere scomparire i fondi per mancata utilizzazione. Un rischio reale, visti i considerevoli ritardi nelle gare e nell’apertura dei cantieri.
Fino a questo momento sono stati spesi solo 1,5 milioni di euro e circa 25 sono stati impegnati, mentre due terzi delle gare sono ancora da aggiudicare. Il settore più ampio da avviare è certamente quello relativo alle gare non ancora partite: quasi i due terzi dei fondi (la percentuale precisa ammonta al 62%) per oltre 52 milioni di lavori. Secondo i dati emessi dalla struttura che gestisce il Progetto ammontano a 40 milioni di euro gli interventi per i quali l’uscita dei bandi è prossima (ovvero a partire dal mese di settembre), mentre sono nove (per una cifra che sfonda i 12 milioni) i progetti ancora in lavorazione.
Per ulteriori informazioni in merito alla lunga (ed a volte zoppicante) cavalcata del Progetto leggi l’articolo Grande Pompei: un Piano d’azione per uscire dalle sabbie mobili.
In questa direzione il neonato Decreto Cultura (Decreto 83/2014 convertito in legge lo scorso 29 luglio) consente appalti a trattativa privata fino alla cifra di 1,5 milioni di euro (quota più alta rispetto a prima), garantendo tempi accelerati per firmare il contratto e avviare i lavori, oltre a poteri speciali al direttore nei confronti del Responsabile unico di procedimento e nell’esclusione delle imprese senza requisiti.
Tuttavia sul contenuto del Decreto Cultura alcuni dubbi sono stati sollevati, con particolare riferimento ad evidenti frenate, in sede di approvazione definitiva del testo, che hanno provocato lo stralcio dal provvedimento di deroghe sugli appalti idonee a snellire i procedimenti diradando la fitta foresta di adempimenti in materia. Il Ministero dei Beni Culturali sostiene comunque di aver condiviso tutte le correzioni con il Parlamento: “Al netto delle modifiche – affermano dalle stanze di Via del Collegio Romano – il provvedimento introduce comunque misure, anche derogatorie, sufficienti a procedere in modo spedito alla realizzazione delle opere”. È quello che si auspica per fare finalmente decollare il Grande Progetto Pompei.

Fonte: Ediltecnico

Città del Messico: l’aeroporto by Foster e Romero

areopuertoCominceranno nel 2015 i lavori per la realizzazione del nuovo Aeroporto di Città del Messico, progetto firmato dall’archistar britannica Norman Foster e dal designer messicano Fernando Romero. Il team d’eccezione si è aggiudicato la competizione internazionale, lanciata nella primavera del 2014, che ha visto la candidatura di venti studi di architettura, tra cui quelli di Zaha Hadid e SOM.
La nuova struttura, concepita a forma di ‘X’, sarà composta da sei piste in grado di accogliere 120 milioni di passeggeri annui. Stando alle parole dello stesso Foster il primo hub dell’America Latina sarà un aeroporto dall’assetto del tutto inedito, pensato per raggiungere nuovi livelli di efficienza e flessibilità. Una struttura unica al mondo, che renderà altrettanto unica l’esperienza del viaggio in aereo.
Il progetto per ‘l’aeroporto del futuro’ è stato annunciato lo scorso mercoledì 3 settembre, dal presidente del Messico, Enrique Pena Nieto, in presenza delle autorità locali, del Sindaco di Città del Messico e degli stessi Romero e Foster.
Il nuovo terminal, le cui forme si ispirano al simbolismo di uno tra i Paesi latinoamericani più ricchi di storia, occuperà una superficie circa pari a 470 mila metri quadrati, ed è progettato per essere l’aeroporto più sostenibile al mondo, candidato alla LEED Platinum certitifcation.

Fonte: Archiportale

Calcestruzzo: materiale per edifici alti, ovvero lo Scienziato e l’Artista

calcestruzzoIl futuro degli edifici alti è il calcestruzzo, materiale vivo e muscolare necessario per questa tipologia di costruzioni. Questo, in estrema sintesi, il pensiero del prof. ing. Franco Mola, docente di Teoria e Tecnica delle Costruzioni in Calcestruzzo Armato e Calcestruzzo Armato Precompresso presso il dipartimento di Ingegneria strutturale al Politecnico di Milano.
La scorsa settimana, il prof. Mola ha tenuto un seminario presso la sede dell’ATECAP, l’associazione tecnico-economica del calcestruzzo preconfezionato, dedicato agli edifici alti, in cui ha ripercorso la storia di questa tipologia di strutture dall’800 ai giorni nostri.
Dire Edifici Alti, è bene ricordarlo, significa riferirsi a un concetto relativo, visto e considerato che l’evoluzione tecnologica ha portato a creare strutture di altezze sempre maggiori.
Gli esempi più citati hanno riguardato le città di New York e Dubai, con i loro rispettivi record di costruzione, fino a concentrare l’attenzione sulla storia italiana delle edificazioni verso l’alto che prende avvio dall’esperienza del grattacielo Pirelli, registrato negli anni ’60 come l’opera più alta al mondo realizzata interamente in calcestruzzo armato.
Il calcestruzzo per edifici alti, gli aspetti tecnici
L’intervento del prof. Ing. Mola si è anche concentrato sugli aspetti squisitamente tecnici legati al calcestruzzo, materiale principe per la realizzazione degli edifici alti.
Il pompaggio del calcestruzzo, per esempio. Mola ha infatti ricordato come il salto tecnologico vissuto dal materiale abbia reso oggi possibile effettuare getti fino ad altezze di un chilometro. Ed ecco perché Mola ha parlato della necessità di grande sinergia tra tecnologi e strutturisti nella progettazione del materiale.
Mentre, ha aggiunto Mola, Il progettista è lo scienziato che studia al dettaglio l’opera e chi getta il calcestruzzo l’artista che può darne vita.
Scivolando nei territori più squisitamente relativi al materiale principe per gli edifici alti, è stato più volte ricordato che il calcestruzzo è un materiale “vivo” necessario per la “muscolatura” di questa tipologia di opere.
Calcestruzzo e acciaio: nel confronto vince il primo
Da qui le caratteristiche vincenti del calcestruzzo nei confronti dell’acciaio: mentre è possibile progettare e realizzare un’opera interamente in calcestruzzo, al contrario non è pensabile una stessa opera interamente in acciaio.
Un altro elemento vantaggioso del calcestruzzo rispetto all’acciaio è inoltre il suo costo inferiore. È stato anche ricordato come la città di Milano, nell’arco degli ultimi 10 anni, abbia cambiato volto, grazie a edifici come Palazzo Lombardia e il Bosco Verticale, nella cui opera il calcestruzzo diventa “friendly”.

Fonte: Ingegneri.cc

Per la prima volta in Italia: Architect@Work

architect_et_work_420x270A seguito dell’eccezionale successo in Belgio (Kortrijk e Liegi), Paesi Bassi (Rotterdam), Francia (Parigi, Marsiglia, Lione, Nantes), Germania (Düsseldorf, Stoccarda e Berlino), Inghilterra (Londra), Svizzera (Zurigo) e Lussemburgo, ARCHITECT@WORK continua la sua espansione europea raggiungendo finalmente l’Italia, dove la prima edizione si svolgerà il 19 e 20 novembre 2014 al MiCo – Fiera Milano Congressi dalle 13:00 alle 20:00.
Grazie all’originale formula e al grande focus sull’innovazione, ARCHITECT@WORK è un evento unico nel suo genere. Prima di tutto colpisce l’aspetto esteriore della manifestazione. Tutti gli espositori – produttori o distributori di materiali, prodotti e servizi per la costruzione – dispongono di stand uniformi allineati in uno spazio accogliente e moderno, con salottini e zone lounge, catering di qualità e in generale un’atmosfera informale di vero e proprio forum con i visitatori. Soltanto architetti, designer, ingegneri e altri professionisti del settore vengono invitati a visitare l’evento, tramite un sistema di preiscrizione personalizzato.
Oltre alla forma originale di queste giornate di incontro, il fattore decisivo per il successo di ARCHITECT@WORK rimane comunque nei contenuti, in particolare il focus sull’innovazione. Ad ARCHITECT@WORK è possibile presentare soltanto prodotti lanciati da poco e nuovi rispetto all’offerta precedentemente sul mercato. Tutte le domande di partecipazione vengono sottoposte all’attenzione di un comitato tecnico costituito da architetti e architetti d’interni. Il comitato seleziona i prodotti esclusivamente in base alla loro reale natura innovativa rendendo così ARCHITECT@WORK un evento di assoluto interesse.

Fonte: Archinfo.it

 

 

Neri: tre generazioni per la ghisa, un passato che guarda al futuro

neriC’è un posto in Italia dove il passato acquista il sapore del futuro. A Longiano, in provincia di Forlì. Qui a distanza di pochi chilometri, ci sono due musei che tutto il mondo ci invidia, frutto di passione, di ricerche, di studio, di documentazione, ad opera di tre generazioni di una famiglia di imprenditori. Sì, perché questi due gioielli che ci introducono al profumo di passeggiate in viali alberati o di salotti all’aperto, di giardini dal lento scorrere di gusto proustiano, o ancora alle atmosfere patinate di piazze e centri storici, di edicole dove echeggiano ancora i concerti della domenica, di suggestivi attraversamenti di ponti, o strusci festivi lungo i viali delle città dove i fidanzatini si lanciavano occhiate furtive, o innocenti giochi d’acqua di bimbi nelle fontane comunali, sono dedicati alla Ghisa, protagonista assoluta delle cartoline fin de siecle, di decori urbani che segnavano l’affermarsi di una nuova borghesia, di lampioni che illuminavano e sottolineavano il carattere dei centri storici, e che oggi è ritornata di gran moda.
Tutto merito dell’amore di una famiglia, i Neri di Longiano, per questo materiale bollato agli inizi dell’Ottocento come “ferraccio”, per la minore qualità e la peggiore lavorabilità rispetto all’acciaio dolce, che al suo apparire fu usato per cannoni e palle di cannone per poi divenire il simbolo della trasformazione del volto delle città che si sviluppavano per effetto dell’industrializzazione. E sì perché tre generazioni di Neri, Domenico, classe 1924, il fondatore della dinastia, Antonio, classe 1951, il figlio che ha aperto l’azienda di famiglia all’internazionalizzazione e Isacco, classe 1977, ultimo arrivato sulla scena, ma con le idee ben chiare sulle strategie future, si sono dedicate anima e corpo alla lavorazione e poi al restauro di questo materiale che “fa parte a pieno titolo di quel grande museo che è la città – ama ripetere Antonio – museo inteso nel suo significato originario di “casa delle muse”, luogo fisico e mentale per l’ispirazione, per pensare al futuro, e spazio per l’armonia collettiva.

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Fonte: Il ghirlandaio

Milano Design Film Festival, l’evento a Roma e Venezia

SAVE-THE-DATE_Milano-Design-Film-Festival-@RomaGiovedì 19 giugno il Milano Design Film Festival ha riscosso grande successo a Parigi, ma ora è il turno di altre due tappe importanti e interessanti nella nostra amata Italia: Roma e Venezia. La prima tappa sarà l’Università IUAV di Venezia, dove saranno presentati otto film inerenti l’ambito W.A.V.E. 2014, un appuntamento annuale di workshop internazionali promossi dalla facoltà. L’evento inizierà il 1 luglio e proseguirà per sei serate dedicate a Raccontare l’architettura. Di seguito, l’elenco dei temi per ogni appuntamento:

  • la forza dell’inchiesta audiovisiva. L’uomo e la città;
  • documentare il contesto. L’architettura dell’incompiuto;
  • la terza dimensione. Ricostruire un edificio nella mente attraverso le immagini;
  • dal piccolo al grande. Sintetizzare la storia. Cosa conservare?;
  • fermo immagine sulla storia. Immaginare il futuro con l’architettura;
  • il racconto personale. Biografia di opere e vita di un progettista.

Si prosegue con l’evento a Roma, nella piazza del MAXXI il 2, 9 e 16 luglio, dove sarà presentata la rassegna Esempi di Peso. In occasione delle serate all’aperto saranno presentate le biografie di Carlo Scarpa, Ron Gilad e Charles & Ray Eames e una lettura molto interessante esibita tramite alcune opere pubbliche mai terminate in Sicilia. Le tre serate saranno introdotte dalle curatrici Silvia Robertazzi e Antonella Dedini, dal direttore del MAXXI Architettura Margherita Guccione, dai registi Benoit Felici e Francesca Molteni, dalla curatrice Design del MAXXI Architettura Domitilla Dardi e dal design Ron Gilad.
Un piccolo viaggio alla ricerca dei migliori documentari in grado di esprimere al meglio l’architettura e il design, cercando di dare il via a una comunicazione più rapida, empatica e di forte impatto emotivo. Ricordiamo a tutti gli appassionati di non perdere l’evento a Pechino, che si terrà durante la Beijing Design Week dal 24 al 30 settembre e la seconda edizione del Milano Design Film Festival all’Anteo spazioCinema di Milano dal 9 al 12 ottobre 2014.

Fonte: Designer Blog

Il Museo Novecento di Firenze ha aperto i battenti

novecentoHa aperto i battenti martedì 24 giugno il Museo Novecento di Firenze, realizzato dopo quasi mezzo secolo di proposte e progetti. Sede del museo è l’antico Spedale delle Leopoldine in Piazza Santa Maria Novella. Il complesso monumentale è stato recuperato grazie a un lungo e delicato lavoro di restauro, curato dal Servizio Belle arti del Comune di Firenze grazie al determinante contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Suddiviso in 15 ambienti espositivi, il nuovo museo fiorentino ospita una collezione di circa 300 opere,organizzate ‘a ritroso’, in un percorso che dal 1990 risale fino ai primi anni del cosiddetto ‘secolo breve’. Da De Chirico a Morandi, da Emilio Vedova a Renato Guttuso, fino alla sezione fiorentina alla Biennale di Venezia, il Museo Novecento unisce in sé due nature: di museo civico, attraverso un racconto che lega le collezioni civiche del Novecento alla storia della città, e di museo ‘immersivo’, andando a integrare il patrimonio cittadino con testimonianze delle vicende artistiche nazionali e internazionali, che hanno segnato il territorio dalla seconda metà degli anni Sessanta.
Il museo espone una parte delle collezioni del Comune, unita a opere e documentirelativi agli ultimi decenni, concessi in comodato da artisti, collezionisti ed enti, che hanno sostenuto la nascita di questa nuova istituzione. Le sale dedicate alle collezioni comunali mostrano a rotazione le numerose donazioni di artisti e collezionisti pervenute grazie all’appello fatto dal critico Carlo Ludovico Ragghianti a seguito dell’alluvione del 1966, tra cui la prestigiosa collezione Alberto Della Ragione.
Ordinato in senso cronologico, tematico ed interdisciplinare, in un percorso che affianca alle opere postazioni multimediali, dispositivi sonori e sale video, il Museo Novecento offre finalmente al pubblico la vibrante rappresentazione di quel irripetibile stagione artistica che per tutto il secolo scorso vide Firenze al centro della scena culturale nazionale ed internazionale.

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Fonte: Ingegneri.info

La casa-sasso vince La Ceramica e il progetto

panariaSi trova in provincia di Bologna, ha la forma asimmetrica ed è interamente rivestita di piastrelle Panaria. Premiata da Confindustria Ceramica.

A vederlo dall’esterno, sembra un enorme sasso. Poi, basta avvicinarsi, e notare una porta, poi un ingresso, poi una stanza, poi una casa: si chiama Acupuncture#2, l’abitazione “rocciosa” in provincia di Bologna. La casa, davvero originale, per la forma asimmetrica e per i materiali impiegati, è stata insignita del primo premio di La Ceramica e il progetto, il concorso di architettura dell’industria ceramica italiana. La residenza è interamente rivestita con piastrelle, nel dettaglio piastrelle Panaria Doghe di Quercia Perlata deck 15 per cento 60,3 centimetri, nel progetto dell’architetto Simone Gheduzzi.

La premiazione, avvenuta il 23 giugno alla Casa dell’architettura di Roma, ha visto anche altre premiazioni: per la categoria Commerciale Hospitality, il premio è andato a Davor Popovic per il progetto Golden Ray Luxury Villas (Croazia) realizzato con piastrelle Cotto D’Este, mentre due menzioni vanno al Nuovo Centro Benessere Pietre Gemelle Alta Valsesia – Riva Valdobbia (Vercelli), realizzato da Gavinelli Architettura con piastrelle Florim e Marazzi e alla Riqualificazione della Pizzeria Pupetta (Vercelli) che ha visto l’utilizzo di piastrelle Viva Ceramiche da parte dello Studio Rosso Fornaro e Luca Grignola.

Per la categoria istituzionale, invece, il primo premio va allo studio Isolarchitetti per il Museo delle Antichità Egizie di Torino realizzato con piastrelle Keope, mentre la menzione alla Cornice Contemporanea realizzata a Castelmassa (Rovigo) con piastrelle Laminam dallo studio dare-architettura. In ambito residenziale, oltre al primo premio della casa-sasso, la menzione al progetto residenziale Palazzo Bellotti – una casa del futuro per abitare la storia di Fidenza realizzato con piastrelle Mutina ad opera degli studi di architettura degli architetti Paola Faroldi, Giovanni e Simona Rossi.

Fonte: Casa & Design

Brasile 2014, gli stadi: l’Arena Pernambuco di Recife

second_23693_arenapernambucoTra le città brasiliane scelte come sedi dei match del mondiale di calcio Fifa in Brasile, Recife è tra quelle che vantano una storia calcistica più antica. Capitale dello stato del Pernambuco, la città ospita i match del centenario club Sport, del Santa Cruz e del Nautico. Nel 1950, inoltre, il vecchio stadio Ilha do Retiro ospitò una delle gare dell’altro mondiale svoltosi in Brasile (vinto dall’Uruguay contro i padroni di casa).

Per i campionati del 2014 Recife è stata dotata di uno stadio nuovo di zecca, l’Arena Pernambuco, situata non in centro città ma a Sao Lourenco da Mata, nell’area metropolitana, a 19km dall’aeroporto internazionale Guararapes. La struttura è stata pensata come principale catalizzatore di una nuova area urbana, a forte espansione ma caratterizzata da livelli economici disagevoli. Proprio per questo è stata integrata in un complesso più ampio che include ristoranti, centri commerciali e multiplex cinematografici, e che si stima porti un aumento di circa 5mila abitazioni nel circondario.

Il progetto dell’arena è stato firmato dallo studio Fernandes Arquitectos Associados, già responsabile del progetto per il nuovo Maracanã a Rio de Janeiro, dove sarà ospitata la finale del campionato. Un tratto fortemente distintivo dell’arena sono le ampie rampe posizionate nei quattro angoli della struttura, scelta che da un lato accentua il dinamismo delle forme geometriche, e dall’altro crea un singolare contrasto tra la fluidità morbida del ‘guscio’ delle tribune e degli spalti e la rigidità angolare del cemento scelto per realizzare queste strutture.

La struttura è in grado di ospitare circa 42.600 spettatori. Tra le ulteriori caratteristiche architettoniche, spicca il rivestimento in Efte, il rivoluzionario materiale plastico già applicato in modo pionieristico per l’Allianz Arena, sede dei match del Bayern Monaco. A livello energetico lo stadio impiega speciali generatori di nuova generazione a gas con tecnologia Bosch Buderus; è stata installata inoltre una centrale solare in grado di produrre fino a 1 megawatt di energia.

La realizzazione del progetto è stata piuttosto travagliata: lo stadio doveva essere completato in circa due anni e mezzo, con consegna prevista a dicembre 2012, ma di fatto è stato ultimato giusto in tempo per la Confederations Cup di un anno fa. Per i costi, si parla di circa 530 milioni di real, circa 175 milioni di euro.

Fonte:Ingegneri.info

PIDA – Premio Internazionale Ischia di Architettura 2014

pida concorso internazionale di architetturaIl concorso dedicato agli Alberghi e alle SPA più belle del mondo.

Al via la settima edizione del PIDA – Premio Internazionale Ischia di Architettura, nato con l’ambizione di diventare il premio di riferimento per gli alberghi e le SPA più belle del mondo. Anche quest’anno gli architetti, i designer, i progettisti sono chiamati a confrontarsi sul tema impegnativo dell’ “Architettura dell’Ospitalità”.
I premi della settima edizione si sono moltiplicati e diversificati in:
– Premio PIDA Alberghi e SPA (opere realizzate);
– Premio PIDA Concept Alberghi e SPA (opere non realizzate);
– Premio PIDA Ottagono (l’albergo del 2030 che rispecchi i principi enunciati nel tema dell’EXPO 2015);
– Premio PIDA CasaClima (l’albergo che rispetti l’ambiente);
– Premio PIDA Analist (il premio sugli alberghi dato da una giuria popolare che vota il suo progetto preferito su Facebook).

Il PIDA, in coerenza con il tema del prossimo Expo2015, si pone una domanda, semplice e complessa al tempo stesso: “È possibile assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile?”. Da tale riflessione, incentrata sulla sostenibilità applicata all’alimentazione, nasce il tema della sezione del premio “PIDA Ottagono”: è necessario, infatti, immaginare attraverso un concept il modello ideale di albergo che, nell’orizzonte 2030, riesca a soddisfare il quesito sopraenunciato, riunendo al proprio interno almeno 100 posti letto, SPA, ristorante, palestra, piscina e centro congressi per 200 persone.

La scadenza per la inoltrare la propria candidatura è fissata per il 22 giugno 2014.

Il 4 luglio la graduatoria dei vincitori sarà comunicata su sito istituzionale: i primi tre classificati, però, saranno svelati soltanto nella cerimonia di premiazione finale il 25 luglio.

Questi i premi in palio:
1° classificato sezione Premio PIDA “Alberghi” = € 3.000;
1° classificato sezione Premio PIDA “SPA”= € 1.000;
1° classificato sezione Premio PIDA “Concept Alberghi”= € 1.500;
1° classificato sezione Premio PIDA “Concept SPA”= € 500;
1° classificato sezione Premio PIDA “Ottagono” = € 1.000, un abbonamento al magazine e la pubblicazione del progetto;
1° classificato della sezione Premio PIDA “CasaClima”: corso base + corso avanzato CasaClima;
2° classificato della sezione Premio PIDA “CasaClima”= corso base CasaClima +2 testi+abbonamento per un anno alla rivista ufficiale;
3° classificato della sezione Premio PIDA “CasaClima”= corso base CasaClima;
1° classificato della sezione PIDA Analist: software e formazione tecnica in materia di risparmio energetico per un controvalore di € 2.000;
2° e 3° classificato di tutte le sezioni= attestato di riconoscimento PIDA.

Fonte:  EdilPortale

L’edificio salubre: la traspirazione dell’involucro per evitare le condense

tetto-in-legno_ok La regolazione del flusso di vapore acqueo e la tenuta ermetica all’aria sono fattori fondamentali per evitare la formazione di condensa interstiziale all’interno dell’isolamento termico di tetti e pareti: ciò può essere facilmente realizzato mediante l’applicazione di schermi e membrane traspiranti (Smt).

La permeabilità all’aria regola la modalità e la quantità di aria che fluisce attraverso un sistema costruttivo. Questo concetto viene spesso confuso con la traspirazione che invece regola la capacità e la velocità di smaltimento del vapore acqueo attraverso gli strati funzionali di tetto e pareti.
L’aria calda può contenere più vapore acqueo dell’aria fredda prima di raggiungere il livello di saturazione e condensare: se in un edificio sussistono i presupposti per cui dell’aria calda e umida possa passare in modo diretto verso gli strati esterni più freddi, il rischio di condensa diventa sostanzialmente inevitabile.
L’aria calda che dall’interno si disperde in modo incontrollato attraverso il tetto (per convezione) si raffredda e l’umidità in essa contenuta, condensandosi, ristagna e danneggia l’isolamento.
La quantità di condensa generata può facilmente far perdere, anche drasticamente, le prestazioni termiche dell’isolamento soprattutto per i materiali fibrosi come lane o pannelli in fibra di legno, oggi sempre più utilizzati.
Questo fenomeno risulta ancora più evidente e rischioso nell’ambito di costruzioni «leggere» come tetti in legno o sistemi costruttivi a secco che non venissero opportunamente protetti.

La regolazione del flusso di vapore acqueo e la tenuta ermetica all’aria diventano quindi fattori fondamentali per evitare la formazione di condensa interstiziale all’interno dell’isolamento termico di tetti e pareti: ciò può essere facilmente realizzato mediante l’applicazione di schermi e membrane traspiranti (Smt).

La combinazione di uno schermo freno vapore posato sotto l’isolamento termico e di una membrana altamente traspirante/traspirante al di sopra come strato di protezione sottotegola consente di prevenire l’insorgere di fenomeni di condensa. Lo schermo freno vapore regola il quantitativo di vapore acqueo che passa nell’isolante ed evita che possa raggiungere i livelli di saturazione anche a causa di una diminuzione di temperatura, la membrana altamente traspirante/traspirante consentirà il suo rapido smaltimento attraverso la camena di ventilazione.
Questo sistema garantirà il mantenimento delle caratteristiche termiche, delle prestazioni e la protezione a lungo termine del coibente.
Il posizionamento di Smt è una condizione necessaria ma non sufficiente per un lavoro realizzato a regola d’arte: sarà infatti necessario garantirne l’ermeticità in tutti i punti di discontinuità come ad esempio gli elementi passanti (tubi, camini, abbaini) nei raccordi, sovrapposizioni o perforazioni.
Se gli elementi costitutivi il sottotetto non garantiscono la tenuta ermetica, la differenza di pressione tra l’ambiente interno ed esterno l’abitazione causa una fuoriuscita/ingresso d’aria con conseguente:
1. Ingresso di calore d’estate.
2. Condensa in inverno quando l’aria interna più calda si raffredda negli strati esterni del tetto.
3. Condensa in estate, ove l’aria esterna calda umida incontra aria più fredda nell’ambiente climatizzato.
4. Riduzione drastica delle prestazioni dell’isolamento termico.
5. Ingresso di polvere e sporcizia nel sottotetto.
6. Insorgenza di muffe e inestetismi negli elementi di finitura.
7. Riduzione del comfort interno per gli spifferi dovuti al vento.
8. Aumento del dispendio energetico sia estivo sia invernale.
9. Passaggio di rumore.
La perfetta tenuta ermetica degli Smt può essere facilmente realizzata tramite bande adesive, colle e guarnizioni compatibili consigliate dai produttori.

Fonte: EdiliziaNews

Boxed Architecture: spazio al negativo e spazio nascosto

h_39189_02Architettura ‘inscatolata’ in cui i confini si dissolvono giocando con i sensi

Architettura “inscatolata”, spazi che chiudono altri spazi, confini che si dissolvono giocando con i sensi. Architettura al confine, in forte contrasto tra edifici commerciali e territori coltivati: Boundary House è un’architettura al confine, un edificio che s’inserisce al margine tra due realtà – il centro urbano e la campagna – talmente diverse da influenzarne i caratteri.

Una stuttura a labirinto e lucernari disposti sul tetto: l’idea progettuale dell’Atelier Tekuto integra pienamente architettura e natura, sfumando il confine tra interno ed esterno attraverso la costruzione di uno spazio che stimola i cinque sensi e permette di godere della percezione di un’assenza di confini tra le due distinte realtà. Tutte realizzate in legno, le pareti son state trattate in modo da assumere lo stesso aspetto sia all’interno che all’esterno, rafforzando il concetto di continuità degli spazi inscatolati ed assumendo un ruolo fondamentale nella composizione.

All’interno della grande sala d’ufficio, sette scatole con un lato lasciato semi-aperto: così lo studio giapponese Nendo pensa a Spicebox, sede di un’agenzia digitale, traducendo nella progettazione degli interni il significato stesso del nome della ditta, che trova nel gesto di apertura di una scatola un vero e proprio segno di riconoscimento. Ogni scatola è “aperta” in modo differente, collegando delicatamente l’interno con l’esterno e plasmando la visuale per creare un’esperienza spaziale in cui ogni scatola si rivela camminando all’interno della stanza.

Gli ingressi creati dalle “pareti rovesciate” trasformano lo spazio attorno ad ogni scatola in un angolo in cui è possibile sia l’interazione aperta che la disposizione celata di elementi funzionali utili allo svolgimento delle attività d’ufficio. Il concept della scatola come contenitore dunque si evolve per diventare da elemento chiuso a spazio di connessione ed unificazione in un unico grande ambiente.

Fonte: ArchiPortale

Il museo sospeso sull’acqua di Renzo Piano

 

Santander, il progetto

La mostra inaugurale sarà dedicata a Carsten Holler.

Conto alla rovescia a Santander per il progetto spagnolo di Renzo Piano, il Centro de Arte Botin. La data di inaugurazione non è stata ancora annunciata, ma un primo step ci sarà il 22 luglio e riguarderà i Jardines de Pereda, per i quali è già pronto un programma culturale per agosto e settembre. ”Sarà come sospeso sull’acqua – ha detto Piano – libero da ogni barriera reale che impedisca l’accesso alle persone”. La mostra inaugurale sarà dedicata a Carsten Holler.
Direttore artistico sarà Benjamin Weil, supportato da una commissione presieduta da Vicente Todolì.
Il centro, che cambierà il volto di Santander un po’ come è stato in passato per Barcellona o Bilbao, sorgerà sul molo di Albareda, nel cuore della baia, e occuperà una superficie di 7mila metri quadri con un investimento di 80 milioni di euro (di cui 15 per il tunnel che collega il centro ai Jardines de Pereda, e altri 15 per rimodellare i giardini stessi) e 12,5 milioni annui per la programmazione. Una grande agora’ ”per l’arte, la cultura, la musica, la lettura e l’educazione”, con la vocazione di diventare uno dei maggiori poli culturali europei. Progettato in collaborazione con lo studio di Luis Vidal, e sviluppato su due volumi, il Centro avra’ una galleria espositiva su 2500 metri quadri nell’ala ovest, mentre l’ala est sara’ dedicata ad attivita’ educative, multiculturali, seminari con un Auditorium da 300 posti, con una vetrata di 200 metri quadrati affacciata sul Cantabrico, completamente apribile. Una parte del complesso entrera’ direttamente nel mare.

Fonte: ANSA

Tecnica e tecnologie: sistemi a secco e isolante minerale

picture-32872-zoomIl parco dei Mulini di Lugo, a Ravenna, è il primo housing sociale in Italia ad aver ottenuto la certificazione «Green Building Council Italia» per il «Gbc Home», grazie alle soluzioni Gyproc e Isover Saint-Gobain.

Il complesso residenziale «Parco dei mulini» è una suggestiva iniziativa immobiliare di housing sociale che sorge all’interno di un grande parco, delimitato dall’antico canale dei Mulini e caratterizzato dalla presenza del cosiddetto «Ponte delle Lavandaie», interessante opera storicomonumentale risalente al 1600 e tuttora in buono stato di conservazione.
Rappresenta inoltre il primo intervento in Italia ad aver ottenuto la prestigiosa «Green Building Council Italia», protocollo dedicato all’edilizia residenziale e nato per verificare e premiare i cantieri più attenti agli aspetti sostenibili, dal risparmio di energia e di acqua potabile all’isolamento termoacustico e, più in generale, al comfort abitativo degli edifici.
Il riconoscimento di Gbc Italia poggia le basi anche sull’adozione, sia in fase progettuale sia realizzativa, di alcune soluzioni Saint-Gobain.

La tecnologia

È stata utilizzata la nuova tecnologia dei sistemi a secco Habito activ’air di Gyproc Saint-Gobain, in grado di assicurare ottimali performance sia nella rapidità d’installazione e versatilità progettuale, sia per la qualità dell’aria all’interno degli ambienti. Per le sue prestazioni termo-acustiche è stato scelto l’isolante minerale Par G3 touch, di Isover Saint-Gobain, concepito per l’isolamento dei sistemi a secco, idrorepellente e trattato con resina termoindurente a base di componenti organici e vegetali, per offrire protezione in termini di isolamento e protezione dal fuoco.

L’intervento

Tutti gli alloggi, certificati in classe energetica A, sono stati progettati per rispondere alle diverse esigenze degli utenti finali e sono disposti in funzione dell’esposizione solare. Questo nuovo complesso è stato realizzato con l’ausilio della tecnica costruttiva «Easy building system» (Ebs), brevettata dalla società Cogefrin e contraddistinta da una serie di accorgimenti progettuali che consentono d’ottenere edifici ecocompatibili ed efficienti dal punto di vista energetico.
L’obiettivo consiste nel promuovere il controllo e la diminuzione dello sfruttamento delle risorse ambientali, attraverso l’applicazione di processi produttivi a basso consumo energetico e con ridotte emissioni di anidride carbonica, nonchè l’impiego di materiali sostenibili che rendono possibile la reversibilità degli interventi.

L’Isolamento

Il sistema Habito activ’air per le pareti interne, le contropareti e i divisori tra appartamenti, è una soluzione costruttiva che unisce flessibilità nella posa in opera e prestazioni in termini di benessere abitativo, grazie all’abbinamento di lastre speciali Gyproc Habito 13 activ’air e Rigidur H con i pannelli in isolante minerale Isover Par G3 touch che, posti nell’intercapedine delle strutture metalliche, garantiscono isolamento acustico e sicurezza al fuoco.
Habito activ’air è stato studiato per purificare gli spazi domestici in modo continuo e duraturo: è in grado di captare il 70% dei Voc (Composti organici volatili) contenuti nell’aria degli ambienti chiusi, innescando una reazione chimica che trasforma la formaldeide e gli aldeidi in composti inerti non più pericolosi.

I materiali

Nel cantiere sono state impiegate le soluzioni Gyproc e Isover Saint-Gobain. Habito activ’air è la lastra di tipo speciale con incrementata densità del nucleo, il cui gesso è additivato con fibre di vetro. Tali caratteristiche conferiscono durezza superficiale e resistenza meccanica. La tecnologia activ’air del sistema Habito migliora la qualità dell’aria all’interno degli ambienti neutralizzando la formaldeide. Gyproc Rigidur H è la lastra di tipo speciale in gesso fibrato, a base di gesso, fibre cellulosiche ed additivi minerali. Adatta per la realizzazione di pareti divisorie con resistenza agli urti, intonaci a secco, contropareti su struttura e controsoffitti di coperture a falda. È ecologica secondo certificato IbrInstitut fur Baubiologie Rosenheim. Isover Par G3 touch è il pannello arrotolato in isolante minerale G3 touch, concepito per l’isolamento termoacustico dei sistemi a secco, idrorepellente e trattato con resina termoindurente a base di componenti organici e vegetali, per isolamento e protezione dal fuoco. Questa soluzione permette gradevolezza di posa per gli applicatori, grazie al rivestimento su una faccia con velo di vetro «Soft touch», brevetto internazionale di Saint-Gobain.

Chi ha fatto Cosa

Committente
Parco dei Mulini srl, Lugo
Progetto e direzione lavori
Studio Conti e Galegati architetti associati, Lugo
Impresa esecutrice
Cogefrin spa
Castel Maggiore (Bo)

La certificazione Gbc Home

L’impegno di Gbc Italia, dopo aver realizzato una versione per il mercato nazionale del protocollo Leed
2009 Nuove costruzioni e ristrutturazioni, è stato quello di produrre uno strumento che si rivolgesse al mercato residenziale. Si tratta di un prodotto a marchio Gbc Italia, che ha preso come punto di partenza «Leed for homes», ma che è stato sviluppato considerando le caratteristiche abitative e le diversità nel modello costruttivo proprie della realtà italiana. Gbc Home vuole promuovere la salubrità, la durabilità, l’economicità e le migliori pratiche ambientali nella progettazione e nella costruzione degli edifici.

Fonte: EdiliziaNews

Alla Triennale di Milano Paulo Mendes da Rocha

b_10961_1Dal 06/05/2014 al 31/08/2014 la Triennale di Milano ospiterà la mostra dedicata a Paulo Mendes da Rocha.

La mostra vuole presentare al pubblico italiano l’opera dell’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, insignito nel 2006 del Pritzker Prize per l’architettura e tra le massime figure dell’architettura contemporanea.

L’esposizione cerca di collocare nella storia la produzione architettonica di Mendes da Rocha facendo emergere alcuni temi ricorrenti, utili a mettere in luce la rilevanza della sua opera.

Partendo da alcuni concetti cardine, alla base della produzione dell’architetto – che l’architettura sia il luogo deputato a operare un’ampia trasformazione del territorio, a modificare la topografia e a veicolare cambiamenti di tipo infrastrutturale – la mostra racconta come Mendes da Rocha si sia confrontato con le varie tipologie architettoniche e quali siano i suoi interessi e i suoi principi di progettazione attraverso un percorso tematico.

Grande attenzione è rivolta ai disegni: non solo agli impeccabili disegni tecnici dei progetti o agli schizzi a fondamento di questi progetti, ma anche ai disegni, sinora rimasti ignorati, su temi svariati, apparentemente lontani dall’architettura.

Ai disegni si affiancano le fotografie, tanto quelle d’epoca quanto quelle realizzate negli ultimi anni appositamente per la monografia, a cura di Daniele Pisani, pubblicata da Electa.

Saranno presenti anche alcuni plastici delle sue opere, tanto quelli d’epoca quanto quelli, fatti di semplici fogli di carta, che Mendes da Rocha in persona ha realizzato appositamente per la mostra.

La mostra si avvale pertanto di una notevole mole di materiali originali, provenienti in larga parte (ma non solo: un plastico e un disegno, ad esempio, sono stati concessi in prestito dal Centre Georges Pompidou) dallo studio dell’architetto: 150 tra foto d’epoca, documenti, volumi dello studio e riviste d’epoca; oltre 200 disegni, compresi schizzi di piccolo formato; una decina di plastici; disegni digitali; foto attuali; una serie di video girati appositamente per la mostra; una serie di poltroncine Paulistano.

Fonte: ArchiPortale