Archivio della categoria ‘TECNOLOGIA’

Bookstreams come Amazon, l’eBook si legge in streaming

bookMENTRE AMAZON mette a punto la sua strategia di abbonamento agli eBook, con il servizio Kindle Unlimited già avviato negli Stati Uniti, un nutrito gruppo di piccoli editori italiani vara un’iniziativa molto simile: Bookstreams. È certamente azzardato mettere a confronto un gigante come Amazon con le 29 formichine che hanno dato vita allo store online ma, talvolta, anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano. Intanto, come orgogliosamente sottolineano i promotori, Bookstreams è “una vera e propria libreria di selezione. Le proposte messe in evidenza nella vetrina virtuale, infatti, non sono generate automaticamente da algoritmi, ma dall’esperienza di librai”.

Bookstreams si ispira a quanto è accaduto nel mondo della musica: Spotify, Deezer, Google Play Music, Rdio, eccetera. Libri come brani musicali? Quel che oggi desta perplessità, domani potrebbe essere più che normale. Gli ideatori di Bookstreams ne sono convinti: “Nel mondo della musica tutto questo era già avvenuto mentre il mercato dell’editoria cercava di far proprie le esperienze maturate in altri mercati dei contenuti digitali che l’avevano preceduto. Secondo noi i motivi che hanno portato l’industria della musica digitale verso lo streaming e i suoi modelli di business, persistono anche oggi nel mondo dell’editoria”.

Bookstreams è la prima piattaforma italiana a offrire abbonamenti per la lettura in streaming di eBook, oppure il download nei formati Epub e Mobi/Kindle della maggior parte dei titoli in catalogo. Invece di scaricare e possedere i prodotti sul computer, si acquista l’accesso per leggere quando si vuole in streaming i libri inclusi nell’abbonamento a scelta tra i 3 disponibili: 4,99, 7,49 e 9,99 euro mensili.

Come funziona Bookstreams?

Fonte: Repubblica.it

Riabilitazione: a Bosisio si testa una nuova tecnologia made in USA

tecnologiaProseguono all’IRCCS Medea di Bosisio le collaborazioni internazionali finalizzate alla riabilitazione in età evolutiva. Dopo il Grail, Gait Real-time Analysis Interactive Lab arrivato dall’Olanda e inaugurato il mese scorso, sarà la volta di un dispositivo per biofeedback basato su elettromiografia (EMG), ideato da Terence Sanger, professore associato di Ingegneria Biomedica, Fisioterapia e Neurologia Infantile presso la University of Southern California (USC).
Si tratta di un oggetto portatile per elettromiografia che emette una vibrazione cutanea proporzionale all’attivazione di un particolare muscolo, fornendo così al paziente informazioni utili in tempo reale. Il dispositivo è costituito da due elementi: un terminale per la rilevazione dell’attività elettromiografica e per la generazione di uno stimolo somatosensoriale proporzionale, e un blocco di controllo formato da un microcontrollore e circuiti di amplificazione e filtraggio. Il dispositivo può essere usato nella vita quotidiana ed ha ottenuto risultati importanti in uno studio a lungo termine condotto negli Stati Uniti con bambini affetti da paralisi cerebrale infantile.
Il dispositivo verrà testato nell’ambito di un progetto in collaborazione con il Dr. Sanger, il Politecnico di Milano e l’IRCCS Medea con l’obiettivo di studiare potenziali benefici sull’apprendimento motorio in bambini affetti da distonia secondaria.

Fonte: Lecco notizie.com

L’edificio salubre: la traspirazione dell’involucro per evitare le condense

tetto-in-legno_ok La regolazione del flusso di vapore acqueo e la tenuta ermetica all’aria sono fattori fondamentali per evitare la formazione di condensa interstiziale all’interno dell’isolamento termico di tetti e pareti: ciò può essere facilmente realizzato mediante l’applicazione di schermi e membrane traspiranti (Smt).

La permeabilità all’aria regola la modalità e la quantità di aria che fluisce attraverso un sistema costruttivo. Questo concetto viene spesso confuso con la traspirazione che invece regola la capacità e la velocità di smaltimento del vapore acqueo attraverso gli strati funzionali di tetto e pareti.
L’aria calda può contenere più vapore acqueo dell’aria fredda prima di raggiungere il livello di saturazione e condensare: se in un edificio sussistono i presupposti per cui dell’aria calda e umida possa passare in modo diretto verso gli strati esterni più freddi, il rischio di condensa diventa sostanzialmente inevitabile.
L’aria calda che dall’interno si disperde in modo incontrollato attraverso il tetto (per convezione) si raffredda e l’umidità in essa contenuta, condensandosi, ristagna e danneggia l’isolamento.
La quantità di condensa generata può facilmente far perdere, anche drasticamente, le prestazioni termiche dell’isolamento soprattutto per i materiali fibrosi come lane o pannelli in fibra di legno, oggi sempre più utilizzati.
Questo fenomeno risulta ancora più evidente e rischioso nell’ambito di costruzioni «leggere» come tetti in legno o sistemi costruttivi a secco che non venissero opportunamente protetti.

La regolazione del flusso di vapore acqueo e la tenuta ermetica all’aria diventano quindi fattori fondamentali per evitare la formazione di condensa interstiziale all’interno dell’isolamento termico di tetti e pareti: ciò può essere facilmente realizzato mediante l’applicazione di schermi e membrane traspiranti (Smt).

La combinazione di uno schermo freno vapore posato sotto l’isolamento termico e di una membrana altamente traspirante/traspirante al di sopra come strato di protezione sottotegola consente di prevenire l’insorgere di fenomeni di condensa. Lo schermo freno vapore regola il quantitativo di vapore acqueo che passa nell’isolante ed evita che possa raggiungere i livelli di saturazione anche a causa di una diminuzione di temperatura, la membrana altamente traspirante/traspirante consentirà il suo rapido smaltimento attraverso la camena di ventilazione.
Questo sistema garantirà il mantenimento delle caratteristiche termiche, delle prestazioni e la protezione a lungo termine del coibente.
Il posizionamento di Smt è una condizione necessaria ma non sufficiente per un lavoro realizzato a regola d’arte: sarà infatti necessario garantirne l’ermeticità in tutti i punti di discontinuità come ad esempio gli elementi passanti (tubi, camini, abbaini) nei raccordi, sovrapposizioni o perforazioni.
Se gli elementi costitutivi il sottotetto non garantiscono la tenuta ermetica, la differenza di pressione tra l’ambiente interno ed esterno l’abitazione causa una fuoriuscita/ingresso d’aria con conseguente:
1. Ingresso di calore d’estate.
2. Condensa in inverno quando l’aria interna più calda si raffredda negli strati esterni del tetto.
3. Condensa in estate, ove l’aria esterna calda umida incontra aria più fredda nell’ambiente climatizzato.
4. Riduzione drastica delle prestazioni dell’isolamento termico.
5. Ingresso di polvere e sporcizia nel sottotetto.
6. Insorgenza di muffe e inestetismi negli elementi di finitura.
7. Riduzione del comfort interno per gli spifferi dovuti al vento.
8. Aumento del dispendio energetico sia estivo sia invernale.
9. Passaggio di rumore.
La perfetta tenuta ermetica degli Smt può essere facilmente realizzata tramite bande adesive, colle e guarnizioni compatibili consigliate dai produttori.

Fonte: EdiliziaNews

Con i nuovi materiali nati in Italia la casa diventa un grande pannello solare

The International Photovoltaic Power Generation Expo in JapanNon più solo i tetti, ma tutte le parti di un edificio possono diventare pannelli solari, incluse finestre e facciate, grazie a lastre di plexiglass ‘drogate’ con speciali nanoparticelle fluorescenti che catturano e concentrano la luce del sole trasformando ogni elemento architettonico in un generatore di energia pulita. Questa tecnologia, descritta su Nature Photonics, è stata messa a punto dall’Università Milano-Bicocca in collaborazione con il Laboratorio nazionale di Los Alamos negli Usa. Per catturare la luce solare senza dispersione, i ricercatori hanno sviluppato dei concentratori solari luminescenti, ovvero dei dispositivi costituiti da una lastra plastica o vetrosa nella quale sono incorporate specie otticamente attive che assorbono parte della luce solare e la ri-emettono all’interno della lastra. La luce viene quindi convogliata verso i bordi sfruttando il fenomeno della riflessione totale interna e lì viene trasformata in energia elettrica da piccole celle solari poste lungo gli spigoli.

Scegliendo in modo opportuno il grado di trasparenza ed il colore del dispositivo, è possibile trasformare delle normali finestre in elementi fotovoltaici a tutti gli effetti senza sensibili aumenti di costo.

“Questa tecnologia, di cui noi abbiamo fornito la prova di principio – spiega Sergio Brovelli, del dipartimento di scienza dei materiali dell’università Bicocca – è immediatamente scalabile per l’industria e può essere utilizzata nella green architecture e nella building sustainability. Inoltre, la possibilità di realizzare dispositivi di qualsiasi forma e colore offre nuove eccitanti opportunità nel design di elementi architettonici intelligenti”.

Fonte: ANSA

Expo 2015: un connubio perfetto tra tecnologia e ambiente per Palazzo Italia

palazzoPalazzo Italia, simbolo di Expo 2015, sarà biodinamico e “mangia-smog”.

L’innovativo progetto architettonico presentato con un’installazione all’Università Statale di Milano dallo studio Nemesi & Partners prevede la realizzazione di una struttura complessa e dinamica, ispirato alle forme naturali di una foresta ramificata.

L’aspetto più interessante dell’edificio è però il materiale con cui verrà costruito: il cemento biodinamico. Costitituito da Tx Active, un principio fotoattivo che reagendo alla luce solare è in grado di catturare piccole particelle organiche e inorganiche presenti nel contesto, questo materiale può  contribuire alla diminuzione dello smog presente in atmosfera. Il cemento biodinamico, che alla vista e al tatto sembra marmo, è stato utilizzato per la prima volta nel 1996 a Roma per la realizzazione della chiesa “Dives in Misericordia” di Richard Meier caratterizzata da tre imponenti vele bianche. Da allora la ricerca e il miglioramento dei legami tra le particelle fotocatalizzatrici che lo costituiscono non ha avuto sosta. Innumerevoli sono gli studi, le sperimentazioni e le verifiche che il Centro tecnico del Gruppo Italcementi ha condotto in collaborazione con Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), CNR (Istituto inquinamento atmosferico) e CCR (Centro comune di ricerca Ispra) apportando continuamnete nuove conferme all’efficacia di questo materiale .

Inoltre, i pannelli bio-dinamici che costituiranno la parte esterna del palazzo saranno realizzati per l’80% da materiale reciclato, conferendo alla struttura un plus valore per quanto riguarda la sua eco-sostenibilità e rafforzando così l’importanza che il reciclo ha oggi per la conservazione del nostro Pianeta.

Diana Bracco, presidente di Expo 2015 e commissario del Padiglione Italia, ha affermato che “l’Esposizione Universale del 2015 è una grande opportunità di rilancio per l’Italia, che permetterà al nostro Paese di valorizzare le nostre numerosissime eccellenze produttive, tecnologiche e scientifiche”. Per queste ragioni, portare ad un evento di tale calibro innovazioni e soluzioni proposte e brevettate da aziende interamnete italiane, qual’è Italcementi, è sicuramente un’occasione a cui il nostro Paese non può ad oggi rinunciare.

La luce che imita il sole: progetto hi tech porta raggi in stanza senza finestre

8437231dea5fe5e091a7b64c1d1095ae In una stanza senza finestre, ma con la sensazione di essere baciati dal sole: a renderlo possibile è una finestra hi-tech che, grazie all’uso di Led e nanotecnologie, riproduce gli effetti fisici e ottici della luce in natura, simulando la diffusione e la trasmissione dei raggi solari attraverso l’atmosfera.

Il progetto Coelux, finanziato dall’Unione europea con 2,5 milioni di euro, integra la tecnologia Led a risparmio energetico di ultima generazione con un sofisticato sistema ottico che impiega materiali nanostrutturati.

”Così come per la fragranza di un profumo o il colore del sole ai tropici, è difficile spiegare l’effetto benefico della percezione di spazio infinito prodotta da questa tecnologia”, dice Paolo Di Trapani, coordinatore del progetto e fisico all’università dell’Insubria a Como. ”Le evidenze raccolte durante il progetto hanno dimostrato che persino i soggetti claustrofobici si sentono felici e rilassati quando esposti alla luce di Coelux nonostante una lunga permanenza in una stanza senza finestre di pochi metri quadri”.

La tecnologia è di proprietà della società CoeLux, una spinoff informatica dell’università dell’Insubria, ed è stata concepita per il settore sanitario. Secondo i ricercatori, tuttavia, può trovare applicazione in ambito commerciale, alberghiero, museale, aeroportuale, oltre che nei trasporti metropolitani, nelle palestre, negli uffici, in ambienti produttivi industriali e anche in appartamenti seminterrati. Il lancio commerciale è previsto entro la fine del 2014.

Fonte: ANSA

Riqualificare gli edifici per una ripresa economica del Paese

 

b07a37acf57026cc82b1c977ec8ef2f7

Architetti e sindacati edili firmano protocollo

Riaprire i cantieri della riqualificazione del patrimonio edilizio e delle città è la strada prioritaria per tornare a creare lavoro, agganciare la ripresa e dare risposta ai problemi delle famiglie, sfruttando le opportunità dalle risorse previste dalla programmazione europea 2014-2020 proprio per l’efficienza energetica e le aree urbane. La pensano così gli architetti italiani – con l’Ordine di Roma e il Consiglio Nazionale – e le organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil che hanno firmato oggi a Roma il Protocollo d’Intesa sulla promozione della cultura del progetto sostenibile e dell’efficienza energetica, per la valorizzazione delle professioni e dei lavori green.

Il Protocollo prevede, inoltre, la realizzazione di progetti di formazione e di divulgazione dei criteri di efficienza e contenimento energetico per il patrimonio edilizio pubblico e privato e per la riqualificazione, la rigenerazione, la valorizzazione e l’ efficientamento energetico delle trasformazioni urbane e la riqualificazione statica e strutturale del patrimonio edilizio esistente. Investire nella rigenerazione urbana sostenibile e nelle città – che da oltre venti anni sono state private di interventi di valorizzazione rappresenta per Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil “una opportunità di promozione e di rinnovamento delle modalità di produzione, di crescita di lavoro qualificato ed innovativo anche per contribuire al riposizionamento dei professionisti, dei lavoratori e delle imprese italiane nello scenario economico nazionale, europeo ed internazionale”.

Per gli architetti italiani “le politiche di rigenerazione urbana sostenibile sono un’irripetibile ed improrogabile occasione per stimolare concretamente la riqualificazione architettonica, ambientale, energetica e sociale delle città italiane che può essere realizzata attraverso la trasformazione delle città ed il risparmio energetico”. Tra le finalità del Protocollo anche quelle di predisporre percorsi formativi e di alta specializzazione per i professionisti e i lavoratori del settore e di riconversione professionale e di promuovere presso le Amministrazioni comunali l’adozione di regolamenti edilizi sostenibili, nonché presso gli enti territoriali l’adozione di strumenti di programmazione territoriale e finanziaria e di pianificazione sostenibile.

Nel Protocollo viene anche indicato l’obiettivo di promuovere la diffusione e l’utilizzo di materiali ecocompatibili coniugati all’innovazione tecnologica nella progettazione ed esecuzione degli edifici il tutto per migliorare la qualità ambientale dei contesti territoriali e urbani oltre che l’impiego efficace ed efficiente delle risorse e delle conoscenze per la promozione, la diffusione della cultura del progetto sostenibile. Viene anche richiamato l’impegno – nell’ambito dei rispettivi obiettivi istituzionali – verso il recupero, la riqualificazione statica e strutturale del patrimonio edilizio pubblico e privato esistente, la valorizzazione immobiliare attraverso il risparmio e l’efficienza energetica, massimizzando gli effetti positivi sull’ambiente.

Fonte: ANSA

A Napoli torna Energymed, tre giorni su energia e riciclo

90f9b376ba73e5690802b3b454b7482b

Sodano, guardiamo a opportunità per ‘smart cities’.

Efficienza energetica, mobilità sostenibile, riciclo, nuove tecnologie. Questi i temi portanti della settima edizione di Energymed, la mostra-convegno organizzata dall’Anea (Agenzia Napoletana Energia e Ambiente) e che si svolgerà alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 27 al 29 marzo. Il 27 marzo è stato invitato anche il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti. La manifestazione, che rappresenta il principale appuntamento del settore dell’energia pulita del Mezzogiorno e dell’intera area del Mediterraneo, ospiterà quest’anno anche il settore della Cogeneration (tecnologia che prevede la combustione del biogas per la produzione combinata di energia elettrica e termica) e si svolge nella cornice del Salone della Responsabilità Sociale Condivisa.

Tra le principali novità di questa edizione l’evento Smart City MED, nato dall’accordo tra Comune di Napoli, Forum PA e ANEA, che contribuisce alla costruzione di un futuro smart delle città realizzando un’area dedicata alla presentazione di esperienze territoriali d’avanguardia sul tema delle Smart City, per rendere più vivibili le città con l’ausilio delle tecnologie innovative delle telecomunicazioni: “Sarà – ha spiegato il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano – un padiglione che guarda alle opportunità che le città intelligenti potranno offrire alla nostra città ed all’intero bacino del Mediterraneo”. Sono circa 200 gli espositori attesi alla Mostra d’Oltremare che, spiega il presidente della Mostra Andrea Rea “sposa il tema dell’energia sostenibile che si coniuga perfettamente con la nostra idea di un’isola green all’interno della città”.

Fonte: ANSA

Ecco le lampadine a Led del futuro

Lampadine a Led, in futuro saranno più piccole e luminose

Studio,con transistor di nitruro di gallio costeranno anche meno

Le lampadine a Led in futuro saranno più compatte e luminose, ma anche più economiche e in grado di consumare meno energia. Lo assicurano i ricercatori dell’Istituto Fraunhofer di Friburgo, che hanno messo a punto una lampadina dove il silicio dei transistor è sostituito dal nitruro di gallio.

Le Lampadine a Led non contengono sostanze nocive, consumano poca energia e durano dalle 15mila alle 30mila ore. Tuttavia hanno un punto debole: sono molto sensibili alle variazioni e ai picchi di potenza e per questo hanno bisogno di un driver che assicuri una fornitura di energia costante. Il driver, che prende la corrente alternata dalla rete elettrica di casa e la trasforma in corrente continua a un voltaggio ridotto, influenza sia il rendimento luminoso sia la durata delle lampadine.

I ricercatori hanno sostituito i transistor standard di silicio con quelli di nitruro di gallio, scoprendo che i driver sviluppati con questo semiconduttore sono risultati in grado di lavorare a corrente, tensione e temperatura più elevate.

Inoltre, la velocità di commutazione è risultata 10 volte superiore a quella dei transistor in silicio, consentendo di ridurre le dimensioni di bobine e condensatori incorporati nei driver per l’immagazzinamento dell’energia.

Grazie a questo, spiega Michael Kunzer dell’Istituto Fraunhofer, ”la lampadina a Led può diventare più economica, leggera e compatta, fornendo più illuminazione”. Se il flusso luminoso delle lampadine a Led con componenti di silicio è di mille lumen, con il nitruro di gallio si arriva a 2.900 lumen.

”Il 20% del consumo di energia a livello mondiale può essere attribuito alla luce”, sottolinea Kunzer. ”In linea di principio, maggiore è il rendimento luminoso, minore è il consumo energetico. Se si pensa che nel 2020 i Led si saranno ritagliati una quota di mercato vicina al 90%, si capisce quale ruolo possano svolgere nel proteggere l’ambiente”.

Fonte: ANSA

La scala illuminata di Arup che sfida le regole della progettazione

17632_arupvillamallorca_ingegneri_LL’ultima realizzazione di Arup, la società multinazionale di ingegneria e architettura, è un’autentica sfida alle ‘regole’ tradizionali della progettazione di scale. Realizzata per “Villa Mallorca”, edificio collocato nel sud della Spagna, la scala è pensata come un oggetto scultoreo illuminatoche nelle forme e nella tecnologia del progetto sviluppa il concetto di tridimensionalità. Collocata al centro della struttura, è realizzata mediante rame perforato, ripiegato e senza fissaggi visibili.

Il progetto nasce nel 2010, quando il russo Studio Mishin, responsabile principale del progetto, contatta Arup per intervenire nell’ideazione della scala centrale, in quel momento l’unico elemento mancante della costruzione. L’idea dell’architetto era quella di una scala che collegasse tre piani e che generasse un collegamento visivo tra l’interno e l’esterno dell’edificio, mediante l’impiego di pannelli di rame perforati. Per sviluppare una richiesta così particolare Arup si è affidato al suo team per il Lighting Design a Berlino, che ha dovuto tradurre la sfida progettuale in qualcosa di effettivamente fattibile. Proprio l’illuminazione dell’oggetto, concepita in una fase iniziale del progetto, si è resa necessaria chiave di svolta, per fornire elementi sia funzionali che decorativi al volume, considerando che il sistema luci già esistente non sarebbe stato sufficiente.

È stato necessario realizzare molti modelli di coppie di pannelli in legno e rame per sviluppare una soluzione che rendesse possibile tecnicamente l’intento progettuale di un pezzo di rame continuo e senza giunte, individuata in una serie di connessioni in sequenza tra i pannelli e in una delicata sotto-struttura. Il risultato è una spettacolare scala composta da circa 200 mq di pannelli composti da rame trattato e legno strutturale, con circa 12 mila perforazioni realizzate tramite perforatrice ad acqua.

“Il nostro approccio generale ai nuovi progetti è cercare di scoprire cosa c’è di unico in ciascuno di essi e provare ad amplificarne quelle qualità caratteristiche in senso estetico”, spiega Emily Dufner, capo della sezione Lighting Design per Arup Germania. “La luce rivela imateriali e gioca un ruolo-chiave nella creazione di un’atmosfera: due elementi che hanno rappresentato entrambi una sfida nel progetto”. La luce progettata accentua la geometria della perforazione dei pannelli di rame attraverso una tecnologia diretroilluminazione, mentre un’ulteriore fonte luminosa dal basso rivela la texture e le proprietà del rame e del legno laminato.

 Fonte: www.ingegneri.info

Le scarpe ecologiche di Colin Lin

Da Taiwan la fashion designer Colin Lin progetta da tempo calzature eco-friendly, realizzate con scarti di giornali riciclati. Calzature dal disegno classico ma pur sempre femminili, colpiscono soprattutto per il materiale, la carta, che trova nuova vita sotto forma di mille pieghette a mò di origami. Un paio di scarpe di carta viene realizzato in 3-4 ore e sono vendute per $ 100-150 (Lin progetta allo stesso modo anche borse in 2-3 giorni, vendute per $ 260). Ovviamente la carta con cui sono realizzate queste scarpe viene opportunamente verniciata. Guarda anche le borse ecosostenibili di David Shock Design (qui)! E le keybag (qui)!

Fonte: Architettura&Design

Green Box: molto più di un packaging per pizza

Green Box: un packaging per  tre utilizzi. Trasporta, serve e conserva! Perchè consumare o sporcare piatti quando da un packaging possiamo ricavarne qualcuno? Dai piccoli gesti quotidiani spesso nascono progetti interessanti come questo. Green Box infatti somiglia ad un tradizionale contenitore per pizza ma con una marcia in più…anzi tre! Dal top del contenitore, realizzato interamente in materiale riciclato, è possibile ricavare quattro pratici piattini. Grazie alle guide pre-tagliate, con un semplice gesto è possibile ricavare quattro piattini per gustare la propria fetta di pizza, senza sporcare altro o produrre altri rifiuti. Ma non è tutto! Nel caso in cui avanzasse un po’ di pizza, è sufficiente rimuovere due alette dal packaging per trasformarlo in un comodo contenitore e conservare la pizza in frigo. Tutto questo senza stravolgere la forma originaria del packaging ma apportando piccole modifiche. Funzionale ed eco-sostenibile, un prodotto di food design per veri appassionati di pizza e di prodotti green. Guarda il  video di Green Box.

Fonte: Architettura&Design

Abito geek. Design eco per vestiti super tecnologici

Dopo i gioielli geek, realizzati da componenti elettronici di computer e lettori cd, la tecnologia si continua ad indossare!
E’ stato proposto all’ Austin’s Fashion Week, un vestito super tecnologico realizzato dal riciclo di cavi di un computer. L’idea è stata di una giovane stilista di nome Tina Sparkles. L’eco-stilista ha effettuato una ricerca riguardante lo smaltimento dei componenti elettronici dei computer, che spesso devono essere restituiti alle case produttrici una volta esaurita la loro utilità. Data la non chiarezza circa il processo di smaltimento, Tina ha deciso di lanciare una provocazione realizzando un abito coloratissimo, che potesse sensibilizzare sul tema del riciclo di questi rifiuti speciali. E’ stato chiamato Recycled Computer Wiring Dress – Supernova System ed è un vestito ecologico monospalla con un motivo geometrico disegnato ed una gonna a volant costituita da cavi di cablaggio arricciati.
Nel caso in cui l’abito geek vi fosse piaciuto e voleste imitare l’idea, evitate di distruggere il vostro computer! Tina Sparkles l’ha fatto per realizzare il suo primo modello, ma solo una volta che si era definitivamente rotto. Piuttosto potreste dare un’occhiata al suo blog per sapere qualcosa in più sull’abitino eco-tecnologico e su tante altre creazioni di Tina, come una gonna ottenuta dal riciclo di un libro, con tanto di istruzioni per il montaggio!
Fonte: ArchitetturaEcoSostenibile

Legambiente, NAU! e gli occhiali in plastica riciclata

Il binomio tra NAU! prima insegna di ottica fast fashion monomarca italiana, e Legambiente ha dato vita agli innovativi occhiali in plastica riciclata al fine di sensibilizzare consumatori e opinione pubblica alle tematiche ambientali. Disponibili sia nella versione vista che in quella sole, gli occhiali ecologici per uomo e per donna sono realizzati con gli scarti delle normali produzioni di occhiali. L’iniziativa segna un ulteriore impegno della catena che  è diventata sponsor tecnico di Goletta Verde, il vascello ambientalista ambasciatore della salute dei mari da più di 20 anni. NAU! ha come obiettivo quello di proporre collezioni innovative ad alto livello ma con un prezzo ragionevole. Per far ciò, niente fronzoli ma sistemi diretti e semplicità di gestione.

Fonte: SoloStyle

Energie rinnovabili: la svolta viene dal mare

Le tecnologie per lo sfruttamento dell’energia dal mare (onde, correnti e maree) promettono ormai da vari anni di iniziare una consistente fase di sviluppo, legata al fatto che, da un punto di vista quantitativo, mari e oceani hanno risorse di energia tra le più consistenti in assoluto. Nei fatti si è assistito ad un enorme sforzo di progettazione e studio, cui sono però seguite poche sperimentazioni industriali. Ora il settore sembra essere finalmente giunto al punto di svolta, al momento cioè potrà (e dovrà) dimostrare le sue effettive potenzialità di contribuire in modo sostenibile ed economico alla crescente domanda mondiale di energia. Nel 2009 sono stati installati nel mondo 9 impianti dimostrativi per trarre energia dal moto ondoso, ma già oggi – secondo una ricerca di mercato condotta dalla IHS Emerging Energy Research – si contano 45 prototipi ed altri progetti sono in cantiere in 16 Paesi per una capacità totale di circa 1.800 MW.
Le aspettative intorno alle tecnologie marine sono in crescita e stanno esercitando una forte attrazione su un gran numero di compagnie energetiche, soprattutto tra quelle che vantano esperienza nel settore dell’eolico offshore. Con riferimento ai singoli Paesi, è senz’altro il Regno Unito il primo mercato mondiale dell’energia marina con 300 MW di progetti in cantiere che saranno portati a compimento nei prossimi cinque anni. In particolare il governo britannico punta a ricavare dalla fonte marina 1.300 MW entro il 2020.
Ma oltre al Regno Unito altri mercati chiave dell’energia marina stanno emergendo sia in Europa (Irlanda, Francia e Portogallo), sia in altri continenti (Corea del Sud e Australia). Riguardo alle forme di utilizzo dell’energia marina, la tecnologia che sfrutta le correnti di marea sembra quella destinata a maturare per prima con la promessa di fornire in tempi ragionevoli energia elettrica a basso costo ed un design impiantistico standard.

Fonte: LaStampa

La prima auto ad energia eolica ha attraversato l’Australia

E’ l’Australia il paese dove per prima l’auto eolica ha percorso ben 5 mila km. Il tutto ad un prezzo di 12 euro.
L’auto, costruita in Germania dai due guidatori, Dirk Gion e Stefan Simmerer, si ricarica di notte con una turbina eolica mobile. Gli autori di questo primo esperimento si sono detti non solo felici per quanto hanno fatto ma anche per aver dimostrato ai più scettici che era possibile osare così tanto. L’auto è un modello piccolo che pesa solo 200 chili contro una tonnellata che è il peso normale di un automobile media.

Fonte: Ecoseven

Dagli USA il green generator da balcone

In Italia si dovrà attendere la fine dell’anno per vederlo in commercio, ma negli Stati Uniti Greenarator è già un must have. Si tratta di un generatore eolico-fotovoltaico formato mini, ideale per coloro che desiderano produrre la propria quota di energia verde, senza forzatamente dover convincere tutti gli inquilini di un edificio.
Proprio dopo aver constatato le frequenti difficoltà di installazione di turbine e pannelli solari in aree comuni dei condomini, il designer statunitense Jonathan Globerson ha messo a punto quello che potrebbe divenire un utile mezzo per incrementare i risparmi delle singole famiglie. Testato con successo, Greenarator – che sta per Green Generator, come spiega il suo creatore- è una turbina verticale di dimensioni ridotte, che si presta ad essere installato senza grande ingombro su balconi e terrazzi, permettendo un risparmio annuo in bolletta del 6%, per non parlare delle ridotte emissioni nocive.
Il prodotto si presenta come una turbina eolica comprensiva di pannelli solari, così da essere efficace anche in caso di assenza di vento. Sorretto da due barre metalliche passanti internamente al balcone, Greenarator è collegato tramite cavi elettrici direttamente alla rete elettrica. All’altezza del passamano è fissato il controller, all’interno del quale un supercondensatore e un inverter gestiscono il funzionamento del dispositivo. Se persuadere un intero palazzo a convertirsi all’energia verde risulta spesso quantomeno problematico, Greenarator promette di poter soddisfare così il legittimo desiderio di ciascuno di noi di produrre la nostra energia.

Fonte: Casa&Clima

Auto Elettriche: novità per la ricarica wireless da Toyota

Due partner d’eccezione hanno siglato un accordo che potrebbe migliorare la fruizione di nuovi sistemi di ricarica delle auto elettriche. I protagonisti della vicenda sono la Toyota Motor, una delle società automotive più importanti del mondo, e la WiTricity, specializzata invece nella fornitura di servizi wireless e, tra questi, proprio nella fornitura di energia tramite tale sistema.

Toyota e WiTricity hanno firmato un’intesa finalizzata allo studio e alla progettazione di una nuova generazione di sistemi di ricarica delle batterie delleauto elettriche, completamente wireless.

Non è ovviamente un’assoluta mondiale, ma la collaborazione tra due partner di così elevato spessore non potrà che fornire un utile incremento al ritmo di studio e di pianificazione di tali sistemi energetici.

In proposito, ricordiamo come Toyota abbia più volte, e in tempi meno sospetti, affermato quanto possa essere davvero rivoluzionaria l’applicazione di un sistema di ricarica wireless per le auto elettriche, consentendo in tal modo ai propri clienti di poter avere accesso a una nuova tecnologia, a costi contenuti, che possa agevolare la rigenerazione energetica delle batterie dei veicoli ecologici.

 

Fonte: Ecoo