Le famiglie che si rivolgono al mercato libero per la fornitura di energia elettrica nel 2011 hanno opportunita’ di risparmio medio rispetto al 2010. Lo rileva uno studio di Federconsumatori, secondo cui i risparmi, a seconda della categoria di consumi, vanno dal -5,5% al -7,5%, vale a dire tra il 3 il 5% in meno rispetto al 2010.
E’ vero, prosegue lo studio presentato nel corso del convegno ‘Politiche e mercato dell’energia post liberalizzazione’, che dall’avvio della liberalizzazione nel settore elettrico, decollata nel luglio del 2007, sono oltre 4 milioni le famiglie che hanno cambiato, passando dal mercato tutelato a quello libero: tuttavia 2/3 hanno comunque mantenuto lo stesso operatore, a dimostrazione di una certa difficolta’ di affidarsi alle diverse offerte commerciali. Per accelerare il processo, secondo l’indagine, ci vorrebbero maggiori benefici economici: in sostanza, i risparmi dovrebbero essere nell’ordine della doppia cifra. Ancora piu’ problematica e’ la situazione del settore gas, dove in otto anni di libero mercato solo l’8% ha cambiato venditore, con risparmi medi che oscillano per le offerte piu’ convenienti dall’1,9% al 3,9%, troppo poco per sollecitare un cambio di rotta da parte dei consumatori. Le offerte per il gas, inoltre, vengono pubblicizzate molto meno rispetto a quelle relative all’elettricita’.
Molte le proposte messe sul tavolo dell’associazione dei consumatori per invertire la rotta e approfittare realmente delle opportunita’ offerte dalla liberalizzazione. Sul fronte gas si chiede per esempio la riduzione ”dell’eccessiva imposizione fiscale, che incide su ogni metro cubo di mercato consumatori per il 37%”, nonche’ ”la sterilizzazione automatica degli aumento dell’Iva con il crescere del costo della materia prima, che si generano automaticamente a ogni aumento trimestrale della medesima come si sta verificando dall’inizio del 2010 ad oggi, dove si sono accumulati aumenti per ben 126 euro a famiglia”. Per l’elettricita’, Federconsumatori si schiera contro l’eventuale ridimensionamento dell’Acquirente Unico in rappresentanza del mercato tutelato ”senza fornire adeguate tutele”.
Un tema, quest’ultimo, su cui si e’ soffermato anche il presidente dell’Autorita’ per l’Energia, Guido Bortoni, che ha sottolineato l’importanza del sistema informativo integrato promosso dalla stessa Autorita’ e sviluppato dall’Acquirente unico: uno strumento ”cardine per lo scambio delle informazioni tra i vari soggetti superando cosi’ problemi legati alla gestione della misura, dello switching e della morosita”’.
Secondo l’amministratore delegato dell’Au, Paolo Vigevano, il sistema di tutela del consumatori ”garantisce i consumatori, ma serve piu’ informazione”.
Anche il mercato elettrico delle micro, piccole e medie imprese mostra qualche rigidita’. Donato Berardi del Ref ha infatti illustrato una indagine su questo tema, svolta presso 5.500 aziende, pari a 2 miliardi e 300 milioni di chilowattora di consumo comparato. Basti pensare che, alla domanda su quale sia la disponibilita’ a cambiare fornitore per uno sconto sulla bolletta, oltre la meta’ dichiara che il risparmio dovrebbe essere almeno del 10% e il 37% punta addirittura al 15%.
Obiettivi molto lontani dalla realta’, visto che il risparmio stimato e’ invece del 5%. Per i piccoli, inoltre, e’ difficile orientarsi tra le mille offerte: il principale canale di conoscenza e’ infatti il ‘Porta e porta’, vale a dire l’agente commerciale e 4 su 10 si fermano alla prima offerta sottoscritta. Comportamento ben diverso e’ quello che caratterizza i grandi consumatori energivori, che possono andare alla ricerca investendo di piu’ e ricorrendo a canali dedicati come energy manager e consulenti.
Fonte: Ansa