Articoli relativi a ‘Design’

Ceramiche Caesar a Italian Winter Ceramics: l’evento itinerante austriaco dal 25 al 27 marzo

h_38561_08 ​Ceramiche Caesar è tra i protagonisti di Italian Winter Ceramics, tour di appuntamenti nelle principali piazze internazionali organizzato da Ceramics of Italy per promuovere e sostenere il valore della ceramica Made in Italy nel mondo.

Caesar sarà presente ai prossimi eventi che si terranno in Austria, rispettivamente a Graz e a Vienna il 25 e il 27 marzo, per offrire ad architetti e professionisti dell’interior design la propria esperienza in fatto di “Cultura della Materia Ceramica”.

Da sempre attiva nella ricerca e sviluppo di soluzioni all’avanguardia, con le sue collezioni in gres porcellanato Caesar si dimostra la soluzione ideale per arredare con gusto e sicurezza ogni tipo di ambiente, sia di tipo residenziale, sia commerciale, in indoor e outdoor.

Verse è una delle ultime novità ispirate al mondo della natura di cui offre una visione innovativa in chiave ceramica. Ispirata all’aspetto materico delle pietre, Verse si caratterizza per il Blend Design che interpreta molteplici textures e le fonde con equilibrio in una superficie contemporanea.

Soluzione ceramica completa per l’outdoor è Aextra20, sistema di lastre monolitiche in gres porcellanato con spessore maggiorato di 20 mm che nell’occasione viene presentato nel nuovo formato 60×120 cm, offrendo ulteriori spunti progettuali per l’arredo degli esterni, insieme alla
versione a spessore a 2 cm di Life, serie di ultima generazione di Caesar che richiama gli aspetti più tradizionali del legno e li ripropone in chiave ceramica.

Fonte: ArchiPortale

Concorso: una fontana per ogni Parco Reale londinese

Il Royal Parks Foundation di Londra ha lanciato un concorso di design per la progettazione di una nuova fontana da installare all’interno dei Parchi Reali di Londra. Gli 8 parchi Reali di Londra sono tra i più grandi spazi pubblici in tutto il mondo, attrazione per milioni di visitatori, ma molti giochi d’acqua e fontanelle pubbliche, che risalgono ad alcune generazioni fa, necessitano di essere rinnovate o sostituite, e vi è la necessità di ulteriori nuove fontane di acqua potabile che soddisfino le esigenze dei visitatori.
Obiettivo di questo concorso è quello di trovare il disegno e il progettista del modello di questa nuova fontana potabile. Il concorso è aperto ai designer e ai progettisti di tutto il mondo che dovranno inviare il materiale entro il prossimo 22 settembre 2010. Il vincitore vedrà il proprio lavoro trasformato in realtà nei Parchi. Il disegno vincente dovrebbe idealmente avere le seguenti caratteristiche:
– risultare seducente, accattivante, suscettibile di essere posizionata in vari ambienti diversi e non solo nei parchi, eventualmente anche all’interno di residenze private;
– essere di facile installazione, pulizia ed essere costituita da un materiale resistente e lavabile;
– avere un sistema che limiti gli sprechi di acqua ed eviti i problemi di drenaggio, che consenta di garantire sicurezza e igiene;
– poter essere free standing ma anche con una variazione minima poter essere installata appoggiata ad una parete.

Fonte: ArchiPortale

Concorso “Experience spaces”: idee per spazi low cost ed eco-compatibili di accoglienza e ospitalità

Il Dipartimento INDACO con l’ Ecomuseo delle Orobie e Art Container promuovono un concorso di idee dal titolo Experience Spaces per la progettazione di nuovi spazi eco-compatibili di accoglienza, ospitalità e di erogazione di servizi e informazioni per i territori turistici ed ecomuseali.
L’obiettivo è stimolare la progettazione di sistemi modulari che sfruttino l’adattamento di container come modulo base in modo da far emergere idee innovative ed originali capaci di definire nuove soluzioni temporanee e low cost per l’accoglienza e l’ospitalità negli spazi di montagna e nelle aree marine, in ottica di sostenibilità, di gestione della temporaneità e della stagionalità dei bisogni turistici e del rispetto delle aree a forte vocazione naturalistica che caratterizzano il territorio italiano. Tra gli attori attivi sul territorio regionale e nazionale per la promozione dei territori, la loro valorizzazione in chiave turistica e culturale (con una visione sostenibile) ci sono gli Ecomusei. In Italia gli ecomusei in questi anni si sono sviluppati, si sono profondamente radicati nei territori, sono diventati numerosi e diffusi a livello nazionale e soprattutto si sono organizzati attraverso reti in grado di migliorarne l’attività, i servizi e la diffusione.
L’ Ecomuseo delle Orobie è, in Lombardia, un esempio virtuoso di questa esperienza di valorizzazione delle risorse locali anche in chiave turistica; esso, infatti, testimonia importanti tradizioni socio-culturali legate, in particolare, agli antichi mestieri: prodotti tipici ed artigianato locale legato alle preziose risorse naturali presenti sul territorio (falegnami ed intagliatori, poiattari e calcherocc), così come produzioni locali che hanno sostenuto l’economia locale (minatori, malgari e pastori, allevatori). Alla luce di quanto detto la soluzione progettuale oggetto del concorso dovrà essere rivolta alla definizione di progetti di nuovi “experience spaces” temporanei realizzati attraverso l’utilizzo di 1 o più container isomarittimi rifunzionalizzati e recuperati (esternamente ed internamente) che potranno essere posizionati in verticale o orizzontale, a terra o rialzati.
Il Concorso è aperto a tutte le persone fisiche di età massima compresa entro i 30 anni, non sono previste limitazioni di accesso legate al possesso di requisiti di natura professionale, geografica o di altro tipo.
Le iscrizioni dovranno pervenire entro il prossimo 30 settembre prossimo, mentre per gli elaborati ci sarà tempo fino al 3 novembre 2010. Il montepremi complessivo del concorso è pari a 3mila euro. Al vincitore andranno 2mila euro mentre il secondo classificato  si aggiudicherà mille euro.

Fonte: Architettura&Design

Design: una lampada in carta DuraPulp e LED

W101, dalla Svezia una lampada che unisce tecnologia e tradizione. LED e carta per una lampada dal sapore orientale. La Svezia ci stupisce sempre con i suoi progetti sostenibili e la sua filosofia green ormai radicata nella cultura di tutti i cittadini. W101 nasce dallo studio di design Claesson Koivisto Rune ed è una combinazione di sapienza antica con la tecnologia innovativa LED. Lo studio, in associazione con la società svedese di illuminazione Wästberg, ha lanciato questo particolare apparecchio di illuminazione in DuraPulp, un materiale 100% biodegradabile realizzato con carta e materie plastiche organiche (PLA). Un materiale ad alta resistenza all’umidità e all’acqua, con un’alta stabilità dimensionale e rigidezza flessionale. La carta, utilizzata nel corso della storia per realizzare paralumi, oggi diventa la struttura stessa del corpo illuminante. Un materiale reso rigido e ancora più performate grazie a sapienti pieghe che ne irrobustiscono la struttura creando forme orientaleggianti. Origami dallo stile minimal pronti ad illuminare le nostre scrivanie. Ottima per dare un tocco di stile in qualsiasi tipo di ambiente, senza però girare le spalle all’ambiente. Ci sarà sempre molto da imparare dai nostri amici designer svedesi. Il prodotto dovrebbe essere commercializzato a partire dal prossimo anno.

Fonte: Architettura&Design

Il futuro dell’Università di Rotterdam è verde

In occasione di una gara per il design di una nuova area dell’ Università Erasmus a Rotterdam, in Olanda, lo studio di architetti Paul de Ruiter, che già da lungo tempo si occupa di architettura sostenibile, ha presentato un progetto avveniristico e improntato per l’appunto alla sostenibilità ambientale. Il padiglione oggetto della gara è pensato come uno spazio in cui gli studenti potranno studiare, incontrarsi e rilassarsi – il tutto nel bel mezzo del campus e senza inutili sprechi di energia.
Il punto di partenza è l’utilizzo della luce solare e dell’energia da essa prodotta. Il padiglione ideato dagli architetti di Amsterdam è una struttura trasparente con un’intera facciata di vetro ed un tetto “ibrido”, ricoperto cioè di pannelli solari, ma strutturato in modo tale da rendere possibile il passaggio dei raggi all’interno dell’edificio e garantire in questo modo un’illuminazione indiretta, cioè piacevole, ma naturale. Come spiegano gli stessi architetti, il tetto incorpora una sorta di “sistema solare intelligente”: il preciso posizionamento dei lucernari è pensato ad hoc per evitare il surriscaldamento all’interno dell’edificio, e favorendo invece un’adeguata aerazione secondo i principi del passive cooling, che garantisce un netto risparmio energetico. Al di là del condizionamento naturale, la regolazione termica della struttura dipende da una pompa di calore geotermica. Questo sistema, molto efficace e vantaggioso sia dal punto di vista energetico che da quello economico, sfrutta la temperatura pressoché costante del terreno durante l’anno: in inverno il calore viene estratto dal terreno sottostante e permette di riscaldare gli ambienti, mentre in estate il ciclo si inverte e il calore in eccesso viene veicolato sotto terra, rinfrescando l’aria. Il design dell’edificio, decisamente moderno e curvilineo, assicura luminosità ed ampiezza agli spazi interni, creando un’atmosfera che invita all’incontro ed allo studio. L’atrio centrale, di forma circolare, è il cuore dell’edificio: da esso si diramano in cerchi concentrici tutti gli altri spazi: un caffè, un auditorium, aule studio ed angoli pensati per il relax. Per saperne di più potete visitare il sito Designboom, che per primo ha pubblicato i disegni del progetto.

Fonte: GreenMe

Arredamento green: ecodesign originale con l’orto in salotto

Se volete un arredamento green, l’orto in salotto per un ecodesign originale è ciò che fa per voi. Sono molte le soluzioni ecocompatibili che è possibile adottare per l’arredamento degli interni. Fra le più originali vanno ricordate sicuramente le librerie di edera e i muri floreali. Ma non mancano le insalate in bella vista negli ambienti interni della casa. Non più soltanto quindi l’orto in giardino, ma una vera e propria agricoltura integrata nell’architettura ecosostenibile. Si tratta di una vera e propria tendenza che è stata messa in evidenza dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori.
Questo particolare design green è emerso nell’ambito del Salone del Mobile, la nota manifestazione svoltasi a Milano. Un po’ come è successo per l’ecodesign proposto dai mobili da giardino con l’erba, questa tendenza innovativa che riguarda l’arredamento degli ambienti interni a base di prodotti agricoli è destinata a riservare ottime prospettive per il futuro, sia per quanto riguarda i guadagni economici che ne possono conseguire, sia per ciò che concerne le potenzialità ancora inespresse nell’ambito dell’architettura ecocompatibile. Anche l’IKEA aveva lanciato dei prodotti ecosostenibili dall’inconfondibile ecodesign, ma in questo caso si ha molto di più, perché le piante e i fiori diventano elementi d’arredamento, dando vita a forme e a mobili molto originali. A questo proposito i rappresentanti della Cia hanno fatto notare: In Italia stiamo un passo avanti, ma il mondo ci insegue velocissimo e le case più trendy del momento accolgono molto verde. Sono nate vere e proprie partnership tra agricoltori e architetti, che lavorano di concerto per offrire soluzioni originali, negli spazi all’aperto ma anche all’interno delle mura domestiche. Un’idea da tenere in considerazione, visto che le ultime stime indicano che in tema di agricoltura biologica nel tempo libero gli Italiani si dedicano spesso all’orto fai da te.

Fonte: Ecoo

L’Università Verde di Rotterdam

Rotterdam: lo studio di architetti Paul de Ruiter ha preso parte alla competizione per il design della nuova area dell’Università Erasmus. La tendenza del progetto presentato è l’ecosostenibilità, difatti le nuove costruzioni punteranno a ridurre i consumi elettrici e le emissioni di anidride carbonica. Ecco come si presenta la struttura: trasparente grazie a un’ampia facciata in vetro e un tetto ibrido, ricoperto cioè di pannelli solari, ma organizzati in modo tale da rendere possibile il passaggio dei raggi nell’edificio e garantire in questo modo un’illuminazione indiretta, piacevole, naturale.
La struttura è dotata di una pompa di calore geotermica che si occupa della regolamentazione termica della struttura, in modo che durante i mesi freddi il calore viene estratto dal terreno e assicura il calore agli interni, d’estate il calore in eccesso viene veicolato sotto terra, refrigerando l’aria. Gli architetti spiegano che il tetto ingloba un sistema solare intelligente: la posizione dei lucernari è tale per cui si scongiura il surriscaldamento dell’edificio, e al contrario, facilita un’efficace aerazione. Il sito Designboom ha pubblicato i disegni del progetto.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Il classico design Starck: papà Philippe e la figlia Ara

«Un giorno, di pomeriggio, una luce, seduta a un tavolo, la voce di una donna disegna un amore, una passione che l’ha unita a una vita e ora a un vuoto». È Ara Starck, 32 anni, primogenita di Philippe, mito vivente del design made in France, ad aver scritto queste parole. «Ho immaginato un gruppo di donne, che parlano. Ricordano qualcuno che hanno amato e che non c’è più. Tutto è molto onirico, impalpabile».
Ara, pittrice, artista eclettica (perfino cantante e compositrice in un duo, The Two, che in Francia sta andando alla grande), dimostra meno della sua età. Piccola, carina, vispa, sorridente: quelle parole così melancoliche non sembrano all’apparenza corrisponderle.
Ci tiene subito a precisare di non essere decoratrice, né architetta. E di frequentare poco le discoteche e lo scintillante mondo del lusso (ma è comparsa nell’ultima campagna pubblicitaria di Cartier). Ara ha voluto collaborare con il padre su questo progetto di Baccarat, «la» maison del cristallo francese, all’avanguardia grazie all’originalità di Philippe, suo fedele designer. La figlia ha ideato un foulard, ispirato al gioco della dama, con quelle sue parole impresse ai bordi.
«Le donne – spiega – si confidano intorno a un vuoto». Dell’anima. E concreto: il vuoto dei bicchieri da riempire di champagne, disegnati da Philippe, in cristallo bianco e in quello nero (che fa tanto Starck): modello Harcourt, icona di Baccarat. Sei e sei, come altrettante pedine del gioco di una sera. O di una vita. Ara si sottopone alla domanda di rito. Chissà quante volte sentita. Il rapporto con il padre? «Mutuo rispetto», commenta. Philippe da bambina l’ha portata in giro per il mondo. «Il luogo che più mi colpì, a otto anni, fu Tokyo. Ci andai varie volte, restandoci a lungo. Fino a dodici anni ho indossato quasi sempre l’uniforme scolastica nipponica, con i grossi calzini ai piedi. Non ci sono più ritornata, ma sto organizzando un viaggio per il prossimo settembre. Da due anni faccio due ore al giorno di giapponese. Lo pratico con i turisti». Ce ne sono tanti nelle stradine intorno al palazzo dove ha sede il suo atelier (anche quello dal tocco molto starckiano). Primo arrondissement, ça va sans dire.
«Nella mia vita sono stata molto fortunata. Ho avuto così tante possibilità di studiare, di viaggiare e di crescere che altri non hanno avuto». Solo en passant ricorda la morte di sua madre, Brigitte Laurent, per più di vent’anni braccio destro di Philippe, quella che ne ha determinato la fortuna «commerciale», almeno all’inizio. Portata via da uno stupido cancro, quando Ara aveva appena 14 anni. Fortunata fino a un certo punto. Ottimista, sorridente. Ma pure melancolica. Ha studiato alle Belle arti di Parigi, poi alla Saint Martins di Londra e infine alla Slade School, nella stessa città. La pittura, la sua passione. E soprattutto gli affreschi di Goya, Tiepolo, el Greco. «Mi piace dipingere tele grandi. Forse perché sono piccola: voglio confrontarmi con qualcosa di più grande. Sempre più grande». Un giorno a New York entra in uno di quei negozi dove vendono le cartoline dalle immagini che cambiano, secondo il punto di vista. È la tecnica lenticolare. «Mi sono detta che, se applicata alla pittura, mi avrebbe permesso di esprimere di più. Di avere più spazio». Così è nata una serie di ritratti conturbanti, perfino un po’ dark, dove l’immagine della persona cambia («per una sola tela vanno fatti fino a sette dipinti»).
In parallelo Ara ha iniziato ad applicare la sua arte al mondo del lusso, collaborando con il padre. Quando Philippe ha ripensato il Meurice, uno dei palace parigini, gli hotel superlusso della città, lei ha dipinto un’enorme tela sul soffitto del ristorante gastronomico. Per il Royal Monceau, invece, inaugurato pochi mesi fa, ha ideato 266 abat-jour, «una diversa dall’altra», ci tiene a precisare. Ara da sempre, quando lavora nel suo atelier, ascolta musica. Sette anni fa ha conosciuto David Jarre, figlio di Jean-Michel, pioniere della musica elettronica. Da due anni hanno iniziato a comporre canzoni in inglese. E a cantarle. A Parigi The Two è il fenomeno musicale della stagione. Genere folk acustico. Lounge. Rilassante. Un po’ melancolico. Proprio come Ara.

Fonte: Luxury24

Alice Leonardi e il design di recupero

Recupero, riciclo e creatività alla base del lavoro di Alice Leonardi, una giovanissima eco designer milanese che, affascinata dagli oggetti abbandonati, scartati, gettate via, decide di rivalorizzarli. Superando automatismi mentali che ci fanno associare ad ogni oggetto una determinata funzione, la giovane designer dà sfogo alla sua creatività realizzando lavori che sorprendono per la loro originalità.
E allora, ecco che scarti meccanici si trasformano in orologio e un classico gratta formaggio, soppiantato dai nuovi apparecchi elettronici, si trasforma in una lampada, la grattaluce per l’appunto. Le sperimentazioni, sempre legate al tema del riuso e riciclo di vecchi oggetti, avvengono presso LEALICI, un laboratorio artistico-artigianale alla continua ricerca di nuove forme e nuovi design. Lampade e oggetti di arredo hanno un grandissimo spazio all’interno del laboratorio… ce ne sono di tutti i tipi: pezzi unici, nati da incontri speciali tra scarti, e pezzi ripetibili, ovvero quelli con cui, come ama definire la stessa designer, la storia non è mai finita. Associare ad un oggetto una funzione diversa da quella a cui siamo solitamente abituati, fa sorridere, riflettere, sorprendere. Pensate ad esempio ad un imbuto attaccato al soffitto e un filo che lo attraversa con uno scolapasta all’altra estremità. Una fusione assurda? No! Un originalissimo lampadario che crea effetti di luce esclusivi. Ti piacciono i lavori di Alice Leonardi e vuoi vederne degli altri? Clicca qui.

Fonte: ArchitetturaEcosostenibile

IOricicloTUricicli: ma come ti siedi?

L’agenzia di comunicazione Misuraca&Sammarro ha lanciato la seconda edizione di IOricicloTUricicli mostra per eco creativi. Quest’anno il tema sarà “Ma come ti siedi?”. Saranno ammessi a partecipare gruppi di designer, architetti, creativi etc. che presenteranno un prototipo finito di una seduta realizzata nell’ultimo anno con materiali di recupero. I migliori progetti pervenuti saranno messi in mostra nel corso del Fuori Salone in una location in zona Tortona. Questo progetto intende diventare un “passaparola” tra eco-creativi per diffondere sempre più l’importanza del recupero e del riutilizzo di materiali altrimenti destinati al macero. Tre i punti fermi di IoricicloTuricicli: creatività, design ed eco sostenibilità.
La “seduta” che sia poltrona, sgabello, sedia, puff, divano, di piccole o grandi dimensioni, occupa da sempre un ruolo di privilegio nel design italiano e internazionale. Nessun mobile infatti è cosi intimamente legata alla persona; con i suoi braccioli, gambe, piedi e schienali rappresenta proprio un’istantanea del nostro corpo. La sedia si è evoluta nel tempo, trasformandosi da un mero oggetto d’uso comune in un’opera di rilievo artistico – la chaise longue di Le Corbusier e la sedia rosso-blu di Gerrit Rietveld sono attualmente oggetti ben noti e apprezzati al pari delle più famose opere d’arte di tutti i tempi. Nella storia del design la sedia ha sempre rivestito un ruolo essenziale – come oggetto di sperimentazione, come motore di nuovi sviluppi e come icona. Da Carlo Mollino a Ico Parisi, da Gio Ponti a Tobia Scarpa, da Vico Magistretti ad Afra, Alessandro Mendini, Enzo Mari fino ai grandi nomi contemporanei Karim Rashid, Moroso, Molteni la ricerca e la sperimentazione non hanno mai avuto e continuano a non avere limiti. “Ma come ti siedi?” è la domanda ironica lanciata all’indirizzo di giovani designer che nell’ultimo anno hanno realizzato “sedute” dalle forme, materiali e dimensioni più svariate. La mostra sarà un focus sul design contemporaneo e sulla creatività che nonostante i tempi non è per niente in crisi! Ogni designer sarà protagonista di questa “collettiva di sedute” con un prototipo finito e quindi i visitatori dell’expò parteciperanno al divertente gioco interattivo. Location prestigiosa dell’esposizione sarà uno spazio in zona Tortona nel corso dell’evento internazionale di design Fuori salone 2011. “Ma come ti siedi?” sarà virtualmente un viaggio tra le “sedute contemporanee” che rappresentano comunque spazi di meditazione, di pensiero, di studi e ricerche in atto. Scadenza per la consegna del materiale fissato per il prossimo 1 aprile 2011.

Fonte: Archiportale

Il caso di Typuglia: quando il cibo incontra l’eco-design

Ci sono tanti modi che consentono di far nascere idee. A volte vengono fuori dalla mente geniale di uno studente un po’ sfigato e solitario, altre volte sono frutto di tempestosi pomeriggi, chiusi in una stanza, a riflettere insieme con un gruppo di persone. Altre volte ancora, possono essere il frutto di un contagio ambientale. Come se a un certo punto l’aria non trasportasse più solo particelle di ossigeno, ma anche creatività, voglia di fare, di provarci, di riuscirci.
Qui, in Puglia, si stanno facendo molte cose per la sostenibilità. Ed è ovvio che quando vedi che attorno a te nascono impianti fotovoltaici o sono finanziati progetti per il compostaggio e il recupero dei rifiuti, tutti cambiano atteggiamento e acquisiscono una sensibilità diversa nei confronti dell’ambiente. A dirlo è Leonardo di Renzo, un designer andriese che, dal canto suo, confessa di essere uno tra coloro che sono stati unti dalla febbre creativa di cui la Puglia, da qualche tempo, è protagonista. La sua idea mette insieme gli ingredienti principali che questa terra porta con sé: il cibo di alta qualità, la naturale inclinazione alle cose belle, l’attenzione nei confronti della natura e tanta accorata passione. Mescolando è venuto fuori Typuglia, un brand nato per nutrire occhi e palato dei designer buongustai. Un “esperimento”, come ama definirlo Leonardo, che propone un modo diverso di distribuire il cibo. La mia terra è piena di prodotti buonissimi. Molti di essi rispondono a tradizioni antiche e continuano a essere realizzati a mano, secondo modalità di produzione lente ma che garantiscono un’elevata qualità. Mi piaceva l’idea di raccoglierli e di distribuirli sotto un marchio che non fosse soltanto un’ennesima etichetta, ma anche un oggetto bello, riciclabile, capace di comunicare il territorio e la sua tipicità.
L’esperimento ha avuto inizio con uno dei prodotti più caratteristici della cultura contadina pugliese: l’olio. Leonardo gli ha costruito attorno un’ orcia di terracotta, simile a quelle che per anni sono esistite sulle tavole delle masserie pugliesi, e una scatola di cartone che dopo aver esaurito il ruolo di involucro della bottiglia, può essere usata come lume da tavolo. Il filo conduttore che tiene insieme tutto è la tipografia. “Una mania” che porta Leonardo a collezionare vecchi tipi recuperati e acquistati da anziani tipografi. “Sono come pezzi di storia che io cerco di non far morire. Raccontano di un tempo in cui la stampa si faceva con le mani, affastellando un pezzo accanto all’altro, ci si sporcava e ci si dannava quando la stampa non era venuta bene. E accadeva spesso.” Ogni confezione contiene in sé una lettera originale. Come l’inizio di una parola da completare. Leonardo produce i suoi pezzi nella cantina di casa per il momento, assemblandoli con la cura certosina di un Gutenberg degli anni duemila. Si fa aiutare da qualche amico o sciagurato collega che inganna, invitandolo per caffè che si trasformano in lavoro. La sua manodopera è lontana anni luce da quella delle grandi industrie alimentari. Parla la lingua della lentezza, della rarità e delle cose buone. Per certi aspetti, sono aggettivi, questi, che sembra abbiano poco a che fare con il mondo dei supermercati. Del resto, Leonardo non ha nessuna intenzione di sottoporre i suoi prodotti alla guerra dei prezzi dei centri commerciali. Vorrei che questi prodotti siano presenti in luoghi dove di solito il cibo non è contemplato. Come il circuito del design, dell’arte e della cultura. La gastronomia, dal mio punto di vista, è più vicina alla creatività che al mangiare. Idee che stanno piano piano diventando realtà se, come dice Leonardo, molti musei stanno rispondendo positivamente alla proposta di mettere l’olio nel bancone dei gadget di alto profilo che si trovano nei loro bookshop. Ho in mente un percorso ma non ho ancora una meta. All’inizio tutto doveva essere un semplice blog e invece è diventato un investimento. Chissà dove mi porterà la perseveranza. Gli auguriamo lontano.

Fonte: GreenMe

Poltrona Punto G di Giovanni Bartolozzi

Punto G, la poltrona disegnata dal designer Giovanni Bartolozzi. Libreria, poltrona, chaise longue, postazione da lavoro, pouf e molto altro. Un oggetto ibrido che esalta le eccellenze dei distretti locali.
Un magistrale esempio di design e di eccellenze territoriali. Una poltrona insolita nella forma e, come avrete sicuramente notato, nel nome. L’idea di Giovanni parte dai maestri del design, come Castiglioni, Munari, Magistretti, per approdare ad un design contemporaneo che porta in sè l’influenza dell’italian design pronto ad ibridare le funzioni, esigenza comune anche al design contemporaneo.
Punto G è il perfetto esempio di questo concetto. E’ una seduta dotata di una struttura leggera, svuotata al suo interno e pronta ad accogliere libri, oggetti o riviste. A questa struttura va unito il piccolo pouf che completa l’opera creando una sorta di libreria multifunzione estremamente leggera e pronta a trasformarsi, in un solo gesto, in molto altro. Passiamo quindi da libreria ad altre configurazioni come poltrona, pouf, postazione da lavoro e porta oggetti; configurazioni che rispondono alle esigenze del vivere quotidiano sempre più blur e privo di nette divisioni tra lavoro, tempo libero e vita domestica.
La poltrona è interamente realizzata da artigiani e tappezzieri fiorentini ed ha un cuore in alluminio, che la rende resistente ma estremamente leggera, requisito necessario per le varie configurazioni della poltrona. Per tutti i romani che leggono, se volete, potete ammirarla dal vivo alla galleria d’architettura Come Se -Via dei Bruzi 4/6- anche se quella esposta in galleria è la versione prototipo, adesso la seduta è stata alleggerita e migliorata.
I lavori di Giovanni non si fermano certo alla poltrona Punto G, anzi. All’attività di designer va aggiunta quella di architetto e, non ultima, quella di scrittore. Tra gli ultimi lavori di Giovanni mi fa piacere citare il libro dedicato all’architetto Leonardo Ricci, dall’omonimo titolo, l’attività di redattore della rivista Arnolfo, e le collaborazioni con Metamorfosi, Spazio-Architettura e con la rivista on-line Archphoto. Insomma, una figura professionale piena ed eclettica. Vi invito a consultare i siti FabbricaNove e Soqquadro per scoprire tutti i lavori, di architettura e di design, di Giovanni Bartolozzi.

Fonte: Architettura&Design

Starbucks cambia logo: delusione dei clienti!

Starbucks compie 40anni e, per immortalare il momento, cambia marchio! Che vi piaccia o no da Marzo tazze, bicchieri e gadget saranno marchiati con il nuovo marchio total green! Ma i dissensi già si fanno sentire! Rieccoci qua, dopo un bel periodo di vacanza, a riparlare di design! Il nuovo logo neanche uscito, già fa parlare di sè e, come avrete capito, non in maniera positiva! Via la scritta, via le stelle e largo solo alla sirena in un nuovo stile total green. Dal 1971 Starbucks ci delizia con bevande e dolci in più di 17mila shop in 49 diversi paesi! Noi italiani (per ora…) possiamo vivere l’esperienza dei coffe shop Starbucks solo durante i viaggi all’estero dividendoci nettamente tra super sostenitori del brand e incalliti oppositori. Sostenitori o no, cari lettori, da marzo si cambia musica e a molti la nuova composizione non piace. E’ vero che tutti i cambiamenti sono difficili, generano sempre smarrimento e insoddisfazione, soprattutto quando parliamo di brand design. Howard Shultz, presidente della Sturbucks company, appare entusiasta del cambiamento aggiungendo che non sarà l’unica novità del 2011 in casa Sturbucks! E non manca chi urla ad un nuovo caso GAP (la società di abbigliamento statunitense costretta a tornare sui suoi passi a seguito del discusso nuovo logo!) Per voi invece? Shock o piacevole novità?

Fonte: Architettura&Design

Quando il design entra in cantina, il vino diventa moderno

C’era una volta, nemmeno tanto tempo fa, una vigna, un contadino, una bottiglia, un cavatappi e un bicchiere. E il piacere, solitario o conviviale, di bere. Era (quasi) tutto qui. Oggi la sintesi dell’esperienza è in fondo la stessa. Ma non il contesto: futuristiche cantine di invecchiamento firmate dai più importanti architetti internazionali, stravaganti oggetti che accompagnano la degustazione e allo stesso tempo soddisfano le necessità del design d’avanguardia, riviste di critica specializzata, guide di settore che condizionano il mercato, rubriche televisive per aspiranti sommelier da tinello, comparsate d’autore al cinema e talebani della viticoltura biodinamica.
Il mondo del vino, nel corso degli ultimi trent’anni, è profondamente cambiato. Nessun altro comparto agroalimentare ha subito una tale rivoluzione sociale e mediatica. Nessun altro prodotto commestibile è così legato alla natura ma allo stesso tempo creatore di una potentissima cultura visiva, portatore di profondi e precisi significati estetici, geografici ed economici.
Ma quando, e soprattutto come, il vino è diventato moderno? E’ quello che si chiede il San Francisco Museum of Modern Art con “How Wine Became Modern: Design + Wine 1976 to Now“. La mostra, pensata in collaborazione con lo studio di architettura newyorchese Diller Scofidio + Renfro, è in programma fino al prossimo 17 aprile ed è dedicata all’universo enoico e al ruolo che il design e i media hanno avuto nella sua evoluzione/rivoluzione, nel corso di oltre tre decenni. Un’indagine e un percorso per comprendere la forza del vino nella vita contemporanea come perfetto emblema di localismo, territorialità e autenticità in una società sempre più globalizzata e virtuale.
Strumenti e artefatti storici, modelli architettonici, installazioni multimediali, opere d’arte commissionate ad hoc e un “muro di profumi” per una vivida esperienza multisensoriale: al SFMOMA il vino, più che da bere, è tutto da vedere. E in occasione della mostra, nello shop del museo è possibile acquistare edizioni limitate di accessori da vino, ovviamente di design, da scegliere fra decanter, tappi o termometri.

Fonte: Luxury24

Rotterdam: Hella Jongerius firma l’elogio dell’irregolarità

Mai titolo fu così azzeccato per questa mostra. “Misfit” infatti sta a indicare qualcosa che calza male, che non si adatta alla perfezione. E sono proprio le imperfezioni e il tocco individuale, che interrompono il processo industriale, alla base del successo internazionale della designer olandese Hella Jongerius, classe 1963, a cui il suo paese d’origine dedica, negli spazi del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, una mostra retrospettiva. Perché Jongerius, che ha avviato il suo studio all’inizio degli anni Novanta dopo il diploma alla Eindhoven Design Academy, è convinta che la qualità della fattura artigianale non sia leggibile in oggetti perfetti ma solo nei “misfits”. E che l’industria negli ultimi decenni si sia troppo concentrata sulla quantità e sulla standardizzazione. Ad esempio creando migliaia di colori che sono progettati per sembrare tutti uguali in ogni circostanza. A tutti questi colori però manca l’irregolarità, l’elemento di disturbo. Ed è proprio nella nuova serie di vasi colorati (serie 3), presentata per la prima volta a Rotterdam, che si riconosce la mano della designer. Trecento vasi, appoggiati sul pavimento, messi a punto la scorsa estate in stretta collaborazione con la Royal Tichelaar Makkum, utilizzando il vaso come una tela vera e propria e sperimentando su di esso la forza e le incredibili potenzialità del colore. High e low tech, tradizionale e contemporanea, artigianale e industriale, la ricerca di Jongerius è eclettica e gioca proprio sugli opposti. Sul cortocircuito dei materiali quasi sempre associati in modo inusuale e originale. Cosa ci farebbe altrimenti una rana gigante appoggiata sul bordo in un tavolo? È la celebre Frog Table del 2009 che il museo ha recentemente acquisito e che si va così ad aggiungere agli altri suoi oggetti già in collezione. Dai tavoli, ai tessuti, dalle sedie ai sofà, dalle scarpe (frutto della collaborazione con Camper) ai vasi (tra cui quelli creati per IKEA), è la prima volta che l’intera opera della designer viene esposta in Olanda. I prodotti in mostra sono allestiti per cromia, non seguono un percorso cronologico e sono organizzati in modo tale da distanziarli volutamente e il più possibile dal loro uso quotidiano. In occasione della mostra è stata inoltre pubblicata una monografia curata da Louise Schouwenberg in stretta collaborazione con la designer per la Phaidon Press (la seconda per la stessa casa editrice), di cui 300 copie vendute in una speciale edizione limitata con i vasi colorati dell’ultima serie. La mostra ” Hella Jongerius – Misfit” è in corso al Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam fino al 13 febbraio.
www.boijmans.nl
www.jongeriuslab.com

Fonte: Luxury24

Da Trivago la classifica dei migliori alberghi-design: estetica, funzionalità, prezzi accessibili

Dormire in un hotel progettato da un architetto di grido non è roba per tutti. Ma ci sono dei casi, pochi al mondo, che fanno eccezione. Hotel pensati da professionisti estrosi, arredati in modo originale, dove è possibile dormire con appena 30 euro a notte a persona.
Il sito comparatore di prezzi http://www.trivago.it/ ha selezionato i migliori 10 “cheap” design hotel d’Europa, da Madrid a Budapest, da Vienna a Lisbona. Camere dai colori stravaganti, soluzioni all’avanguardia e armoniose, il tutto impacchettato per un massimo di 60 euro a camera doppia.
Se pensate che sia una cosa impossibile, provate a dare un’occhiata al sito del Soho Hotel di Budapest, un albergo trendy nel cuore della capitale ungherese. La facciata esterna di luci al neon blu elettrico fa da cornice a una struttura a quattro stelle con camere arredate con stile e fantasia. Mobili d’epoca decorati in oro sono combinati con elementi di design moderno e colori audaci. Il resto lo fanno le bellezze della cittadina magiara, con il suo Ponte delle Catene e il Castello di Buda, fino ai capolavori dell’Espressionismo della Galleria Nazionale. L’hotel è prenotabile a partire da 30 euro a persona in camera doppia per notte via Otel.com (3.12.2010 – 5.12.2010).
C’è poi il Roomz di Vienna, dal design fresco e accattivante, con camere suddivise in quattro colori (verde, blu, marrone e rosa) e decorate con stile raffinato. Ogni dettaglio, dalle tende agli arredamenti, è coordinato e ogni dispositivo, interruttori inclusi, in tinta. Per quanto riguarda Vienna, la Kunsthalle presenta una mostra di pop-art e, ancora per poco, si può ammirare una rassegna dedicata a Frida Kahlo nel Kunstforum Bank Austria. L’hotel è prenotabile a partire da 54 euro a persona in camera doppia per notte via Onhotels (3.12.2010 – 5.12.2010).
Il Novus City Hotel di Metaxourgio, il quartiere alla moda di Atene, offre invece ai visitatori uno stile minimalista e dinamico, con una terrazza dalla quale godere la vista sull’Acropoli. Prenotabile a partire da 37 euro a persona in camera doppia per notte via Booking.com (3.12.2010 – 5.12.2010).
Elegantissimo anche il Ku Damm 101 di Berlino, nella Kurfürstendamm della splendida capitale tedesca. Dalla hall alle sale comuni fino alle camere, si possono trovare opere di alto design. Prenotabile a partire da 41 euro a persona in camera doppia per notte via Venere (3.12.2010 – 5.12.2010).
L’hotel Yasmin di Praga si trova invece nel quartiere di Nove Mesto dell’affascinante capitale ceca e con le sue forme nette e i colori tenui rappresenta un piccolo gioiello di arte moderna. A pochi passi da Piazza Venceslao, l’albergo è anche un punto di partenza perfetto per scoprire le tante bellezze della città, dall’Orologio Astronomico alla Cattedrale di San Vito. Il costo parte da 37 euro a persona in camera doppia per notte, prenotando via Logitravel (3.12.2010 – 5.12.2010).
Un concept moderno e funzionale caratterizza invece l’hotel Bloom, nel cuore di Bruxelles. L’albergo racchiude nelle sue 305 camere e suite piccole opere di diversi artisti. Il ristorante “SmoodS” è un mix di stili fantasiosi fuori schema, dai tavoli arredati in stile vintage ad angoli in “safari style”. E, per chi ancora non conoscesse la capitale belga, il museo degli strumenti musicali in stile Art Nouveau è un gioiello da non perdere. L’hotel è prenotabile a partire da 39 euro a persona in camera doppia per notte via Booking.com (3.12.2010 – 5.12.2010).

Fonte: LaRepubblica

Slooow: l’orologio di design solidale che elogia la lentezza

Slooow. Con tre “o”, casomai una non fosse sufficiente. Un elogio della lentezza. Un invito a far scorrere meglio il tempo. Perché il tempo è prezioso. E per una persona con sindrome di Down lo è ancora di più. Ecco allora un orologio speciale: brevettato dall’Associazione Italiana Persone Down per tutte le persone con disabilità intellettive, ma adatto a chiunque abbia voglia di tornare ad assaporare il tempo e a seguire uno stile di vita che rompe con i ritmi frenetici e accelerati.
Uno degli obiettivi di autonomia sociale per i ragazzi con sindrome di Down è quello di capire e gestire lo scorrere del tempo in tutte le necessità e attività quotidiane. Per molti di loro si è riscontrata la difficoltà nella comprensione di quale ora indica la lancetta quando questa, superando la mezz’ora, si allontana dall’ora indicata e gradualmente si avvicina all’ora successiva. Nel quadrante a spicchi a lettura facilitata la lancetta delle ore rimane sullo spicchio colorato corrispondente all’ora in corso.
Dodici colori, una limited edition nell’azzurro istituzionale AIPD, un morbido cinturino: il design contemporaneo e accattivante di Slooow è merito dei creativi dell’Istituto Europeo di Design, coadiuvati dagli studenti del del Master “Graphic Design. Direzione e Progettazione Creativa”.
L’orologio sarà disponibile in molti punti vendita selezionati in tutta Italia, presso le sezioni AIPD e soprattutto sul sito www.slooow.com. Il ricavato contribuirà alla realizzazione dei progetti di educazione all’autonomia per i ragazzi con sindrome di Down.

Fonte: Luxury24

Il design secondo Skitsch

Un tavolo da pranzo ping pong dove ha banchettato e giocato – non sappiamo in quale ordine – persino George Clooney, un biliardino, una bicicletta con la catena di sicurezza nel tubo verticale. E ancora: una lampada sagomata come una barchetta di carta, maniglie di madreperla, ottone e ceramica che richiamano le quattro stagioni, l’armadio con ante trompe l’oeil con finti scaffali zeppi di volumi, il pouff a forma di zucca, la libreria che sembra una casetta Lego e il tavolo per bambini in cartone doppia onda. Benvenuti nell’universo variopinto e innovativo di Skitsch, una collezione di oggetti di design che copre dall’arredamento agli accessori, dalle candele ai giochi, per il quale lavorano designer come Jean Marie Massaud, Luca Nichetto e Marc Sadler.
Il marchio è stato lanciato in occasione del Salone del Mobile del 2009 con l’apertura di uno spazio di 600 metri quadrati in via Monte di Pietà a Milano. Dopo il capoluogo lombardo la tappa successiva è stata Londra a marzo scorso, con l’apertura di un negozio in Bromton Road a Chelsea, e qualche giorno fa Beirut, con l’inaugurazione di uno spazio all’interno del department store di lusso, Aishti. A febbraio Skitsch aprirà a Firenze e in marzo a San Paolo del Brasile. Sono sedi solo apparentemente insolite ma per noi molto importanti – spiega Renato Preti, che ha ideato il progetto e ne è amministratore delegato oltre che azionista insieme a un gruppo di imprenditori come Alberto Bombassei e il figlio Luca (architetto dello Studio Blast che firma i negozi), Adriano Teso, Isidoro Fratus e Giuseppe Cornetto Bourlot –. Beirut è importantissima per il Middle East così come San Paolo è una città che ci consente di coprire bene il Sud America e il Centro America. Tra l’altro lo stile paulista è molto in linea con la nostra idea del design, ludica e giocosa ma al tempo stesso funzionale ed ecologica.
Il tema della sostenibilità è molto caro a Preti e a Skitsh. Tra i progetti a cui stiamo lavorando – prosegue – cè un fungo da esterno che sia meno inquinante di quelli attuali. Così come siamo molto orgogliosi del prototipo della nostra bicicletta che a breve sarà messa in vendita nei nostri negozi e sul sito.
Skitsch, infatti, non punta solo sul negozio per far conoscere i suoi prodotti e la sua filosofia ma anche sul web. È stato appena lanciato il sito dal quale è possibile acquistare direttamente i prodotti. Il mondo del design, del mobile è non solo molto frazionato ma anche molto addormentato – sostiene Preti –. I negozi di mobili negli ultimi 25 anni sono cambiati pochissimo. Bisogna ripensare la distribuzione con la consapevolezza che un bel negozio da solo non basta, come non basta un bel catalogo, un bel prodotto o un bel sito. Il nostro modello distributivo è sia diretto sia multicanale, focalizzato su negozi monomarca, catalogo di vendita ed e-commerce.
Skitsch, che conta 25 dipendenti, quest’anno fatturerà circa 4 milioni di euro e conta di raggiungere il break even l’anno prossimo con 10 milioni di euro. La collezione ha in catalogo oggi poco più di un centinaio di progetti con la supervisione artistica di Cristina Morozzi.
E questo Natale Skitsch si mobilita anche per fare del bene sostenendo Dynamo Camp, il primo camp estivo completamente gratuito per bambini affetti da patologie gravi o croniche che si trova sull’appennino toscano. Il 10% delle vendite in negozio e online dal 25 novembre al 25 dicembre di Skitsch sarà devoluto a Dynamo.

Fonte: Luxury24