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Salone Internazionale del Restauro, dei Musei e delle Imprese Culturali

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XXV EDIZIONE 
Dal 21 al 23 marzo 2018
Ferrara Fiere Congressi

 

Dal 21 al 23 marzo 2018 torna, nella storica sede di Ferrara, il Salone Internazionale del Restauro, dei Musei e delle Imprese Culturali, giunto alla sua XXV edizione con il patrocinio del MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Tre giornate che celebreranno il traguardo di questo importante venticinquesimo capitolo, presentando un programma imperdibile di esposizioni, convegni, eventi e mostre, nell’intento di promuovere il patrimonio culturale e ambientale sotto ogni aspetto.

Una delle novità più importanti è l’ottenimento della certificazione internazionale ISF Cert – Istituto di certificazione di dati Statistici Fieristici, che conferma e celebra il ruolo centrale e strategico del Salone nel panorama fieristico mondiale.

Il Salone guarda alle nuove logiche di mercato, alle opportunità e alle necessità di cambiamento del Paese, nella convinzione che il patrimonio storico-artistico e ambientale ne siano la principale risorsa. Una risorsa che deve trovare luoghi, opportunità, professionalità in sinergia tra loro e in grado di valorizzarli e trasformarli in un importante volano dell’economia nazionale. Questo il Salone vuole rappresentare ogni anno, un irrinunciabile spazio per dare risalto alle imprese culturali.


Partnership e presenze istituzionali

Grazie all’attiva partecipazione di importanti aziende ed istituzioni, saranno presentate e affrontate le tematiche più attuali e urgenti, le tecnologie, le innovazioni e i risultati, informando sui più importanti interventi di restauro e riqualificazione dei beni culturali e ambientali.

Anche questa edizione conferma il format realizzato insieme al MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, partner storico della manifestazione, il quale ha individuato nel Salone la cornice perfetta per rappresentare il Sistema Museale Italiano in tutta la sua interezza e complessità. In particolare saranno presenti i 30 più importanti musei italiani, gli Istituti dotati di autonomia speciale e i Poli Museali regionali.

Nell’ottica di aprire l’orizzonte a settori emergenti nel panorama museale italiano, troveranno spazio aziende in dialogo diretto con le realtà museali pubbliche e private, provenienti da settori quali illuminotecnica, climatologia, trasporto di opere d’arte, software e altre tecnologie,  accoglienza, guardiania, ristorazione, bookshop e merchandising, che si affiancheranno ai consueti espositori.

Una importante new entry è la partecipazione di Federculture che rappresenta le più importanti aziende e istituzioni del Paese operanti nel campo delle politiche e delle attività culturali, molte delle quali vere e proprie eccellenze anche a livello europeo, nella gestione dei servizi legati alla cultura e al turismo culturale.

Grazie alla collaborazione tra ASTER (Rete Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna), da sempre promotrice della ricerca industriale come motore principale di sviluppo economico sostenibile e laboratorio di innovazione a livello nazionale e internazionale e DIAPReM – Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara, diretto dal Prof. Marcello Balzani, verrà proposto uno spazio dedicato alle industrie creative per sviluppare relazioni B2B, mettendo in dialogo addetti ai lavori, aziende e pubblico e ponendo l’attenzione sul potenziamento delle strategie e azioni congiunte tra ricerca e impresa.

La XXV edizione vedrà anche la nascita di un’area dedicata alle automobili e moto d’epoca, con la presenza dei più importanti musei e restauratori di fama internazionale.

Maggiore rilevanza avrà la presenza dell’Associazione Siti UNESCO che porterà un fondamentale contributo attraverso i propri siti di importanza mondiale.

 

Seminari e progetti

Il TekneHub, Tecnopolo dell’Università degli Studi di Ferrara, Rete Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna, presenterà due laboratori riguardanti l’applicazione delle alte tecnologie nel settore edile, con particolare attenzione al valore storico, artistico e architettonico.

Il primo concerne la conclusione del progetto Mu.S.A. (Multi Sensor Assessment – Piattaforma collaborativa per l’integrazione di sensori multi spettro nell’edilizia specialistica a carattere monumentale), proponendo di organizzare un seminario tecnico per la comunicazione dei risultati offerti dalla ricerca, illustrando il funzionamento grazie alla predisposizione di un prototipo dimostratore.

Il secondo convegno, invece, si occuperà di indagare la neutralizzazione dell�umidità da risalita capillare, illustrando relazioni dei membri del Comitato Scientifico, comunicazioni di casi studio ed esempi di applicazioni in contesti differenti.

In merito alla riqualificazione dell’area adiacente la tomba di Dante Alighieri a Ravenna, sarà presentato il relativo progetto a cura del Prof. Giampiero Cuppini, che vuole soddisfare l’esigenza di rendere l’area più fruibile al pubblico, attuando l’inserimento nel tessuto urbano di zone di verde.

Anche in questa edizione i workshop e i corsi di formazione professionale tenuti sono a rilascio di crediti formativi permanenti, altamente qualificati, per le categorie di Architetti, Geometri, Ingegneri e tutti coloro che operano nel campo della conservazione e valorizzazione dei beni culturali e ambientali.

 

Collaborazioni internazionali

È confermata la prestigiosa e consolidata partecipazione del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, che presenterà i suoi meravigliosi progetti, oltre a offrire una serie di imperdibili workshop.

E’ in corso di definizione la partnership con il Governo di Mosca, maturata lo scorso anno.

Ma non solo. Per questa edizione, infatti, il DIAPReM di Ferrara, che da tempo intrattiene esperienze di collaborazione e scambio con centri universitari esteri per la sua eccellenza e know-how nella scansione 3D di grandi immobili, ha avviato un progetto assolutamente unico nel suo genere con l’Università di São Paulo in Brasile per il restauro di due edifici di rilievo della città brasiliana: il Museu Paulista, comunemente conosciuto come -Museu do Ipiranga-, e la Casa de Vidro di Lina Bo Bardi, entrambi scansionati secondo queste tecniche 3D di ultima generazione progettate dalla stessa Università.

Saranno due operazioni culturali di enorme impatto: il museo, infatti, è il più visitato in Brasile perché celebra l’indipendenza brasiliana, mentre la Casa de Vidro, emblematico riferimento della modernità latinoamericana, è una casa museo dove si respira una cultura particolare di antico e moderno, sacro e profano.

Durante le giornate del Salone verrà lanciato il bando del restauro del Museu do Ipiranga e presentato il progetto riguardante la Casa de Vidro, finanziato dalla Getty Foundation.

 

Premi

La sezione dedicata ai premi si avvarrà anche quest’anno del PREMIO DOMUS RESTAURO E CONSERVAZIONE – Premio Internazionale di Restauro Architettonico, ideato e promosso nel 2010 da Fassa s.r.l., dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara e dal Salone, con l’intento di valorizzare progetti realizzati in ambito italiano e internazionale. In questi anni, la notevolissima adesione al Premio ha confermato la crescita costante degli interventi di restauro anche in contesti stranieri ed extraeuropei, dimostrando la necessità di un dialogo e un confronto internazionale su tematiche che hanno accezioni differenti, ma problematiche simili.

La XXV edizione vedrà inoltre la nascita di un nuovo premio dedicato alla divulgazione culturale, progetto in corso di definizione i cui dettagli saranno svelati con l’anno nuovo.

 

Eventi collaterali promossi

da Ferrara Aperta per Restauro


Visita con aperitivo a Palazzo Gulinelli

Palazzo Gulinelli, di proprietà della Fondazione Opera Don Cipriano Canonici Mattei, è stato ricostruito, in seguito agli eventi sismici che lo hanno danneggiato nel 2012.

La ricostruzione sposa le tecniche ad oggi più innovative, un restauro ecosostenibile con certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) – GBC (Green Building Council) Italia, protocollo HB (Historic Building) e il palazzo sarà il primo complesso scolastico con foresteria e uffici ad essere certificato sul territorio nazionale.

Durante il Salone il progetto sarà raccontato attraverso uno spazio espositivo. Verrà inoltre organizzato un incontro all’interno del Palazzo per presentare il restauro, la certificazione GBCI e tutti i partecipanti al Salone saranno invitati.

La data ipotizzata è Giovedì 22 Marzo 2018 e sarà un’occasione imperdibile per ammirare l’originalità e la varietà culturale e decorativa degli ambienti del Palazzo.


Inaugurazione della mostra di Biagio Rossetti

Le opere di Biagio Rossetti, architetto di straordinaria rilevanza negli anni del Rinascimento estense, hanno avuto una risonanza su scala internazionale e hanno portato al riconoscimento di Ferrara come Città del Rinascimento Patrimonio dell’Umanità UNESCO

Le giornate del Salone saranno l’occasione perfetta per inaugurare la mostra a lui dedicata.

Le novità e le opportunità in questa venticinquesima edizione sono molte e imperdibili, sempre con l’intento di valorizzare continuativamente il settore culturale, cuore pulsante del nostro Paese, in grado, non solo di rilanciare le basi dell’economia italiana, ma di ridisegnare il nostro futuro.

 

I numeri dell’edizione 2017

– 290 Espositori – 26.000 visitatori – 130 Convegni e Seminari – 8 Eventi e Mostre

 

INFORMAZIONI UTILI:

– 21-23 marzo 2018, dalle 9.30 alle 18

– Ingresso con registrazione obbligatoria

– Quartiere Fieristico di Ferrara (Via della Fiera, 11)

  www.ferrarafiere.it

 

Sarà previsto un servizio di navetta gratuito dalla stazione alla fiera.

Il programma completo della manifestazione e l’elenco espositori saranno disponibili sul sito www.salonedelrestauro.com a partire dal mese di febbraio.

Grande Progetto Pompei: occorre sbrigarsi, l’orologio corre

pompei2-140x105Il conto alla rovescia per il Grande Progetto Pompei è partito: c’è tempo fino alla fine del 2015 (quindi solo 16 mesi) per utilizzare (in maniera efficiente) i 105 milioni di euro, in gran parte provenienti dall’Unione Europea, utili per condurre in porto le operazioni nell’importante sito storico-archeologico campano: il rischio è ovviamente quello di vedere scomparire i fondi per mancata utilizzazione. Un rischio reale, visti i considerevoli ritardi nelle gare e nell’apertura dei cantieri.
Fino a questo momento sono stati spesi solo 1,5 milioni di euro e circa 25 sono stati impegnati, mentre due terzi delle gare sono ancora da aggiudicare. Il settore più ampio da avviare è certamente quello relativo alle gare non ancora partite: quasi i due terzi dei fondi (la percentuale precisa ammonta al 62%) per oltre 52 milioni di lavori. Secondo i dati emessi dalla struttura che gestisce il Progetto ammontano a 40 milioni di euro gli interventi per i quali l’uscita dei bandi è prossima (ovvero a partire dal mese di settembre), mentre sono nove (per una cifra che sfonda i 12 milioni) i progetti ancora in lavorazione.
Per ulteriori informazioni in merito alla lunga (ed a volte zoppicante) cavalcata del Progetto leggi l’articolo Grande Pompei: un Piano d’azione per uscire dalle sabbie mobili.
In questa direzione il neonato Decreto Cultura (Decreto 83/2014 convertito in legge lo scorso 29 luglio) consente appalti a trattativa privata fino alla cifra di 1,5 milioni di euro (quota più alta rispetto a prima), garantendo tempi accelerati per firmare il contratto e avviare i lavori, oltre a poteri speciali al direttore nei confronti del Responsabile unico di procedimento e nell’esclusione delle imprese senza requisiti.
Tuttavia sul contenuto del Decreto Cultura alcuni dubbi sono stati sollevati, con particolare riferimento ad evidenti frenate, in sede di approvazione definitiva del testo, che hanno provocato lo stralcio dal provvedimento di deroghe sugli appalti idonee a snellire i procedimenti diradando la fitta foresta di adempimenti in materia. Il Ministero dei Beni Culturali sostiene comunque di aver condiviso tutte le correzioni con il Parlamento: “Al netto delle modifiche – affermano dalle stanze di Via del Collegio Romano – il provvedimento introduce comunque misure, anche derogatorie, sufficienti a procedere in modo spedito alla realizzazione delle opere”. È quello che si auspica per fare finalmente decollare il Grande Progetto Pompei.

Fonte: Ediltecnico

Neri: tre generazioni per la ghisa, un passato che guarda al futuro

neriC’è un posto in Italia dove il passato acquista il sapore del futuro. A Longiano, in provincia di Forlì. Qui a distanza di pochi chilometri, ci sono due musei che tutto il mondo ci invidia, frutto di passione, di ricerche, di studio, di documentazione, ad opera di tre generazioni di una famiglia di imprenditori. Sì, perché questi due gioielli che ci introducono al profumo di passeggiate in viali alberati o di salotti all’aperto, di giardini dal lento scorrere di gusto proustiano, o ancora alle atmosfere patinate di piazze e centri storici, di edicole dove echeggiano ancora i concerti della domenica, di suggestivi attraversamenti di ponti, o strusci festivi lungo i viali delle città dove i fidanzatini si lanciavano occhiate furtive, o innocenti giochi d’acqua di bimbi nelle fontane comunali, sono dedicati alla Ghisa, protagonista assoluta delle cartoline fin de siecle, di decori urbani che segnavano l’affermarsi di una nuova borghesia, di lampioni che illuminavano e sottolineavano il carattere dei centri storici, e che oggi è ritornata di gran moda.
Tutto merito dell’amore di una famiglia, i Neri di Longiano, per questo materiale bollato agli inizi dell’Ottocento come “ferraccio”, per la minore qualità e la peggiore lavorabilità rispetto all’acciaio dolce, che al suo apparire fu usato per cannoni e palle di cannone per poi divenire il simbolo della trasformazione del volto delle città che si sviluppavano per effetto dell’industrializzazione. E sì perché tre generazioni di Neri, Domenico, classe 1924, il fondatore della dinastia, Antonio, classe 1951, il figlio che ha aperto l’azienda di famiglia all’internazionalizzazione e Isacco, classe 1977, ultimo arrivato sulla scena, ma con le idee ben chiare sulle strategie future, si sono dedicate anima e corpo alla lavorazione e poi al restauro di questo materiale che “fa parte a pieno titolo di quel grande museo che è la città – ama ripetere Antonio – museo inteso nel suo significato originario di “casa delle muse”, luogo fisico e mentale per l’ispirazione, per pensare al futuro, e spazio per l’armonia collettiva.

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Fonte: Il ghirlandaio

Il Museo Novecento di Firenze ha aperto i battenti

novecentoHa aperto i battenti martedì 24 giugno il Museo Novecento di Firenze, realizzato dopo quasi mezzo secolo di proposte e progetti. Sede del museo è l’antico Spedale delle Leopoldine in Piazza Santa Maria Novella. Il complesso monumentale è stato recuperato grazie a un lungo e delicato lavoro di restauro, curato dal Servizio Belle arti del Comune di Firenze grazie al determinante contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Suddiviso in 15 ambienti espositivi, il nuovo museo fiorentino ospita una collezione di circa 300 opere,organizzate ‘a ritroso’, in un percorso che dal 1990 risale fino ai primi anni del cosiddetto ‘secolo breve’. Da De Chirico a Morandi, da Emilio Vedova a Renato Guttuso, fino alla sezione fiorentina alla Biennale di Venezia, il Museo Novecento unisce in sé due nature: di museo civico, attraverso un racconto che lega le collezioni civiche del Novecento alla storia della città, e di museo ‘immersivo’, andando a integrare il patrimonio cittadino con testimonianze delle vicende artistiche nazionali e internazionali, che hanno segnato il territorio dalla seconda metà degli anni Sessanta.
Il museo espone una parte delle collezioni del Comune, unita a opere e documentirelativi agli ultimi decenni, concessi in comodato da artisti, collezionisti ed enti, che hanno sostenuto la nascita di questa nuova istituzione. Le sale dedicate alle collezioni comunali mostrano a rotazione le numerose donazioni di artisti e collezionisti pervenute grazie all’appello fatto dal critico Carlo Ludovico Ragghianti a seguito dell’alluvione del 1966, tra cui la prestigiosa collezione Alberto Della Ragione.
Ordinato in senso cronologico, tematico ed interdisciplinare, in un percorso che affianca alle opere postazioni multimediali, dispositivi sonori e sale video, il Museo Novecento offre finalmente al pubblico la vibrante rappresentazione di quel irripetibile stagione artistica che per tutto il secolo scorso vide Firenze al centro della scena culturale nazionale ed internazionale.

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Fonte: Ingegneri.info

Approvato il documento per l’aumento degli ecobonus su bioedilizia

 

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Il documento di Serena Pellegrino (Sel) raccoglie l’unanimità.

ROMA, 1 APR – “Oggi è più concreta la possibilità che i benefici fiscali collegati alla ristrutturazione degli immobili e al miglioramento delle prestazioni energetiche si avvantaggino di un ulteriore e significativo incremento applicando i criteri della bioedilizia e utilizzando materiali biocompatibili certificati”. Lo dichiara la parlamentare friulana Serena Pellegrino (SEL), presentatrice di una risoluzione, sottoscritta dalla maggior parte dei gruppi parlamentari, diretta ad aumentare la detraibilità fiscale alle ristrutturazioni effettuate con materiali e tecniche biocompatibili: il documento, oggi, è stato approvato all’unanimità in Commissione ambiente della Camera.

“Un plauso al Governo che ha dato il suo parere positivo. Abbiamo fatto un enorme passo avanti. – commenta Pellegrino – Il comparto edile nazionale si potrà qualificare non più come il principale nemico dell’ambiente del nostro Paese, in termini di cementificazione, speculazione e salute dei cittadini. Potrà invece diventare strumento per preservare la bellezza degli insediamenti civili, con l’obiettivo di diminuire i consumi energetici e equilibrare l’impatto ambientale attraverso una filiera a ciclo chiuso.” Prosegue la Pellegrino: “Sono particolarmente soddisfatta perché questo tipo di incentivazione produce effetti che vanno ben oltre il valore intrinseco di questa tipologia costruttiva, valore di per sé rilevantissimo in termini di favorevole bilancio energetico, consumo di materie prime e di salubrità abitativa”. E precisa: “Infatti , attraverso gli specifici benefici fiscali verrà positivamente coinvolta l’intera filiera verde della bioedilizia con la conseguente riduzione dell’impatto ambientale e importanti esternalità:maggiore utilizzo di risorse rinnovabili, ridotti consumi energetici e idrici, tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, maggiore sostenibilità delle problematiche relative allo smaltimento dei rifiuti”.

Fonte: ANSA

Ristrutturazione della biblioteca Hertziana a Roma: uno degli interventi più interessanti attuati in Italia.

biblioteca roma

La ristrutturazione della Bibliotheca Hertziana di Roma è uno degli interventi più interessanti che siano stati attuati sul territorio nazionale. L’esecuzione delle opere è stata seguita dallo studio Da Gai Architetti con la supervisione di Juan Navarro Baldeweg.

Gli aspetti che rendono particolarmente interessante l’intervento di risrutturazione  della biblioteca Haertziana a Roma, posso essere individuati nella particolare localizzazione nei pressi di Trinità dei Monti, la vittoria del concorso di progettazione da parte di Juan Navarro Baldeweg, le soluzioni architettoniche  le difficoltà riscontrate in fase di realizzazione e le soluzioni messe a punto per la risoluzione di tali problematiche.
L’istituto di ricerca, uno dei più prestigiosi della storia dell’arte italiana, fondato nel 1912 da Henriette Hertz, che donò sia il palazzo Zuccari che il patrimonio librario posseduto al Kaiser Wilheim Gesellschaft, ente tedesco di promozione della scienza (confluito dal 1948 nella fondazione Max-Planck Gesellschaft), occupa un lotto di forma trapezoidale tra via Sistina e via Gregoriana, sul quale insistono il Palazzo Zuccari, l’edificio della biblioteca e il Palazzo Stroganoff (sede della fototeca).
La biblioteca esistente, costruita nel 1962 sull’area dell’originario giardino del Palazzo Zuccari, a murare il celebre portale detto del «Mascherone», non era più in grado di accogliere l’imponente consistenza del patrimonio librario (oltre trecentomila volumi in costante accrescimento di circa cinquemila volumi l’anno) e non era adeguata alle vigenti disposizioni normative in ambito di sicurezza e di antincendio.
L’istituto Max-Planck ha deciso allora di investire sulla rifunzionalizzazione della biblioteca, bandendo un concorso internazionale di progettazione che prevedeva la demolizione della struttura esistente e la ricostruzione degli spazi necessari.
Il concorso fu aggiudicato all’architetto madrileno Juan Navarro Baldeweg, con un progetto fortemente caratterizzato da un cortile centrale a cielo aperto su cui si affacciano, per mezzo di ballatoi degradanti, le aree di consultazione.
Il cortile è chiuso su tre lati da una vetrata in cristallo strutturale a tutta altezza e sull’altro da un muro inclinato in mattoni faccia a vista. Oltre al ripristino dell’ingresso scenografico del «Mascherone», il progetto prevedeva diversi piani organizzati secondo una distribuzione regolare con le librerie collocate nella zona verso via Sistina e le zone di lettura nella metà corrispondente a via Gregoriana, oltre a una sala lettura con terrazza al piano superiore.

Sia i parapetti dei ballatoi che il muro inclinato in mattoni sono caratterizzati da un trattamento superficiale (una scialbatura bianca di calce) che permette una riflessione maggiore della luce entrante, non nascondendo la texture irregolare dei paramenti.
La riflessione della luce non è però accecante, in quanto la tipica conformazione dei mattoni in laterizio ne permette il parziale assorbimento e la graduale reimmissione nell’aria. Proprio la luce, al pari del laterizio, del travertino e del legno di acero, è protagonista indiscussa del progetto (Baldeweg usava ripetere «luz es materia»).
Le fasi di progettazione esecutiva della vetrata, infatti, sono state condotte con l’obiettivo di garantire la massima trasparenza del vetro, compatibilmente con le necessità statiche, climatiche e di illuminazione naturale. Sono state studiate le traiettorie del sole nelle diverse ore del giorno e nei diversi periodi dell’anno, in modo da avere un quadro completo di tutta la gamma delle incidenze dei raggi solari sulla vetrata.
La fase di ricerca sulla comprensione degli effetti della luce all’interno dell’edificio ha portato a definire scelte differenziate in base alla posizione delle lastre vetrate.
L’esecuzione delle opere è stata seguita dallo studio Da Gai Architetti con la supervisione di Juan Navarro Baldeweg.
Gli imprevisti e le difficoltà riscontrate in fase esecutiva hanno condizionato fortemente la realizzazione dell’opera e gli oltre 10 anni necessari per giungere all’inaugurazione dell’edificio ne sono una dimostrazione.La problematica maggiore era dovuta ai ritrovamenti, nel sottosuolo dell’area su cui insiste la nuova biblioteca, dei resti di una villa romana caratterizzata da mosaici parietali policromi, nicchie e strutture affrescate e una grande esedra in muratura con pavimentazione in pezzi di marmi di recupero.
Lo schema costitutivo messo a punto per la nuova biblioteca ha permesso di liberare il sottosuolo dell’edificio (solitamente occupato dalle fondazioni) per consentire l’uso e la fruizione del patrimonio archeologico: la biblioteca, infatti, non è dotata di fondazioni «canoniche», ma si appoggia su un «piano-trave» sorretto da un doppio allineamento di micropali realizzati in aderenza alle fondazioni delle facciate (in una zona già compromessa da interventi strutturali).
Il piano-trave è composto da due solette armate fra cui sono interposti setti in cemento armato precompresso e si appoggia su una serie di apparecchi idraulici regolabili; all’interno di esso si trovano alcuni depositi per i libri e al di sotto è in via di realizzazione un ballatoio sospeso di affaccio a diretto contatto con la vasta area archeologica rinvenuta.
 

Chi ha fatto Cosa

Oggetto: ristrutturazione della Bibliotheca Hertziana – Max Planck Insitut für Kunstgeschichte
Località: via Gregoriana, n. 28, Roma
Committente: Max Planck Gesellschaft zur Foerderung der Wissenschaften e. V. München (Rep. Fed. Germania)
Progetto architettonico: arch. Juan Navarro Baldeweg, Studio Da Gai Architetti
Collaboratori: arch. Elena Parducci, arch. Orante Paris, per. ind.le Corrado Becucci, per. ind.le Franz Steiner, Franco Rasori, arch. Veronica Scortecci, Andrea Viganò, arch. Fernando Pino, arch. Elena Barroso (N. Baldeweg Asociados)
Progetto strutturale: Tekno In (prof. ing. Alberto Parducci, ing. Alfredo Marimpietri, ing. Sergio Olivero, ing. Marco Mezzi)
Progetto impianti meccanici: Tecnisches Büro – Franz Steiner (Egna – Bz), ing. Jaeger, Mornhinweg + Partner (Stuttgart)
Impresa di costruzione: Consorzio Cooperative Costruzioni – Cdc Cooperative di Costruzioni (Modena)
Cronologia: 1995-2003-2012; superficie 2.150 m2
Costo complessivo: euro 20.000.000
Fotografie: Orante Paris.

Autore: Claudio Piferi
PhD, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze.
Fonte: Edilizia news

Colosseo: si stacca pezzo d’intonaco

Un pezzo di malta di calce della struttura originale del Colosseo, di circa mezzo metro quadrato e di minimo spessore, è caduto da uno degli ambulacri al primo piano, dove vengono ospitate le mostre. Il pezzo di malta ha rotto la rete di protezione collocata tra gli anni ’70 ed ’80 degli ambulacri. A riferirlo è stato il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro che non si è detto preoccupato dell’accaduto.  L’episodio ripropone con forza il tema della manutenzione preventiva programmata, cui la struttura commissariale e la Sovrintendenza archeologica stanno lavorando, come unica procedura in grado di assicurare la conservazione del materiale archeologico, è scritto nella nota del Mibac. Si tratta di superfici per le quali in diverse parti della fabbrica sono in corso interventi di restauro e per altre, come quelle in questione, gli interventi sono già progettati e si è in attesa di poterli appaltare; la cause del cedimento, un’area inferiore ad un metro quadrato, sono riconducibili a variazioni termoigrometriche. Non è la prima volta che accade una cosa del genere e il fatto non viene sottovalutato, ma ora c’é una maggiore trasparenza rispetto al passato e quindi viene appalesato” . Giro ha ricordato che c’é un piano di restauro completo del Colosseo per 23 milioni di euro.

Fonte: IlportaledelRestauro

Firenze: iniziati i lavori al Museo dell’Opera del Duomo

Duomo di FirenzeSono iniziati i lavori per il nuovo Museo dell’Opera del Duomo a Firenze che dovrebbero concludersi nel 2016. Il museo è uno tra i più importanti al mondo non solo per la scultura medievale e rinascimentale, ma anche in quanto ospita capolavori di Donatello, Michelangelo, Lorenzo Ghilberti e Luca della Robbia. Anna Mitrano, presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, ha avviato la realizzazione del Museo e presentato al pubblico il progetto architettonico e di allestimento, il cui investimento ammonta a 25 milioni di euro.  La “Sala dell’Antica Facciata” è una delle grandiose novità introdotte all’interno del museo: ricostruzione al vero della facciata del 14esimo secolo del Duomo di Arnolfo di Cambio e la Porta del Paradiso del Ghilberti. Il museo contiene le opere eseguite nei secoli passati riguardanti il Battistero, il Campanile e il Duomo: erano state rimosse dalla loro collocazione originale per motivi di conservazione o durante modifiche o ammodernamenti.

Fonte: ProgettoRestauro

Firenze: restauro della Tribuna degli Uffizi

Coi lavori di restauro alla Tribuna prende ufficialmente le mosse uno degli interventi di restauro e di riordino museale storicamente più importanti che agli Uffizi siano stati condotti. Un evento assolutamente straordinario sia per l’eccezionale valore storico-artistico del complesso monumentale, sia per l’entità delle risorse economiche impegnate. Il Soprintendente Cristina Acidini ha commentato: Si apre in Galleria una stagione di grandi emozioni. Intervenire sulla Tribuna è come toccare il cuore del museo più antico d’Europa, e ha richiesto e richiederà da parte di tutti sensibilità e competenza. All’odierno restauro della Tribuna e al suo conseguente rinnovato allestimento è sottesa – dice il Direttore Antonio Natali – l’aspirazione a meglio tutelare ed esaltare le peculiari qualità di quest’ambiente antico e nobile. I lavori alla Tribuna, come gli altri interventi degli ultimi anni, saranno condotti in assoluta conformità col progetto degli Uffizi di domani, e nel rispetto del rigore filologico.

Fonte: ProgettoRestauro

Riapre il Negozio Olivetti di Scarpa in Piazza San Marco

“Vorrei da lei un biglietto da visita dell’Olivetti nella più bella piazza del mondo!” Questo, nel 1957, era stato il gentile invito che Adriano Olivetti aveva rivolto all’allora cinquantenne Carlo Scarpa. Il celebre negozio nelle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco, chiuso da anni per l’indifferenza del tempo e l’insidiosità della natura e attualmente di proprietà delle Generali, oggi 20 aprileriapre grazie a un accurato intervento del FAI (Fondo per l’ambiente italiano) in collaborazione con la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia.

Il committente Adriano Olivetti nel ’57 si era dimostrato già impegnato nell’affermazione di una cultura architettonica nazionale con la fabbrica a Ivrea degli anni 30, e successivamente aveva creduto nell’apertura in tutto il mondo di showroom che testimoniassero la grande capacità inventiva e produttiva dell’Italia di quegli anni.

Carlo Scarpa nel progetto di piazza San Marco si dovette confrontare con più parametri di difficoltà: primo fra tutti il contesto prestigioso e grondante di storia, in seconda battuta con le dimensioni ridotte del locale, 21 metri di profondità per 5 di larghezza, poco illuminato e diviso in due vani da una parete. Ma egli ne creò un’opera di grande respiro e trasparenza, una scatola luminosa inaspettata per chi proviene dall’ombroso portico. La capacità di Scarpa si rivela qui nella capacità di trasformare lo spazio in uno spazio psicologico. Come la prospettiva straniante dei gradini scolpiti nella scala volante e il tappeto di tessere colorate che ci invitano a salire.

Per questo atteso evento di rinascita di un piccolo pezzo del patrimonio italiano il figlio Tobia Scarpa ha detto: “Il negozio Olivetti è uno dei pochi lavori di mio padre a cui io abbia contribuito. Quando fu inaugurato nel 1958 tutto era nuovo e lucido, perfetto, non vi era la patina del tempo né quella della salsedine che è una peculiarità di Venezia. Adesso è di nuovo tutto in ordine, e sono stati ritrovati i colori originali: questo recupero lo fa vibrare di più. Oggi, si può percepire la scelta cromatica dello stucco veneziano che papà aveva fatto mettere nelle partiture dei parapetti come qualcosa di necessario, mentre prima questo valore non veniva percepito come importante proprio perché nella natura stessa della cosa. Sembrava essere semplicemente un colore giusto, gradevole e bello, in realtà era un colore straordinariamente necessario: faceva vibrare tutto lo spazio nei confronti della luce. Senza il restauro non sarebbe stato possibile capire questa qualità di scelta nella complessità degli elementi”.

L’accesso al pubblico sarà possibile a partire dal 22 aprile. Oltre all’altissima qualità architettonica dei suoi interni, il negozio offrirà ai visitatori la visione della collezione Olivetti di macchine da scrivere e macchine da calcolo, donata al Fai dall’azienda di Ivrea.

 

Fonte: Architetti.info

 

Assisi: riaperta la cripta di San Francesco

Ha riaperto al culto la cripta che conserva le spoglie di San Francesco, dopo i lavori di restauro che l’hanno riportata al suo aspetto e ai suoi colori originari. Era il 1226 quando Francesco morì, dopo soli due anni la Curia pontificia avviava la costruzione della basilica assisiate a lui intitolata, in coincidenza con la canonizzazione.
Nel 1230, la basilica di San Francesco accoglieva le reliquie del Santo e veniva proclamata caput e mater di quel fenomeno religioso che a tutti gli effetti poteva essere appellato “francescanesimo”. Il sarcofago del Santo si trova nella cripta della basilica inferiore, ricavata ai primi del ‘900 con l’utilizzo di circa 15.000 conci di pietra rosata provenienti da una cava nei pressi di Assisi. Autore ne fu Ugo Tarchi, che diede forma a un’essenziale struttura neo-romanica con volta a crociera, in un insieme perfettamente integrato all’impostazione della chiesa. La riapertura della cripta è avvenuta alla presenza del Ministro per i beni e le attività culturali, Giancarlo Galan e seguita dalla celebrazione religiosa officiata dal cardinale Angelo Bagnasco.

Fonte: ProgettoRestauro

Santo Stefano di Sessanio, un borgo vecchio per una vita nuova

Un borgo medievale in Abruzzo riprende vita grazie a un recupero edilizio che ne ha fatto un esempio internazionale di turismo sostenibile da copiare.

Lassù, fino a poco tempo fa, si arrivava a stento.Santo Stefano di Sessanio è un borgo di montagna, isolato sul Gran Sasso, a 1.250 metri di altezza in cima a una strada contorta dai panorami mozzafiato. Il parcheggio è poco fuori paese, anche perché le macchine non riescono a girarvi: è tutto un groviglio di case di sasso abbracciate tra loro, una sopra l’altra e accanto all’altra, divise da strade che sono poco più di sentieri, e sovrastato da una altissima torre medicea che svetta sui tetti. È uno dei 100 borghi più belli del mondo eppure fino a qualche anno fa era quasi abbandonato e mezzo diroccato.

Un giorno, grazie all’intuizione di un architetto italo-svedese, Daniele Kihlger, capitatovi per sbaglio girando in moto, Santo Stefano di Sessanio ha iniziato a cambiare vita diventando un cantiere brulicante.

L’obiettivo era di farne un albergo diffuso, un immenso tempio del turismo sostenibile dove l’accoglienza alberghiera fosse sparpagliata per tutto il paese, andando a occupare le case. Sono state individuate per questa operazione le costruzioni che non erano mai state toccate prima da restauri frettolosi di cemento, ma solo quelle intatte, tutte in sasso e travi antiche. Una riqualificazione edilizia di oltre 3.500 metri quadri, attento a tutte le più avanzate tecniche ecosostenibili e abbinato all’uso di tutti materiali naturali, ha prodotto un risultato assolutamente originale e di grande gusto estetico oltre che di grande coerenza tecnica e di attualità tecnologica: Internet e connessioni wi-fi sono ovunque, perfettamente mimetizzate nelle strutture e totalmente invisibili.

Il successo di questa operazione è stato immediato. Il paese è letteralmente rinato, da 70 abitanti a cui era rimasto oggi registra 7.300 presenze l’anno anche d’inverno, la quotazione delle case si è moltiplicata di 20 volte e a oggi è difficilissimo trovare un appartamento in vendita: molti sono stati comperati da inglesi, belgi e francesi. Il paese ha inoltre mosso un enorme indotto economicosull’intero territorio limitrofo, che non si limita alla importanza dell’investimento immobiliare ma anche alla creazione di moltissimi posti di lavoro che hanno ripopolato la zona.

La rinascita di questo borgo è stata gestita da una società, la Sextantio di Kihlger, che è oggi uno degli emblemi di Symbola, la fiera campionaria delle qualità italiane promossa da Fiera Milano: una fotografia delle eccellenze imprenditoriali del Made in Italy. Santo Stefano di Sessanio è stato un progetto pilota che oggi la Sextantio sta riproponendo in altre realtà italiane con le stesse caratteristiche, per creare, attraverso nuovi esempi di recupero edilizio, altri luoghi dove la possibilità di alloggiare in albergo diffuso consenta di vivere appieno l’esperienza di una vita ecosostenibile in armonia con la natura e con se stessi, e di recuperare il rapporto, ormai quasi perduto, con una dimensione abitativa del tutto naturale.

 

Fonte: http://gogreen.virgilio.it/news/speciali-rubriche/santo-stefano-di-sessanio-borgo-vecchio-per-vita-nuova.html

Teatro Romano d’Aosta: 600 mila euro per migliorarne la fruizione

Al Teatro Romano di Aosta sarebbero destinati 600 mila euro per finanziare i lavori necessari a migliorarne la fruizione. Il monumento è tornato alla sua funzione originaria, quella di luogo di spettacolo e dall’anno scorso, è il fulcro della programmazione culturale, ha spiegato l’assessore regionale all’Istruzione e alla cultura. Nell’area è stata realizzata una struttura per spettacoli all’aperto e sono già 43 le manifestazioni in programma. Tra gli interventi sono previsti quelli di installazione di un sistema conta ingressi e di messa in sicurezza della sottostante falda acquifera. Il teatro è diventato simbolo della politica culturale della Valle d’Aosta per promuovere il turismo culturale, i nostri beni culturali e la Valle d’Aosta come meta di questo tipo di turismo che crea, ha concluso l’assessore, ricadute molto interessanti anche economiche sul territorio, e che l’anno scorso per la sola programmazione estiva ha fatto registrare 450.000 presenze tra siti, mostre e eventi culturali.

Fonte: ProgettoRestauro

La town Hall di East London


Facciata metallica e tagliata al laser, con gli interni edwardiani rivisitati della Londra dei primi del ‘900.

Ristrutturare il vecchio municipio di East London ha significato non solo fissare un programma ben definito, ma dare una nuova e fresca identità allo storico edificio abbandonato. La struttura fu costruita nel 1910, e dotata di un’aggiunta nel 1937, essa cadde poi in disgrazia – fino alla sua odierna ristrutturazione in un moderno hotel per conferenze. Rare Architects, gli autori del progetto, hanno guardato da vicino il patrimonio del palazzo, sviluppando un arredamento moderno e una pelle suggestiva composto da una facciata in metallo tagliata al laser. Il risultato è una sintesi singolare di art deco e di design moderno che attraversa coraggiosamente la durata centenaria della costruzione. Il restauro mostra un interessante approccio al ripristino dell’architettura storica – esso è contemporaneo ma si rifà al design estetico originale.

Il municipio edwardiano situato su Cambridge Heath Road è caduto in disgrazia negli anni ’90, quando l’edificio neo-classico veniva usato raramente come location per shooting di film. E’ stato ora acquistato da un hotel developer, ragione per cui l’edificio ha subito una notevole metamorfosi che ha mantenuto intatti gli interni classici mentre si è avvolto l’esterno con una pelle di metallo moderno.

Gli interni riflettono il disegno classico degli edifici attraverso un attento restauro dei particolari architettonici e degli arredi eclettici. Ognuna delle 98 camere è unica in termini di dettagli e dimensioni, ma tutte condividono lo stesso particolare intarsio sulla facciata interna posta sotto il guscio metallico forato.

La pelle monolitica è realizzata in alluminio a taglio laser ed è stata sviluppata per portare coesione al progetto. Più integrazioni e ristrutturazioni nel corso degli anni hanno ignorato la storica presenza dell’edificio, ma la nuova facciata porta all’edificio un’identità contemporanea in un interessante contrasto con il disegno classico a lato della nuova strada, sottolineando la dignità del municipio.

La nuova facciata riduce il guadagno di calore interno all’albergo, mentre permette alla luce di filtrare attraverso le finestre così che il carico energetico globale risulta ridotto.

 

Fonte: Architetti.info

 

 

Napoli: basiliche in comodato d’uso a chi le restaura

Offrire le basiliche in comodato d’uso a imprenditori e associazioni che volessero restaurarle e aprirle al pubblico con attività culturali, artistiche, sociali, di formazione e laboratori teatrali.
Questa l’iniziativa lanciata dal cardinale Crescenzio Sepe per l’apertura del Giubileo per Napoli e del mese di marzo che sarà dedicato alla cultura. Cento le chiese coinvolte, come afferma il cardinale stesso: Sono centinaia gli edifici della Curia che potrebbero essere adottati. Penso San Giovanni Maggiore, San Giorgio dei Genovesi, Santa Maria in Cosmedin, Sant´Agostino alla Zecca, Santa Maria Vertecoeli. Ma è lungo l´elenco delle meravigliose chiese napoletane ancora chiuse dal terremoto del 1980 e che, per una ragione o per un´altra, non sono state ancora riaperte. L’invito del cardinale è aperto a chiunque voglia partecipare al recupero delle chiese – prosegue – imprenditori, associazioni, insomma tutti coloro che hanno progetti interessanti non solo al recupero delle chiese, che in molti casi sono delle vere e proprie opere d’arte, ma anche a progetti di sviluppo territoriale.
Gli edifici utilizzabili secondo la Curia sarebbero oltre cento e rientrano nel patrimonio della Diocesi e delle Arciconfraternite. A sostenere questa iniziativa ci sono anche la Soprintendenza e la facoltà di Architettura dell´Università Federico II. Nel progetto del cardinale le chiese saranno concesse in comodato d´uso per alcuni anni a coloro che le riapriranno. Sepe ha infine inviato una lettera aperta alle diocesi di altri paesi perché siano coinvolti nel progetto.

Fonte: ProgettoRestauro

Pompei: crolla la Domus dei Gladiatori

La Domus dei Gladiatori del sito archeologico di Pompei, situata nella centralissima via dell’Abbondanza, è crollata il 6 novembre 2010. I custodi hanno trovato l’intera struttura polverizzata: il monumento, così chiamato perché al suo interno vi si allenavano gli atleti nell’antica Pompei, era stato rinvenuto durante gli scavi della città e ritenuto una delle rovine più importanti.
Il presidente dell’ ANA, Associazione Nazionale Archeologi, Tsao Cevoli, ha così denuciato questo avvenimento: Stavolta il crollo è di proporzioni clamorose, è una ferita insanabile al sito archeologico più importante del mondo. Come denunciamo da tempo, sono l’incuria e la mancata manutenzione ordinaria del patrimonio archeologico a provocare danni irreparabili come questo.
Ci si auspica che il governo attui presto una politica di prevenzione nel settore dei beni culturali e preservi al meglio le grandi meraviglie del patrimonio culturale italiano. Inoltre è stato predisposto un percorso alternativo per i molti turisti, in quanto la Domus è situata sulla via principale.

Fonte: ProgettoRestauro

Tesi on line: Il Tempio Malatestiano di Leon Battista Alberti

Due tesi  di Restauro discusse a Firenze sulle sezioni longitudinali e trasversali che analizzano il manufatto dell’Alberti in maniera puntuale e approfondita, sono visibili sul sito web www.prog-res.it nella sezione Tesi e Ricerche.

Un abstract delle tesi e le tavole integrali in formato digitale consultabili gratuitamente.

Il Tempio Malatestiano, conosciuto come Duomo di Rimini. sebbene incompleta, è una delle architetture più significative del Rinascimento, come passaggio fondamentale all’architettura moderna. Al progetto e realizzazione oltre che di Leon Battista Alberti, una delle figure artistiche più poliedriche del Rinascimento oltre ad essere architetto è stato scrittore, matematico, umanista, filosofo e musicista, hanno contribuito anche Matteo de’ Pasti, Agostino di Duccio e Piero della Francesca, sotto la signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesta.

Per visionarle  clicca qui:

Il Tempio Malatestiano di Rimini. Le sezioni longitudinali interne

Il Tempio Malatestiano di Rimini. Le sezioni trasversali

Pompei a pezzi: crollano altri muri

Pompei si sbriciola giorno dopo giorno. Dopo il crollo del muro di contenimento della Casa del Moralista, nella notte si sono staccate altre due pareti che però, secondo le prime informazioni, non sarebbero affrescate. La notizia è stata confermata dal sindaco di Pomepi, Claudio d’Alessio. Ieri si era staccato un muretto grezzo di sei-sette metri nel giardino della Casa del Moralista, la domus pompeiana che deve il nome alle frasi moralizzatrici che il proprietario aveva fatto incidere sui muri per i suoi ospiti. Niente di che, se si pensa alla recente ferita del crollo della vicina Schola Armaturarum, ben più imponente, ma quanto basta per svelare le magagne di un sistema di manutenzione che vede una tra le aree archeologiche più importanti del mondo impotente rispetto alle piogge abbondanti. Gli ultimi crolli riaccendono le polemiche nei confronti del ministro Sandro Bondi. Viviamo una emergenza continuadice il soprintendente degli Scavi di Pompei Jeannette Papadopoulos – Pompei è una città fragile e se continua a piovere così tutti i muri senza copertura sono a rischio. Purtroppo sono due mesi che sto qui e non fa che piovere.
Per il futuro l’impegno è quello di procedere con la mappatura dell’area, ma si capisce che di fronte al perdurare delle piogge non si possono escludere nuovi crolli: Spero di no, stiamo lavorando per evitarli è la replica. I carabinieri, intanto, hanno acquisito una serie di documenti negli uffici della Soprintendenza degli Scavi: l’obiettivo è ricostruire la gestione recente e verificare la correttezza degli interventi.
Bondi è sulla graticola. Contro di lui si scaglia il Pd con Bossa, Marcucci e Vaccaro e l’Idv con Belisario. Per Casini (Udc) il ministro non ha colpa ma questi crolli sono la metafora dello stato in cui versano i beni culturali. Dalla Regione Campania si leva la voce dell’assessore al Turismo Giuseppe De Mita che chiede al ministro un’azione più efficace e concreta. Occorre – è la replica di Bondi evitare ogni inutile allarmismo. La situazione a Pompei è continuamente monitorata dalla soprintendenza: il cedimento non ha coinvolto alcun manufatto di pregio storico, artistico o archeologico.

Fonte: LaStampa