Archivio della categoria ‘ENERGIE RINNOVABILI’

Rinnovabili. Lampada stradale alimentata da sole e vento

L’azienda coreana Yuyang DNU ha presentato al Salone Internazionale sui sistemi di illuminazione tenutosi in questi giorni a Daegu (Corea del sud) un innovativo sistema che sfrutta il vento e il sole per l’illuminazione stradale. Si tratta di un sistema ibrido, denominato YWS-500, composto da una lampada Led da 56 Watt alimentata da una mini turbina eolica da 500 Watt e da tre piccoli pannelli solari da 100 Watt ciascuno. L’energia prodotta dalla mini turbina eolica e dai piccoli pannelli solari viene stoccata in una batteria interna da 200 Ampere, pronta ad fornire energia per il funzionamento della lampada led nelle ore serali o in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli (scarsa insolazione o assenza di vento). La duplicità del sistema di alimentazione rende la lampada utilizzabile pressoché ovunque, con il vantaggio di avere una notevole autonomia di funzionamento ed essere facilmente installabile. Inoltre, l’energia stoccata nella batteria consente di alimentare la lampada – anche in assenza di energia per 3 giorni, per 8 ore al giorno.

Fonte: LaStampa

Parigi: apre scuola impatto energetico zero

A Pantin, alle porte di Parigi, con l’inizio del nuovo anno scolastico sarà inaugurata una scuola a energia passiva, che consuma meno energia di quella che produce. L’edificio, spiegano i progettisti al settimanale Journal du Dimanche, ha il tetto coperto di pannelli solari, che assicurano la fornitura di elettricità, tubi solari per il riscaldamento dell’acqua e sistemi di illuminazione dei banchi all’interno che sfruttano il riflesso della luce esterna. Per il riscaldamento, invece, sfrutta l’energia geotermica tramite un impianto sotterraneo. La struttura è stata inoltre orientata in modo da sfruttare al meglio i raggi del sole e le correnti d’aria, ed è fornita di tripli vetri e giunture stagne. Il costo per la costruzione è stato di 14 milioni di euro, il 25% circa in più che per una scuola normale, ma il risparmio energetico consentirà di ammortizzare la differenza entro 15-20 anni.

Fonte: Ansa

Forlì e Cesena: i bus sono fotovoltaici

La mobilità pubblica è alimentata dal sole per le città romagnole di Forlì e Cesena. Il progetto si chiama Green 2 Transportation e prevede  l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei depositi del Consorzio ATR Cesena-Forlì. Il completamento dei lavori è previsto per la fine settembre è previsto, mentre per dicembre la messa a pieno regime degli impianti. L’impianto di Forlì produrrà 120. 000 KW/h all’anno a fronte di un fabbisogno di 100.000KW/h/anno da parte dei mezzi a trazione elettrica. Quello di Cesena  115.000 per un fabbisogno di 235.000. Grandi vantaggi ambientali per le due città dovuti alle minori emissioni di CO2 ed economici grazie agli incentivi statali e al mancato acquisto di carburante.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Dall’Universita del Texas arriva lo spray fotovoltaico

In arrivo uno spray per scrivere sui pannelli. Ad inventarlo  il dott. Brian Korgel dell’università del Texas. Lo spray è composto da nanoparticelle capaci di assorbire la luce, cristalli di seleniuro di rame, indio e gallio (CIGS), che messi in sospensione in una soluzione possono diventare  inchiostro per stampare pannelli solari o rendere fotovoltaiche superfici disponibili, come un tetto o la facciata di un edificio. Questa vernice potrebbe ridurre i costi di produzione a un decimo rispetto a quelli dei pannelli tradizionali considerando anche che l’impatto ambientale del CIGS è minore. Al momento il rendimento non è ancora ottimale, ma Korgel ritiene che sarà possibile arrivare al 10% in breve tempo e con costi contenuti.

Fonte: FotovoltaicoBlog

In Scozia la turbina sottomarina da record

Entro la fine di settembre in Scozia verrà installata la turbina sottomarina AK1000 la più grande turbina del mondo realizzata da Atlantis Resources Corporation.
La turbina, che verrà inserita all’interno dell’impianto di Invergordon, e verrà utilizzata per alimentare un Data Center,  ha un diametro di circa 18 metri, pesa 130 tonnellate ed è alta 22,5 metri e sarà in grado di produrre, a fronte di una velocità delle correnti marine pari a circa 2,65 metri al secondo, circa  1 MW di potenza ovvero l’equivalente di energia per sostenere circa 1000 abitazioni.
A differenza degli impianti eolici, le turbine sottomarine sono più silenziose e nascoste alla vista, ed anche per questo motivo è possibile sfruttare la potenza del mare anche vicino alle aree urbane.
L’Amministratore delegato di Atlantis, Timothy Cornelio, ha dichiarato: “L’inaugurazione e l’installazione della turbina AK1000 è una pietra miliare, non solo per Atlantis, ma per l’industria elettrica marina nel Regno Unito. Esso rappresenta il culmine di 10 anni di duro lavoro, dedizione e convinzione da tutti i nostri partner, collaboratori, amministratori ed azionisti. La turbina AK1000  è in grado di liberare il potenziale economico del settore dell’energia marina in Scozia e incrementare notevolmente la capacità di produzione di energie rinnovabili della Scozia negli anni a venire”. Ha poi aggiunto “Siamo all’inizio di un nuovo boom industriale, simile allo sviluppo del petrolio e ai giacimenti di gas del Mare del Nord. Se il governo sostenesse lo sfruttamento del mare  come ha fatto, con successo, in passato per l’industria petrolifera nel Mare del Nord allora il futuro  delle enrgie prodotte dal sfruttamento del mare sarà molto luminoso e lo sarà anche per la stessa Scozia”.

Fonte: Redazione GreenCity

Fotovoltaico che bonifica l’amianto!

La bonifica dall’amianto rappresenta la priorità assoluta per l’amministrazione del comune di Casale Monferrato. L’Assessore all’Ecologia, Vito De Luca, ha presentato, da pochi giorni il protocollo Amianto + Fotovoltaico, il progetto che unisce la bonifica dei tetti all’energia solare. Questo è un progetto innovativo – ha spiegato il Sindaco Giorgio Demezzi– che ha coinvolto le aziende e gli istituti bancari in un obiettivo strategico per la nostra città e per l’intero territorio: la bonifica dall’amianto. Un’idea che è stata ben accolta dai Sindaci del sito di interesse nazionale, tanto che è stato chiesto che venga illustrato in specifici incontri nei 48 Comuni. L’ Assessore De Luca spiega: da una parte il Comune creerà un elenco – disponibile sul sito istituzionale  – delle ditte che si impegnano a fornire un pacchetto di servizi certificati per la rimozione dell’amianto e l’installazione del fotovoltaico, dall’altra creerà un elenco degli istituti bancari che diano prodotti di finanziamento a condizioni favorevoli per i cittadini che affronteranno le spese di bonifica e di interventi per il risparmio energetico. Nello specifico, le aziende che vorranno iscriversi all’elenco dovranno essere sottoposte alle verifiche tecniche dell’Apevv (Agenzia provinciale per l’energia del vercellese e della valsesia) e garantire i seguenti servizi:

  • bonifica copertura in cemento-amianto;
  • realizzazione manto sostitutivo e installazione impianto fotovoltaico;
  • pratiche amministrative e autorizzazioni necessarie;
  • consulenza finanziaria per la copertura dell’investimento;
  • manutenzione impianto e assicurazioni.

Accanto a questo, il cittadino potrà usufruire dei prodotti di finanziamento delle banche iscritte nell’elenco comunale per ottenere prestiti anche fino al 100% dell’investimento a condizioni vantaggiose.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Serbia-Italia: 10 centrali idroelettriche per il mercato italiano

E’ stata costituita a Belgrado la joint venture tra Seci energia  (holding energetica del gruppo Maccaferri) e l’azienda elettrica serba, Eps, per la realizzazione di 10 centrali idroelettriche sul fiume Ibar, in Serbia. Alla presenza del ministro dell’Energia serbo, Petar Skundric e dell’ambasciatore d’Italia, Armando Varricchio, l’accordo è stato siglato da Gaetano Maccaferri, presidente del gruppo italiano e dal direttore generale Eps, Dragomir Markovic: le due parti detengono rispettivamente il 51 e il 49% della nuova società. Con le dieci centrali sul fiume Ibar entra nella fase operativa il maxi accordo energetico siglato lo scorso anno tra Roma e Belgrado per produrre in Serbia 1000 MW di energia idroelettrica, interamente destinati al mercato italiano.
La Serbia ci ha mostrato grande fiducia procedendo alla costituzione della joint venture, nononstante il parlamento italiano non abbia ancora ratificato l’accordo, contrariamente a quanto già fatto da quello di Belgrado ha spiegato ad Apcom Luciano Scipione, di Seci energia. Ma al di là degli incidenti di percorso della politica– incluse le dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, architetto della maxi intesa con Belgrado – i lavori per la realizzazione delle nuove 10 centrali dovrebbero iniziare il prossimo anno, come ha informato il ministro serbo, Skundric.
Con una potenza massima installata di 103 MW e una capacità produttiva di 450 GW/h ora l’anno, le dieci centrali sull’Ibar rappresentano solo il primo blocco del maxi piano in base a cui tutti i 1000 MW prodotti in Serbia arriveranno in Italia via Montenegro, attraverso la linea di trasmissione ad alta tensione ed il cavo sottomarino che saranno iivece realizzati da Terna. Il blocco da 103 MW di centrali sull’Ibar prevede investimenti di 285 milioni di euro. Il secondo, invece, ha costi stimati di 650 milioni di euro che saranno investiti in tre nuove maxi centrali sul fiume Drina, da 150 MW l’una di potenza installata ed una capacità complessiva produttiva di 1500 Gw/h. La tranche mancante per arrivare alla quota 1000 MW prevista dall’accordo tra i governi di Roma e Belgrado, sarà poi in parte coperta da micro centraline, con una potenza installata al di sotto dei 10MW. A questa fetta della torta punta la società bresciana Val Fin, del gruppo Ciocca, il cui presidente, Giuseppe Ciocca, ha presentato il progetto in occasione della sigla della joint venture tra Seci ed Eps. Entro due anni dovremmo arrivare a realizzare impianti produttivi nel tratto bosniaco del fiume Drina informa il rappresentante di Seci, Scipione. Così composto, il collage di centrali idroelettriche italiane in Serbia (e Bosnia) dovrebbe arrivare entro 5-10 anni ai 1000 MW interamente destinati al fabbisogno italiano di energia rinnovabile.

Fonte: LaStampa

A Catania: la più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici d’Italia

Partono i lavori per la fabbrica di pannelli fotovoltaici di Catania, destinata ad essere la più grande d’Italia.
Enel Green Power, Sharp e STMicroelectronics hanno finalizzato gli estremi di un accordo di project financing per 150 milioni di euro ed entra nella fase operativa, in linea con l’accordo firmato dai tre partner il 4 gennaio 2010, la joint venture paritetica 3Sun, che ha come obiettivo la messa in opera dello stabilimento a Catania per la produzione di celle e moduli fotovoltaici innovativi.
La capacità produttiva iniziale di pannelli fotovoltaici dello stabilimento siciliano, pari a 160 MW all’anno, sarà finanziata mediante una combinazione di capitale proprio, finanziamenti del Cipe, che ha deliberato uno stanziamento di 49 milioni, e project financing con primari istituti di credito. Ogni partner ha sottoscritto un terzo del capitale, con un impegno di 70 milioni di euro ciascuno e detiene un terzo delle azioni della joint venture. La fabbrica, la cui produzione si prevede possa essere incrementata nel corso dei prossimi anni a 480 MW all’anno, dovrebbe avviare la produzione nel secondo semestre 2011. Enel Green Power e Sharp hanno inoltre costituito un’ulteriore joint venture, la Enel Green Power & Sharp Solar Energy (Esse), che ha come obiettivo la realizzazione e gestione di campi fotovoltaici per la produzione e commercializzazione di energia elettrica da fonte solare – per una capacità installata totale di oltre 500 MW nella regione mediterranea entro il 2016 – utilizzando i pannelli prodotti dallo stabilimento etneo. La produzione della fabbrica catanese sarà inoltre destinata a soddisfare la domanda dei mercati del solare in Europa, Medioriente e Africa, con particolare riguardo all’area mediterranea, nella quale Enel Green Power e Sharp contano già su un’importante rete di vendita.

Fonte: Ansa

Out amianto – In fotovoltaico

Out amianto – In fotovoltaico è il programma sperimentale di Casa S.p.A. per la sostituzione delle coperture in amianto con impianti fotovoltaici dei fabbricati di edilizia residenziale pubblica. La società Casa S.p.A. è responsabile della gestione del patrimonio edilizio pubblico dell’area fiorentina. Finora, grazie a Out amianto – In fotovoltaico sono già stati sostituiti quasi 9mila metri quadrati di coperture, garantendo così una produzione annua di circa 900mila kWh. Il prossimo intervento riguarderà 3.400 metri quadrati di coperture in amianto che saranno sostituiti con 2.250 metri quadrati di pannelli fotovoltaici in alcuni edifici di edilizia residenziale pubblica di via Canova che produrranno rispettivamente 173.672 e 157.298 kwh/annui di energia elettrica. Il progetto ha già ricevuto il via libera della giunta. Il costo complessivo dell’intervento è di 1.420.000 ed è interamente a carico della società Casa Spa, grazie all’accensione di un mutuo con Banca Etica.  I costi saranno recuperati attraverso gli incentivi del Conto Energia e con la vendita dell’energia elettrica prodotta. Ulteriori informazioni sul progetto: CasaS.p.A.

Fonte: BlogEcologia

Università del Messico: aria condizionata a energia solare

Gli scienziati del Centro per la ricerca energetica CIE della UNAM, Universidad Nacional Autónoma de México, guidati dal professore Wilfrido Rivera (a sinistra nella foto con l’impianto di condizionamento), hanno messo a punto un sistema di climatizzazione alimentato da pannelli solari, adatto al clima caldo umido del Messico.
Rivera: Già esistono macchine del genere prodotte in Germania e in Giappone. Il nostro progetto è specifico per le condizioni meteorologiche del Messico. Una delle novità riguarda la torre di raffreddamento che di solito usa acqua per dissipare il calore prodotto ma luogo ideale per il proliferare della legionella. Il sistema sviluppato da Robert Best, Octavio Garcia, Gomez e Victor Rivera fa si che la torre di raffreddamento non usi acqua ma aria, eliminando così il problema legionella. Il condizionatore arriva dopo circa 20 anni di studi sistemi del genere che abbiano come sistema di alimentazione l’energia solare, risorsa abbondante nella maggior parte del paese. Il sistema, che per ora risulta essere ancora troppo ingombrante, dovrebbe poter durare almeno 15 anni senza ricevere manutenzione. Tutto ciò che serve è tenere pulito il campo dei collettori per catturare al meglio le radiazioni solari.
Progetto recentemente approvato dal Ministero per l’Energia e dal Consiglio Nazionale per la Scienza e la Tecnologia e vi sono due società interessate: la Modulo Solar e la RDMES Technology, quindi, le prospettive per il sistema di condizionamento a energia solare progettato dall’università, sono incoraggianti.

Fonte: EcoBlog

Energia marina: potenziale doppio del nucleare

Uno studio realizzato da Frost & Sullivan mette in luce che l’energia tratta dal mare (moto ondoso, le maree, le correnti) costituisce una risorsa più affidabile e prevedibile rispetto a fonti come l’eolico e il solare, con un potenziale in grado di soddisfare il 20 per cento dell’attuale domanda elettrica mondiale. A livello mondiale l’energia da mare ha un potenziale stimato in 6.000 terawattora annui (ossia il doppio di quanto produce tutto il nucleare del mondo) per gli impianti a moto ondoso e di altri 700 TWh per quelli alimentati dalle maree: un mercato che potrebbe arrivare a mille miliardi di dollari. Tra i vantaggi di questa fonte, rispetto alle altre rinnovabili come eolico e solare, c’è la maggiore prevedibilità della produzione. Già ora governi e aziende stanno investendo molto nel settore: come Gran Bretagna, dove si dedicano decine di milioni di sterline in diversi progetti e nella ricerca. Con la crisi finanziaria però c’è stato un rallentamento e alcuni progetti sono stati messi in stand-by o abbandonati, come l’impianto da 9 milioni di euro per sfruttare il moto ondoso che doveva essere realizzato ad Agucadoura in Portogallo da Pelamis Wave Power e Babcock & Brown. Occorreranno almeno altri 5-10 anni, stima il rapporto, prima che le tecnologie escano dalla fase dimostrativa e i costi inizino a scendere. L’ostacolo maggiore sono i grossi investimenti necessari: attualmente il costo di un megawatt di potenza per un impianto a moto ondoso è di circa 2,4 milioni di euro.

Fonte: LaStampa

Energia: l’idroelettrico salverà l’India

In India il 40% della popolazione non ha accesso alla rete elettrica e un terzo degli imprenditori lamenta la scarsa affidabilità del sistema elettrico e l’alto costo dell’energia elettrica. Ma, al tempo stesso, l’economia indiana è oggi al secondo posto al mondo per tasso di crescita, e il Paese è al sesto per consumi energetici, pari al 3,4% della domanda totale mondiale. Per sostenere la crescita economica e superare le difficoltà attuali è  urgente un sensibile incremento della capacità di generazione elettrica. Il settore idroelettrico potrebbe fornire un rilevante contributo. Attualmente il 64% del fabbisogno elettrico del Paese viene soddisfatto da circa 99.600 MW di impianti termoelettrici, prevalentemente a carbone. La potenza idroelettrica installata è di 37.000 MW e soddisfa il 24% della domanda. Inoltre le risorse potenziali sono molto elevate e guardate con favore per le preoccupazioni ambientali legate all’inquinamento degli impianti a carbone e alle emissioni di CO2. Si stima che il potenziale realizzabile ammonti ad almeno 84.000 MW da grandi impianti e a 6.870 MW da mini-impianti. Inoltre le agenzie governative hanno già individuato 56 potenziali siti per l’eventuale realizzazione di impianti a pompaggio, mentre sono non meno di 85 i progetti di impianti in via di realizzazione o proposti.

Fonte: LaStampa

New York Times: il solare costa meno del nucleare

Negli Stati Uniti la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare. Lo afferma un articolo pubblicato il 26 luglio sul New York Times, che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University.
Se si confrontano i prezzi attuali del fotovoltaico con quelli delle future centrali previste nel Nord Carolina, il vantaggio del solare è evidente, afferma Blackburn. Il solare fotovoltaico ha raggiunto le altre alternative a basso costo rispetto al nucleare, spiega Blackburn, nel suo articolo Solar and Nuclear Costs – The Historic Crossover. Il sorpasso è avvenuto da quando il solare costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora (12,3 centesimi di euro/kWh).
Il nucleare necessita di pesanti investimenti pubblici e il trasferimento del rischio finanziario sulle spalle dei consumatori di energia e dei cittadini che pagano le tasse. Secondo lo studio di Blackburn negli ultimi otto anni il costo del fotovoltaico è sempre diminuito, mentre quello di un singolo reattore nucleare è passato da tre miliardi di dollari nel 2002 a dieci nel 2010. In un precedente studio Blackburn aveva dimostrato che se solare ed eolico lavorano in tandem possono tranquillamente far fronte alle esigenze energetiche di uno Stato come il Nord Carolina senza le interruzioni di erogazione dovute all’instabilità di queste fonti.
I costi dell’energia fotovoltaica, alle luce degli attuali investimenti e dei progressi della tecnologia, si ridurrà ulteriormente nei prossimi dieci anni. Mentre, al contrario, i nuovi problemi e l’aumento dei costi dei progetti hanno già portato alla cancellazione o al ritardo nei tempi di consegna del 90% delle centrali nucleari pianificate negli Stati Uniti, spiega Mark Cooper, analista economico dell’Istituto di energia e ambiente della facoltà di legge dell’Università del Vermont. I costi di produzione di una centrale nucleare sono regolarmente aumentati negli ultimi anni e le stime sono costantemente in crescita.

Fonte: Corriere

Energia: rischio di non consumare incentivi per gli ecoedifici

C’è ancora una buona fetta d’incentivi a disposizione per il comparto dell’efficienza: dei 300 milioni di euro messi a disposizione lo scorso 15 aprile dal ministero dello Sviluppo Economico sono andati in esaurimento quelli destinati alle due ruote, alla banda larga, alla nautica e alle macchine movimento terra: 72 milioni di euro già consumati.
Vanno più a rilento gli incentivi per l’efficienza:  ai dati diffusi dal Ministero dello Sviluppo, sono poco gettonate le richieste di agevolazioni relative all`efficienza energetica industriale (solo lo 0,35% della somma predisposta pari a 10 milioni), per gli scaldabagni in pompe di calore (pochissimi pezzi) ma anche quelle per le gru a torre (14% di 40 milioni) e gli immobili ad alta efficienza energetica (24%) il cui incentivo ammonta a 60 milioni come per le cucine componibili. Poco entusiasmo anche per gli elettrodomestici. Dei 50 milioni di euro stanziati per l`acquisto di elettrodomestici, solo il 42% e` stato utilizzato. 
Secondo i dati dell’Ance sono circa 250 le imprese in grado di costruire edifici a basso consumo, dislocate principalmente al Nord, per circa 40-50 mila abitazioni sul mercato. Di conseguenza, afferma Legambiente, le regioni centro meridionali sono nel complesso escluse dagli aiuti statali. Secondo una stima delle associazioni saranno al massimo 10mila le abitazioni di classe energetica A e B interessate dai 60 milioni di incentivi messi a disposizione dal decreto legge approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Per ora ne hanno beneficiato poco più di 2000 edifici. Questo significa che sono disponibili ancora 45 milioni di euro che però sono a rischio, perché si sta riflettendo se indirizzare verso i settori più frizzanti le somme ancora disponibili non ancora consumate dalle categorie a cui sono state assegnate.
L’ importo dell’agevolazione all’acquisto è rispettivamente 116 Euro al metro quadro per un massimo di 7.000 Euro per le case in classe A e 83 Euro al metro quadro per un massimo di 5.000 euro a quelle in classe B.
Una nota interpretativa diffusa dal Ministero conferma che l’erogazione del contributo è vincolata alla sostituzione di un bene di pari categoria e funzione tranne le misure riguardanti i componenti elettrici ed elettronici, gli immobili, gli stampi in vetroresina per la nautica da diporto e gli accessi a Internet per i giovani. Ad ogni codice fiscale corrisponde un solo incentivo sul fronte di elettrodomestici, cucine componibili, motocicli, banda larga. L’amministrazione statale tratterrà dal rimborso una quota di circa l’1% come spese di gestione della pratica. Nel caso di acquisto di un immobile di nuova costruzione ad alta efficienza energetica il rogito andrà stipulato entro il 31 dicembre 2010.
Le domande per i prodotti efficienti per cappe climatizzate e scaldabagni in pompa di calore sono pochissime. Il massimale di 400 euro euro previsto per la sostituzione di scaldabagni con sistemi in pompa di calore e di 500 euro per la sostituzione con cappe climatizzate avrebbero dovuto godere di uno slancio maggiore.
Che il mercato non sia ancora pienamente a conoscenza di queste tecnologie?

Fonte: Casa&Clima

Energia rinnovabile? Pdl propone legge per accellerare investimenti petroliferi

Snellire le procedure per le trivellazioni di petrolio, garantire controlli sui pozzi e indennizzi ai cittadini in caso di incidenti: sono queste le finalità di un disegno di legge presentato al Senato dal gruppo del Pdl, prima firmataria la senatrice siciliana Simona Vicari. Il ddl istituisce un’Agenzia per le risorse minerarie ed energetiche e per la sicurezza delle attività estrattive. Contiene inoltre una delega al Governo per l’adozione di un testo unico delle disposizioni in materia di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi.
Il provvedimento ha il fine di accelerare gli investimenti nel settore della ricerca petrolifera: attualmente – ha spiegato Vicari nel corso della conferenza stampa di presentazione a palazzo Madama – occorrono 6-7 anni per il rilascio di un’autorizzazione, ci sono diversi investimenti fermi per un’occupazione che può toccare circa 60 mila occupati all’anno. Quanto all’agenzia, oltre ad avere il controllo della sicurezza nella terraferma e per il mare, avrà il compito di accelerare e dare tutte le autorizzazioni che attualmente sono un po’ disseminate. Il ddl offre anche la possibilità per i cittadini di ottenere indennizzi in caso di danni ambientali. Il tema della sicurezza – ha affermato Cesare Cursi, presidente della commissione Industria del Senato – è fondamentale anche dopo ciò che abbiamo visto in televisione a seguito del disastro nel golfo del Messico. La popolazione – ha aggiunto – deve essere sicura, nell’impianto della legge ci sono più sicurezza e più controlli, e la stessa Agenzia, che non è una nuova authority, vuole essere un modo più efficiente di affrontare questi problemi.

Fonte: LaStampa

Il tetto energetico di Perugia

La foto è stata scattata a Perugia e il ponte futuristico tra i due palazzi si chiama energy roof, un ingresso alla Perugia sotterranea. Il sistema e’ in grado di produrre energia sia dal vento che dal sole. Lo strato superiore e’ composto da vetri fotovoltaici, che lasciano filtrare la luce naturale e si orientano automaticamente per massimizzare la resa. L’energy roof misura 80 metri di lunghezza per 16 di larghezza e ha una potenza di 100 kWp, di cui 73 dati dal solare. Il progetto e’ dello studio di architettura Coop Himmelb(l)au e l’intero progetto di valorizzazione del patrimonio storico cittadino e’ seguito dall’università di Perugia. La struttura, che ombreggia via Mazzini, si distingue nettamente dal contesto architettonico degli edifici circostanti che si affacciano su piazza Matteotti e serve a dare energia e valorizzare l’ingresso alla stazione sotterranea della minimetro. Si sono evitati i carichi sui muri esterni degli edifici adiacenti e sono stati previsti anche i carichi straordinari della neve e dei possibili. Approfondisci qui.

Fonte dell’articolo: ecowiki

Energia: boschi fotovoltaici ricaricano auto elettriche

Il parcheggio per auto elettriche E_TREE assomiglia a un boschetto: ogni albero ha una chioma fotovoltaica con cui produrre energia elettrica per ricaricare i veicoli. I pali su cui sono montati i pannelli solari hanno l’aspetto di tronchi e i pannelli stessi, piatti, hanno la forma di una fronda. I pannelli ruotano e si inclinano come enormi girasoli per ottimizzare la cattura della luce nell’arco del giorno. Il designer Neville Mars si è ispirato alla natura, applicandone forme e funzioni alle necessità urbane. Mars si è formato alla scuola olandese di design e le sue idee sulla trasformazione urbana sostenibile hanno poi trovato applicazione a Pechino. Dirige la Dynamic City Foundation progetto di dimensioni enormi per combattere la sproporzionata crescita degli agglomerati urbani in Cina.

Fonte: Ecowiki
Foto: BurbTv

Austria: prima cabine telefoniche, ora produttori di energia

L’uso dei cellulari ha rivoluzionato il nostro stile di vita. Si stima che il 20% dei bambini in seconda elementare ne possegga uno. E’ per questo che si è acceso recentemente il dibattito riguardante le cabine telefoniche. Cosa farne? I pareri sono contrastanti, ma gli austriaci sembrano aver deciso: le vecchie cabine telefoniche diventeranno delle piccole stazioni produttrici di energia. Il simbolo di un vecchio modo di comunicare, nuova icona del futuro.
Presso le ex cabine telefoniche, grazie a Telekom Austria, l’operatore di telefonia austriaco, sarà possibile ricaricare  le bici, le moto e le auto elettriche e incentivare l’acquisto e l’utilizzo di tali mezzi di trasporto che consentono di abbattere le emissioni inquinanti. L’utilizzo delle auto elettriche non è ancora diffuso in Austria, ma si stima che nel 2020 saranno oltre 400 mila i veicoli elettrici che circoleranno in Austria. La sperimentazione coinvolgerà 29 cabine, la prima delle quali è stata attivata il 4 maggio a Vienna. L’idea però, visti i tempi di ricarica, è da perfezionare. Per caricare una bici ci vogliono infatti circa 20 minuti, per uno scooter 80 mentre la ricarica di un’auto può impiegare fino a 6 ore. E’ per questo motivo che il servizio per il momento è gratuito ma si prevede che, una volta diventato perfettamente efficiente, costerà meno di 10 euro a ricarica, prezzo che potrà essere pagato tramite il cellulare.
Anche la Spagna si sta dando da fare in tema di mobilità sostenibile e il Comune di Madrid ha individuato una trentina di vecchie cabine telefoniche che entro due anni, grazie ai finanziamento del Governo spagnolo, diventeranno punti di ricarica delle autovetture elettriche.

Fonte: ArchitetturaEcosostenibile