Archivio della categoria ‘ENERGIE RINNOVABILI’

La Capitale cerca 200 capannoni da bonificare (gratis) con pannelli solari

La Capitale anti-amianto, sia in città che in provincia,  ha dato il via al programma “Roma Provincia Eternit Free”. Grazie ai fondi stanziati dal decreto del 19 febbraio 2007, la Legambiente Lazio, la Provincia di Roma e AzzeroC02 hanno dato il via al progetto che mira a censire tutte le coperture e i tetti eternit cancerogeni ancora presenti per bonificarli in tetti fotovoltaici. “L’accordo firmato lunedì 27 settembre a Palazzo Valentini – ha fatto sapere Cristiana Avenali, la direttrice di Legambiente Lazio – è di grande concretezza e di straordinaria importanza, considerato il legame virtuoso che viene a crearsi tra la bonifica dell’amianto e il contemporaneo sostegno alle energie rinnovabili”.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Winshelter: nuovo software Enea per valutare proprietà termiche, solari e luminose dei serramenti e dei sistemi di schermatura solare

L’Enea annuncia la release del software WINSHELTER (WINdows and SHading Energy Lighting and Thermal Evaluation Routine) consente di calcolare le proprietà termiche, solari e luminose dei serramenti e dei sistemi di schermatura solare, secondo l’attuale  quadro normativo di riferimento nazionale ed europeo.
E’ uno strumento, si legge nella nota dell’Agenzia, destinato a tutte le figure professionali coinvolte nel processo di miglioramento dell’efficienza energetica e nella certificazione energetica degli edifici: progettisti, tecnici, imprese, piccoli operatori di settore (ditte di infissi, serramenti, schermature solari) e operatori della formazione.
Il software è stato realizzato da Enea in collaborazione con Stazione Sperimentale del Vetro e dispone di un ampio database di prodotti forniti dalle associazioni di categoria Assites, Assovetro, EdilegnoArredo, SiPVC, UNCSAAL.
WINSHELTER è stato sviluppato nell’ambito del tema di ricerca “Determinazione dei fabbisogni e dei consumi energetici dei sistemi edificio-impianto, in particolare nella stagione estiva e per uso terziario e abitativo e loro razionalizzazione. Interazione condizionamento e illuminazione” nell’Area Usi Finali dell’accordo di programma ENEA-MSE, Ricerca di Sistema nel settore Elettrico (RSE). RSE comprende attività di ricerca e sviluppo le cui ricadute sono a totale beneficio degli utenti del sistema elettrico nazionale. WINSHELTER è scaricabile in modo gratuito, previa registrazione, dal sito: http://www.pit.enea.it/

Fonte: Casa&Clima

Eolico: la turbina senza pale che produce energia a basso costo

Una turbina eolica di nuova concezione, senza pale, potrà produrre energia a costi convenienti. Lo afferma l’azienda americana Solar Aero, che ha brevettato e sta sviluppando il nuovo modello di centralina eolica, denominata turbina Fuller, dal cognome dell’inventore. Secondo la società, considerando tutti i costi del suo ciclo di vita, la nuova turbina consentirà di produrre energia a circa 9 centesimi di euro al kWh: una cifra del tutto paragonabile a quella dell’elettricità oggi immessa in rete.
Il progetto è un’evoluzione di un modello brevettato nel 1913 dal geniale scienziato e inventore serbo Nikola Tesla. La tecnica consiste in una serie di sottili dischi metallici, impilati uno sull’altro ma separati da spazi vuoti. La loro disposizione è studiata in modo che quando il vento soffia in questi spazi, crea un movimento d’aria che aziona il movimento rotatorio dei dischi. L’energia meccanica del movimento è poi trasferita a un albero motore collegato ad un normale generatore. Secondo il brevetto depositato, il vantaggio principale della nuova turbina è che “grazie al disegno aerodinamico è efficiente a velocità del vento molto diverse, il che la rende più indicata rispetto alle turbine quelle tradizionali”. Ad esempio il piccole esemplare nella foto ha una potenza di 10 kw, secondo Solar Aero.
Un altro lato positivo dell’assenza di pale è la possibilità di installare le turbine su piloni più bassi rispetto a quelle tradizionali, o anche sui tetti degli edifici cittadini. Inoltre l’impatto paesaggistico sarà minore, così come non ci sono rischi di danneggiare gli uccelli in volo. Oltre che nell’energia eolica, il nuovo modello potrà essere utilizzato in campo geotermico, dove è un fluido riscaldato a muovere la turbina. Anche in questo caso il vantaggio sarà notevole: la turbina potrà funzionare a temperature più basse rispetto a quelle oggi in uso, e sarà quindi particolarmente indicata nei casi in cui la fonte geotermica non produce abbastanza calore per una turbina tradizionale.

Fonte: LaStampa

Tocco di Casauria: paesino abruzzese modello di eco-energia, in prima pagina sul New York Times

Italia in prima pagina sul New York Times grazie a un paesino abruzzese di 2.700 abitanti: il progetto per la produzione di energia alternativa realizzato a Tocco da Casauria, in provincia di Pescara, viene proposto oggi come modello esemplare nel campo della produzione di energia pulita. La foto delle pale abruzzesi immerse nelle vecchie montagne d’ Abruzzo apre la front page del più importante giornale al mondo.
Un’antica città italiana ha ora il suo vento di ritorno titola il quotidiano, sottolineando che Tocco da Casauria grazie al suo sistema di produzione di energia rinnovabile produce più elettricità di quanta ne consumi, riuscendo così a fare profitti con l’eccedenza. Qualcosa di straordinario sta succedendo in Italia scrive il New York Times, che nel suo servizio di apertura riferisce nel dettaglio della storia dell’ impianto di Tocco da Casauria, uno degli 800 casi “verdi” sviluppatisi di recente sul territorio italiano. Dovendo far fronte a costi dell’elettricità sempre più alti – scrive il quotidiano americano, citando dati di Legambiente – piccole comunità di una Nazione conosciuta più per i suoi problemi con i rifiuti che non per la sua ‘consuetudine ambientalista’ trovano la salvezza economica producendo energia rinnovabile. Più di 800 comunità italiane producono oggi più energia di quanta ne consumino grazie alla recente realizzazione di impianti di energia rinnovabile. Nel caso di Tocco da Casauria, definito “la quint’essenza di un tipico paese italiano di 2.700 abitanti”, l’energia rinnovabile è stata una “benedizione”. Grazie alle sue pale eoliche e ai suoi pannelli solari, hanno elettricità in abbondanza tanto il cimitero del paese quanto il suo complesso sportivo, senza parlare delle case residenti. Tocco è in gran parte ancora aggrappato al passato. Tuttavia da un punto di vista energetico Tocco è molto dentro al futuro scrive il New York Times. Che fa di Tocco un esempio da seguire anche in America.

Fonte: Ansa

 

North Carolina State University: foglie artificiali per produrre energia solare

Il tentativo è già stato tentato da altri, questa volta è il turno della North Carolina State University, che hanno sviluppato un concept per una foglia artificiale in grado di generare energia dai raggi del sole. La sostanza usata è un gel flessibile a base d’acqua con l’aggiunta di molecole recettive ai raggi solari. Le molecole potrebbero e dovrebbero essere sintetiche, ma per ora i ricercatori hanno utilizzato clorofilla naturale, per abbattere i costi di ricerca. Quando il dispositivo è esposto alla luce solare, le molecole presenti reagiscono come nella fotosintesi clorofilliana generando energia; in seguito gli elettrodi all’interno, rivestiti di nanotubi di carbonio, particolato carbonioso o grafite, per ridurne i costi rispetto al platino, agirebbero come conduttori. La resa energetica per ora è molto bassa, ma i ricercatori intravedono grossi margini di miglioramento, magari trovando pure il modo di “coltivare” questo gel direttamente sulle superfici interessate a raccogliere energia dal sole.

Fonte: E-cology

Giappone: parcheggi solari per ricaricare le biciclette elettriche

Parcheggi dotati di tetto solare per le biciclette elettriche ibride, che si ricaricano in modo completamente ecologico quando rimangono inutilizzate. Sanyo, gigante giapponese dell’elettronica, ne ha costruiti due a Tokyo, e un altro è in arrivo. Secondo me, è la strada giusta e dovrebbe essere imboccata anche per le auto elettriche, che altrimenti solo fino a un certo punto sono migliori di quelle con motore a scoppio.
Ed ecco cosa succede in Giappone. Le bici ibride elettriche sono note anche come “pedelec” o “biciclette a pedalata assistita”. Quando si pedala, entra in funzione un motore elettrico in grado di diminuire la fatica del ciclista e aumentare un po’ la velocità. Comodissimo soprattutto per affrontare le salite. I parcheggi solari di Sanyo sono accanto alle stazioni di Sakura Shinmachi e Sakura Josui. Il terzo sarà alla stazione di Odakyu Line Kyodo. Sono destinati alle bici pubbliche a noleggio. Al bike sharing, se preferite. Il colpo d’occhio si presenta così. Il tetto di ogni parcheggio è coperto da 46 metri quadrati di pannelli fotovoltaici, della capacità di 7,56 kilowatt, e corredati da batterie agli ioni di litio in grado di stoccare l’energia e di renderla disponibile anche quando piove e di notte: in quest’ultimo caso non solo per ricaricare le bici, ma anche per alimentare l’illuminazione a Led dell’area. Viene raggiunta così la completa indipendenza dalla rete elettrica e dall’energia prodotta a partire dai combustibili fossili o dalle centrali nucleari. I due parcheggi già operativi sono in grado di provvedere alla ricarica di 40 bici ciascuno. Il terzo sarà per 20 biciclette.
Il comunicato stampa e le foto di Sanyo: in Giappone parcheggi solari per le biciclette elettriche

Fonte: Blogeko

Bulb box: progetto promosso da Ikea, Ecolight e Wwf per il riciclo delle lampadine a risparmio energetico

È possibile compiere un passo in più per aiutare l’ambiente grazie alla Bulb box Ikea che contribuisce al corretto riciclo e recupero delle lampadine a risparmio energetico esauste.
Il progetto è stato ideato e promosso da Ikea, Wwf Italia e dal consorzio Raee Ecolight.
Presso tutti i 18 punti vendita Ikea in Italia è possibile ritirare la Bulb box, una semplice scatola dove raccogliere le lampadine a basso consumo che ormai non funzionano più e riconsegnarla nei negozi.
Un gesto semplice che produrrà almeno tre vantaggi: le lampadine a risparmio energetico così raccolte saranno avviate verso un corretto percorso di smaltimento e recupero dal consorzio Ecolight; per ogni scatola consegnata, Ikea donerà al Wwf un euro per i suoi progetti di conservazione e, infine, in cambio della Bulb box ai clienti IKEA Family verrà dato un buono per una confezione di tre lampadine a basso consumo “Sparsam E27” da 11W.
L’obiettivo è raccogliere almeno la metà delle scatole che sono in distribuzione, precisa in una nota Riccardo Giordano, environmental manager di Ikea Italia. Che significa, riciclare oltre 100mila lampadine evitando così la dispersione nell’ambiente di una quota significativa di sostanze inquinanti pericolose come mercurio e polveri fluorescenti, ma anche permettendo il recupero di quasi 7 tonnellate di vetro.
L’iniziativa, la prima in Italia di questo genere, è già stata proposta con successo in Norvegia.
Vogliamo fare un altro passo avanti nell’attenzione per l’ambiente – prosegue Giordano – stimolare i nostri clienti a recuperare correttamente le lampadine a risparmio energetico. E stimolare, nel contempo, all’uso di lampadine che consumano l’80% in meno delle tradizionali lampadine a incandescenza e hanno una durata circa dieci volte superiore. Secondo la normativa le lampadine a risparmio energetico sono a tutti gli effetti dei Raee, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Contrariamente alle tradizionali lampadine a incandescenza quelle a risparmio energetico devono essere trattate con attenzione: per il loro contenuto di mercurio -in media ne hanno un milligrammo, ma tanto basta a contaminare 4mila litri d’acqua-, sono classificate come rifiuti pericolosi, spiega Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, consorzio che si occupa della gestione e dello smaltimento dei Raee che ritirerà la lampadine esauste raccolte. Un loro corretto trattamento permette non solamente di smaltire le componenti inquinanti, ma anche di recuperare vetro che viene riutilizzato, per esempio, nella creazione di oggetti in vetro, nuove lampadine, ma anche piastrelle. L’anno scorso, in Italia, sono state raccolte più di 900 tonnellate tra lampadine a risparmio energetico e neon. Nei soli primi sei mesi di quest’anno, la raccolta sta raggiungendo le 1.400 tonnellate, facendo così presagire almeno un raddoppio rispetto al 2009. Per il Wwf si tratta di un’iniziativa che va nel percorso di sensibilizzazione dei cittadini su un corretto uso dell’energia e smaltimento dei rifiuti. Con un semplice ed efficace gesto si può contribuire in prima persona a ridurre le emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici ed evitare la dispersione di sostanze tossiche dell’ambiente causate da un non corretto smaltimento delle lampade fluorescenti compatte. Il Wwf ricorda che ormai siamo in piena fase di transizione nell’uso delle vecchie lampadine a incandescenza in virtù della normativa europea che ha sancito la progressiva messa al bando delle vecchie lampade a incandescenza: già oggi sono fuori mercato quelle con potenza da 100 e da 75 watt , entro il 2011 toccherà a quelle 60W e da settembre 2012 tutte le altre di inferiore potenza.
L’Unione Europea, attraverso l’eliminazione delle lampade inefficienti, conta nel 2020 di arrivare a risparmiare, nel solo settore domestico, circa 39 miliardi di kWh all’anno (rispetto ai consumi stimati per quella data) e questo eviterà l’emissione di oltre 15 milioni di tonnellate di CO2.

Fonte: LaStampa

Siena: boom del fotovoltaico

La provincia di Siena ha registrato un vero e proprio boom nella produzione di energia pulita da fonti rinnovabili e, quella da impianti fotovoltaici traina il settore.
Ad oggi, infatti, l’amministrazione provinciale senese ha erogato ben un milione e mezzo di euro, per la realizzazione di 351 impianti fotovoltaici che permettono di raggiungere una potenza totale pari a 2.099,20 Kwp. L’energia prodotta da questi impianti permette di ottenere una consistente riduzione del ricorso all’uso di combustibili fossili e, quindi, di evitare le dannose emissioni di CO2. Si tratta di una riduzione ingente, pari a circa 490 tonnellate di combustibile risparmiate e 1.443 di CO2 che non vanno disperse nell’atmosfera. Tutto questo è stato possibile grazie all’ingente volume degli investimenti che complessivamente sono stati attivati, oltre 12 milioni e 239 mila euro. Gli impianti installati sono distribuiti su tutto il territorio senese e, in particolare, in 31 comuni, tra cui quelli con il maggior numero di impianti sono Montepulciano (con 45 impianti fotovoltaici), Siena (con 29 impianti), Chiusi (25), Colle Val d’Elsa (18), Poggibonsi e Monteriggioni (16). Ma nonostante gli ottimi risultati, la Provincia non intende fermarsi e ha deciso di indire un ulteriore bando per cui sono già stati stanziati ben 200 mila euro, finalizzati all’erogazione di altri contributi in conto capitale, sempre per la realizzazione di impianti fotovoltaici. Ai contributi possono accedere i privati, che risiedano in condominio o in unità abitative di piccole e medie dimensioni, oltre che le imprese con sede operativa nella provincia di Siena.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Genova risparmia con le abitazioni autosufficienti

Progettare senza gravare sull’ambiente. E’ questo lo spirito di chi realizza una casa passiva. Autosufficienti sia d’estate che d’inverno, sono in grado di far risparmiare notevolmente sulle bollette. Niente condizionatori né termosifoni, a tenerci al caldo in inverno e freschi in estate, ci pensano le mura domestiche ed un’accorta progettazione. La casa passiva in questione, è quella realizzata da PassivHaus Zentrum in collaborazione con Saint-Gobain a Cogoleto, in provincia di Genova.
A guardarla, non sembrerebbe poi così speciale, ma andando oltre l’apparenza, si scoprono i suoi molteplici pregi. Si tratta infatti di una casa energeticamente autosufficiente, ben isolata sia termicamente che acusticamente, dotata di un sistema di recupero e ricircolo delle acque piovane, utilizzate per gli scarichi domestici e per scopi irrigui. Un impianto di solare termico provvede al riscaldamento dell’acqua e uno fotovoltaico alla fornitura di energia elettrica. La ventilazione, necessaria per il comfort termo-igrometrico, avviene tramite un apposito impianto, che garantisce i dovuti ricambi d’aria.
A testimonianza che quella di realizzare case passive è una pratica che, qualora diventasse abitudine, gioverebbe all’ambiente quanto ai proprietari, c’è l’azzeramento della spesa annua per riscaldamento e raffrescamento della casa. Il costo annuo della climatizzazione, sia invernale che estiva per un edificio che, come quello in esame, è caratterizzato da un indice energetico di 8,8 kWh/mq annui, sarebbe in realtà di 65 euro, azzerati però dalla presenza di pannelli fotovoltaici in copertura. Un risultato simile, nella casa passiva di Cogoleto, è stato ottenuto grazie sia a pannelli in lana di vetro per la tamponatura esterna che a serramenti con doppia vetrocamera.

Fonte: ArchitetturaEcosostenibile

Le pile del futuro? Si ottengono dai virus!

Le batterie del futuro potrebbero essere costituite da minuscoli virus spruzzati sul dispositivo che devono alimentare, dai vestiti ai cellulari.
Lo affermano due ricerche presentate in questi giorni, una del Mit e una dell’università del Maryland, in cui microrganismi non pericolosi sono stati usati per costruire le parti fondamentali di una pila. Per il loro studio, presentato al meeting dell’American Chemical Society, i ricercatori del Mit hanno usato un virus chiamato M13, che infetta soltanto i batteri. Con alcune modifiche genetiche, il microrganismo incorpora i metalli necessari a diventare un perfetto catodo, il polo positivo della pila, che può quindi essere utilizzato per formare una batteria leggera e che funziona a temperatura ambiente. In futuro film sottili creati con questi virus potrebbero essere incorporati nei tessuti o nei dispositivi, fornendo energia. Dall’altro lato di una futura pila a virus ci potrebbe essere l’anodo realizzato dall’università del Maryland: in questo caso è stato utilizzato il virus del mosaico del tabacco, che come testimonia l’articolo su Acs nano è stato modificato per creare un elettrodo di silicio: Per ora il procedimento avviene solo in laboratorio – spiega James Culver, uno degli autori – ma in futuro pensiamo di far crescere i virus modificati direttamente nei campi, in modo da rendere il processo più economico.

Fonte: Ansa

Copenhagen, l’hotel a pedali: i clienti generano energia elettrica in cambio di un pasto gratis

Arriva l’hotel a pedali. I clienti sono invitati ad usare cyclette che trasformano il movimento in energia elettrica pulita e rinnovabile; in cambio ricevono un pasto gratis. Il Crowne Plaza Copenhagen Towers non è un alberghetto da quattro soldi: 366 camere, un sito internet che promette servizi e comfort fuori dal comune. L’hotel è situato a due passi dal centro di Copenhagen. Le cyclette collegate alla dinamo per trasformare in energia elettrica il movimento degli ospiti non sono certo una sua esclusiva: sono state installate da poco anche al rifugio per senzatetto di Detroit gestito dalla Cass Community Social Services, tanto per fare un’esempio. Ma con un’importante differenza. A Detroit, i barboni sono invitati a pedalare (e a produrre energia) soltanto in nome della salute. All’hotel di Copenhagen, coloro che produrranno almeno 10 watt ora di elettricità riceveranno in omaggio un pasto a base di prodotti locali, del valore di 44 dollari Usa. Guadagnarsi il pranzo (o la cena) non è per nulla difficile: secondo i calcoli dell’hotel, pedalare per un’ora alla velocità di 30 chilometri all’ora produce circa 100 watt ora di elettricità. Dunque sei minuti bastano per sedere a tavola gratis. Peraltro, quei 100 watt ora sono sufficienti appena per tenere accesa una lampadina. E dunque incidono solo simbolicamente sull’impatto ambientale dell’hotel, che comunque sfrutta l’energia geotermica per la climatizzazione, è dotato di pannelli solari e possiede certificazioni ecologiche.
Su Reuters Copenhagen, i clienti dell’hotel che generano energia elettrica pedalando ricevono un pasto gratis
Sul Guardian l’hotel a pedali di Copenhagen

Fonte: Blogeko

L’Algeria frena Desertec, progetto solare nel deserto del Sahara

Il progetto Desertec subisce una prima battuta d’arresto. Secondo il quotidiano saudita The Nation, il governo algerino, per ora in forma ufficiosa blocca il grande solare che entro il 2050 dovrebbe soddisfare il 15% dei consumi elettrici europei. Lo scorso giugno il ministro dell’Energia algerino, Youssef Sifi, aveva già criticato l’iniziativa, annunciando che il governo algerino pensa a un progetto alternativo e più importante di Desertec.
Gli algerini sarebbero più interessati al nucleare civile, per il quale diversi accordi sono già stati siglati con Francia, Stati Uniti, Cina e Argentina. Oltre alla durata del progetto, considerata troppo lunga, a frenare gli entusiasmi c’è anche la preoccupazione per la sovranità del territorio, aveva spiegato il ministro, dato che le installazioni saranno di proprietà di Paesi stranieri.
Il piano prevede la costruzione di decine di centrali a energia solare termodinamica nel deserto, in particolare nel Sahara ma anche in Arabia Saudita, con costi stimati in 400 miliardi di euro. Secondo i primi studi, per raggiungere l’obiettivo del 15% del fabbisogno europeo, cioè circa 585 mila MW di potenza, sarà necessario coprire di pannelli solari un’area di deserto pari a un quadrato con un lato di 67 km. Dopo il prevedibile no dell’Algeria, restano favorevoli al progetto Tunisia e Marocco. Dopo i tedeschi Munich Re, Siemens e Deutsche Bank, tra i fondatori del progetto, si sono aggiunti alla joint venture anche l’italiana Enel Green Power (Egp), la francese Saint Gobain, la spagnola Red Electrica, la marocchina Nareva e l’americana First Solar. Resta in dubbio la partecipazione dell’algerina Cevital che potrebbe ritirarsi in seguito alla decisione del governo.

Fonte: IlCorriereDellaSera

Cremona: l’agricoltura sceglie il fotovoltaico

L’agricoltura diventa sempre più verde, sono sempre di più infatti le aziende agricole che scelgono di convertire  la produzione di energia elettrica tramite fotovoltaico  per l’integrazione del reddito aziendale. La produzione di energia come integrazione del reddito delle aziende zootecniche sarà uno dei temi principali della prossima Fiera Internazionale del Bovino da Latte, in programma a Cremona dal 28 al 31 ottobre 2010. Come conferma Ernesto Folli, presidente del Consorzio Agrario di Cremona, negli ultimi mesi abbiamo avuto oltre sessanta richieste, e sono in continuo aumento. Ciò è anche dovuto al fatto che,  a breve, sarà obbligatorio lo smaltimento dell’amianto collocato in gran parte delle coperture delle aziende agricole. La legge non è ancora entrata in vigore, ma in previsione che lo diventi a breve, la tendenza è quella di sostituire le vecchie coperture con pannelli fotovoltaici.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Unione Europea: addio alle vechie lampadine da 75 Watt

Procede senza sosta il progressivo addio dell’Europa alle vecchie lampadine a incandescenza: da oggi escono dal mercato quelle da 75 Watt. Potranno essere vendute solo quelle rimaste in magazzino, quindi nel giro di pochi mesi dovrebbe essere praticamente impossibile trovarle sugli scaffali dei negozi. La decisione di sostituire le vecchie lampade con prodotti più moderni ed efficienti, come le lampade a risparmio energetico fluorescenti o a led, è stata presa dall’ Unione europea che, esattamente un anno fa, aveva tolto dal mercato quelle da 100 Watt. Tra un anno esatto toccherà a quelle da 60 Watt, poi a quelle da 40 da 25 Watt nel settembre 2012.
L’Ue ha fatto due calcoli e stima che, sostituendo tutte le lampadine di vecchia generazione con quelle nuove si potrebbero risparmiare fino a 40 miliardi di KW/h l’anno, con conseguente risparmio 15 milioni di tonnellate di CO2. Per fare un paragone: quanto consuma uno stato come la Romania in un anno intero. Vantaggi, oltre che per l’ambiente, anche economici: una abitazione media europea, quando avrà cambiato tutte le lampadine, potrà risparmiare dai 25 ai 50 euro l’anno sulla bolletta dell’energia elettrica. Valori modesti, se confrontati al vantaggio ambientale, ma che vanno ad affiancare quelli realizzati aggiornando il “parco elettrodomestici” con lavatrici, forni e frigo più efficienti. Tra le tecnologie sostitutive della vecchia lampadina a filamento l’Europa consiglia i Led: fino all’80% in meno di consumi a parità di luce prodotta e una vita media immensamente più lunga. Ed è su questo fronte, in realtà, che gli europei otterranno i maggiori risparmi.

Fonte: EcoBlog

Energia rinnovabile: raccogliere elettricità dall’umidità dell’aria

Si prospetta una nuova fonte di energia pulita e rinnovabile. Raccogliere elettricità dall’umidità dell’aria. Dalle goccioline di vapore acqueo presenti nell’atmosfera. L’idea – del tutto nuova – sarebbe da guardare con un certo sospetto se non fosse contenuta in una ricerca presentata durante questa settimana al convegno dell’ American Chemical Society, una società scientifica e professionale che conta quasi 160.000 iscritti e che pubblica libri e riviste scientifiche.
Ecco di cosa si tratta. Fernando Galembeck, un ricercatore dell’Università di Campinas in Brasile, dice che le goccioline di vapore acqueo presenti nell’atmosfera non sono elettricamente neutre, ma si caricano di una piccolissima quantità di elettricità quando vengono a contatto con microscopiche particelle di polvere o di altri materiali presenti nell’aria. Non solo. Una volta accumulata la carica elettrica, le goccioline possono trasferirla ad altri materiali con cui entrano in contatto. Basta scegliere i materiali più adatti, dice Galembeck: si potranno realizzare dei pannelli con cui coprire tetti ed edifici. Egli ha battezzato l’elettricità così raccolta hygroelectricity, cioè elettricità umida o elettricità dall’umidità. I luoghi migliori per trasformare in energia elettrica i raggi del sole sono notoriamente quelli più soleggiati. Per raccogliere l’ hygroelectricity sarebbero invece ideali i climi umidi. Anzi, sostiene ancora Galembeck: assorbendo elettricità dall’atmosfera si preverrebbe addirittura la formazione dei fulmini che possono recare gravi danni a cose e persone.

Sul sito della American Chemical Society: “l’elettricità raccolta dall’aria potrebbe diventare la nuova energia alternativa” (qui).

Sulle Bbc News “il dibattito sulla possibilità di ricavare energia elettrica dall’aria” (qui).

Fonte: Blogeko

Cnr premia “Fuel Buster”, l’eco-veicolo alimentato da un pannello fotovoltaico

E’ lungo poco più di 3 metri, alto 90 centimetri e pesa 96 chili. E’ Fuel Buster: il veicolo ibrido alimentato da un pannello fotovoltaico e una cella a combustibile idrogeno che ha vinto il concorso per giovani inventori INVfactor anche tu genio, organizzato da Cnr, ministero della Gioventù e Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
A realizzare l’auto ibrida sono stati gli studenti dell’I.P.S.I.A. ‘A. Ferrari’ di Maranello. Considerata la prossimità con la Ferrari, c’é da dire che il prototipo del veicolo è stato testato proprio nel circuito di Fiorano.
Il secondo premio è andato ad un’invenzione nata da un incontro, quello tra i ragazzi dell’Istituto tecnico industriale ‘Galileo Galilei’ di Bolzano e Klaus Marsoner. Klaus è un giovane di 30 anni colpito da un grave handicap motorio inseguito ad un incidente stradale. Gli studenti, per lui hanno realizzato Softline, un poggiatesta regolabile, con cuscinetti gonfiabili, collegabile a qualsiasi tipo di sedile.
Al terzo posto si è classificata un’invenzione che strizza l’occhio al risparmio energetico nel campo della mobilità. E’ SYV (Solar Hybrid Vehicle), una bicicletta con pannello solare e pedalata assistita, con motore brishless e batterie agli ioni di litio. SYV può fare fino a 40 km (alla media di 25km/h) senza consumare altro che energia solare. E nei giorni di pioggia si usa il motore. Costo con la pioggia: 11 centesimi di euro.
La giuria ha conferito anche il premio ‘Creativita’ femminile’ che è andato ad un gruppo di studentesse del Liceo Scientifico Salutati di Montecatini Terme, che hanno inventato una scarpa da ginnastica dotata di solenoide che converte l’energia meccanica prodotta dalla camminata (o corsa) in energia elettrica.
I premiati parteciperanno al Ligh-10 Accendi la luce sulla scienza, iniziative del Cnr nell’ambito della ‘Notte europea dei ricercatori’.

Fonte: Ansa

 

Parigi: edificio riscaldato da calore umano…della metropolitana

A Parigi il calore umano emanato dai passeggeri della metropolitana e quello prodotto dal passaggio dei convogli verranno usati per contribuire al riscaldamento di un edificio. Nella capitale francese sono in corso varie iniziative per ricavare energia elettrica da fonti rinnovabili: le turbine sotto i ponti della Senna e sul tetto di un museo a Belleville. Altre idee decisamente più creative e inconsuete riguardano il recupero dell’energia che altrimenti andrebbe dispersa: sfruttare per il riscaldamento il calore delle fognature. E ora anche quello della metropolitana. L’iniziativa viene da Paris Habitat, l’agenzia che gestisce gli alloggi pubblici. Il punto di partenza è il fatto che nella metropolitana fa sempre caldo: 14-20 °C per tutto l’anno, anche nel cuore dell’inverno, a causa del calore prodotto dal passaggio dei treni e dai corpi dei passeggeri. E’ come se fosse energia geotermica, cioè calore proveniente degli strati profondi della crosta terrestre: verrà condotta verso 17 appartamenti della famosa rue Beaubourg. L’edificio è stato scelto perchè già esiste una scala che scende nella metropolitana: altrimenti si dovrebbe aprire un passaggio, e questo renderebbe il costo troppo elevato. E’ il motivo per cui l’esperimento non potrà essere generalizzato. Il calore proveniente dalla metropolitana non sarà sufficiente per fornire una temperatura confortevole agli appartamenti: esisterà un impianto di riscaldamento complementare, ma il consumo di energia dovrebbe risultare ridotto di un terzo. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere indetta la gara d’appalto per la realizzazione.

Fonte: Blogeko

Cile: 200 milioni di dollari in 2 anni per lo sviluppo geotermico

Anche il governo cileno intende puntare con decisione sullo sviluppo delle risorse geotermiche. Lo ha affermato il ministro dell’Energia, Ricardo Raineri, precisando che questo sforzo sarà sostenuto sul piano finanziario con investimenti per oltre 200 milioni di dollari nel corso dei prossimi due anni. Investimenti che il Governo è convinto possano fare da volano per una forte mobilitazione di capitali da parte di società internazionali. Al riguardo Raineri ha annunciato che entro il 2012 saranno accordate più di 170 concessioni per le società interessate a sviluppare progetti geotermici, e che, nel contempo, il Ministero dell’Energia è impegnato per rendere più agevole il processo di regolamentazione nel settore allo scopo di favorire un maggior numero di progetti e snellirne gli iter burocratici. Dare concessioni e accelerare il processo di autorizzazione – ha affermato Raineri – sono passi importanti ma non garantiscono che i progetti saranno effettivamente sviluppati. Il successo di questo programma potrà essere misurato solo a distanza di anni, ma stiamo registrando molti segnali positivi sul fatto che il mercato geotermico possa effettivamente decollare in Cile.

Fonte: LaStampa