Archivio della categoria ‘ARCHITETTURA’

Napoli: svelato il progetto per il nuovo quartiere a est della città

Napoli trasforma l’ex Manifattura Tabacchi in un nuovo quartiere urbano con attività commerciali, residenze ed ampi spazi pubblici per l’aggregazione sociale. Il progetto, commissionato da Fintecna Immobiliare allo studio Mario Cucinella Architects, è stato svelato nei giorni scorsi. L’intervento interessa un’area di circa 170mila metri quadrati e prevede 590mila m³ di cubatura, che comprendono il recupero di alcuni edifici preesistenti e la realizzazione di nuove strutture per la residenza, il commercio ed i servizi. Metà del nuovo quartiere sarà residenziale; la restante porzione sarà destinata all’attività produttiva. In tal modo l’area, che prima ospitava soli insediamenti per la produzione di beni e servizi, viene trasformata in un nuovo importante tassello urbano.
Il progetto – spiegano da MCA – parte dal presupposto di conservare la memoria della manifattura, dei suoi edifici simbolo e delle sue aree verdi di maggior qualità e si pone come obiettivo la costruzione di un nuovo tessuto urbano. In questo modo l’area, prima destinata alla sola attività produttiva, si rinnova conquistando un ruolo importante per la città.
L’obiettivo è offrire ai cittadini un nuovo quartiere verde: un grande spazio pubblico lineare, sul quale si affacciano i blocchi edilizi commerciali e direzionali, viene attrezzato con giardini pubblici sui bordi diventando un nuovo asse verde e pedonale. Si tratta di uno spazio sociale e di relazione, dove si collocano le funzioni di interesse pubblico – uffici, negozi, la posta – e sul quale si affacciano tutte le residenze.
Il progetto è firmato per la parte paesaggistica dallo studio Land (Landscape Architecture Nature Development).
Un’attenta analisi del sito e delle sue caratteristiche climatiche – aggiungono i progettisti di MCA –  ha permesso l’applicazione di tutte le strategie, attive e passive, per raggiungere gli obiettivi di maggior risparmio energetico e di minor impatto ambientale.

Fonte: Archiportale

Google: un’autostrada subacquea per l’eolico

Google investe nell'eolicoCon una super-autostrada sottomarina di seicento chilometri Google sbarca nel campo dell’energia eolica e, dopo il primo investimento verde firmato “Google Energy” a dicembre, torna a concentrarsi su un progetto estraneo al mondo dell’hi-tech.
Il colosso di Internet si è unito ad un gruppo finanziario di New York per investire in un piano da 5 miliardi di dollari per la realizzazione off shore, lungo la costa atlantica degli Stati Uniti, di una «spina dorsale» per impianti eolici che potrebbe potenzialmente cambiare per sempre la mappa elettrica dell’intera regione.
La rete coprirà un’area di circa 630 chilometri dal New Jersey alla Virginia e sarà in grado di collegare turbine eoliche per 6.000 megawatt di potenza (ovvero circa il 60% dell’energia eolica prodotta negli Stati Uniti l’anno scorso e una quantità sufficiente a servire circa 1,9 milioni di case). Crediamo molto in questo tipo di progetti, capaci di coniugare affari e sviluppo, ha detto la società californiana in un comunicato.
La svolta verde di Google è stata benedetta dall’amministrazione Obama. Il segretario al Territorio Ken Salazar, che dovrà in ultima istanza dare il via libera al progetto, ha già diffusamente elogiato l’iniziativa parlando di «un pilastro» dal punto di vista energetico e di un punto di svolta per il settore eolico. Oltre al colosso di Mountain View, che ha un interesse del 37,5% nel progetto iniziale, prendono parte ad Atlantic Wind Connection anche la società di investimento Good Energies, la conglomerata giapponese Marubeni e l’azienda del Maryland Trans-elect. Sta cambiando pelle, Google, e lo dimostra anche l’investimento nel settore finanziario annunciato dal chief economist della società, Hal Varian, nel corso della Conferenza a Denver della “National Association of Business Economists”. Varian ha annunciato che gli esperti economico-finanziari del gruppo stanno studiando come mettere a punto il “Google Price Index”, un indice giornaliero per misurare l’inflazione in base ai dati degli acquisti effettuati online. Il manager ha precisato che al momento la società sta soltanto raccogliendo i dati per poter elaborare l’indice, e che non ha ancora deciso se pubblicarli o meno. Ma Google crede nel suo indice: il principale vantaggio del Gpi sarebbe quello di poter ottenere i dati economici in modo molto più rapido, utilizzando le risorse online. I dati ufficiali del “Consumer Price Index” (Cpi), infatti, vengono raccolti a mano nei negozi e pubblicati su base mensile con qualche settimana di ritardo. L’indice non sarebbe una soluzione alternativa al Cpi, perchè – ha precisato Varian – il mix di prodotti che vengono venduti su internet è diverso da quello dell’economia generale. Approfondisci anche qui.

Fonte: LaStampa

Siena: un insolito ritratto architettonico della città

S’intitola  Architettura nelle terre di Siena. La prima metà del Novecento la mostra in corso presso il Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena.
L’esposizione, visitabile fino al prossimo 17 novembre, indaga gli stili architettonici della prima metà del ventesimo secolo attraverso più di cento tra disegni e progetti d’architettura, oggi facenti parte di collezioni poco note o difficilmente accessibili come l’Archivio della Società di Esecutori di Pie Disposizioni, l’Archivio Storico del Comune di Siena o l’Archivio Chierici di Torino. A realizzare l’evento sono la Provincia di Siena, la Fondazione Musei Senesi e dalla Fondazione MPS con la collaborazione della Soprintendenza beni architettonici e paesaggistici, del comune di Siena e dell’Università degli studi di Siena.
La mostra rappresenta la tappa conclusiva di un percorso di ricerca durato quasi tre anni, che ha censito le architetture più importanti del territorio, reperito e confrontato la documentazione ad esse inerente e analizzato il lavoro degli architetti attivi nelle prima metà del secolo passato, rintracciandone il percorso professionale.  Le cinque aree espositive, rispettivamente dedicate a “Gli alunnati delle Pie Disposizioni”,”Eclettismo e Liberty”, “Angiolo Mazzoni e la Stazione di Siena”, “Sabatini e gli anni Trenta”, e “Virgilio Marchi a Siena”, mostrano in pubblico per la prima volta progetti realizzati e proposte rimaste sulla carta, rivelando ambizioni tecniche, sperimentazioni formali e clima culturale di epoche differenti.
Risultato finale: una rassegna ricca di suggestioni, capace di offrire un ritratto insolito di una città nota per il grande patrimonio architettonico di stampo medievale e rinascimentale.

Fonte: Archiportale

Restauro ecologico: per la Commissione europea utilizzabili fino al 4% dei fondi Ue

E’ arrivata l’ora del restauro sostenibile: secondo la Commissione europea fino al 4% dei fondi Ue per lo sviluppo regionale potrà essere indirizzato in efficienza energetica e nel ricorso alle fonti rinnovabili negli edifici residenziali. Attingendo infatti alle risorse accantonate nell’ambito dei Fondi regionali ben 8 miliardi di euro potrebbero essere destinati al patrimonio edilizio esistente per realizzare interventi di ristrutturazione finalizzati all’efficienza e al risparmio e all’inserimento dei sistemi alimentati da fonti rinnovabili. I fondi già stanziati, ma stornati da altri capitoli di spesa dedicati allo sviluppo regionale contribuirebbero così al raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di clima e eco-edilizia, indirizzando le risorse verso un target ancora trascurato, quello del patrimonio edilizio esistente. Gli edifici nuovi infatti rappresentano soltanto l’1% dello stock di alloggi dell’Ue eppure sono proprio questi oggetto delle direttive sull’efficienza energetiche nell’edilizia che prevedono edifici ad energia quasi zero dal 2021. E’ quindi raccomandabile secondo la Commissione investire nell’efficienza energetica dell’esistente, dando vita a una rivoluzione energetica dell’edilizia che cambierebbe il quadro della domanda energetica dell’Unione, assorbita per due terzi dalle città. Secondo la Commissione inoltre la competenza attribuita alle regioni in materia di distribuzione degli stanziamenti offrirebbe maggiori garanzie di efficienza e di penetrazione sul territorio degli elementi di innovazione ‘verde’. Gli immobili residenziali rappresentano all’oggi il 40% dei consumi di energia dell’Ue. Dotandoli di standard energetici elevati, si potrebbero compiere progressi rilevanti verso l’ obiettivo di efficienza energetica fissato per il 2020, con un taglio di ben 78 miliardi di euro nella bolletta annuale e la creazione di un milione di posti di lavoro.

Fonte: Ansa

 

Pop, minimal o riciclata: la bicicletta solidale dei designer

Ci riuscirono gli inglesi, già qualche anno fa, a sdoganare la bicicletta nell’immaginario chic al punto da renderla bandiera dell’eco-sostenibile di classe. Niente sudore a nudo da Critical Mass o abiti stropicciati da studente trafelato, ma il caschetto politicamente corretto ed ecologicamente sostenibile del biondissimo sindaco di Londra Boris Johnson (che lo salvò più volte dal lancio inconsulto di oggetti dai finestrini dei Suv nel traffico). Allora i giornali britannici narravano indignati il ratto delle due ruote del futuro premier conservatore, David Cameron, e Vivienne Westwood arrivava pedalando al suo atelier milanese.
Adesso in Francia ci si sono messi anche 12 creativi di tutto il mondo a ricordare quanto è cool andare in bicicletta, soprattutto in edizione limitatissima. Il progetto charity si chiama Be Cycle and Fashion e fra i suoi organizzatori ha un portale multimediale internazionale dedicato alla solidarietà, La Chaine du Coeur. I proventi delle vendite saranno destinati ad Act Responsible, un’associazione che promuove campagne pubblicitarie di utilità sociale o ambientale.
Risultati molto diversi fra loro ma stessa base di partenza per tutti e 12: una “fixed gear” della Peugeot – per dirla con i tecnicismi un modello celebre di bici “a scatto fisso”, quelle nate per la pista da corsa e adattate alle strade di città. La più bella in assoluto (almeno se siete femmine, da piccole vi lasciavate vestire da confetto e tuttora possedete una Graziella con cestino) è quella disegnata dalla madrina del progetto, la spagnola Agatha Ruiz De La Prada, che sotto la canna ha appiccicato uno dei suoi cuori fuxia e l’ha abbinato con pedali arancioni. Chi invece la vorrebbe griffatissima, con buona pace del minimalismo, le preferirà probabilmente la bicicletta secondo Kenzo, con due fiori colorati al posto dei raggi. Per chi ha le gambe lunghe (molto lunghe) c’è la bici geometricamente modificata da Marithé+François Girbaud (i due francesi, moglie e marito, che fra il resto si sono inventati un modo di stingere i loro vendutissimi jeans evitando di sprecare acqua), e per le maniache della raccolta differenziata il trentenne Ylan Anoufa ha usato tappi di alluminio avanzati (più di 500). Se poi per voi la vita è una lotta e vi siete francamente stancate di scegliere, il designer di Peugeot, François Duris, ha inventato una bicicletta con due facce e due anime, mezza kitsch e mezza essenziale. Fra gli altri creativi che hanno partecipato al progetto – il cui prototipo però non è ancora stato svelato dagli organizzatori – c’è anche l’enfant prodige belloccio del design europeo, Ito Morabito (marchio Ora Ito), il ragazzo che divenne famoso per aver virtualmente creato una borsa ergonomica di Louis Vuitton che le clienti cercavano inutilmente nelle boutique monomarca. Guarda la galleria.

Fonte: Luxury24

Brasile: il Youturn Pavilion di UNStudio per la 29a Biennale d’Arte di San Paolo

É firmato dagli olandesi di UNStudio il Youturn Pavilion, una delle sei strutture progettate ad hoc per accogliere artisti, opere e visitatori della 29esima Biennale d’Arte di San Paolo, Brasile, inaugurata lo scorso 25 settembre.
Situato nel cuore dello spazio espositivo, il volume rappresenta un punto nodale dell’evento: invita il pubblico a incontrarsi, orientarsi e osservare. Innesca l’interazione tra partecipanti e i visitatori, è luogo d’esposizione, dialogo e dibattito.
Pensato come elemento ibrido tra arte e architettura, l’edificio è contestualmente forma a sé e struttura funzionale alla realizzazione di eventi. Oggi c’è una qualità meravigliosa nell’architettura: può ‘funzionare’ su moltissimi livelli e questa ricchezza di significati e letture viene accettata dal punto di vista culturale… La lettura metaforica degli spazi può essere simile a quella messa in campo nell’analisi di un’opera d’arte: i meccanismi e l’approccio al progetto artistico ed architettonico possono essere simili, ma, naturalmente, i risultati sono diversi”, ha spiegato Ben van Berkel. Esternamente il padiglione appare come un guscio di forma triangolare dalla pelle levigata, le pareti interne del volume sono invece percorse da superfici ondulate che esaltano la geometria circolare dell’ambiente ed il vuoto centrale, punto focale in cui convergono tutte le superfici, le linee e i punti di vista. Il padiglione può ospitare eventi di varia portata, dalle conversazioni per piccoli gruppi alle grandi presentazioni pubbliche, è un’architettura flessibile, capace di rispondere in modo dinamico alle esigenze della Biennale, degli artisti e della moltitudine di visitatori che ne esplorano quotidianamente gli spazi. Volevamo creare un ambiente dove fosse possibile fare qualcosa in più rispetto alla semplice esperienza dell’oggetto esposto. L’oggetto può diventare motore di dialogo, ha aggiunto Ben van Berkel.

Fonte: Archiportale

Olbia: idee per realizzare edifici multi funzioni con carattere direzionale

Il comune di Olbia ha lanciato un concorso di progettazione per la riqualificazione dell’area dell’ex Consorzio Agrario mediante la realizzazione di uno o più edifici multi funzioni con carattere direzionale e servizi.
Il comune intende realizzare immobili a carattere direzionale nell’area compresa tra Corso Umberto, Via Catello Piro e Via Garibaldi. Pertanto, la stessa Amministrazione ha ritenuto utile sotto l’aspetto logistico individuare delle aree limitrofe all’attuale sede al fine di realizzare strutture da destinare ad uffici, parcheggi e verde consentendo nel contempo l’accorpamento di tutti i servizi comunali in un unico polo urbano. L’area oggetto si colloca in posizione centralissima, tra le Vie Genova, C. Colombo e Garibaldi, in zona dotata di normali infrastrutture e servizi; nelle immediate vicinanze sono presenti numerose strutture pubbliche, quali: gli uffici amministrativi e finanziari del Comune, gli uffici delle maggiori Compagnie Marittime, gli uffici della Provincia di Olbia-Tempio, il porto, etc. Sono ammessi a partecipare i soggetti legalmente abilitati ad eseguire le prestazioni oggetto del concorso di progettazione ed iscritti ai relativi Albi Professionali.

I premi previsti saranno così ripartiti:
– I° premio 16mila euro;
– II° premio 8mila euro;
– III° premio 3mila e 500 euro.

L’ente banditore conferirà al vincitore di concorso l’incarico per la progettazione, direzione lavori, coordinamento della sicurezza sia in fase di progettazione sia in fase di esecuzione, a condizione che lo stesso sia in possesso dei requisiti dichiarati per la partecipazione al concorso nonché dei requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi. Tutta la documentazione richiesta dal bando dovrà pervenire entro il prossimo primo ottobre 2010.

Fonte: Archiportale

Genova risparmia con le abitazioni autosufficienti

Progettare senza gravare sull’ambiente. E’ questo lo spirito di chi realizza una casa passiva. Autosufficienti sia d’estate che d’inverno, sono in grado di far risparmiare notevolmente sulle bollette. Niente condizionatori né termosifoni, a tenerci al caldo in inverno e freschi in estate, ci pensano le mura domestiche ed un’accorta progettazione. La casa passiva in questione, è quella realizzata da PassivHaus Zentrum in collaborazione con Saint-Gobain a Cogoleto, in provincia di Genova.
A guardarla, non sembrerebbe poi così speciale, ma andando oltre l’apparenza, si scoprono i suoi molteplici pregi. Si tratta infatti di una casa energeticamente autosufficiente, ben isolata sia termicamente che acusticamente, dotata di un sistema di recupero e ricircolo delle acque piovane, utilizzate per gli scarichi domestici e per scopi irrigui. Un impianto di solare termico provvede al riscaldamento dell’acqua e uno fotovoltaico alla fornitura di energia elettrica. La ventilazione, necessaria per il comfort termo-igrometrico, avviene tramite un apposito impianto, che garantisce i dovuti ricambi d’aria.
A testimonianza che quella di realizzare case passive è una pratica che, qualora diventasse abitudine, gioverebbe all’ambiente quanto ai proprietari, c’è l’azzeramento della spesa annua per riscaldamento e raffrescamento della casa. Il costo annuo della climatizzazione, sia invernale che estiva per un edificio che, come quello in esame, è caratterizzato da un indice energetico di 8,8 kWh/mq annui, sarebbe in realtà di 65 euro, azzerati però dalla presenza di pannelli fotovoltaici in copertura. Un risultato simile, nella casa passiva di Cogoleto, è stato ottenuto grazie sia a pannelli in lana di vetro per la tamponatura esterna che a serramenti con doppia vetrocamera.

Fonte: ArchitetturaEcosostenibile

Architettura di terra cruda: esempi di case di terra e paglia

Le costruzioni in terra cruda nascono dalla secolare necessità dell’uomo di realizzare i propri rifugi, le proprie case, con i materiali a lui più vicini, quelli più facilmente reperibili. Anche se con l’industrializzazione e la diffusione dei trasporti questa esigenza è diventata sempre meno pressante, di abitazioni in terra cruda se ne realizzano ancora oggi e in Germania esistono attualmente più di cento imprese che costruiscono in terra. Pensando ad una casa in terra, non dobbiamo immaginare il classico castello da fare sulla spiaggia, pronto ad essere spazzato via dalla prima onda: le abitazioni in terra cruda, hanno ottime caratteristiche di resistenza ed isolamento termico e se ne possono realizzare di tutti i tipi, con tecniche diverse! Di seguito alcuni esempi di abitazioni in terra cruda, realizzate in diverse parti del mondo.
A Djenné, la città più antica dell’Africa sud sahariana, nota per le sue architetture in terra cruda, si trova la Moschea del Venerdì, la costruzione in terra più grande del mondo. Imponente e ben isolata termicamente, la moschea domina la piazza del mercato della città malese e si eleva su una piattaforma di mattoni in terra cruda essiccati al sole. I muri della moschea, spessi dai 16 ai 24 pollici a seconda della loro altezza e dei carichi da sostenere, contribuiscono alla protezione dell’edificio dal caldo perché accumulano di giorno, con la loro grande massa termica, il calore esterno, rilasciandolo durante la notte così che le oltre 3000 persone che l’aula di preghiera può contenere, stiano sempre fresche.
Ad Assan, in Siria, si trova invece una Ziqqurat realizzata in terra cruda. In Siria, come pure in altri luoghi della regione mesopotamica, si costruivano anticamente le Ziqqurat: delle costruzioni su più piani, che servivano all’uomo per avvicinarsi alla divinità ed erano talvolta realizzate con mattoni di terra cruda.
Di costruzioni in terra cruda ne esistono anche di moderne, come la Chiesa della Conciliazione a Berlino, con una parete di argilla spessa 60 cm e alta 7 metri; il Convent Avenue Studio a Tucson, in Arizona, il National Wine Centre ad Adelaide, in Australia; il padiglione dei felini dello zoo di Basilea, dove un muro di terra cruda sorregge la copertura in cemento armato e molte altre…In Francia, le costruzioni in terra cruda sono tutt’oggi molto diffuse. Quella più utilizzata in questo Paese, è la tecnica del Torchis che prevede che terra e paglia vengano miscelate e poi impiegate per il rivestimento di una griglia di legno ancorata alla struttura portante

Fonte: ArchitetturaEcoSostenibile

As much as you need: la lampada touch

As much as you need un naming che lascia intendere molto di questa lampada! In un epoca touch non poteva non mancare anche una lampada touch! Design minimal ed utilizzo estremamente intuitivo. Basta un leggero sfioramento per attivare la lampada e scegliere il livello di intensità luminosa. Più si sfiora maggiore sarà il numero di LED attivati; in tutto 15 pronti a dare un tocco di luce all’ambiente, ad accompagnarci durante lo studio o la notte. Il concept è interessante e forse sarà nato osservando qualche altra lampada ad attivazione touch, ad esempio la PizzaKobra di Ron Arad. Qui assistiamo ad un concetto simile ma con un feeling d’uso estremamente migliorato. Se in PizzaKobra al tocco si attivavano tutti e sei i led in simultanea qui è possibile scegliere il numero di led da attivare. Si sfiora da destra verso sinistra, maggiore è la lunghezza del tocco maggiore è il numero di led che via via si accenderanno. Per spegnerla un solo tocco da sinistra verso destra. Un movimento familiare soprattutto per chi ha uno smartphone! Ideatore di As much as you need, il designer coreano Hong-kue Lee che, probabilmente, si sarà trovato spesse volte a desiderare una lampada con voltaggio regolabile e dal design più contemporaneo e iphoniano.

Fonte: Architettura&Design

Architettura di carta: Cardboard Banquet, il padiglione di fogli di cartone

Al dipartimento di Architettura dell’Università di Cambridge, gli studenti si danno da fare e già dai primi anni di studio fanno parlare di sé. E’ il caso di Tom Emerson e Max Beckenbauer che, dopo aver partecipato ad un workshop tenuto da Rentaro Nishimura, famosissimo designer di oggetti di carta, hanno progettato Cardboard Banquet, un padiglione di carta in grado di ospitare circa 80 persone. Applicando all’architettura le lezioni del maestro, i due giovani studenti hanno sperimentato le potenzialità della carta. Leggera, sostenibile e modulare, la carta si presta bene come elemento da costruzione ed è per questo che il padiglione di Tom e Max è realizzato esclusivamente con fogli di cartone. Eh sì, perché il progetto dei due studenti, dopo essere stato accuratamente disegnato, ma volutamente non riprodotto con strumenti di modellazione 3D, è stato anche realizzato e si trova presso il Fellows Garden, nel Kings College di Cambridge. Il tempo impiegato per tirarlo su dal nulla è stato minimo: solo tre giorni per vedere realizzato il Cardboard Banquet, un progetto che ha il fascino e la leggerezza degli origami.
Fonte: ArchitetturaEcosostenibile

Studioata e il progetto “Riluci”: lampade sostenibili da vecchie insegne

Studioata, studio di architettura torinese impegnato nel campo delle costruzioni, della grafica e del design ha ideato un sistema per riciclare le insegne dei negozi, continuamente sostituite e conferite in discarica.
Un’insegna assume un valore storico e affettivo, ricorda momenti ed emozioni vissuti in un paese, un quartiere o una città e sostituirla significa sradicarla dal suo contesto e allontanare gli abitanti dai ricordi ad essa collegati.
Studioata le fa  rivivere, trasformandole in corpi illuminanti e pezzi unici di design, con qualche modifica in chiave sostenibile, le vecchie lettere delle insegne diventano lampade, abatjour, luci d’arredo. Il progetto è stato intitolato Riluci: le vecchie insegne faranno luce di nuovo e saranno il simbolo di una nuova vita, all’insegna della sostenibilità ambientale.

Young Design Awards: sfida a designer e architetti under 35

Un concorso di idee per la progettazione di elementi d’arredo in acciaio inox che diviene una sfida lanciata da Vincenzo Lamberti, amministratore dell’azienda LD promotrice dell’iniziativa, a giovani designer e architetti under 35. Il concorso abbatte le barriere imposte alle figure professionali emergenti, crede nei giovani e nella loro capacità, li stimola, li sprona e li invita a osare. Niente costi di partecipazione, niente trafila burocratica, solo talento, creatività e passione.  Alle idee migliori è garantita grande visibilità: esposizione in mostra e inserimento del progetto nel portfolio dell’azienda a nome del designer che lo propone, con royalty riconosciuta in caso di commessa e realizzazione. Young Design Awards è anche confronto, dibattito, crescita di professionisti che si incontrano e si scontrano sulle tematiche più dibattute in ambito di progettazione. Vai su: YoungDesignAward

Proposta di legge 3493: ingegneri e architetti contro l’ampliamento delle competenze dei geometri

Non è ancora iniziato l’iter in Parlamento, ma la proposta di legge 3493 che amplia le competenze dei geometri e dei periti edili, sta già tirandosi addosso critiche di ingegneri e architetti. Il disegno di legge 3493, presentato il 20 maggio scorso dal deputato Daniele Toto, riprende pressoché integralmente il disegno di legge 1865 presentato alla fine del 2009 dalla senatrice Simona Vicari e propone di consentire a geometri, geometri laureati, periti industriali specializzati in edilizia e periti industriali laureati di occuparsi di progettazione architettonica e strutturale, collaudo statico e amministrativo, ristrutturazioni. Contro il ddl Toto si sono già espressi i Consigli Nazionali di architetti e ingegneri che, in una nota congiunta, hanno sottolineato che per esercitare le professioni di architetto e di ingegnere occorre superare percorsi universitari e non può una legge, prevedendo un semplice corso di 120 ore, annullare 5 anni di studio e hanno invitato i geometri e i periti edili a percorrere comunemente la strada della ragionevolezza preannunciando, in caso contrario, la propria ferma opposizione a proposte di legge basate sulle solite, inopportune ed antistoriche regalie all’“italiana”.
Nei giorni successivi si sono mobilitate le associazioni degli Ingegneri e degli architetti liberi professionisti.
Non su uno ma su quattro progetti di legge si concentra la protesta di INARSIND, il Sindacato nazionale ingegneri e architetti liberi professionisti italiani secondo cui dopo la sciagurata riforma dell’Università, varata da Berlinguer, dopo le liberalizzazioni di Bersani, dopo la catastrofe voluta, certamente in buona fede, dalla sinistra […] alcuni onorevoli di destra provano a distruggere in modo assolutamente casuale quello che resta delle libere professioni e più segnatamente delle professioni tecniche svolte dai laureati Architetti ed Ingegneri.
I progetti di legge nel mirino sono il ddl 503 “Disciplina delle libere professioni” presentato da Maria Grazia Siliquini – già contestato dagli ingegneri e dagli ingegneri juniores  – il ddl 1865 Vicari sulle competenze dei geometri e dei periti edili, il successivo ddl 3493 Toto sulla stessa materia e la proposta di legge 3522 “Delega al Governo per l’istituzione dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei liberi professionisti” presentata il 1° giugno 2010.
Con riferimento al ddl 3493 Toto, secondo INARSIND è incomprensibile che l’Avvocato Toto abbia ripresentato sostanzialmente la stessa proposta della Vicari (con la differenza che la modesta costruzione si è abbassata a 4.500 mc) aggravata dal fatto che, se la legge venisse approvata, queste competenze potrebbero essere svolte anche in “zona a rischio sismico non elevato per edifici con non più di tre piani fuori terra oltre al piano interrato o seminterrato e in  zona a rischio sismico elevato per edifici con  non più di due piani fuori terra, oltre al piano interrato o seminterrato”.
Crediamo – afferma INARSIND – che la buona politica debba impedire queste azioni che non sottostanno ad alcun disegno organico di riforma. Soprattutto in  questo momento in cui il Ministro della Giustizia, On. Angelino Alfano, si è dichiarato intenzionato a condurre in porto  la riforma delle professioni, attesa da oltre 25 anni, entro la fine della legislatura. Gli Architetti e gli Ingegneri Liberi Professionisti Italiani, in veste di garanti della qualità edificatoria sul territorio italiano, avevano già lanciato una petizione online per fermare la proposta di legge 3493 come è stato già fatto per il ddl 1865, chiedendo, inoltre, di avere in futuro l’opportunità, nel comune interesse, di esprimere un parere su disegni di legge di competenza propria della Professione di Architetto e Ingegnere con laurea quinquennale e triennale.

Approfondisci su: EdilPortale

Design 4: la Tennis Ball Chair

Il designer Hugh Hayden, ha interpretato l’eco-design in termini di riciclo, e lo ha fatto in un modo davvero curioso: riciclando palline da tennis!
Una poltrona realizzata interamente con palline da tennis (297 in totale) è l’ultima novità dell’eco-design. Dal colore sgargiante e allegro, una volta usate e pronte per essere gettate via, le palline da tennis, un po’ più morbide per via dell’utilizzo, si assemblano per diventare una comoda poltrona. L’impatto ambientale della sedia è bassissimo per due motivi: è prodotta semplicemente assemblando materiali destinati alla discarica e le palline da tennis che la compongono sono caratterizzate da una grande durabilità. Leggi anche: Breathing chair; Mozzarella chair; Node chair.
Fonte: ArchitetturaEcosostenibile

 

Energia: boschi fotovoltaici ricaricano auto elettriche

Il parcheggio per auto elettriche E_TREE assomiglia a un boschetto: ogni albero ha una chioma fotovoltaica con cui produrre energia elettrica per ricaricare i veicoli. I pali su cui sono montati i pannelli solari hanno l’aspetto di tronchi e i pannelli stessi, piatti, hanno la forma di una fronda. I pannelli ruotano e si inclinano come enormi girasoli per ottimizzare la cattura della luce nell’arco del giorno. Il designer Neville Mars si è ispirato alla natura, applicandone forme e funzioni alle necessità urbane. Mars si è formato alla scuola olandese di design e le sue idee sulla trasformazione urbana sostenibile hanno poi trovato applicazione a Pechino. Dirige la Dynamic City Foundation progetto di dimensioni enormi per combattere la sproporzionata crescita degli agglomerati urbani in Cina.

Fonte: Ecowiki
Foto: BurbTv

Progetto ZeroCO2: piccoli comuni virtuosi crescono

Un piano energetico a zero emissioni e a costo zero per i piccoli Comuni europei per ridurre le emissioni di anidride carbonica e contrastare i cambiamenti climatici. È il progetto ZeroCO2 nell’ambito del Programma Med finanziato dalla Commissione europea, al quale partecipano Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. L`idea del progetto, che avrà la durata di due anni, è sviluppare una collaborazione tra enti locali, agenzie per l`energia e partner privati (Esco-Energy Service Company) capace di realizzare un piano energetico a zero emissioni e a costo zero per i piccoli comuni europei.
Per l’Italia i partner sono Legambiente e Kyoto Club Service e capofila è la Provincia di Massa Carrara con i Comuni di Bagnone, Comano e Fivizzano. Per la Grecia partecipano Paros, Sifnos e Hermoupolis, per la Spagna Alcúdia e Montortal, per il Portogallo Marvão, Fronteira, Gavião, Alter do Chão, Avis e Nisa. Il coinvolgimento delle aziende che offrono servizi di efficienza energetica permetterà di realizzare senza costi per i Comuni interventi che consentiranno nel lungo periodo un risparmio economico derivante dall`abbattimento dei costi energetici, che sarà reinvestito in ulteriori interventi di riduzione delle emissioni.
Gli enti locali e i singoli cittadini, ha dichiarato il responsabile energia di Legambiente, Edoardo Zanchini, svolgono un ruolo chiave per la diminuzione dei gas serra perché incidono direttamente nelle scelte energetiche dei territori e possono fare la differenza in termini di risparmio energetico, efficienza e sviluppo delle fonti rinnovabili. I piccoli Comuni, sono sempre più spesso i laboratori ideali per sviluppare pratiche virtuose in campo energetico, ma è fondamentale che abbiano fondi per fare interventi mirati nel campo dell`efficienza energetica.
Fa parte integrante del progetto una campagna di sensibilizzazione presso i cittadini e i politici locali per promuovere una maggiore efficienza energetica, la cultura dell`acquisto energeticamente consapevole ma anche lo sviluppo delle fonti pulite e la green economy. Laboratori all`interno delle scuole faranno avvicinare i giovani alle tematiche della sostenibilità energetica e delle fonti rinnovabili attraverso dimostrazioni, laboratori e giochi mentre workshop per gli imprenditori locali illustreranno i vantaggi di una maggiore efficienza energetica nei processi produttivi.

Fonte: CorrieredellaSera

 

 

Architetti calabresi vincono il concorso “Progettiamo Messina”

Sono calabresi i quattro giovani architetti Alba Guerrera, Giuseppe Amalfa, Giulia Caridi e Anna Lucia Milone vincitori del concorso di idee Progettiamo Messina, promosso da Club service Rotary “Stretto di Messina” e “Messina Peloro” e Lions “Messina Peloro”. L’edizione 2010 della competizione, rivolta a laureandi o laureati da non oltre due anni in ingegneria e architettura, chiedeva ai partecipanti di pensare soluzioni e proposte per il miglioramento della qualità e della vivibilità degli Orti della Maddalena di Messina.
L’area militare degli Orti della Maddalena è baricentrica rispetto allo sviluppo dell’attuale città, posta al limite tra la maglia regolare di isolati e il tessuto più disordinato che si snoda al di sopra della circonvallazione, se restituita alla città potrebbe trasformarsi in un moderno parco attrezzato, un vero e proprio polo collettivo e valida alternativa a piazza Cairoli e alla piazza Sagrato della Cattedrale che di fatto sono gli unici punti di incontro della città. Un’area da connettere con il resto della città perché l’attuale destinazione d’uso militare priva la parte centrale di Messina di un’importante porzione di tessuto urbano che potrebbe dare respiro al ritmo serrato degli isolati. Sull’area insistono, oltre agli edifici militari, l’Ospedale Piemonte, unica struttura sanitaria nel centro della città, il santuario di S. Antonio, meta di pellegrinaggi per la presenza delle reliquie di S. Annibale Maria di Francia, e un mercato rionale. La riqualificazione degli orti della Maddalena di fatto valorizzerebbe anche queste istituzioni pubbliche e religiose, che a Messina, nella maggior parte dei casi, mancano di una piazza – spiegano dal team vincitore. La nostra proposta, partendo da quanto lo stesso strumento urbanistico prevede in quell’area, trasforma il grande quadrato degli Orti della Maddalena in un parco attrezzato contenente funzioni fortemente legate alla città col tentativo di restituirle quello che per molti anni gli è stato tolto. E’ il Piano Borzì il protagonista del progetto perché penetra prepotentemente nell’area attraverso tre grandi segni planimetrici che si configurano rispettivamente nel mercato ipogeo, nel percorso attrezzato e nel complesso polifunzionale. Altri importanti segni sono le piazze. Una si apre di fronte all’Ospedale Piemonte, al di sotto della quale viene pensato un parcheggio interrato collegato con il mercato. La piazza si sviluppa su tre livelli e riflette sul parco con un vuoto l’ingombro dell’ospedale, tra la piazza e il viale Europa si collocano dei contenitori di servizi. La seconda fa da cerniera tra il centro polifunzionale e gli edifici che vengono mantenuti dell’area militare e l’ultima è pensata per organizzare spettacoli all’aperto.
Al team vincitore va un premio pari a 2.000 euro.
La commissione giudicatrice ha assegnato un secondo premio agli architetti Daniele Pino e Antonietta D’Amico, destinatari di una somma pari a 1.000 euro.

Fonte: EdilPortale