Articoli relativi a ‘plastica’

Plastic Dining Room: l’eco-ristorante costruito su bottiglie riciclate

In uno Yacht Club ci si aspetterebbe di trovare materiali e rifiniture pregiate, magari del marmo o del legno. E invece da Vancouver, in Canada, ci arriva la smentita. Perché presso lo Yacht Club del posto, è stata realizzata una sala ristorante rifinita con materiali riciclati e alimentata da energia pulita. Questo fa piacere, sì, ma c’è dell’altro, che vi sorprenderà.
La sala ristorante, infatti, galleggia su 1675 bottiglie di plastica da due litri. Sostituiscono il cemento, riducono il problema dello smaltimento della plastica e, soprattutto, sensibilizzano alla questione rifiuti. Un problema da non sottovalutare perché genera delle enormi isole di spazzatura che possono raggiungere dimensioni sorprendenti e danneggiare la flora e la fauna marina. L’hanno chiamata la Plastic Dining Room ed è il primo locale al mondo a galleggiare su così tante bottiglie di plastica da due litri. Come anticipato, ogni dettaglio della sala è realizzato con criteri di sostenibilità ambientale. Dall’energia, generata tramite pannelli solari, ai materiali utilizzati per le finiture, esclusivamente riciclati, tutto è pensato per ridurre i consumi energetici e gravare il meno possibile sull’ambiente. Trattandosi di un ristorante, dopo aver parlato del modo in cui è realizzato, è arrivato il momento di parlare del cibo che viene servito. Le specialità del posto, sono i piatti a base di pesce, rigorosamente locale. Acquistando i prodotti del mare dai pescatori della zona, si riducono infatti le emissioni di CO2 che deriverebbero da un eventuale trasporto. Continuamente a contatto con il mare, chissà se i membri dello Yacht Club, mangiando in una simile sala, saranno sensibilizzati al problema…

Fonte: ArchitetturaEcoSostenibile

Bioedilizia: le piastrelle da soffitto nascono dalle bottiglie di plastica

Grazie ad una costante attività di ricerca, alla dedizione e al desiderio di sperimentare degli addetti ai lavori, la bioedilizia sta davvero facendo passi da gigante. L’obiettivo principale è di studiare e realizzare progetti che siano salutari sia per l’uomo che per l’ambiente, impiegando esclusivamente materiali atossici ed eco-compatibili. È questo il caso, ad esempio, di un prodotto proveniente dalla costa occidentale degli Stati Uniti: pannelli e piastrelle da soffitto derivati dal riciclo della plastica. A prima vista, sembrerebbe un po’ assurdo o, alla meglio, improbabile, riuscire a conciliare plastica e bioedilizia: e invece la soluzione escogitata da Ceilume, un’azienda californiana all’avanguardia nella produzione di rivestimenti per interni, ha smentito ogni possibile pregiudizio. L’azienda ha infatti lanciato una linea di piastrelle in un materiale innovativo, appositamente realizzato, testato e brevettato. Stiamo parlando di Ceilume-P40-Plus, un composto proviene per il 60% dal riciclo; di questa percentuale, ril 40% è rappresentata proprio da bottiglie di plastica destinate a finire in discarica. L’ innovativa collezione di piastrelle da soffitto ecosostenibili di Ceilume, Sustainable Ceiling Tiles, è attualmente disponibile in sei stili diversi. Oltre a provenire dal riciclo, le piastrelle sono a loro volta riciclabili. Sono poi semplici da installare, non avendo bisogno di trattamenti particolari. Tra le loro caratteristiche troviamo la proprietà di riflettere la luce, che consente di sfruttare al meglio l’illuminazione naturale e di risparmiare sia energia che costi di bolletta, e quella di non assorbire né umidità né cattivi odori. Per questo, e per il fatto di essere facilmente pulibili, le Sustainable Ceiling Tiles sono particolarmente indicate per i soffitti di bagni e cucine.Il Ceilume-P40-Plus, il materiale “inventato” dalla Ceilume per rendere ecologici e sostenibili i suoi pannelli e le sue piastrelle, è stato recentemente premiato ai Bloom Awards dell’American Society of Interior Design, nella categoria dei materiali innovativi.

Fonte: Greenme

Legambiente invita a boicottare la plastica e lancia la campagna “vota il sacco”

Già un paio di mesi fa Legambiente aveva lanciato una petizione in favore dell’abolizione dei sacchetti di plastica, i famosi shopper dei supermercati. Ora arriva una vera e propria campagna nazionale, chiamata “Vota il sacco”, per ribadire e rinforzare la richiesta di dire addio ai sacchetti non biodegradabili. La campagna si svolgerà nelle piazze e su internet, tramite un sito-referendum online per chiedere agli italiani quale sia per loro l’alternativa migliore ai sacchetti tra le borse della spesa riutilizzabili, i sacchetti di carta e i sacchetti di bioplastica.
Perché mai Legambiente ha sentito l’esigenza di tornare, con una nuova iniziativa, su questo argomento? Per due motivi: il primo è politico, come dimostrano le incertezze sull’abbandono della plastica del ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo; il secondo è “tecnico” e consiste nella forte resistenza che sta facendo l’industria della plastica tramite l’associazione di categoria Unionplast.
Unionplast afferma che i sacchetti in bioplastica siano peggiori di quelli normali, in plastica riciclata: la bioplastica proviene da materie prime alimentari (patate, mais, olio di girasole), mentre la plastica riciclata proviene dai rifiuti. Legambiente risponde che il dossier stilato da Unionplast per difendere le sue posizioni “contiene dati inutilmente allarmistici, in alcuni casi volutamente lacunosi e persino falsi”. Per quanto riguarda la competizione con l’industria del cibo, in particolare, Legambiente è convinta che cibo e bioplastica possano convivere ed integrarsi senza alcun problema.

Fonte: Ecoblog

Imballaggi in plastica, un tesoro da 3 miliardi di euro

1,2 miliardi di euro, 42 discariche e 3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 evitate, è il contributo all’economia del Paese dellaraccolta-riciclo degli imballaggi in plastica. E’ questo il quadro che emerge dallo studio che il Gruppo Sanpellegrino ha commissionato ad Althesys. Dal 2000 al 2010 l’adozione di politiche di riciclo degli imballaggi in plastica ha portato all’Italia benefici complessivi, economici, sociali e ambientali,  stimati in 2,7 miliardi di euro.

I dati sono stati presentati a Milano nell’ambito di una tavola rotonda che ha visto confrontarsi esperti sul tema provenienti da diversi settori: oltre a Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato del Gruppo Sanpellegrino, Giuseppe Rossipresidente di Corepla, Daniele Fortini presidente di FederambientePiero Pacchiolisegretario nazionale di Movimento ConsumatoriAlessandro Marangoni amministratore delegato di Althesys e Francois Briois,  Packaging Materials & Sustainability Group Leader Nestlè Waters R&D Center.

“Le strategie per imballaggi si muovono lungo 3 direttrici che vedono la riduzione a monte, il riciclo e la ricerca di nuovi materiali. Soluzioni come il ciclo bottle-to bottle, che porta all’utlizzo di R-Pet (Pet riciclato) per la produzione di nuove bottiglie, siamo certi aiuteranno a far percepire al consumatore il valore del riciclo”, ha dichiarato Stefano Agostini. Negli ultimi undici anni (2000-2010) la raccolta e il riciclo di imballaggi in plastica ha comportato un costo pari a 1,9 miliardi di euro a fronte di benefici incrementali pari a 4,6 miliardi di euro; le voci di costo sono legate ai maggiori oneri necessari per organizzare la raccolta differenziata e la selezione, i benefici derivano, invece, dal minor ricorso a materie prime, dalla riduzione della produzione e quindi lo smaltimento dei rifiuti – 117 discariche evitate – e dalle attività economiche indotte. Quindi, grazie alla raccolta-riciclo degli imballaggi in plastica si sono evitate 8,2 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, si sono risparmiati 418,5 milioni di euro di costi di smaltimento rifiuti e si sono recuperati materiali per un valore di circa 493,7 milioni di euro.

Oggi le plastiche sono prodotte dal carbone fossile. Tecnicamente è già possibile produrre plastica da risorse rinnovabili come piante e alghe. Il nostro centro di Ricerca & Sviluppo di Nestlè Waters sta lavorando a livello globale e con scienziati da tutto il mondo per sviluppare, testare e valutare queste tecnologie e materiali. Crediamo fortemente che le bioplastiche possano avere un grande futuro come materiali per il packaging. Attualmente siamo solo all’inizio della nuova era delle bioplastiche”, ha specificato Jean- Francois Briois.

Inoltre, la raccolta-riciclo degli imballaggi porta al Paese importanti ricadute economiche e industriali: l’avvio del sistema Conai e Corepla ha fatto nascere appositi impianti (Centri di selezione e stoccaggio) e crescere nuove imprese dedicate al riciclo, generando indotto e occupazione.

Non mancano, infine, benefici da prevenzione per un valore pari a 23 ml. di euro: la riduzione all’origine degli imballaggi implica minori volumi di rifiuti e mancati costi di raccolta, selezione e smaltimento, meno trasporti e minori emissioni di CO2. Nel complesso si è sviluppato un indotto, nuove attività economiche e occupazione, per circa152,8 milioni di euro, al netto dei relativi costi. Infatti, la raccolta differenziata, la selezione e il riciclo delle bottiglie di Pet contribuiscono, come si è visto, a creare ricchezza per il Paese. Ciò sia perché queste attività richiedono nuovi processi, aziende e occupazione, sia perchéi materiali recuperati hanno un significativo valore, tanto da essere ormai trattati sui mercati globali delle commodities.

 

Fonte: Greenews

 

Dal 1° gennaio: stop ai sacchetti plastica

In Italia, a breve ci sara’ una rivoluzione per chi fa la spesa. Negozi, supermarket, mercati di strada, non potranno piu’ consegnare la merce negli ‘shopper’ di plastica. Il Consiglio dei Ministri ha confermato lo stop al loro utilizzo dal 1/o gennaio 2011, senza proroghe. In pensione, quindi, quella che fu considerata una delle massime ‘innovazioni’ del secolo passato: i sacchetti, come noi li conosciamo, verranno sostituiti da equivalenti realizzati in materiale biodegradabile o carta, mentre qualcuno scegliera’ di portarsi la borsa da casa, magari la ‘retina per la spesa’ delle nostre nonne.
E’ una grande innovazione, quella introdotta dal governo – ha commentato il ministro Stefania Prestigiacomo, che si e’ opposta all’introduzione dell’ennesima proroga – che segna un passo in avanti di fondamentale importanza nella lotta all’ inquinamento, rendendoci tutti piu’ responsabili in tema di riuso e di riciclo. Soddisfazione senza riserve da tutte le organizzazioni ambientaliste che temevano, forse per i forti interessi economici implicati, una nuova proroga per l’entrata in vigore del divieto.
Al ministro Prestigiacomo va il nostro plauso per aver scongiurato, oggi in Consiglio dei Ministri, una ulteriore proroga allo stop alle buste di plastica gia’ previsto dalla legge Finanziaria 2007, ha detto il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. Vigileremo affinche’ questa importante misura da noi fortemente voluta non sia nuovamente messa in pericolo dalle pressioni delle lobby dei produttori di plastica. La messa al bando dei sacchetti di plastica e’ un risultato importante non solo per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche per chi scommette sull’innovazione e sulla chimica verde, ha sottolineato Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd.
Da parte sua la Coldiretti, in sintonia, ricorda che gli italiani sono tra i massimi utilizzatori in Europa di shopper in plastica, con un consumo medio annuale di 300 sacchetti a testa” e che ”in Italia arriva un quarto dei 100 miliardi di pezzi consumati in Europa dove vengono importati per la maggioranza da paesi asiatici come Cina, Thailandia e Malesia. Il 28% di questi sacchetti diventa rifiuto e va ad inquinare l’ ambiente in modo pressoche’ permanente poiche’ occorrono almeno 200 anni per decomporli.
Il problema non si limita a quello che si vede tra i rifiuti delle citta’, ma occorre pensare, per esempio, a quello che accade nei fiumi italiani e piu’ in generale del mondo, quando le sponde ad ogni piena si trasformano in vere discariche; oppure alle isole di plastica alla deriva negli oceani. Secondo stime riportate sempre dalla Coldiretti, per produrne 200 mila tonnellate vengano bruciate 430 mila tonnellate di petrolio.

Fonte: Ansa

Le maglie dei Mondiali di calcio 2010 sono ecosostenibili

A Londra le nuove maglie dei mondiali di calcio che partiranno il prossimo 11 Giugno in Sudafrica saranno ecosostenibili: ognuna prodotta dal riciclo di 8 bottiglie di plastica. Il processo, che prevede il prelievo delle bottiglie dalle discariche giapponesi e taiwanesi e la produzione di filati poi convertiti in tessuto, oltre a risparmiare sulle materie prime permette di ridurre il consumo di energia fino al 30% rispetto alla produzione con poliestere vergine. Sono state finora mostrate la maglia del Brasile, quella della nazionale Inglese, del Portogallo, Olanda, Usa, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda, Serbia e Slovenia. L’iniziativa è considerevole soprattutto in considerazione della gran risonanza che uno sport come il calcio ha nel mondo. Pensate solo a quante persone interessate al calcio, giungerà la notizia!

Fonte: AcquistiVerdi