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Premio internazionale di restauro architettonico «Domus Restauro e Conservazione»

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Vista la grande omogeneità qualitativa delle migliori proposte nella sezione Opere Realizzate, la Commissione, dopo un difficile, ma interessante dibattito, ha deciso all’unanimità di premiare tre diversi progetti come medaglie d’oro ex-aequo e due come medaglie d’argento.

Il premio internazionale di restauro architettonico «Domus Restauro e Conservazione» è stato realizzato con il patrocinio del Comune di Ferrara, dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Ferrara e della Federazione degli Ordini degli Architetti, P.P e C. dell’Emilia Romagna.
Il premio, voluto ed ideato dall’Università degli Studi di Ferrara attraverso il dipartimento di Architettura e promosso dall’azienda Fassa Bortolo e ormai giunto alla sua quarta edizione, è stato pensato con il fine di selezionare e promuovere al grande pubblico le opere di restauro che siano riuscite a meglio interpretare i principi condivisi dalla comunità scientifica, anche ricorrendo a forme espressive contemporanee.

Questo premio vuole attestare anche la fondamentale importanza rivestita dal rapporto tra i professionisti e le imprese coinvolte nei lavori arrivando a premiare i progettisti del settore privato o pubblico e le stesse Ditte di restauro che hanno realizzato le opere.

Particolare interesse è rivolto anche nei confronti dei lavori di progettazione elaborati nell’ambito delle tesi di laurea presso le diverse Università, per i quali sono stati premiati anche i relatori. Le candidature a questa quarta edizione del Premio sono state oltre 100, provenienti per la maggior parte da paesi europei, ma anche da Sud America e Asia. Il progressivo aumento della partecipazione di concorrenti di provenienza non italiana, rispecchia un sempre più diffuso interesse verso la conservazione degli edifici storici e inoltre sottolinea l’importanza che il Premio «Domus Restauro e Conservazione» ormai ricopre nell’ambito del restauro del panorama internazionale.

La giuria, presieduta anche quest’anno dal Prof. Arch. Giovanni Carbonara, Ordinario di Restauro Architettonico e direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio all’Università la Sapienza di Roma, è stata composta dal Prof. arch. spagnolo Fernando Vegas, professore dell’Università Politecnica di Valencia, dall’arch. Francesco Scoppola, direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria, dal Prof. arch. Riccardo Dalla Negra, ordinario di Restauro Architettonico presso il dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara e dal Prof. arch. Marcello Balzani, direttore del Centro Diaprem (Centro dipartimentale per lo sviluppo di procedure automatiche integrate per il restauro dei monumenti) dell’Università degli Studi di Ferrara, dipartimento di Architettura, e responsabile scientifico del TekneHub laboratorio in rete del Tecnopolo di Ferrara afferente alla Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna.

Vista la grande omogeneità qualitativa delle migliori proposte nella sezione Opere Realizzate, la Commissione, dopo un difficile, ma interessante dibattito, ha deciso all’unanimità di premiare tre diversi progetti come medaglie d’oro ex-aequo e due come medaglie d’argento.

Le medaglie d’oro

I vincitori della medaglia d’oro sono:

-Studio Sergio Sebástian Architects, Spagna, per la valorizzazione di uno Spazio Archeologico a Daroca, Saragozza, spazio ipogeo dedicato a funzioni culturali, hall per conferenze, sale riunioni, piccolo museo
-Arch. Leonardo Angelini per il restauro del Torchio e del Mulino di Baresi, Bergamo, che si dimostra come un intervento che ha avuto un forte impatto sociale che lo qualifica per la potenzialità di offrire spunti all’identificazione col patrimonio locale;
-Arch. Patrizia Valle per il restauro delle Mura di Cittadella, Padova, un’opera di restauro volta al recupero degli elementi significativi delle mura urbane nella loro attuale consistenza materica e valorizzata da due interventi «reintegrativi».

Le medaglie d’argento

I vincitori della medaglia d’argento sono:

-Studio Koko Architects per il recupero del porto per idrovolanti di Talllin, in pochi mesi il museo più visitato dell’Estonia, un intervento che si inserisce in un quadro di grande attenzione al restauro in tutta la città, nelle sue diverse parti e differenti epoche
-Jansana, De La Villa, De Paauw, Arquitectes + Aaup Jordi Romero i Associats volto al recupero delle Batterie antiaeree di Turó de la Rovira, Barcellona, un progetto che si qualifica anche e non secondariamente per la sua rarità e originalità anche sotto il profilo della tutela del «patrimonio immateriale».

Menzioni speciali

Nella stessa sezione «Opere Realizzate» la giuria ha inoltre ritenuto opportuno segnalare come menzioni speciali sei diverse opere: quattro provenienti dall’Italia, una dalla Svizzera e una dall’India.
Tra questi sei contributi molto interessante è la proposta dell’arch. Carlo Blasi per il restauro della Cittadella di Damasco, in Siria, un intervento sostanzialmente aggiuntivo ed eterogeneo rispetto alla struttura architettonica e urbanistica sulla quale si interviene.
Un’opera che testimonia una padronanza del progetto è quella dell’arch. Michele Bondanelli nel suo progetto di restauro della Chiesa di San Zeno ad Argenta, Ferrara.
L’arch. Andrea Oliva si segnala come menzione speciale per la riqualificazione e il riuso di un capannone per il Tecnopolo di Reggio Emilia, un intervento che ha avuto il merito di affrontare temi dai quali non si ricava particolare notorietà, ma che sono temi sui quali investire attenzioni.
Per quanto riguarda la menzione andata al progetto dell’Albergo Raas di Jodhpur (degli Studi Lotus + Praxis), nello stato indiano del Rajasthan, occorre dire che l’occasione del restauro e riadattamento di un complesso di valore storico, si è trasformata in un’esperienza di progettazione partecipata in maniera pluridisciplinare, aperta ad un intelligente recupero e reinterpretazione delle tecniche tradizionali dalla pietra, ai metalli, al legno.
Il progetto di ristrutturazione del Monastero di Santa Maria dei progettisti svizzeri Durisch + Nolli Architects si distingue invece per l’attenzione al trattamento delle superfici esterne, per il rispetto della volumetria storica e, di conseguenza, per la qualità del rapporto col paesaggio.
Una ulteriore menzione speciale è stata assegnata all’arch. Roberto Castellani per il restauro del Museo di storia naturale di Siena, un’opera che si segnala per la delicatezza e l’eleganza delle relative soluzioni architettoniche, curate fino nei minimi dettagli.

Progetti elaborati come tesi di laurea

Nella sezione «Progetti elaborati come tesi di laurea» la medaglia d’oro va invece a Vincenzo Fresta dell’Università degli Studi di Pisa, facoltà di Ingegneria, (relatori prof. Pietro Ruschi, prof.ssa Ewa J. Karwacka, prof. Marco Giorgio Bevilacqua) per la proposta di restauro, recupero e valorizzazione del complesso di San Silvestro, Pisa.
In questa sezione come medaglie d’argento i pari merito sono stati ben sei provenienti da diverse università italiane (Catania, Roma Tre, Iuav, Politecnico di Bari) ma anche dal Brasile e dal Portogallo, evidenziando come il Premio Domus sia ormai ben conosciuto anche all’estero.

Fonte: Edilizia News