Articoli relativi a ‘URBANISTICA’

Olbia: idee per realizzare edifici multi funzioni con carattere direzionale

Il comune di Olbia ha lanciato un concorso di progettazione per la riqualificazione dell’area dell’ex Consorzio Agrario mediante la realizzazione di uno o più edifici multi funzioni con carattere direzionale e servizi.
Il comune intende realizzare immobili a carattere direzionale nell’area compresa tra Corso Umberto, Via Catello Piro e Via Garibaldi. Pertanto, la stessa Amministrazione ha ritenuto utile sotto l’aspetto logistico individuare delle aree limitrofe all’attuale sede al fine di realizzare strutture da destinare ad uffici, parcheggi e verde consentendo nel contempo l’accorpamento di tutti i servizi comunali in un unico polo urbano. L’area oggetto si colloca in posizione centralissima, tra le Vie Genova, C. Colombo e Garibaldi, in zona dotata di normali infrastrutture e servizi; nelle immediate vicinanze sono presenti numerose strutture pubbliche, quali: gli uffici amministrativi e finanziari del Comune, gli uffici delle maggiori Compagnie Marittime, gli uffici della Provincia di Olbia-Tempio, il porto, etc. Sono ammessi a partecipare i soggetti legalmente abilitati ad eseguire le prestazioni oggetto del concorso di progettazione ed iscritti ai relativi Albi Professionali.

I premi previsti saranno così ripartiti:
– I° premio 16mila euro;
– II° premio 8mila euro;
– III° premio 3mila e 500 euro.

L’ente banditore conferirà al vincitore di concorso l’incarico per la progettazione, direzione lavori, coordinamento della sicurezza sia in fase di progettazione sia in fase di esecuzione, a condizione che lo stesso sia in possesso dei requisiti dichiarati per la partecipazione al concorso nonché dei requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi. Tutta la documentazione richiesta dal bando dovrà pervenire entro il prossimo primo ottobre 2010.

Fonte: Archiportale

Flipper: un ponte contro gli incidenti

La Cina è un Paese diviso: sull’isola di Hong Kong – ex colonia britannica – si guida sul lato sinistro della strada, come nel Regno Unito e in Australia. Sulla terraferma cinese, invece, il senso di marcia è a destra.
Un dilemma per gli automobilisti, che rischiano di restare coinvolti in pericolosi incidenti stradali: nel tragitto tra la terraferma cinese e Hong Kong devono necessariamente fare attenzione su quale lato della carreggiata è consentito guidare. Gli abitanti di Hong Kong e Macao si mantengono infatti sulla sinistra, quelli a Zuhai, invece, sulla destra. Per evitare incidenti, code, traffico caotico nella zona di confine, un gruppo di architetti di Amsterdam ha elaborato una soluzione: il ponte Pearl River Necklace Bridge, ribattezzato Flipper (flip significa inversione). Costruzione a forma di otto, che permette, senza grosse difficoltà, di separare i due lati del traffico, un lato della carreggiata si trova sotto l’altro. È dunque possibile deviare i mezzi di trasporto che viaggiano sulla sinistra verso il lato destro, e viceversa. Evitando così una collisione frontale con le auto che arrivano in senso contrario, come evidenziato in un filmato su YouTube (guarda qui).
Il progetto Flipper ha partecipato al maxi-concorso internazionale di idee lanciato per la progettazione del ponte destinato a collegare le centralità di Hong Kong, Zhuhai e Macao. Una costruzione complessa fatta di gallerie e ponti con lo scopo di congiungere entro il 2016 la terraferma della Cina, ovvero Zhuhai nella provincia del Guangdong e il sud della Cina, così come Hong Kong e Macao. L’idea non ha però convinto la giuria. Ciò nonostante, lo spunto lanciato dagli architetti olandesi dello studio NL ha avuto un grande riscontro nella blogosfera, tanto da attirare l’interesse dei colleghi australiani e inglesi. Ad aggiudicarsi il concorso per la progettazione dell’Hong Kong Boundary Crossing Facility, il ponte-terminal destinato a collegare le centralità di Hong Kong, Zhuhai e Macao, è stato un un trio di architetti cinesi.

Fonte: IlCorrieredellaSera

Ai milanesi piace lo sviluppo verticale?

Il grattacielo rappresenta il simbolo del cambiamento? A confermare questa tendenza sono lo studio di Housing Evolution (Makno) e lo scenario socio culturale 3SC (Gpf), che hanno valutato su un campione di 1000 persone l’impatto del progetto Porta Nuova di Milano. I milanesi potevano esprimere il loro parere attraverso una scala di preferenze da 1 a 10 e il risultato è stato di 8.3, dunque un giudizio molto positivo. Secondo quanto dichiarato al Sole 24 Ore dal presidente Gpf, Monica Fabris, monitorando gli stili di vita dei cittadini, è emersa una grande attenzione all’innovazione cittadina e una rivalutazione della città nei confronti della campagna. Dalle analisi qualitative è emerso che il cittadino rinuncia ai benefici della campagna in cambio di un vantaggio reale rispetto alla stessa scelta di una città medio-piccola. Inoltre, è stato manifestato un interesse per i simboli di Milano, fra cui si evidenziano ricorrenze in crescita proprio per il grattacielo.
L’idea di sviluppo cittadino sta cambiando e si sta modificando anche l’aspettativa di evoluzione della città: non più estesa, ma in verticale.
Siamo passati dal panico effetto Pirellone a rilevare la frustrazione dei milanesi per non avere dei veri e propri grattacieli – sottolinea Fabris al Sole24Ore – avvertito come senso di inferiorità per non avere dei veri giganti rispetto alle altre capitali europee e alle città americane. È come se i milanesi ne sentissero la mancanza. Milano è percepita come capitale economica, città industriale e post industriale, della comunicazione, internazionale, ma non dei grattacieli. Il trend di globalizzazione, nel senso di adeguamento alle altre città, è in continua crescita. Tanto più che per la grossa percentuale di milanesi che viene da fuori a fare d’attrazione oltre alla leva del lavoro è il senso di appartenenza a una capitale europea che ha nel grattacielo il simbolo che la rende la meno provinciale delle città italiane. Per quanto riguarda l’Expo abbiamo avvertito la grande delusione dei cittadini per non poter capire a cosa vada incontro la città. I milanesi percepiscono solo lo sviluppo di immobili, ma chiedono di essere più consapevoli e informati sul progetto. Un progetto che li renda protagonisti.

Fonte: Casa&Clima

Proposta di legge 3493: ingegneri e architetti contro l’ampliamento delle competenze dei geometri

Non è ancora iniziato l’iter in Parlamento, ma la proposta di legge 3493 che amplia le competenze dei geometri e dei periti edili, sta già tirandosi addosso critiche di ingegneri e architetti. Il disegno di legge 3493, presentato il 20 maggio scorso dal deputato Daniele Toto, riprende pressoché integralmente il disegno di legge 1865 presentato alla fine del 2009 dalla senatrice Simona Vicari e propone di consentire a geometri, geometri laureati, periti industriali specializzati in edilizia e periti industriali laureati di occuparsi di progettazione architettonica e strutturale, collaudo statico e amministrativo, ristrutturazioni. Contro il ddl Toto si sono già espressi i Consigli Nazionali di architetti e ingegneri che, in una nota congiunta, hanno sottolineato che per esercitare le professioni di architetto e di ingegnere occorre superare percorsi universitari e non può una legge, prevedendo un semplice corso di 120 ore, annullare 5 anni di studio e hanno invitato i geometri e i periti edili a percorrere comunemente la strada della ragionevolezza preannunciando, in caso contrario, la propria ferma opposizione a proposte di legge basate sulle solite, inopportune ed antistoriche regalie all’“italiana”.
Nei giorni successivi si sono mobilitate le associazioni degli Ingegneri e degli architetti liberi professionisti.
Non su uno ma su quattro progetti di legge si concentra la protesta di INARSIND, il Sindacato nazionale ingegneri e architetti liberi professionisti italiani secondo cui dopo la sciagurata riforma dell’Università, varata da Berlinguer, dopo le liberalizzazioni di Bersani, dopo la catastrofe voluta, certamente in buona fede, dalla sinistra […] alcuni onorevoli di destra provano a distruggere in modo assolutamente casuale quello che resta delle libere professioni e più segnatamente delle professioni tecniche svolte dai laureati Architetti ed Ingegneri.
I progetti di legge nel mirino sono il ddl 503 “Disciplina delle libere professioni” presentato da Maria Grazia Siliquini – già contestato dagli ingegneri e dagli ingegneri juniores  – il ddl 1865 Vicari sulle competenze dei geometri e dei periti edili, il successivo ddl 3493 Toto sulla stessa materia e la proposta di legge 3522 “Delega al Governo per l’istituzione dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei liberi professionisti” presentata il 1° giugno 2010.
Con riferimento al ddl 3493 Toto, secondo INARSIND è incomprensibile che l’Avvocato Toto abbia ripresentato sostanzialmente la stessa proposta della Vicari (con la differenza che la modesta costruzione si è abbassata a 4.500 mc) aggravata dal fatto che, se la legge venisse approvata, queste competenze potrebbero essere svolte anche in “zona a rischio sismico non elevato per edifici con non più di tre piani fuori terra oltre al piano interrato o seminterrato e in  zona a rischio sismico elevato per edifici con  non più di due piani fuori terra, oltre al piano interrato o seminterrato”.
Crediamo – afferma INARSIND – che la buona politica debba impedire queste azioni che non sottostanno ad alcun disegno organico di riforma. Soprattutto in  questo momento in cui il Ministro della Giustizia, On. Angelino Alfano, si è dichiarato intenzionato a condurre in porto  la riforma delle professioni, attesa da oltre 25 anni, entro la fine della legislatura. Gli Architetti e gli Ingegneri Liberi Professionisti Italiani, in veste di garanti della qualità edificatoria sul territorio italiano, avevano già lanciato una petizione online per fermare la proposta di legge 3493 come è stato già fatto per il ddl 1865, chiedendo, inoltre, di avere in futuro l’opportunità, nel comune interesse, di esprimere un parere su disegni di legge di competenza propria della Professione di Architetto e Ingegnere con laurea quinquennale e triennale.

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L’eco-office Ghella: il progetto di riqualificazione di RicciSpaini

L’ eco-office di Ghella consiste nella riqualificazione di un edificio esistente, per accogliere la sede di un gruppo imprenditoriale leader nel suo settore. Lo studio di architettura RicciSpaini interviene con standard di qualità nel rispetto del forte carattere architettonico originario, della qualità dell’ambiente di lavoro e del rispetto dei principi di contenimento dei costi energetici. Assumendo che la modalità di lavoro è cambiata e che essa stessa genera lo spazio, si fa riferimento al modello tipologico di ufficio combinato, le celle (per il lavoro singolo) e l’open space (per il lavoro di team). Le celle sono poste tutte lungo le facciate e si relazionano con lo spazio centrale tramite pareti vetrate a tutta altezza che consentono il passaggio della luce agli spazi interni e di vedere ed essere visti mantenendo un contatto visivo tra i singoli e il gruppo, assicurando il confort acustico per favorire la privacy e la concentrazione. La proposta di distribuzione degli spazi interni segue la geometria planimetrica esistente, ricavando gli ambienti di lavoro lungo il perimetro esterno e creando una ciambella distributiva attorno al cuore centrale, che accoglie i cavedi esistenti (trasformati in elementi illuminanti). Lo spazio dell’open space è scandito da bolle luminose che portano luce naturale/artificiale agli spazi interni. L’obiettivo è ampliare lo spazio adibito ad attività operative includendo la parte centrale del piano. Oltre a massimizzare la trasparenza delle partizioni interne sono stati pensati camini di luce nello spazio degli attuali cavedi, parzialmente utilizzati per le canalizzazioni degli impianti; essi captano la luce in copertura e la trasportano all’interno di condotti opachi con superficie interna riflettente. La riqualificazione della facciata prevede sistemi di ombreggiamento con sensori d’ambiente. La copertura diventa “captante” tramite l’istallazione di una pergola ombreggiante con pannelli per solare termico e per pannelli fotovoltaici.

Fonte: Archiportale

Torino: una “nuvola verde” sul nuovo centro direzionale Lavazza

Ha immaginato una “nuvola verde” per il nuovo centro direzionale Lavazza a Torino il team guidato di Cino Zucchi Architetti, vincitore del concorso di progettazione lanciato nel 2009 dalla nota azienda produttrice di caffè. La proposta di Zucchi, sviluppata assieme a Ai Engineering (tecnologie e strutture), Manens -TiFS (strategie ambientali e impianti) e Atelier G’Art (verde e paesaggio) ha superato i progetti di altri tre noti studi che hanno preso parte al conocorso a inviti, ovvero Mario Cucinella, Vanja Frlan Jansen e Luciano Pia. Il nuovo quartier generale di Lavazza sorgerà entro il 2014 sull’area dismessa dell’ex centrale Enel cittadina. La proposta vincitrice prevede il restyling del lotto di destinazione in un’ottica di maggiore apertura del tessuto urbano. Una nuova grande piazza alberata, al cuore dell’isolato, fungerà da membrana osmotica, favorendo il dialogo tra l’architettura industriale della centrale dismessa ed il nuovo volume della Lavazza. “L’edificio prende la forma di una grande “nuvola” che raccorda tra loro i vari fronti e gli edifici industriali conservati e convertiti a nuove funzioni, regalando una piazza verde alla città e aprendo un inedito accesso verso il lungo Dora. Il nuovo centro direzionale Lavazza si innesta sulla città esistente con grande attenzione: le altezze dei corpi edilizi e la qualità delle facciate sono attentamente studiati in rapporto agli edifici del contesto, alla qualità degli spazi aperti e all’orientamento solare. Il risultato è un progetto che fa riferimento all’architettura della Torino storica con una sensibilità contemporanea, attenta alle tecniche attuali e ai valori di durata e di rispetto per l’ambiente”, si legge nella relazione di progetto.

Il progetto preliminare della struttura è stato sviluppato coerentemente con quanto stabilito dai parametri di certificazione LEED (Leader in Energy and Environmental Design Green Bui lding Rating System). L’alto profilo del cliente e l’eccezionalità del luogo ci hanno stimolato a cercare un equilibrio tra il radicamento nel contesto e la creazione di una nuova architettura capace di comunicare al mondo il rapporto vivo tra un’azienda globale e la sua città. Gli spazi di lavoro Lavazza e la nuova piazza verde trasformeranno il recinto industriale esistente in un nuovo luogo urbano animato a tutte le ore, capace di incarnare stili di vita più consapevoli ha dichiarato Cino Zucchi.

Fonte: Archiportale

Benvenuti ad Hackney City Farm!

Questo piccolo paradiso – oltre 60mila visitatori l’anno –  si chiama Hackney City Farm, non si trova in una sperduta campagna della brughiera inglese, ma nel cuore di Londra all’interno di Haggerstone Park. Fino a venticinque anni fa era una fabbrica di birra e ora è il simbolo verde della zona Est della città dove da qualche anno si vedono fiorire creatività e mode, dove la riqualificazione urbana ha lasciato spazio anche a stili di vita alternativi che hanno fatto lievitare i prezzi degli appartamenti del 20% negli ultimi tre anni.

Nei weekend di primavera le strade di Hackney si animano di famiglie in bicicletta, il piccolo ristorante all’interno della fattoria, Frizzante Café, è gestito da italiani: ottimi piatti mediterranei a base di prodotti biologici provenienti direttamente dall’orto. Tutto quello che scartano cercano di riciclarlo: gli avanzi di cibo diventano pastone per i maiali, l’olio da cucina viene trasformato in biodiesel per alimentare i macchinari della fattoria. Hanno attivato un programma di sensibilizzazione della comunità locale per la riduzione delle emissioni di carbonio, si vantano di aver già ridotto il proprio impatto ambientale del 30% nel 2009, e ora si propongono di abbassarlo ulteriormente con piccoli accorgimenti come la sostituzione della vecchia caldaia con fonti rinnovabili. Hanno un programma di assistenza per i rifugiati politici e per i richiedenti asilo, e una grande attenzione rivolta ai bambini e a sistemi di educazione attraverso il contatto con i prodotti della terra e le attività pratiche.

Il 72% dei londinesi, secondo una recente indagine, si dichiara sensibile ai problemi ambientali e vuole che questa non sia più considerata una delle città più inquinanti d’Europa. A partire da zone come Hackney e dal coinvolgimento dei cittadini, Londra ha iniziato un lungo percorso per dissipare il suo antico “smoke”: la prima tappa e primi conti si faranno presto, con le Olimpiadi 2012.

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Gaon Street Light, il lampione che elimina il problema dei rifiuti

Il progetto è di Haneum Lee e si tratta di un lampione che si alimenta con la spazzatura. Ma non tutta, non l’indifferenziato, la plastica e il vetro: solo l’umido, l’organico.  Gaon Street Light, ha alla base un bidone della spazzatura dove i passanti possono gettare i rifiuti organici che vengono compostati per ottenere il metano che alimenta la lampada: un’invenzione geniale che però per risultare davvero perfetta dovrebbe riuscire a superare alcuni ostacoli. Cosa succede se nel bidone i passanti distratti gettano rifiuti diversi da quelli organici? Quanta spazzatura serve per fare accendere un lampione? E se per caso non ci sono sufficienti rifiuti da consentire l’accensione del lampione, la strada resta buia? L’idea di Lee è sicuramente promettente, e un giorno (magari con un’adeguata educazione civica)  potremmo essere capaci di alimentare la nostra rete d’illuminazione pubblica stradale.

Fonte: ArchitetturaEcosostenibile

Consulta anche: GenitronSviluppo

Rifiuti: elettronici, nel 2010 raccolta record in italia

Sono oltre 45.000 le tonnellate di Raee (Rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche) raccolte e avviate a un corretto riciclo nel 2010 da ReMedia – tra i principali Sistemi Collettivi italiani no-profit per la gestione eco-sostenibile. E’ di 24.610 il numero dei ritiri effettuati presso i Centri di Raccolta (equivalenti a oltre il 98%) che hanno consentito di recuperare 43.422 tonnellate di Raee, pari a circa 7 milioni e mezzo di apparecchiature a fine vita arrivate dai cittadini italiani alle isole ecologiche gestite dai Comuni o da loro operatori.
Tra i Raee domestici, generati dai nuclei familiari, spicca il raggruppamento R3 (tv e monitor) che registra 30.000 tonnellate raccolte. Seguono i prodotti del raggruppamento R4 (elettronica di consumo, piccoli elettrodomestici, informatica e telecomunicazioni, dispositivi medici) con oltre 6.000 tonnellate, quelli del raggruppamento R1 (freddo e clima) con oltre 5.000 tonnellate e R2 (grandi bianchi) con 2.500 tonnellate. In coda, gli R5 (sorgenti luminose) con oltre 11 tonnellate. Ai volumi registrati in ambito domestico, si aggiungono 1.951 tonnellate di Raee professionali, rifiuti elettronici prodotti dalle attività amministrative ed economiche, gestite da ReMedia nel 2010 e per le quali il Consorzio ha effettuato un totale di 1.544 ritiri.
I Raee sono la categoria di rifiuti in più rapido aumento a livello globale e crescono con un tasso del 3,5% annuo, tre volte superiore agli altri rifiuti – sottolinea Danilo Bonato, direttore generale di ReMedia – In Italia il Sistema Raee ha fatto registrare circa 245.000 tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici a fronte di un immesso sul mercato stimabile in circa 1 milione di tonnellate. Pur avendo raggiunto il traguardo dei 4kg raccolti per abitante – dice Roberto Lisot, presidente di ReMedia – resta ancora molto da fare in Italia sul fronte del recupero dei Raee. Il nostro Paese rimane, infatti, ben distante dal Nord Europa, dove la quantità di prodotti avviati al riciclo raggiunge circa 10kg pro-capite.

Fonte: Ansa

CES 2011: sole e vento per il lampione ibrido della UGE

Dopo il lampione che si alimenta con i rifiuti e quello che genera energia grazie ai pedoni, dagli States arriva l’illuminazione urbana ibrida 100% rinnovabile. È il lampione Sanya della newyorkese Urban Green Energy, azienda specializzata nel settore dell’energia eolica.
Di colori e dimensioni variabili, il lampione UGE è alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili, quali vento e raggi solari. È dotato di un turbina eolica silenziosa ad asse verticale da 600W (turbina standard) o da 1 kW (turbina GT) studiata per incamerare energia con vento proveniente da qualsiasi direzione e pannelli solari da 150W in grado di fornire elettricità sufficiente per illuminare le notti urbane di un intero anno. Testato in qualsiasi condizione atmosferica più o meno favorevole e dotato di un accumulatore energetico, il lampione Sanya può incamerare l’equivalente di cinque giorni di illuminazione, garantendo così ottime prestazioni anche in giornate piovose o con poco vento. Studiato per illuminare parcheggi e autostrade, trova giusta collocazione anche su ponti, strade urbane e viali. E la cosa più interessante è che l’installazione è particolarmente semplice e rapida perché non necessita di allaccio alla rete elettrica urbana. La totale autonomia garantita dalle fonti rinnovabili, infatti, fa si che il lampione UGE sia autonomo rispetto alla rete elettrica urbana e quindi, per installarlo, basterà strutturare delle solide fondamenta e girare l’interruttore sulla posizione “On”. Ma se l’intenzione è quella di allacciarlo comunque, allora il successo sarà doppio perché la rete di illuminazione cittadina contribuirà ad abbassare le spese energetiche dei cittadini. E si, perché l’energia in surplus sarà immessa nella rete e abbasserà i costi dell’utenza elettrica di quella zona, alimenterà altre applicazioni elettriche e renderà il quartiere molto più sostenibile.
Da circa tre anni l’azienda Urban Green Energy fornisce diversi tipi di illuminazione stradale ibrida a seconda delle esigenze, del colore e dell’intensità della luce. Attualmente, le principali richieste arrivano da municipalità, hotel e rivenditori che, grazie a questi sistemi, hanno tagliato i costi sulla bolletta dando un’immagine green alle proprie attività. Quest’anno la UGE ha presentato al pubblico il suo lampione ibrido in occasione del CES 2011. Il tecnico intervistato in questo video parla di materiali di costruzione di buona qualità che garantiscono una durata di vita media delle turbine e dei lampioni in generale di circa vent’anni con una semplice manutenzione annuale. Già installati nella città di San Francisco, e più precisamente nel distretto della sostenibilità, i lampioni ibridi saranno presto adottati anche da San Jose, Oklahoma, Ohio, Isole Vergini, Australia e Polonia. Chissà che non arrivino anche in Italia.

Fonte: GreenMe

Premio di Architettura di Europa 2011: verso il rinascimento urbano

La “Fondation Philippe Rotthier pour l’Architecture di Bruxelles” ha lanciato il Premio di Architettura di Europa 2011 allo scopo di premiare i migliori lavori di ristrutturazione effettuati negli ultimi 5 anni
Il concorso intende premiare i progetti che fanno parte di un processo di rinascimento urbano, che evidenziano il patrimonio preesistente, ma che hanno migliorato la qualità della vita nei quartieri delle città. Nel corso del XX°secolo, la politica urbanistica ha spesso prevalso con una metodica che prevedeva l’abbattimento dei vecchi edifici indipendentemente dal valore che questi avevano avuto negli anni precedenti e non considerando neanche il significato che a quegli edifici la popolazione attribuiva. Con questo premio si intende premiare coloro che contravvenendo a questa politica hanno invece scelto di salvare vecchi edifici, riqualificandoli sia nell’architettura che nella funzione. Per questo il premio si rivolge alla ristrutturazione degli edifici esistenti, che a seguito della stessa hanno cambiato uso. Fabbriche, laboratori, mercati coperti, magazzini, caserme e vari edifici pubblici e privati, laici e religiosi, abbandonati che sono stati restituiti alla vita e sono apprezzati tanto più per essere parte della memoria collettiva e della storia di una città o di un quartiere di cui costituiscono spesso elementi strutturanti. 
Il montepremi complessivo è di 30mila euro, messi a disposizione della giuria dal fondatore del premio, l’architetto Philippe Rotthier. Le domande devono essere inviate alla Fondation pour l’Architecture prima del 30 aprile 2011. I premiati e i loro progetti saranno pubblicati in un catalogo ed esposte nel mese di ottobre 2011 presso il Museo di Architettura di Bruxelles. La mostra sarà inaugurata il 15 ottobre 2011, durante la cerimonia di premiazione e alla presenza dei premiati e di molte personalità europee. Una versione itinerante della mostra può essere eventualmente messa a disposizione su richiesta.

Fonte: Archiportale

In the wood: in gara idee per la realizzazione di prodotti dal design creativo

Il comune di S.Agata Militello, in provincia di Messina, ha bandito un concorso dal titolo “Nel bosco-in the wood” per la valorizzazione di contesti architettonici, urbanistici e paesaggistici, connessi alle attività artistiche contemporanee e alla produzione artistica e artigianale che opera nel campo dell’arte e dell’architettura contemporanea. 
Il concorso è finalizzato all’acquisizione di idee progettuali per la realizzazione di prodotti di design creativo, con la tematica comune del bosco, da inserire all’interno degli spazi pubblici rifunzionalizzati da adibire a laboratori sperimentali e creativi delle diverse forme di arte contemporanea. 
Il concorso si inserisce nella proposta progettuale denominata “Nel Bosco/in the Wood” che mira a rafforzare l’offerta culturale rifunzionalizzando strutture pubbliche inutilizzate da destinare alla frequentazione di diverse sensibilità artistiche in grado di rileggere e riproporre in chiave nuova i contesti e l’offerta culturale volgendola sui temi della contemporaneità. L’adeguamento e l’allestimento degli spazi pubblici sarà effettuato tramite interventi di architettura contemporanea che partendo proprio dal bosco contribuiranno alla reinterpretazione di detti luoghi. 
Si invita pertanto i concorrenti ad ideare oggetti di design, quali complementi ed accessori di arredo degli spazi pubblici sia interni che esterni a scelta tra i seguenti oggetti:
– tavoli da laboratorio;
– sedie da laboratorio;
– tavoli per conferenze;
– sedie per conferenze;
– rivestimenti e dispositivi fonoassorbenti e isolanti;
– teche e bacheche espositive per workshop;
– rivestimenti murali atti ad ospitare l’affissione di tavole espositive;
– pavimentazioni in pietra per interni ed esterni;
– dispositivi illuminotecnici per interni ed esterni;
– sedute collettive per interni ed esterni;
– cestini per la raccolta dei rifiuti;
– info – point;
– box office;
– segnaletica per la fruizione dei contesti architettonici, urbanistici e paesaggistici.
 
Tutti gli oggetti sopraelencati dovranno avere come tema progettuale il bosco dei Nebrodi e soprattutto l’utilizzo nella loro ideazione e costruzione di materiali provenienti dal bosco. La consegna degli elaborati progettuali dovrà avvenire entro il prossimo 18 Ottobre 2010.

Fonte: Archiportale

Concorsi: Sarzana “ri-pensa Via Muccini”

Il Comitato Sarzana che Botta del comune di Sarzana, provincia de La Spezia, ha lanciato un concorso di idee dal titolo Ri-pensiamo Via MucciniIl concorso è finalizzato alla riqualificazione urbanistica dei comparti pubblico e privato compresi tra via Muccini e Piazza Terzi. 
I partecipanti dovranno procedere alla progettazione di livello preliminare, masterplan, dell’area di piazza Terzi che comprende il vecchio mercato e gli spazi pubblici, nonchè la  progettazione di livello preliminare, masterplan del luoghi lungo i fronti di Via Muccini. L’edificio del vecchio mercato non potrà essere demolito, ma ristrutturato, trasformato internamente e riutilizzato e per quanto possibile, si richiede di sgravare o comunque attenuare il traffico veicolare verso piazza Terzi e su via Muccini. Il partecipante dovrà pensare a un sistema di spazi verdi dove sia possibile la piantumazione di alberi ad alto fusto. I nuovi edifici dovranno essere vicini agli spazi verdi, non più alti di 5 piani e dotati di parcheggio interrato pertinenziale. Alcune funzioni, commercio, servizi pubblici, dovranno essere ospitate alla base degli edifici per cui è utile prevedere un percorso coperto per i pedoni. 
Al concorso possono partecipare Architetti, Ingegneri, studenti delle facoltà di Ingegneria e Architettura, in gruppo o singolarmente. Le iscrizioni devono essere inviate entro il giorno 31 agosto 2010, mentre per la presentazione dei progetti ci sarà tempo fino al prossimo 15 settembre 2010. A fine concorso i progetti saranno esposti durante un convegno pubblico la cui data non è stata ancora stabilita.

Fonte: Archiportale

Rifiuti elettronici (raee): dal 18 giugno ritiro in negozio

Dal 18 giugno 2010 cambiano le regole per lo smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici, i cosiddetti Raee: cellulari, computer, televisioni, lettori Mp3 e fotocamere non funzionanti dovranno essere ritirate gratuitamente dai punti vendita di elettronica e lo stesso accadrà per tutti gli altri elettrodomestici secondo la formula dell’ uno contro uno. Lo stabilisce un decreto ministeriale, il numero 65 del 2010, che prevede un regime di gestione semplificato per i Raee ritirati dai distributori, dai centri di assistenza tecnica e dagli installatori, ponendo le basi per il completamento del sistema di raccolta e recupero dei rifiuti tecnologici e per l’incremento delle quantità raccolte, riutilizzate e recuperate. Si potrà acquistare una nuova televisione, un nuovo frigorifero o un nuovo computer e consegnare direttamente al punto vendita quello non più funzionante. Sarà poi cura del negozio smaltire correttamente il rifiuto, che dovrà essere raggruppato in un luogo idoneo, non accessibile a terzi e pavimentato, come si legge all’articolo 3 del decreto, e infine trasportato presso appositi centri di raccolta con cadenza mensile. La norma è valida anche per chi ha acquistato materiale online: sarà compito del negoziante ritirare gratuitamente il vecchio elettrodomestico. Secondo gli ultimi dati del Centro di Coordinamento Raee, i televisori e i monitor finiti nel “cestino” nel 2009 pesano 57,9 milioni di chilogrammi. Seguono i frigoriferi con 56,9 milioni di chili (insieme alle Tv arrivano a 114,9 milioni di chili), e gli elettrodomestici “grandi bianchi” con quasi 46,6 milioni di chili. Poi, i piccoli elettrodomestici (30,8 milioni di kg), e in ultima posizione le sorgenti luminose (652.000 kg). In Italia, nel 2009, sono stati raccolti in media 3,21 kg pro-capite di rifiuti elettrici ed elettronici per un totale di 193 milioni di kg (il triplo rispetto al 2008).

Fonte: Ansa

Bando INUlab: Laboratorio di urbanistica 2010

L’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) dell’ Emilia-Romagna promuove la formazione di laboratori di urbanistica rivolti a giovani laureandi o laureati interessati a fare un’esperienza di workshop sui temi della progettazione dello spazio pubblico. Il laboratorio, che si svolgerà da maggio a ottobre 2010 (presso la sede INU-ER, in Via Castiglione n.41, a Bologna) si propone di sperimentare idee e soluzioni volte al miglioramento e alla qualificazione dello spazio pubblico. Per partecipare è necessario presentare la domanda entro il 30 maggio 2010. Per info: qui.

Fonte: UrbanCenterBologna

Concorso di architettura under 30: WalkUp!

L’Avis – Mariano Pugliese di Pisticci (MT) ha lanciato un concorso d’idee aperto ad architetti, ingegneri e designer under 30 dal titolo WalkUp! per svegliarsi socialmente e riappropriarsi delle nostre città ritornando a rendere vivi con i nostri passi luoghi oggi abbandonati. Tema del concorso è la riqualificazione di uno spazio urbano di Pisticci, l’area oggetto del concorso si presenta come un percorso che si affaccia sulla valle lucana, una “passeggiata” che collega il centro storico con un parco comunale situato nella parte periferica dell’abitato.  Lo scopo è quello di trasformarla e riqualificarla, pensandola come un’arteria forte all’interno del centro urbano che può essere impiegata e valorizzata con diverse destinazioni e lungo la quale deve essere anche inserita una nuova sede dell’Avis. L’iscrizione al concorso dovrà avvenire entro il prossimo 30 giugno, per gli elaborati il termine è fissato al 20 luglio 2010. Gli esiti del concorso saranno resi pubblici durante cerimonia di premiazione che si terrà il 28 agosto 2009 nella Sala consigliare del Comune di Pisticci.

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