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Eolico off-shore: burocrazia e polemiche in Italia

Non bastava il taglio agli incentivi per il fotovoltaico. Adesso il governo minaccia di ridurre anche il margine di crescita dell’eolico, tagliando gli aiuti statali e rendendo ancora più complicati i passaggi burocratici. Questa volta però l’opposizione non è stata a guardare e ha presentato un’interrogazione parlamentare, perché l’energia eolica offshore è di fatto ostacolata dal Governo.
I piani per la realizzazione di impianti eolici off-shore sottoposti a parere della Commissione tecnica per la valutazione dell’impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente sono attualmente 19, ma per sei di questi è stato richiesto anche il parere del Ministero per i beni e le attività culturali, che ha dato un giudizio complessivo sull’intero progetto.
Non si comprende perché un impianto eolico off-shore, per la parte che non insiste su ambiti territoriali e che spesso non è visibile dalla costa, debba essere sottoposto a questo doppio parere. – hanno commentato i parlamentari del PD – Naturalmente è doveroso che nell’autorizzare ogni impianto eolico off-shore si tenga conto del suo impatto sull’ambiente marino, ma questo compito è di stretta competenza del Ministero dell’ambiente. Non vorremmo che questo supplemento di indagine compiuto dal Ministero dei beni culturali fosse l’ennesimo tentativo di imbrigliare il settore delle energie rinnovabili. Al Ministero dell’ Ambiente – hanno continuato i parlamentari del Pd – con la Commissione Via si possono fare tutte le verifiche necessarie per gli impianti eolici off-shore escludendo quelli che impattano sul paesaggio senza bisogno di ostacoli da parte di un Ministero, quelli dei Beni Culturali, che troppo spesso si dimostra nemico delle rinnovabili per pregiudizio ideologico.
E mentre nel resto d’Europa si dismette il nucleare per mettere a punto nuovi impianti per l’eolico, l’Italia segue la direzione opposta: l’Inghilterra è il Paese con più centrali, e nel 2009 in Danimarca è stato inaugurata la più grande centrale eolica offshore al mondo mentre negli Stati Uniti, – hanno continuato i parlamentari – dove secondo le previsioni i venti marini potrebbero arrivare a coprire il 20% del fabbisogno energetico, si stanno realizzando grandi investimenti. E c’è ancora chi afferma che il nucleare è indispensabile perché le rinnovabili non arriveranno mai a coprire l’intero fabbisogno!

Fonte: GreenMe