Articoli relativi a ‘fotovoltaico’

Fotovoltaico: 81 milioni di dollari alla Cina

L’Onu ha stanziato ben 81 milioni di dollari a due imprese cinesi, la Peak International Trade e la Suntech Power Holdings, per la produzione di pannelli fotovoltaici.
Come spiega  Yu Hongli, presidente della Peak International Trade che ha sede a Tianjin, nella Cina orientale durante i prossimi tre anni, Peak et Suntech Power Holdings Co. Ltd., un importante produttore di moduli solari al silicio, nella provincia orientale del Jiangsu, forniranno dei pannelli solari alle forze di mantenimento della pace dell’Onu così come ai loro organismi inferiori. Secondo l’accordo, il primo pannello solare made in China sarà fornito alla base logistica dell’Onu per presentare e promuovere i vantaggi del fotovoltaico a tutti gli organismi delle forze di pace ad alle altre Agenzie.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Solare: il futuro è la plasmonica

Più sottile è la cella solare, più elettroni arrivano agli elettrodi e diventano elettricità. È la legge numero uno del fotovoltaico. Più facile a dirsi che a farsi, però, anche se già le più recenti celle a film sottile hanno reso obsoleta la prima generazione di pannelli solari spessi e pesanti. Ma ora una squadra di scienziati di Stanford assicura di poter realizzare le pellicole solari più sottili mai raggiunte grazie un nuovo settore emergente della scienza e della tecnologia: la plasmonica, che studia le interazioni tra luce e metallo.
La plasmonica rende più semplice aumentare l’efficienza delle celle solari, spiega Mike McGehee, professore di scienza dei materiali e ingegneria all’Università californiana di Stanford e primo autore di un articolo apparso su Advanced Energy Materials a fine gennaio. McGehee è anche il direttore del Centro per il fotovoltaico molecolare avanzato, un polo di ricerca di eccellenza sulle celle solari a film sottile. In determinate condizioni, le interazioni luce-metallo creano un flusso ad alta frequenza di onde elettriche. Gli elettroni viaggiano in onde estremamente veloci che, come tutte le onde, presentano picchi (creste) e avvallamenti (cavi). La squadra di McGehee ha impresso in una cella solare una nanostruttura a nido d’ape su uno strato metallico di titanio, immergendo il tutto in un pigmento fotosensibile che impregna la nanostruttura a nido d’ape. Infine è stato aggiunto uno strato di argento per rendere la struttura più resistente: il tutto prende una forma di un contenitore per uova, con punti più elevati e zone depresse, a una scala di pochi millesimi di micron. La luce interagisce con i dossi creati nello strato di argento dando origine l’effetto plasmonico. Ma per ottenerlo occorre che i rilievi abbiano particolare diametro e altezza, e siano intervallati a una distanza ottimale.
I fotoni entrano nella cella e passano attraverso la base trasparente in titanio: una parte viene assorbita dal pigmento fotosensibile creando una corrente elettrica. La maggior parte dei fotoni rimanenti viene riflessa dallo strato di argento e ritorna nella cella. Una percentuale di fotoni che raggiunge lo strato argentato, però, colpisce i rilievi della microstruttura e provoca le onde plasmoniche.
L’effetto plasmonico in pratica non fa altro che aumentare l’efficienza delle celle a film sottile a pigmento fotosensibile, che finora hanno rendimento basso, circa l’8%, e durata di sette anni. Al momento non sono competitive con le tecnologie solari più avanzate che raggiungono il 25% di efficienza (con punte del 40% in laboratorio) e soprattutto hanno durata di 20-30 anni. Secondo McGehee, però, con la plasmonica si può raggiungere il 15% di efficienza e allungare la durata di vita di queste celle sino a dieci anni e, con prezzi più bassi, anche le celle sottili a pigmento fotosensibile possono diventare competitive sul piano commerciale. Con il vantaggio che si possono creare strumenti così piccoli e leggeri da poter davvero dare vita alla generazione del «solare portatile» per avere una fonte di energia sempre a portata di mano.

Fonte: Corriere

Fotovoltaico: impianto solare sospeso in aria

Dagli Stati Uniti giunge un’interessante innovazione in materia di impianti fotovoltaici.
Una società californiana ha infatti predisposto un dispositivo in grado di sfruttare l’energia solare dalla stratosfera, mediante un’unità sospesa in aria le cui performance dovrebbero poter garantire una maggiore efficienza energetica rispetto ai prototipi realizzati negli anni precedenti. L’impianto in questione, denominato Stratosolar, è tenuto sospeso nell’aria attraverso un tubo gonfiabile che lo collegherà alla terra, con una lunghezza di oltre 20 km. L’utilizzo del collegamento con il vero e proprio dispositivo galleggiante servirà, oltre che per “trascinare” a terra l’energia prodotta dallo sfruttamento solare nella stratosf

Emilia Romagna: online la mappa delle aree idonee al fotovoltaico a terra

Dopo il via libera, il 6 dicembre scorso, alla delibera che disciplina la localizzazione degli impianti fotovoltaici sul territorio (leggi), la Regione Emilia-Romagna mette ora a disposizione online una cartografia aggiornata e completa delle aree adatte all’installazione a terra degli impianti fotovoltaici. Realizzata alle scale 1:250.000 e 1:25.000, la carta unica dei criteri generali localizzativi degli impianti fotovoltaici è disponibile sul sito del Servizio Geologico, sismico e dei suoli della Regione. In particolare la cartografia segnala le aree idonee o meno all’istallazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati al suolo.
Per le singole zone sono indicati i diversi livelli di tutela, tenendo conto della presenza di vincoli di natura paesaggistica e ambientale e delle caratteristiche del territorio. La cartografia tiene conto dei criteri generali di localizzazione degli impianti, approvati dall’Assemblea legislativa regionale, che fanno riferimento a norme e piani in materia ambientale, paesaggistica, di tutela dei beni ambientali e culturali, prodotte da Stato, Regione e Province.
Alla base della normativa – spiega l’assessore regionale alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo – c’è la convinzione che anche lo sviluppo e la valorizzazione delle fonti rinnovabili di energia debba avvenire assicurando le condizioni di compatibilità ambientale, paesaggistica e territoriale delle attività energetiche. Considerato che l’installazione di un impianto fotovoltaico con moduli ubicati sul suolo comporta la modifica dell’uso del suolo, la Regione ha ritenuto necessario dotarsi di uno strumento conoscitivo per una preliminare ricognizione sul proprio territorio delle aree idonee a tale uso.
Nella cartografia non si fa riferimento agli impianti collocati su edifici poiché questi possono essere montati sugli immobili esistenti, fermo restando il rispetto delle norme di tutela degli stessi e di sicurezza sismica. La carta (approvata con la delibera di Giunta n. 46 del 17/01/2011) è stata realizzata sulla base dei dati raccolti dal Servizio geologico, sismico e dei suoli e dal Servizio parchi e risorse forestali della Direzione ambiente, difesa del suolo e della costa e dai Servizi della Direzione generale programmazione territoriale e negoziata e della Direzione generale agricoltura.

Fonte: Casa&Clima

Nomisma: tagli incentivi non meno del 30%

Per dare continuita’ al mercato italiano del fotovoltaico e’ ipotizzabile una riduzione di non meno del 30% degli incentivi che potrebbe essere contenuta nel decreto interministeriale di prossima emanazione. E’ quanto sostiene Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, intervenuto ad un incontro, organizzato dal Kyoto Club sulla governabilita’ del settore fotovoltaico, alla luce del decreto legislativo sulle energie rinnovabili, emanato il 3 marzo e firmato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano lo scorso 7 marzo. E’ un taglio importante quello del 30% – riconosce Tabarelli – con il quale, comunque, il mercato reggerebbe. Si fermerebbe, invece, se venisse lasciato nell’incertezza o se si proponessero tagli simili a quelli tedeschi. L’Italia non puo’ arrivare all’efficienza tedesca.
Il presidente di Nomisma Energia ha fatto sapere che ci sono ”continui contatti” con il Ministero dello Sviluppo Economico che sta ”lavorando alacremente” per produrre prima della scadenza (31 maggio 2011) un quadro sugli incentivi. Rimodulare gli incentivi, per Tabarelli era necessario, perche’ quelli mantenuti finora sono stati troppo generosi e hanno generato un boom del settore. Dobbiamo riconoscere che tra i 200mila impianti che generano 7,2 GW ci sono anche molti piccoli imprenditori e famiglie. E’ un caso imprenditoriale dietro al quale e’ evidente una sensibilita’ ecologica. Bene ha fatto, dunque, per Tabarelli il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani a ”mettere le mani su questo tema”. Quanto alle critiche al provvedimento che stanno arrivando soprattutto dall’opposizione, si tratta di ”forzature” alle quali ”occorre resistere”.

Fonte: Ansa

Enel Green Power: nuovo impianto fotovoltaico in Umbria

Prosegue la crescita nel fotovoltaico di Enel Green Power. Nel Comune di Deruta, in provincia di Perugia, la societa’ delle rinnovabili di Enel, ha completato un impianto fotovoltaico a terra realizzato con 3.330 moduli in silicio policristallino, installati presso un terreno agricolo di proprieta’ dell’ Universita’ di Perugia, per un’estensione totale di circa 2,5 ettari. L’impianto, si legge in una nota, ha una potenza installata di 1 MW, in grado di produrre piu’ di 1,2 milioni di kWh all’anno, pari al consumo medio di circa 450 famiglie. Sara’ cosi’ possibile ottenere un risparmio in combustibili fossili per quasi 105 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) l’anno, e di circa 700 tonnellate di Co2 che non verranno emesse in atmosfera.

Fonte: Ansa

Beghelli presenta: Tetto d’oro, Acqualuce. Energia elettrica e acqua calda tutto in un unico impianto

Dopo il successo dell’offerta sul fotovoltaico “Tetto d’oro”, Beghelli lancia “Tetto D’oro Acqualuce Beghelli“, un nuovo pannello solare in grado di racchiudere sia la tecnologia fotovoltaica che quella solare termica e, dunque, capace di produrre contemporaneamente sia energia elettrica che acqua calda sanitaria. Il tutto in un unico impianto.
Grazie alle peculiarità tecnologiche dei nuovi moduli, che uniscono il sistema fotovoltaico all’impianto termico – ha spiegato Gian Pietro Beghelli, Presidente dell’omonimo Gruppo – Il Tetto D’oro Acqualuce Beghelli porta a casa del cliente sia energia elettrica solare, sia risparmi nella produzione di acqua calda, che, nel tempo, potranno diventare a costo zero. Si tratta di una vera e propria occasione d’oro per le nostre bollette – prosegue Gian Pietro Beghelli – poiché l’energia elettrica generata dall’impianto fotovoltaico permette, in molti casi, di azzerare la bolletta di casa, mentre quella termica fornisce una copertura del fabbisogno di acqua calda fino al 90% circa. Grazie all’ unione di due strutture in un’unica soluzione, gli utenti che sceglieranno questo nuovo prodotto potranno risparmiare sia denaro che spazio sul tetto, anche perché la resa del modulo fotovoltaico può aumentare fino al 20%, grazie al raffreddamento garantito dal liquido che circola nel circuito termico. Secondo le stime di Beghelli, per ammortizzare l’investimento sostenuto per l’acquisto di questo impianto (circa 19.690 euro) servono circa otto anni e successivamente si avrà un vero e proprio guadagno dalla produzione di energia e acqua calda. Infatti in tal modo è possibile usufruire sia degli incentivi per il fotovoltaico che quelli riservati al solare termico: così ai contributi erogati dal conto energia (per il fotovoltaico) potrà aggiungersi il bonus ricavato dalla detrazione fiscale del 55% è diventerà possibile recuperare ogni anno circa l’11,5% dell’investimento totale.
Per promuovere questo nuovo prodotto, Beghelli ha lanciato una nuova campagna pubblicitaria, con lo spot ‘Il Tetto D’oro Acqualuce Beghelli’, trasmesso in tv, in cui vengono mostrate scene di vita quotidiana. Prima di premere l’interruttore della luce o avviare la lavatrice, l’utente protagonista dello spot deve inserire una moneta per utilizzare l’energia: ogni giorno, ad ogni singolo gesto, si accompagna un costo in più sulla bolletta. Oggi però, grazie alle tecnologie presenti e al sole del nostro Paese, possiamo sfruttare le energie rinnovabili e immetterle nella rete. Sulle note di ‘O Sole’ mio, appaiono i Beghelli Point, che presentano agli italiani il progetto ‘Il Tetto D’oro Acqualuce Beghelli’, grazie al quale gli utenti possono avere un unico impianto fotovoltaico e termico, che produce energia elettrica e acqua calda, senza doversi preoccupare di pratiche burocratiche, progettazione e installazione.

Fonte: GreenMe

Fotovoltaico in Italia: una strada ancora in salita

 

 La tecnologia fotovoltaica (FV) permette di trasformare direttamente l’energia solare in elettricità. Questi sistemi di impianti producono elettricità gratuita, hanno una vita media di 20-25 anni e una bassissima necessità di manutenzione (solitamente un controllo annuale).

La legge finanziaria 2008 stabilisce che, a decorrere dal 1 gennaio 2009, deve essere prevista per gli edifici di nuova costruzione l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 1kW per ogni unità abitativa, compatibilmente con la realizzabilità tecnica dell’intervento.

Grazie agli incentivi statali, l’anno 2010 ha visto un notevole incremento degli impianti installati. Il 2011 si apre con circa 127.000 impianti installati sul territorio nazionale per un totale di 2400 MW. Lombardia e Veneto, seguite di poco da Emilia Romagna e Piemonte, sono le Regioni che la fanno da padrone.

Abbiamo pensato allora di contattare il titolare di uno Studio Tecnico presente sul territorio Lombardo. Al Dott.Arch. Fausto Redondo (www.studioredondo.it) abbiamo posto alcune veloci domande:

Ci può raccontare quale è il suo ruolo attuale e come ha fatto ad avvicinarsi al mondo del fotovoltaico e delle energie alternative in generale?Sono titolare di uno studio tecnico a Ospitaletto, in provincia di Brescia, e da oltre 20 anni mi occupo di bioarchitettura; in quel periodo non c’erano incentivi ed era raro installare impianti FV per l’elevato costo; ricordo che solo alcuni rifugi alpini li installarono

Come valuta la situazione del fotovoltaico in Italia rispetto al resto dell’Europa e del mondo?Molto buona ed ancora in crescita

Quanto può costare mediamente un impianto fotovoltaico per le esigenze di una famiglia di 4 persone? Attualmente da 3200 a 3800 €/Kwp + iva

Come a visto cambiare il mercato del fotovoltaico in questi anni? In assoluta crescita!

Può spiegare brevemente come funzionano gli incentivi nel nostro Paese? Ci vorrebbe molto tempo per raccontare in dettaglio; vi rimando al link del GSE: http://www.gse.it/attivita/ContoEnergiaF/

Quali motivi indicherebbe ad un privato o ad una azienda per convincerli a passare al fotovoltaico? È un investimento a lungo termine: al posto degli investimenti finanziari usuali (fondi, BOT, ecc.,) attualmente e capitalizzato a oggi rende il 6-9 % a seconda dell’impianto

Quali sono i dubbi che la gente normalmente le evidenzia relativamente a questa tipologia di impianto? La gente si preoccupa per il costo elevato e per il lungo tempo di ammortizzamento

Relativamente al rendimento energetico (soprattutto nel periodo invernale e nelle ore notturne), l’Italia può essere considerata una unica zona oppure ci sono delle fasce di territorio dove gli impianti fotovoltaici sono molto più convenienti? Solo per le ore notturne si possono considerare una unica zona

Quale è secondo lei la preparazione tecnica dei venditori e negli installatori nel nostro Paese? Ci si può fidare tranquillamente oppure c’è ancora tanta strada da fare? Si possono trovare venditori ed installatori con vari gradi di preparazione; il mercato selezionerà …

Lei ha esperienze in molti settori; oltre al fotovoltaico, quali pensa siano i settori nei quali bisognerebbe investire maggiormente? Il settore dell’ impiantistica “evoluta” come ad esempio la trigenerazione (la trigenerazione è un particolare campo dei sistemi di cogenerazione che, oltre a produrre energia elettrica, consente di utilizzare l’energia termica recuperata dalla trasformazione anche per produrre energia frigorifera, ovvero acqua refrigerata per il condizionamento o per i processi industriali)

Pensa che dal punto di vista politico ci sia la giusta volontà di “spingere” verso le energie alternative? Non troppo

Che dal punto di vista politico si possa fare ancora molto è il pensiero di moltissime persone. E’ sicuramente vero che il 2010 ha visto un notevole incremento degli impianti installati ma è anche vero che sono aumentati notevolmente i grossi impianti, quelli cioè che richiedono un investimento non indifferente e che quindi vedono impegnati grossi gruppi privati. Bisognerebbe invece favorire maggiormente anche le persone comuni, quelle che vorrebbero fare qualcosa di ecologico senza però investire grosse cifre.

La strada è ancora in salita…e noi continueremo a monitorarla.

Autore: Roberto Conti

Fotovoltaico: Emilia Romagna perde posizioni, Ravenna scalza Rimini nella classifica regionale

Rimini diventa fanalino di coda tra le province dell’Emilia-Romagna per energia fotovoltaica installata. A fine 2010 viene superata anche da Parma, e ormai la capitale del turismo occupa l’ultimo posto in questa classifica di territori virtuosi. Il 2010 riserva un’altra sorpresa per la regione, con il cambio al vertice: Bologna perde la prima posizione che occupava da sempre, scavalcata da Ravenna che conferma il trend positivo del 2009 e chiude il 2010 diventando la provincia leader per fotovoltaico in Emilia-Romagna.
In Italia, l’Emilia-Romagna chiude il 2010 al quarto posto per potenza installata (perde una posizione rispetto al 2009) con 223 megawatt, preceduta da Puglia (468 MW), Lombardia (241 MW) e scavalcata dal Veneto (239 MW). In totale in Italia al 27 dicembre 2010 la potenza da fotovoltaico installata è di 2.314 MW: i 223 megawatt dell’Emilia-Romagna rappresentano il 9,6% del totale nazionale. Per impianti installati, l’Emilia-Romagna conserva il terzo posto del 2009: il totale è di 11.454 impianti, preceduta in Italia solo da Lombardia (18.993 impianti) e Veneto (14.878 impianti). In regione c’è un impianto fotovoltaico ogni 383 abitanti. Nella provincia di Ravenna la maggiore densità: un impianto ogni 256 residenti.
I dati elaborati dalla Ubisol sono quelli ufficiali del Gse, il Gestore dei servizi energetici, l’ente italiano che sovrintende alle installazioni degli impianti fotovoltaici. Il riferimento è al 27 dicembre 2010: tra le province dell’Emilia-Romagna il primo posto viene conquistato da Ravenna con 75.040 chilowatt installati (un aumento di ben 68.290 kWp rispetto al 2009) scalando ben quattro posizioni. Anche per quel che riguarda gli incrementi percentuali di potenza installata nel 2010, leader della classifica regionale è la provincia di Ravenna, che ha fatto un balzo impressionante, arrivando a superare quota mille per cento nei dodici mesi del 2010, arrivando al 1011% per l’esattezza. Il numero di impianti fotovoltaici rapportato agli abitanti sembra evidenziare la linea di demarcazione tra Romagna ed Emilia. Sono infatti le tre province romagnole a primeggiare in questa significativa classifica. C’è sempre Ravenna leader in graduatoria, con un impianto fotovoltaico ogni 256 abitanti, seguita da Forlì-Cesena, Rimini, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Piacenza e, in ultimo, Parma.

Fonte: EarthcareMagazine

Moda autunnale: in arrivo guanti e cappelli fotovoltaici

 

Per i freddi più intensi e le giornate sulla neve, ecco due accessori immancabili. Ci piacciano o meno, siano all’ultima moda o out, guanti e cappello non possiamo lasciarli a casa!
La novità nel campo, arriva da Yiran Qian, un designer tedesco che partecipando al Green Life nella categoria Green Design per le persone, ha presentato Endless Warm: guanti e cappello con qualcosa in più.
Si tratta di piccoli e sottili pannelli fotovoltaici a forma di fiocchi di neve che accumulano tutta l’energia che riescono a catturare dal sole e la rilasciano gradualmente sulle mani e sulle orecchie sotto forma di tepore. La bellezza di questo progetto di eco design sta nel fatto che fa capire come il sole, seppure così lontano, ci possa essere d’aiuto anche nelle piccole cose e ci possa essere vicino, raggiungendo la punta delle nostre dita per riscaldarcele. Dopo la borsa fotovoltaica, Endless Warm, è un accessorio green di cui non si può proprio fare a meno! Peccato però che non sia ancora in commercio. Per ora, infatti, è solo un concept e non è ancora stato realizzato.

Fonte: ArchitetturaEcosostenibile

Investimenti record nel 2010: grazie a Cina e micro impianti

Cinque volte la cifra del 2004, il doppio del 2006 e un +30% rispetto al 2009. Con un totale di 243 miliardi di dollari investiti nel 2010, la corsa mondiale all’energia rinnovabile sembra non conoscere ostacoli. A certificare il nuovo record toccato nel corso dell’anno appena chiuso è l’ ultimo rapporto  di Bloomberg New Energy Finance. Si tratta di un risultato spettacolare – si entusiasma il direttore generale dell’agenzia Michael Liebreich – il precedente record di investimenti è stato battuto con un netto margine di 50 miliardi di dollari. Un dato – prosegue – che va a sbattere dritto in faccia allo scetticismo sul settore dell’energia pulita e alle tante difficoltà dell’anno passato: dai dubbi sulla sostenibilità degli incentivi europei, al fallimento dell’amministrazione Obama a legiferare in materia, fino alle crescenti e infondate perplessità sulla gravità dei cambiamenti climatici.
Il rapporto di Bloomberg entra anche nel dettaglio geografico del flusso del denaro e delle sue destinazioni settoriali. A trainare i nuovi investimenti – si legge – sono state la crescita delle attività in Cina e i settori europei dell’eolico offshore e del piccolo fotovoltaico. Il dato più soprendente e carico di ripercussioni sulle tendenze di lungo termine è proprio quest’ultimo. Bloomberg rileva infatti come gli investimenti in centrali di piccole dimensioni per la produzione distribuita di energia sono cresciuti del 91% in un anno, toccando quota 59,6 miliardi di dollari. A dominare questo settore – precisa il rapporto – sono state in particolare le installazioni di pannelli fotovoltaici sui tetti e altri impianti di piccola taglia soprattutto in Germania, ma anche negli Stati Uniti, nella Repubblica Ceca e in Italia.
Una tendenza che è quanto di più lontano possa esistere dal gigantismo delle maxi centrali, in particolare nucleari, e che sembra dare credito al sogno di chi, come lo scomparso Hermann Scheer, lega lo sviluppo delle rinnovabili a quello della democrazia attraverso l’abbattimento dei monopoli energetici. Stiamo osservando con particolare entusiasmo quanto sta accadendo alla generazione distribuita – dice ancora Liebreich – la sua crescita straordinaria lo scorso anno ci ha sorpreso e dobbiamo capire cosa accadrà ora con la riduzione delle tariffe incentivanti per il solare in Germania. Per quanto gli investimenti destinati ai piccoli impianti contino ormai per un sesto del totale, a fare la parte del leone sono ancora i grandi progetti messi in campo nell’eolico, in particolare in Cina (sulla terraferma) e in Europa (al largo del Mare del Nord). L’altro fattore che si impone all’attenzione del rapporto Bloomberg riguarda proprio l’Asia e soprattutto Pechino. Con 51,1 miliardi di dollari investiti nel 2010, un +30% rispetto al 2009, la Cina è ora la nazione regina nelle rinnovabili. Una spinta che ha trascinato con sé un intero continente. La cifra totale degli invetimenti in energia verde in Asia e Oceania ha superato infatti quello messo in campo dalle Americhe e si sta avvicinando sempre più alla leadership europea. Altra notizia molto positiva che emerge dallo studio è il record di investimenti destinati alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie, passati dai 15,8 miliardi di dollari del 2009 ai 21 dello scorso anno. Per anni – ricorda Liebreich – ci siamo ripetuti che per raggiungere il picco delle emissioni di anidride carbonica nel 2020 e poi iniziare a ridurle occorrono investimenti per 500 miliardi di dollari l’anno in energia pulita. Quello che ci dicono i nuovi dati – conclude – è che siamo a metà strada e si tratta di un’ottima notizia.

Fonte: Corriere

Fotovoltaico: nasce il telescopio solare

La Fondazione Scientifica dell’Arizona (SFAZ) ha annunciato di aver finanzianziato con una sovvenzione di un milione di dollari il progetto di fotovoltaico a concentrazione portato avanti da Roger Angel, uno dei più famosi ricercatori a livello internazionale nel campo dell’ottica e dell’energia solare. Si tratta di un telescopio solare volto a trasformare la produzione di energia elettrica dal Sole su larga scala rendendola più economica ed efficiente.
Il telescopio energetico di Angel, infatti, lavora essenzialmente come una grossa lente di ingrandimento in grado di inseguire la luce del sole secondo i principi dell’ottica e di concentrarla, moltipilicata per 1000, sulle celle fotovoltaiche che convertiranno poi la luce in elettricità. Questa tecnologia presenta diversi vantaggi a partire dalle dimensioni ridotte e dal bassissimo impatto ambientale in quanto produce un elevato volume di energia elettrica con una ridotta superficie di terreno utilizzata per le apparecchiature. Una tecnologia, dunque particolarmente efficace nel deserto e in alte regioni del mondo con molto sole diretto, come l’Arizona. I fondi messi a disposizione della Fondazione verranno utilizzati per completare la ricerca e massimizzare l’efficienza del telescopio solare. Questi verranno concessi alla REHnu, la società fondata da Angel con una licenza esclusiva dell’Università dell’Arizona per portare la tecnologia sul mercato.
Siamo grati al Science Foundation Arizona per questa concessione, che ci porterà un passo più vicino dal rendere l’energia solare abbastanza economica e competitiva con i combustibili fossili, ha dichiarato Angel.
Le tecnologie innovative – come il telescopio di energia – rappresentano la chiave per sostenere l’economia del nostro Stato e la creazione di posti di lavoro attraverso la promettente ricerca e sviluppo di prodotti sostenibili, ha detto William C. Harris, presidente e CEO di SFAz. Come molti altri progetti sostenuti attraverso SFAz, questo ha il potenziale per fare dell’Arizona un Hub della scienza e dell’innovazione. Sono lieto che SFAz finanzierà Roger Angel per continuare lo sviluppo del suo nuovo metodo per catturare la luce solare e convertirla in energia elettrica in modo più efficiente – e più a buon mercato – ha dichiarato Leslie Tolbert, UA vice presidente per la ricerca, gli studi universitari e per lo sviluppo economico. Roger ha una storia e un esperienza impressionante in questo campo che ci porta a pensare che egli è davvero la persona in grado di creare quell’innovazione necessaria per rendere l’energia solare economica. Per maggiori informazioni:  www.rehnu.com e il sito dell’Università dell’Arizona

Fonte: GreenMe

Parigi: incentivi al fotovoltaico congelati per 3 mesi

Il primo ministro francese Francois Fillon ha annunciato che il Governo è costretto, a causa dell’impennata del numero di installazioni, a sospendere per tre mesi gli incentivi al fotovoltaico di taglia superiore a 3 kWp. Questo periodo servirà all’esecutivo per mettere mano al nuovo sistema d’incentivi alle rinnovabili che è diventato troppo oneroso per EDF, l’operatore elettrico d’Oltralpe costretto a riacquistare a prezzo incentivato l’energia prodotta.
Il meccanismo d’incentivazione: per sostenere l’energia verde ancora non competitive, EDF infatti è obbligata ad acquistare l’energia elettrica generata dai pannelli solari ad un tasso 10 volte superiore al suo prezzo sul mercato all’ingrosso. Ciò avrebbe avuto un’influenza negativa di circa 1,6 miliardi di euro nei conti del colosso francese. Le reazioni da parte delle associazioni di categoria all’annuncio del Governo sono state a dir poco feroci. Le pagine dei giornali francesi riportano termini come “decisione criminale”, “inaccettabile”, “assurda”.
Aumentano le bollette: ma c’erano già stati segnali premonitori molto chiari di una situazione che, in periodo di crisi, ha spostato a sostegno del settore Fv troppo denaro che pesa sulle bollette dei consumatori. I consumatori francesi, abituati al modesto costo dell’energia nel paese d’Oltralpe, quest’estate hanno registrato criticamente un primo, modesto ma significativo, aumento: +3% per le famiglie e +4-5,5% per le Pmi. Si tratta del dato più alto registrato da luglio 2003. Ma per gennaio 2011 un ulteriore rincaro del 3% è stato preannunciato dal Governo. Uno scenario simile non si presentava in Francia dagli anni’80, epoca della costruzione del parco nucleare.
Exploit del FV francese: la causa di questo nuovo aumento è da ricercarsi nell’esplosione del fotovoltaico che, nel 2009, complici i generosi incentivi protrattisi nel tempo di 0,58 euro a kW, ha registrato un grosso incremento. La potenza del parco impianti FV francese si è, infatti, moltiplicata per dieci nel giro di un solo biennio, passando dagli 81 MW di fine 2008 agli 850 MW di fine 2010. Ma ci sono progetti in attesa di approvazione per 4000 MW.
Il contributo al servizio pubblico dell’elettricità: nelle bollette elettriche francesi, la nuova voce di spesa figurerà con il nome di CSPE (contributo al servizio pubblico di energia elettrica), tassa con cui i consumatori contribuiranno a finanziare l’acquisto di elettricità FV prodotta in Francia da parte della compagnia Edf.
Il CSPE ha ricevuto accoglienze contrastanti in patria. In sua difesa si è schierato Michel Deifenbacher, autore dell’emendamento: “Non si può volere lo sviluppo delle fonti rinnovabili e non assumersene i costi”. Mentre l’UFC, Associazione di difesa dei consumatori, si è detta “sbalordita”. In proposito Caroline Keller, portavoce dell’organizzazione, ha dichiarato: “E’ un cattivo segno: già l’impennata di agosto doveva far pensare”. Ma la Keller punta l’indice sul conflitto d’interessi del Governo, azionista di Edf e beneficiario diretto del miglioramento dei conti del fornitore elettrico d’Oltralpe.
Anche in Germania: ma la Francia non è la sola ad aver sollevato la questione. A fine settembre le prime pagine dei quotidiani tedeschi preannunciavano allarmisticamente un aumento delle bollette elettriche di 70 euro a famiglia a partire del 2011 (leggi). La causa starebbe nei favorevoli incentivi concessi al fotovoltaico (circa 8 miliardi stimati nel 2010) che hanno spinto privati e investitori a puntare su questa rinnovabile solare anche nelle poco assolati lander dell’Europa centrale.

Fonte: Casa&Clima

Innovazione fotovoltaica: nuova “vernice solare” che assorbe meglio la luce

Una nuova sostanza, da “spalmare” sulle celle fotovoltaiche come una vernice, assorbe meglio la luce solare rispetto ai materiali usati finora, e potrebbe quindi migliorare notevolmente l’efficienza dei pannelli. La “vernice” è stata messa a punto da un gruppo di chimici delle università di Buffalo e Rochester (Stato di New York), guidati da Michael Detty e Richard Eisenberg; secondo gli scienziati permetterà lo sviluppo di tecnologie più competitive a livello commerciale. La nuova invenzione è particolarmente promettente per le celle solari del tipo “di Grätzel”, che producono energia sfruttando un meccanismo chimico simile alla fotosintesi delle piante: il funzionamento della cella rimane lo stesso, ma grazie alla nuova sostanza migliora l’assorbimento della luce. L’energia solare che arriva sulla Terra in un’ora sarebbe sufficiente per soddisfare il fabbisogno elettrico di tutto il mondo per un anno. Le piante la sfruttano per le loro esigenze, mentre noi usiamo il petrolio. Ma se vogliamo l’indipendenza energetica dobbiamo guardare anche noi al sole, ha commentato Detty. Oltre che per i pannelli fotovoltaici, questa innovazione potrà essere utilizzata per produrre elettricità con la tecnologia delle celle a idrogeno, in cui la luce solare è sfruttata per spezzare le molecole d’acqua e isolare quelle di idrogeno. Nei test di laboratorio i ricercatori hanno verificato che con la nuova sostanza si produce idrogeno a ritmi mai registrati prima. I ricercatori hanno già presentato due richieste di brevetto per la nuova vernice: una per l’applicazione ai pannelli solari e una per le celle a idrogeno.

Fonte: LaStampa

In Amazzonia lo sviluppo è rinnovabile

Il premio Rinnoviamoci!, il concorso di scrittura giornalistica dedicato alle tematiche ambientali, promosso da Repubblica. it insieme al Centro Studi Cts e Modus Vivendi è arrivato a conclusione. Di seguito l’articolo vincitore che vale una borsa di studio per un master in “Comunicazione ambientale. Giornalismo, divulgazione, green economy”.
Con un investimento di quasi 53 milioni di dollari, il governo dell’Ecuador lancia una sfida: migliorare le condizioni di vita degli abitanti dell’Oriente ecuadoriano mediante l’uso di energia rinnovabile. Questa regione, pur rappresentando il motore economico del paese per gli importanti giacimenti di greggio, soffre di un grave ritardo nello sviluppo economico e sociale.
L’obiettivo del progetto PERVA (Programa de energización rural para 15.000 viviendas de la Amazonía) è quello di portare energia elettrica in 2.145 comunità delle province amazzoniche. In questa regione, che copre quasi il 50% del paese ed in cui risiede il 5% degli ecuadoriani, la maggioranza della popolazione rurale non dispone di energia elettrica (CONELEC, 2008). Fino ad ora il processo di elettrificazione nelle zone rurali con i mezzi tradizionali non è stato effettivo a causa dell’isolamento e della dispersione delle singole comunità, degli alti costi in virtù della scarsa domanda di energia, della lontananza dalle fonti di produzione di energia e difficoltà di manutenzione. Ancora oggi la maggior parte della popolazione dipende da fonti di energia come legna, paraffina e combustibili liquidi, fonti fisicamente ed economicamente dispendiose.
L’intenzione non è solamente quella di fornire energia elettrica, bensì promuovere lo sviluppo socio-economico dell’area. Lo Stato investe in energia pulita, principalmente nel fotovoltaico, per aumentare l’autosufficienza elettrica di famiglie che vivono di un’economia di sussistenza. Nel caso di comunità isolate, il progetto prevede la formazione di tecnici all’interno delle stesse comunità in grado di operare, con una certa indipendenza, nella gestione e manutenzione del sistema. Ogni singola operazione sarà pianificata in base alle caratteristiche della popolazione beneficiaria, alla domanda di energia e alle risorse disponibili nella zona.
La realizzazione del progetto porterà ad un miglioramento della qualità di vita nelle case. Sostituendo i metodi attuali di illuminazione, consistenti principalmente in candele e lampade a cherosene, e mettendo a disposizione energia elettrica più sicura e continua a costo zero, sarà possibile accedere a servizi fondamentali come la conservazione degli alimenti e delle medicine, e migliorare complessivamente le condizioni di salute e lavoro.
Il governo, in una regione gravemente contaminata dall’estrazione petrolifera, investe nelle risorse rinnovabili per elevare il tenore di vita degli abitanti dell’Amazzonia, dimostrando che l’uso di tecnologie appropriate e sostenibili può garantire un servizio prioritario come l’energia elettrica. Tutto ciò permetterà lo sviluppo di attività educative, mediche e sociali, favorendo la riduzione della migrazione, l’uso appropriato delle risorse naturali e una maggiore cura dell’ambiente.

Fonte: LaRepubblica

Toscana: individuate le aree vietate al fotovoltaico

Dopo l’Emilia-Romagna, che con una delibera approvata il 6 dicembre dall’Assemblea legislativa ha disciplinato la localizzazione degli impianti fotovoltaici sul territorio, anche la Toscana interviene nella materia attraverso una proposta di delibera, approvata dalla Giunta regionale e che andrà all’esame del Consiglio regionale dopo il confronto con gli enti locali. Con il provvedimento, firmato dagli assessori all’ambiente e energia Anna Rita Bramerini, al governo del territorio Anna Marson e all’agricoltura Gianni Salvadori, viene fornita una prima individuazione delle zone dove sarà vietata l’installazione di impianti fotovoltaici a terra, in attuazione delle linee guida nazionali sulle rinnovabili emanate lo scorso settembre.
La delibera pone un limite alla diffusione in area agricola di impianti fotovoltaici di grandi dimensioni (superiori ai 200 kW), favorendo gli impianti di piccola dimensione (da 5 kW a 20 kW) e media dimensione (da 20 a 200 kW), e privilegiando la funzione di integrazione del reddito agricolo.
Con una tabella viene fornito un primo elenco delle aree non idonee al fotovoltaico, distinte per potenza degli impianti e dimensione (da 5 a 20 kW, da 20 a 200 kW ed oltre 200 kW) e per tipologia. Le zone inidonee al fotovoltaico sono: “siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco”, tra cui spicca la Val D’Orcia; “aree e beni immobili di notevole interesse culturale”, “aree e immobili vincolati”, “zone all’interno di coni visivi e panoramici la cui immagine è storicizzata”, “emergenze culturali e zone contigue a parchi archeologici e culturali”, “aree naturali protette”, “zone umide ai sensi della convenzione di Ramsar”; “aree Dop, Doc, Docg e Igp”; “aree classificate a rischio idraulico e geomorfologico e aree adibite a interventi di messa in sicurezza” e infine “zone vincolate in base all’art.142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Sono definite caso per caso le eventuali eccezioni ammesse, per esempio le aree già urbanizzate prive di valore culturale-paesaggistico, le aree degradate e i siti di ex attività estrattive e infine le attività connesse all’agricoltura purché le modalità di installazione abbiano il minor impatto possibile.
I criteri di inserimento degli impianti nelle aree idonee, spiega una nota regionale, saranno invece specificati in un atto successivo così come l’individuazione delle aree non idonee per le altre tipologie di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (eolico, biomasse, ecc.). Con questa proposta – ha commentato l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini – la Toscana si allinea agli indirizzi nazionali coniugando lo sviluppo del fotovoltaico con la valorizzazione del territorio rurale e della sua economia. Nei prossimi giorni si aprirà una ulteriore fase di lavoro in cui sarà fatta una rapida ricognizione presso Province e Comuni per raccogliere proposte di individuazione di ulteriori aree non idonee per il fotovoltaico e per le altre energie rinnovabili.
Con questa scelta – afferma l’assessore al governo del territorio Anna Marson – salvaguardiamo il paesaggio rurale e l’agricoltura, attività essenziale alla riproduzione del paesaggio stesso, indirizzando le installazioni di grandi impianti nelle aree già urbanizzate o degradate. Nelle prossime settimane, con atto successivo, specificheremo i criteri per l’inserimento nel paesaggio degli impianti fotovoltaici anche nelle aree idonee.

Fonte: Casa&Clima

MilanoZero: il nuovo quartiere (per uffici) certificato Leed Platinum

Sarà inaugurato nella primavera del 2013 il quartiere per uffici ecosostenibile da 220 milioni di euro “MilanoZero”, destinato a sorgere sul sito una volta occupato dall’ex sito industriale della Domenico Altieri Chimica. Progettata da Studio FZ (Milano) su commissione della famiglia Altieri, l’area di lavoro, a un minuto dall’aeroporto di Linate, occuperà una superficie di oltre 40.000 metri quadrati e sarà percorribile esclusivamente a piedi, in bici o con minicar elettriche. La struttura, articolata su 10 edifici di differente funzione, sarà dotata di un assai ampio ventaglio di soluzioni ecosostenibili, individuate dai progettisti nell’ottica di realizzare un complesso certificato Leed, classe Platinum. Tra i volumi di MilanoZero vi sarà il ZeroHotel, una struttura ricettiva di lusso high-tech, destinata a rappresentare il primo complesso alberghiero italiano classe A.
Nel progetto di Studio FZ i tetti a shed degli edifici accolgono pannelli fotovoltaici di terza generazione ad altissima efficienza, in grado di regalare al complesso l’autonomia energetica per coprire i consumi energetici dipesi da climatizzazione e gestione ordinaria. Impianti per il recupero e lo sfruttamento delle acque meteoriche nei servizi igienici e per l’irrigazione dei giardini sono inseriti su tetti e piazzali. Nei mesi più caldi, un’alimentazione automatica ausiliaria garantisce l’approvvigionamento idrico attraverso la rete dell’acqua potabile.
MilanoZero sfrutta anche il sottosuolo, dove l’acqua si mantiene alla temperatura costante di 14°C tutto l’anno. Un pozzo geotermico di estrazione consente al centro di disporre di questa preziosa risorsa costantemente e di portarla alla temperatura desiderata grazie all’energia solare – si legge nella proposta vincitrice. Il calore accumulato viene poi conservato con l’applicazione delle più studiate regole di isolamento e coibentazione. Questo ciclo perfettamente chiuso e autonomo si compone di tre parti distinte: i pozzi geotermici dell’acqua di falda, le macchine di climatizzazione, fulcro dell’impianto, e le apparecchiature di erogazione del calore. Apparecchi moderni, tra i migliori e i più sicuri che la tecnologia odierna possa offrire. Sulle sommità degli edifici crescono lunghi e rigogliosi giardini pensili, con i colori e la vegetazione tipici della Valle del Lambro. Ognuno di questi contribuirà non solo a rendere esteticamente più piacevole la veduta dall’alto del nuovo innovativo complesso, ma sarà anche in grado di migliorare il rendimento energetico degli edifici e di ridurre l’effetto del deflusso delle acque a causa delle tempeste. Gli spazi avranno un costo di realizzazione di circa 1500/ 2000 € al mq e verranno affittati a un prezzo che si aggira attorno ai 250 euro al metro quadrato l’anno.

Fonte: ArchiPortale

Fotovoltaico: calano i prezzi negli Stati Uniti

Resi noti i risultati di uno studio condotto dal Lawrence Berkeley National Laboratory (LBNL, uno dei centri di ricerca del Dipartimento dell’Energia USA) sull’andamento dei costi delle installazioni fotovoltaiche negli Stati Uniti dal 1998 ad oggi. Risulta che il costo medio è sceso (a valuta costante 2009) dai 10,8 dollari/Watt del 1998 ai 7,50 dollari/Watt del 2009. Lo studio è stato effettuato analizzando i dati provenienti da 78.000 sistemi fotovoltaici (residenziali e non) per un totale di 874 MW installati, che rappresentano il 70% del fotovoltaico connesso alla rete elettrica nazionale negli USA. I dati preliminari estrapolati dallo studio suggeriscono che la tendenza alla discesa dei costi si è ulteriormente consolidata nell’anno in corso. Ad esempio il costo dei sistemi fotovoltaici installati tramite la “California Solar Initiative” è infatti diminuito di 1 dollaro/Watt nel corso dei primi dieci mesi del 2010 e addirittura di 1,20 dollari/Watt nel New Jersey durante i primi sei mesi dell’anno. L’entità della diminuzione varia in base alle dimensioni del sistema, traendo i maggiori benefici dalla realizzazione di economie di scala. Ad esempio, nel caso di un piccolo sistema da 2 kW, il costo medio è di 9,9 dollari/Watt, contro i 7 dollari di un impianto da circa 1.000 kW (1 MW). Ma nel caso di due impianti “multimegawatt” installati su terreni pubblici nel 2009, si sono registrati costi molto più bassi, in un caso di ben 2,5 dollari/W.

Fonte: LaStampa