Articoli relativi a ‘ecologia’

La bolla geodetica giapponese, pensata per i più giovani per insegnare loro un nuovo modo di abitare

defaultViene chiamata Harima Eco House ed è una bolla geodetica che sorge su una collina poco distante da Osaka, progettata da un giovane architetto giapponese, Shuhei Endo, famoso per le sue ricerche sulla ecologia delle forme. Detto altrimenti è il Palazzo dell’Esperienza Ambientale, al suo interno vengono svolte attività con l’obiettivo di sensibilizzare bambini e ragazzi sui grandi temi dell’eco-sostenibilità, mescolando lezioni, gioco e spettacolo.

La Eco House si compone di tre padiglioni tra loro collegati e disposti a trifoglio, per la struttura dell’edificio Endo utilizza solo legno locale, ricavato dal diradamento necessario per mantenere in buona salute il bosco.  Per rivestire esternamente l’edificio, l’architetto ha optato per il cosiddetto acciaio vellutato, o Corten, un sottile strato metallico dal colore brunito che non necessita di alcuna manutenzione periodica perché il suo speciale punto di ossidazione lo rende resistente agli agenti atmosferici e al processo di deterioramento, senza bisogno di alcuna verniciatura.

E’ proprio sul concetto di sfera che si basa l’esperimento della casa ecologica di Shuhei Endo: la forma naturale più semplice viene scomposta e ricomposta geometricamente, costruita con materiali naturali, legno e acciaio, per ospitare una scuola di ecologia e di ambiente per i più piccoli, i nuovi abitanti del pianeta. A loro viene dimostrato concretamente, all’interno di questi spazi essenziali e naturali, che l’impronta ecologica di un individuo passa dalla lettura semplificata che esso deve avere della Natura, e dal rispetto che deve muovere ogni sua scelta.

La semplificazione delle forme è uno dei temi essenziali della cultura giapponese: nell’ assenza di tutto ciò che è superfluo prende forma la concretezza più efficace.

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Benvenuti ad Hackney City Farm!

Questo piccolo paradiso – oltre 60mila visitatori l’anno –  si chiama Hackney City Farm, non si trova in una sperduta campagna della brughiera inglese, ma nel cuore di Londra all’interno di Haggerstone Park. Fino a venticinque anni fa era una fabbrica di birra e ora è il simbolo verde della zona Est della città dove da qualche anno si vedono fiorire creatività e mode, dove la riqualificazione urbana ha lasciato spazio anche a stili di vita alternativi che hanno fatto lievitare i prezzi degli appartamenti del 20% negli ultimi tre anni.

Nei weekend di primavera le strade di Hackney si animano di famiglie in bicicletta, il piccolo ristorante all’interno della fattoria, Frizzante Café, è gestito da italiani: ottimi piatti mediterranei a base di prodotti biologici provenienti direttamente dall’orto. Tutto quello che scartano cercano di riciclarlo: gli avanzi di cibo diventano pastone per i maiali, l’olio da cucina viene trasformato in biodiesel per alimentare i macchinari della fattoria. Hanno attivato un programma di sensibilizzazione della comunità locale per la riduzione delle emissioni di carbonio, si vantano di aver già ridotto il proprio impatto ambientale del 30% nel 2009, e ora si propongono di abbassarlo ulteriormente con piccoli accorgimenti come la sostituzione della vecchia caldaia con fonti rinnovabili. Hanno un programma di assistenza per i rifugiati politici e per i richiedenti asilo, e una grande attenzione rivolta ai bambini e a sistemi di educazione attraverso il contatto con i prodotti della terra e le attività pratiche.

Il 72% dei londinesi, secondo una recente indagine, si dichiara sensibile ai problemi ambientali e vuole che questa non sia più considerata una delle città più inquinanti d’Europa. A partire da zone come Hackney e dal coinvolgimento dei cittadini, Londra ha iniziato un lungo percorso per dissipare il suo antico “smoke”: la prima tappa e primi conti si faranno presto, con le Olimpiadi 2012.

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Natural Born Object: sostenibilità, natura, design

Parlare di ecologia significa prima di tutto capire questo termine, che porta con sé un significato più ampio di quello che gli è comunemente attribuito. Infatti, anche se oggi questa parola definisce una serie di comportamenti e misure per contrastare l’inquinamento, ha una valenza ben più ampia e profonda. L’ecologia è infatti scienza che studia il rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Dunque, se gli oggetti costituiti da materiale riciclato, piuttosto che quelli progettati per un ciclo di vita sostenibile, sono necessari per ridurre l’impatto della produzione industriale sull’economia e sulla società, bisogna considerare che raramente soddisfano il crescente bisogno dell’uomo di riunirsi all’ambiente in cui si è evoluto. A questo scopo esiste però una nuova generazione di oggetti, identificati come “Natural Born Object”. Questi sono mobili, lampade, sedute di utilizzo comune, che ospitano piante viventi al loro interno.
Questo tipo di oggetti, raccolti per la prima volta con tale denominazione pochi anni fa sulla rivista italiana Nemeton Magazine, sta prendendo piede in diversi paesi dell’unione europea, fino all’estremo oriente. Sono quasi sempre giovani progettisti a trovare idee interessanti che coniughino funzionalità e verde, creando oggetti spesso provocatori che vogliono portare, come avviene già da tempo in architettura, il verde in primo piano nell’ideazione di nuovi prodotti. Gli esempi sono diversi, già presentati in occasioni di prestigio come il Salone del Mobile di Milano. Questo è il caso di Mathieu Lehanneur, che con il sistema notte Once Upon a Dream, ma anche con il suo purificatore d’aria Andrea, ha già portato diversi esempi di Natural Born Object in esposizioni di alto livello. Altri progetti sono invece già stati portati agli occhi di grande aziende del settore, come Saturnia di Philippe Nigro per PibaMarmi, o il concept di cucina-allevamento proposto da Philips. Questa nuova sensibilità apre strade innovative alla progettazione in termini ecologici, e introduce un nuovo tipo di rapporto con gli oggetti di tutti i giorni; da oggetti, talvolta emozionali, funzionali a prodotti che ospitano una pianta vivente dalla quale trarre benessere e piacere.

Fonte: ArchitetturaEcoSostenibile