Articoli relativi a ‘design sostenibile’

L’impegno eco-sostenibile della Nike

La parola ecosostenibile non basta più. Né a molti consumatori, né alle aziende, che cercano strade sempre più sofisticate – e credibili – per essere rispettose dell’ambiente e per consegnare così alle generazioni future un pianeta in buone condizioni e non prosciugato dagli eccessi consumistici delle società occidentali.
Si inserisce in questo quadro l’iniziativa del colosso americano dell’abbigliamento sportivo Nike, che ha progettato – e rilasciato sul mercato – un innovativo software “open source”. Battezzato “Environmental apparel design tool“, il programma è nato con l’obiettivo di supportare le imprese che operano nel campo dell’abbigliamento per diminuire l’impiego di risorse naturali nella produzione di capi e prodotti. Il software fa parte del progetto Considered Design e metterlo a punto non è stata impresa semplice: ci sono voluti sette anni e un investimento di sei milioni di dollari.
Ma il risultato è che usando l’Environmental apparel design tool, i designer possono fare scelte in tempo reale che contribuiscono a diminuire sensibilmente l’impatto ambientale del loro lavoro. Ogni software però, come sanno sia gli sviluppatori sia gli utenti, è perfettibile e per questo Nike ha deciso di farne un programma “open source”.
Questo strumento è nato per aiutare i designer a porre in essere scelte sostenibili all’inizio del processo di creazione del prodotto – spiega Hannah Jones, vice presidente Nike Sustainable business and innovation –. Negli ultimi quattro anni ci ha permesso di creare prodotti con standard di sostenibilità innovativi. Rendendo fruibile il nostro tool vogliamo in primo luogo migliorarlo e al contempo speriamo di porre le basi per creare in futuro standard industriali globali, comuni a tutti i produttori, per far si che vengano adottati processi di progettazione che tutelino l’ambiente e vengano messi in vendita prodotti davvero ecosostenibili.
Le magliette da calcio Nike, indossate in occasione dei campionati del mondo in Sud Africa, sono un esempio di come l’Environmental apparel design tool sia stato d’aiuto per progettare le divise più ecologiche e tecnologicamente avanzate della storia del calcio, che sono state realizzate in poliestere riciclato al 100% grazie al riutilizzo di quasi 13 milioni di bottiglie in plastica, pari a circa 254 tonnellate di rifiuti altrimenti destinati alla discarica.
Soltanto nell’ultimo anno, Nike ha raddoppiato l’utilizzo di poliestere riciclato risparmiando complessivamente 82 milioni di bottiglie di plastica altrimenti destinate anch’esse alla discarica. Secondo i calcoli fatti da Nike, se tutti i produttori di abbigliamento si impegnassero a convertire almeno un terzo della loro produzione in poliestere riciclato, la domanda di questo materiale sarebbe maggiore rispetto alla produzione annuale di bottiglie in Pet, che non contribuirebbero quindi ad alimentare le discariche di rifiuti.
In aggiunta all’Environmental apparel design tool, Nike lancerà nel corso del 2011 il Footwear design tool, il Material assessment tool e il Water assessment tool, tutti programmi creati per ottimizzare l’uso di risorse. Impegni che si integrano con il recente lancio da parte di Nike di GreenXchange (GX), un mercato basato sul web dove le aziende possono collaborare e condividere brevetti e strumenti che possano condurre a nuovi modelli di business sostenibili e innovativi.
Il 2010 è stato per Nike – che controlla, tra gli altri, i marchi Converse e Cole Haan – un ottimo anno, specie considerando l’ancora incerto clima economico generale: nel primo trimestre fiscale 2011 (che per il calendario americano è finito il 31 agosto 2010), Nike ha avuto ricavi per 5,2 miliardi di dollari, in crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2009 a cambi correnti e del 10% a cambi costanti. Ottima anche la redditività, con dividendi in crescita del 10% a 1,14 dollari per azione.

Fonte: Luxury24

Ecobuild a Londra: fiera dell’edilizia sostenibile

Fiera dell’edilizia sostenibile in programma dal 2 al 4 marzo a Earl’s Court, Ecobuild annuncia un grande show con la presentazione di nuovi prodotti e servizi, insieme alle tecniche e ai progetti più all’avanguardia nel mondo del design sostenibile. Con oltre 800 espositori e circa 35.000 visitatori nel 2009, Ecobuild costituisce un valido punto di incontro per architetti, aziende e fornitori provenienti da tutta Europa. Particolarmente qualificata quest’anno, la presenza italiana, con una rappresentanza delle migliori imprese e delle associazioni più attive nel campo della sostenibilità urbana. A Londra, in pieno fermento anche dal punto di vista urbanistico per i preparativi delle Olimpiadi 2012, Ecobuild si appresta a calamitare l’attenzione di tutti coloro che credono nel binomio tra sviluppo urbano e sostenibilità. Fonte EcoRadio

La pensilina del futuro

Edo, una pensilina solare multifunzione ed energeticamente autonoma.

Edo, un elemento di arredo urbano sostenibile che ripara dagli agenti atmosferici, cattura energia solare durante il giorno, illumina durante tutta la notte e alimenta un dispositivo digitale informativo multi-mediale. Grazie a schermi touchscreen, integrati alla struttura stessa, è possibile accedere a informazioni in tempo reale su orari di autobus e calcolo percorsi, monitoraggio del traffico, livelli di inquinamento relativi a diverse sostanze, possibilità di condivisione di file e dati.

Il design di Edo nasce dall’osservazione al microscopio SEM di alcune alghe unicellulari marine chiamate Diatomee, organismi singolari che si presentano come una sorta di pannello solare a forma di ventaglio  costituito da diversi individui aggregati in colonia per accumulare tutta la luce necessaria alla propria sopravvivenza. Questo elemento a forma di ventaglio ha ispirato il design della parte superiore delle pensiline che ingloba una tecnologia fotovoltaica costituita da film flessibile in silicio amorfo. La superficie fotovoltaica raccoglie energia solare durante il giorno che viene accumulata in batterie per poi essere utilizzata in parte per alimentare un insieme di led che, attraverso un tessuto fotoluminescente, illuminano la superficie inferiore della pensilina per creare un effetto di luminescenza diffusa e poetica, che accende l’oggetto di notte. Il resto dell’energia ricavata viene messa a disposizione degli utenti che potranno “scaricarla” in forma di “free energy” (sfruttando magari i minuti di attesa o di sosta per poter recuperare una quantità di energia “di emergenza”) e attraverso una porta universale poter fornire energia a dispositivi portatili come telefoni, smartphone, lettori musicali, laptop, macchine fotografiche. Leggi e approfondisci l’articolo sul sito di Architettura & Design.