Gli architetti vogliono rigenerare le periferie
Rigenerazione delle periferie, sviluppo urbano e riforma del Codice degli Appalti. Sono stati questi i temi al centro della Conferenza dei Presidenti degli Ordini degli Architetti, svoltasi il 23 e 24 aprile scorsi a Milano, e che si tradurranno in proposte di legge da presentare al Governo. Il rinnovo delle periferie delle città è uno dei temi che stanno più a cuore agli architetti: l’idea è quella di affrontarlo mediante interventi organici di conservazione, ristrutturazione, demolizione e ricostruzione di intere porzioni di insediamenti periferici degradati o dismessi, riconoscendo a tali interventi un interesse pubblico e attribuendo loro un valore strategico, politico, economico e sociale nell’ambito del più ampio contesto urbano.
Una politica organica che sostituisca il Piano Casa che, fino ad oggi – ha detto il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Massimo Gallione – è stato poco incisivo perché ha creato poco lavoro e ha riguardato soltanto qualche piccolo ampliamento. Secondo Gallione, occorre attuare un piano di rigenerazione delle periferie urbane, basato sulla perequazione, e che, attraverso la fiscalità e gli incentivi, mobiliti capitali privati.
La nuova governance deve quindi ricercare nuovi punti di equilibrio tra crescita economica, coesione sociale e qualità urbana, favorendo l’iniziativa dei soggetti interessati, anche attraverso meccanismi premiali sui diritti edificatori, finanziari e fiscali. Gli incentivi dovranno essere assegnati secondo criteri ben precisi, come il miglioramento dell’efficienza energetica e della compatibilità ambientale del patrimonio edilizio. Tra gli obiettivi vi è anche quello di frenare il consumo di nuovo territorio, attraverso la densificazione di alcune zone solo a fronte della liberalizzazione di altre aree urbanizzate, da convertire in servizi e luoghi di aggregazione. Per quel che riguarda la riforma del Codice degli Appalti, gli architetti chiedono ancora una volta la semplificazione delle procedure di affidamento degli incarichi di progettazione, insieme con l’eliminazione del criterio del massimo ribasso o, in alternativa, la reintroduzione dei minimi tariffari. E per agevolare la partecipazione dei giovani progettisti alle gare e ai concorsi, è necessario rivedere i requisiti, oggi particolarmente penalizzanti.