Articoli relativi a ‘Cancun’

Enel Green Power realizza impianto fotovoltaico a Cancun

In occasione della conferenza delle parti (COP16) della ‘Framework Convention on Climate Change’ dell’Onu, che si terra’ a Cancun a fine novembre, Enel Green Power ha realizzato un impianto fotovoltaico progettato per soddisfare con energia da fonte rinnovabile il fabbisogno energetico della sede dell’evento.
Il progetto – precisa una nota – realizzato con il supporto del Ministero dell’Ambiente italiano e del Ministero dell’Ambiente messicano, rappresenta un importante esempio di cooperazione pubblico-privata per la protezione ambientale e lo sviluppo delle energie rinnovabili tra Italia e Messico. L’impianto e’ composto da 903 pannelli fotovoltaici ad alta tecnologia, per una potenza installata pari a 130 kilowatt, in grado di produrre 220 MWh all’anno e di evitare l’immissione in atmosfera di 110 tonnellate di CO2, contribuendo a diminuire l’impatto ambientale della conferenza.

Fonte: Ansa

Cancun: accordo difficile senza proroga Kyoto

Se non ci sarà un secondo periodo di impegno, sarà molto difficile raggiungere un pacchetto equilibrato (di decisioni) in questa negoziazione, ha informato la rappresentante del Venezuela, Claudia Salerno, durante una conferenza stampa.
Si trovavano al suo fianco i negoziatori degli altri Paesi dell’Alba: Bolivia, Ecuador, Nicaragua e Repubblica Dominicana. Non siamo disposti a cedere sulle nostre posizioni, ha aggiunto. Questa dichiarazione arriva alcuni giorni dopo che il Giappone ha ribadito, con grande fermezza, che non assumerà impegni per un secondo periodo nel quadro del protocollo di Kyoto, la cui prima scadenza è a fine 2012. I Paesi del Sud insistono per un’estensione di questo trattato firmato nel 1997, poiché è il solo strumento legale che ha obbligato i Paesi industrializzati a limitare le loro emissioni di gas a effetto serra (Ges) all’origine del cambiamento climatico. Entro il 2012, devono ridurle di oltre il 5 per cento rispetto al 1990. Tokyo si rifiuta però di vincolarsi, mentre il protocollo di Kyoto non copre più che circa il 30 per cento delle emissioni globali di Co2 e non impegnano i due Paesi che inquinano di più al mondo, la Cina e gli Stati Uniti, che non l’hanno ratificato. Mercoledì il negoziatore principale del Brasile, Luiz A. Figueiredo, avevano giudicato che si trattasse di una “questione chiave”. Da parte sua l’Unione europea ha ripetuto varie volte a Cancun di essere favorevole a una proroga, a determinate condizioni. Delegazioni di oltre 190 paesi sono riunite dal 29 novembre, al 10 dicembre, nella località balneare messicana per dare un nuovo slancio ai negoziati sulla lotta contro il cambiamento climatico, dopo la delusione di Copenaghen, un anno fa.

Fonte: LaStampa

La svolta della Cina sul clima? Errore di traduzione

La notizia ha fatto il giro del mondo, rapidissima visto che il mondo qui a Cancun è concentrato dentro un albergo, seppure molto grande. Il 7 dicembre Su Wei, negoziatore cinese per la conferenza sui cambiamenti climatici, ha regalato ai media titoli di apertura e approfondimenti di primo piano: “La svolta della Cina su Kyoto”. Brividi nella comunità internazionale: per la prima volta la Cina aveva detto sì agli impegni vincolanti e ai controlli internazionali sulle emissioni di CO2. Il punto nodale della trattativa sul protocollo di Kyoto. La pietra dello scontro fra i due grandi inquinatori del mondo, Cina e Stati Uniti.
Con un dettaglio: la svolta della Cina non era vera. C’era stato un errore di traduzione. Le parole di Su Wei pronunciate in cinese erano state riportate male dall’interprete della conferenza. Todd Stern, capo negoziatore americano qui a Cancun, aveva fiutato l’errore. E quando è stato assalito dai giornalisti che volevano una sua reazione alla “storica svolta della Cina”, ha provato a balbettare: Veramente a me non sembra che ci siano cambiamenti nella politica cinese. Ma niente da fare. La sua è stata interpretata come una mossa tattica, in difesa. Il tentativo di minimizzare la storica apertura della Cina. E’ dovuto scendere in campo Xie Zhenua, il capo delegazione del governo cinese. Una conferenza stampa con i crismi della diplomazia negoziale. Lungi dal denunciare un errore di traduzione, Xie Zhenua ha ripetuto pacatamente la politica cinese sulle riduzioni di CO2 che, tra le altre, vede la Cina come il paese al mondo che investe di più in energia rinnovabile. In conferenza stampa Xie Zhenua ha scandito lentamente i punti nodali della politica sulle riduzione delle CO2. Parlando, rigorosamente, in inglese.

Fonte: CorriereDellaSera

Cancun, Cop 16: si cambia rotta?

La nuova speranza nella lotta ai cambiamenti climatici si chiama Cop 16 di Cancun. Ma, onestamente, non è una grande speranza. I leader del mondo sono arrivati ieri nella cittadina messicana per partecipare alla conferenza, portandosi dietro crisi economiche, crisi politiche, documenti rivelati dagli hacker e quanto altro può remare contro il buon esito di questi dieci giorni di lavori sul clima. Il pessimismo, dopo la fallimentare conclusione della conferenza di Copenaghen, è il punto di partenza: troppi problemi sono ritenuti prioritari rispetto al clima dall’attuale classe politica in mezzo mondo. Forse solo i paesi africani, alle prese con la deforestazione e la desertificazione, hanno qualche stimolo in più. Ma tra i centoventi presenti contano assai poco.
Nulla, rispetto agli Stati Uniti di Barack Obama, che pure si è presentato ambientalista in campagna elettorale e, ancora oggi, deve dimostrare di esserlo. Assai poco rispetto ad una Europa che per combattere il global warming punta troppo sulla cattura del carbonio. Per non parlare della Russia, che campa di gas naturale e petrolio, e della Cina, che brilla nelle rinnovabili tanto quanto nel carbone. Per non parlare della guerra aperta tra Usa e Cina per i sussidi alle rinnovabili e dell’ Italia che si presenta con un Direttore del Ministero per l’Ambiente, Corrado Clini, che ha già messo le mani avanti. La speranza è l’ultima a morire, ma a morir disperato potrebbe essere il pianeta intero.

Fonte: EcoBlog