Articoli relativi a ‘Africa’

Rinnovabili: l’Africa produrrà energia per la Ue

Entro i prossimi cinque anni l’Europa importerà dall’Africa energia elettrica prodotta dal sole. Lo ha affermato il Commissario Europeo all’Energia, Gunther Oettinger, al termine di un incontro con i ministri dell’Energia di Algeria, Marocco e Tunisia tenutosi ad Algeri.
Ritengo – ha dichiarato il Commissario – che nei prossimi cinque anni arriverà al mercato europeo la produzione elettrica dei primi impianti localizzati nell’area nord africana. Inizialmente questi volumi saranno prodotti da piccoli progetti per una potenza di centinaia di MW. Poi la capacità elettrica in Africa arriverà a migliaia di MW nel momento in cui entrerà in funzione il progetto solare Desertec. Questo progetto – ha aggiunto Oettinger – ha un respiro di 20-40 anni e necessita di investimenti di centinaia di miliardi di euro per poter integrare tutta la possibile produzione di migliaia di MW da fonte eolica e solare, ma sarà molto importante per raggiungere gli obiettivi fissati dalla UE per il 2020 in merito alle rinnovabili.
Sull’allarme lanciato da alcuni gruppi ambientalisti relativamente al fatto che il collegamento elettrico da realizzarsi tra Nord Africa e Europa potrebbe – invece – essere utilizzato per importare elettricità prodotta da impianti convenzionali a gas e carbone, il Commissario ha precisato: Si tratta di una bella domanda alla quale occorre una buona risposta. Dobbiamo essere sicuri che ciò non accada, ma questo non deve mettere in crisi il nostro progetto. Inoltre, ritengo possibile dal punto di vista tecnologico monitorare le importazioni elettriche dall’Africa alla UE che transitano sui nuovi cavi al fine di stabilire se si tratti di energia elettrica prodotta da impianti convenzionali o fa fonti rinnovabili.

Fonte: LaStampa

Idee per nuove aule scolastiche a Kinshasa in Africa

Gli ordini degli ingegneri e architetti della provincia di Parma hanno indetto un concorso di idee per la Costruzione di Nuove aule in ampliamento alla Scuola Secondaria Matondo a Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo – Africa.
Il concorso è finalizzato ad acquisire proposte progettuali di intervento di particolare interesse architettonico – tecnico e capacità propositiva, dando ai giovani iscritti l’opportunità di rapportarsi in una realtà nuova e sconosciuta.
La nuova scuola, che con il presente progetto si vuole realizzare, si inserisce in un contesto scolastico già esistente e sarà finalizzata a migliorare le strutture della scuola secondaria “Matondo” posta nel quartiere Ndanu a Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo.
La nuova scuola verrà frequentata dalla gioventù del quartiere della parrocchia di S. Bernardo gestita dai padri Saveriani. La scuola esistente svolge un ruolo sociale di rilevante importanza. Essa è infatti destinata ad accogliere ed impegnare i giovani, residenti in questa periferia degradata, dando loro un’opportunità di crescita culturale e sociale, sottraendoli alla microcriminalità della periferia urbana e anche al probabile rischio di arruolamento negli eserciti civili che armano la popolazione più giovane del Congo.
La scelta di ampliare la scuola esistente è dettata dalla necessità di accogliere un numero sempre maggiore di giovani abitanti. Il progetto dovrà prestare cura alla ricerca della migliore soluzione progettuale che dovrà fondarsi su un’attenta lettura del contesto territoriale, delle sue caratteristiche fisiche, dell’analisi dei suoi abitanti sia animali che vegetali e dei suoi prodotti (conoscere il più possibile il luogo nel quale si interviene). Imparare a conoscere, osservare e leggere, quello che ci sta intorno, significa entrare in sintonia con la specificità del luogo. Da questo percorso intellettuale si auspica che possano scaturire iniziative e sperimentazioni di possibili alternative in architettura, con esempi virtuosi di costruzioni ecologiche, con l’utilizzo di materiali semplici e di facile reperibilità (Km0) in armonia con il clima e con il paesaggio.
La partecipazione al concorso è riservata a gruppi composti da almeno un ingegnere ed un architetto, che rispondono ai requisiti elencati nel bando. Il plico contenente la documentazione richiesta dal bando dovrà pervenire entro e non oltre il prossimo 15 maggio 2011. Al gruppo vincitore verrà assegnato un premio in denaro pari di 2mila euro e verrà data la possibilità di seguire le fasi realizzative del progetto. Gli enti banditori organizzeranno una mostra per l’esposizione degli elaborati progettuali più meritevoli.
La premiazione avverrà in concomitanza con l’inaugurazione della mostra indicativamente entro il mese di Settembre 2011; nell’occasione verrà organizzato un convegno nel corso del quale i vincitori potranno illustrare le caratteristiche del loro progetto.

Fonte: Archiportale

L’Africa e il fotovoltaico

Il fotovoltaico in Africa potrebbe combattere povertà e cambiamenti climatici. Allo stato attuale due miliardi di persone non hanno accesso alla rete elettrica: utilizzano kerosene e legna per procurarsi luce e calore, combustibili fossili che producono tonnellate di anidride carbonica e fumi tossici. In Africa, serve luce, calore, energia per pompare l’acqua, caricare i cellulari, ascoltare la radio e pescare di notte, energia per le scuole, gli ospedali e i servizi comunitari. E se c’è qualcosa che in Africa non manca è il sole. Il fotovoltaico ridurrebbe la dipendenza dai combustibili fossili rendendo le comunità più indipendenti e in grado di svilupparsi e diminuirebbe fortemente le emissioni di gas serra. Il primo a introdurre il fotovoltaico in Africa fu nel 1077 il missionario Bernard Verspieren, fondatore di una scuola agronomica a Mali mettendo in funzione la prima pompa fotovoltaica. L’unico inconveniente di questi pozzi è che la luce solare ha fluttuazioni continue: corrente e potenziale aumentano e diminuiscono, il motore accelera e decellera in proporzione all’ora della giornata e alle condizioni metereologiche. Il motore non funziona di notte e gira lentamente in situazioni metereologiche di nuvoloso. Per ovviare a questi inconvenienti si utilizzano degli accumulatori per garantire la presenza di energia a tutte le ore. Nello stesso periodo una studentessa del Politecnico di Parigi, Dominique Campana, svolgeva la sua tesi di dottorato sulla possibilità di alimentare pompe con celle fotoelettriche. Dominique costruì un prototipo e riuscì a farlo funzionare in una regione molto arida della Corsica, con ottimi risultati. La notizia fece il giro del mondo. Numerosi sono i progetti umanitari che si impegnano ad aiutare le popolazioni ad acquistare pannelli fotovoltaici, uno di questi programmi è Solar Aid.

Fonte: Energia in tutte le sue forme.