Archivio della categoria ‘INIZIATIVE’

Fao: parte collaborazione salva-foreste Mediterraneo

Al via una nuova partnership per salvare le foreste dalle sfide poste dal cambiamento climatico nel Mediterraneo. La collaborazione, riferisce la Fao, coinvolge 12 tra istituzioni e organizzazioni (tra cui la stessa Fao) ed e’ stata annunciata nell’incontro sulla Foresta Mediterranea che si chiude oggi in Francia, ad Avignone.
Secondo Eduardo Rojas-Briales, vicedirettore generale del dipartimento foreste della Fao, questo nuovo patto per le foreste nel Mediterraneo contribuira’ a sollevare l’attenzione sulla ricchezza delle funzioni vitali che esse forniscono ai loro abitanti, tra cui la protezione del suolo e dell’acqua,la valorizzazione del territorio, il sequestramento dell’anidride carbonica e la conservazione della biodiversita. La partnership, che mira ad integrare le politiche e gli investimenti a livello nazionale in modo da adattare le foreste al cambiamento climatico, riguardera’ principalmente sei Paesi del Mediterraneo meridionale ed orientale: Marocco, Algeria, Tunisia, Siria, Libano e Turchia. Il bacino del Mediterraneo, ricorda la Fao, perde ogni anno tra 0,7 e 1 milione di ettari di foreste a causa degli incendi, pari a una perdita economica di circa 1 miliardo di euro. Il caldo e l’aumento della siccita’ sono proprio le principali minacce (oltre a espansione agricola, turismo, sviluppo urbano) che le foreste devono fronteggiare nell’area del Mediterraneo, considerata un ‘hot spot’ climatico. La superficie forestale totale mediterranea e’ di 73 milioni di ettari, cioe’ l’8,5% della superficie totale terrestre.

Fonte: Ansa

Bando Allestimenti verdi

Franciacorta in Fiore 2012 indice un bando dal tema:

IL BEL GIARDINO DI CASA NOSTRA

per l’allestimento di uno spazio verde pensato anche per ospitare proposte “esotiche” giunte da luoghi e Paesi lontani.
Quest’anno la rassegna, giunta alla 14^ edizione, dedicata a fiori e piante rare e classiche, vuole concentrarsi ancor di più sul florovivaismo internazionale, è per questo che il concorso vorrebbe dare grande visibilità alla coltura dei giardini di tutto il mondo, con la possibilità di poter ricreare piccoli appezzamenti e giardini ridotti rappresentativi delle varie etnie.
Come potrete leggere dal bando, vi sarà anche una sezione dedicata alle scuole elementari/medie e le famiglie per la realizzazione dei piccoli orti.  (si allega cartella, bando e scheda di iscrizione)

con preghiera di divulgazione e per altre informazioni telefonate al +39 030 77 50 750 interno 8 oppure digitate www.franciacortainfiore.it

San Siro ecosostenibile?

I recenti risultati dei referendum su acqua e nucleare sembra abbiano messo sotto la lente d’ingrandimento la volontà degli italiani di riprendere possesso dei beni comuni e costruire insieme un futuro diverso da quello che le turbolenze degli ultimi anni stavano cominciando a prefigurare. Forse sono solo parole, ma le aspettative salgono ancora di più quando anche un mondo fatto per una buona metà di interessi milionari come il calcio avanza proposte che vanno in quel senso.

Parliamo della proposta che sta cominciando a girare di portare la prima finale “ecosostenibile” di Champions League a Milano nel 2014. Un progetto che potrebbe scontrarsi in modo interessante con l’Expo dell’anno successivo, un trampolino di lancio per la vera città “europea” del Bel Paese per farla tornare nel posto che le spetta, cioè un punto di riferimento economico e culturale del Vecchio Continente. E per una volta InterMilan sarebbero alleate per far breccia all’interno della giunta Pisapia a Palazzo Marino, portando questa stimolante novità.

Fonte: next.liquida.it

Spazzatura, energia e comunicazione

L’energia è il tema nodale del nostro tempo. Tra le risorse di cui necessita uno stato, le fonti energetiche sono sicuramente le più bramate dai paesi ricchi, che di anno in anno si ritrovano ad affrontare più o meno responsabilmente il problema. Scegliere una fonte rinnovabile è sempre un rischio, poiché non tutte sono in grado di ovviare a problemi che molti anni di ricerche e sviluppo sui combustibili fossili hanno già risolto. Tra le più quotate per un più ampio utilizzo nell’immediato futuro sembrano infatti esserci quelle che possono essere impiegate analogamente ai combustibili tuttora in uso.
Ma questi non sono gli unici ostacoli per la diffusione di una nuova energia. Prendiamo i biocarburanti, per esempio. Ricavati dalle biomasse, possono essere sostituiti alla benzina per l’utilizzo di un motore endotermico, tanto per citare l’annoso problema del trasporto motorizzato. E’ importante però ricordare che la produzione di biomasse non sempre è semplice, può comportare sprechi eticamente discutibili e l’estrazione di biocarburanti molto probabilmente non sarebbe fatta con energie pulite. Quest’ultimo problema non crea il maggiore ostacolo, dato che chiaramente anche la benzina “verde” viene prodotta con un processo che porta inquinamento. Per risolvere il problema della reperibilità della materia prima invece, si può guardare alla fonte più logica: la spazzatura. Ogni giorno tonnellate e tonnellate di scarti organici saturano le nostre discariche. Forse non tutta questa spazzatura potrebbe essere utilizzata per produrre questo tipo di carburanti, ma con un attenta selezione si potrebbero avere biomasse senza dover coltivare appositamente piante da riconvertire subito in fonte energetica. L’attenzione si sposta quindi sulla raccolta e la reperibilità. Per esempio, come si può spronare la gente a raccogliere più accuratamente i materiali in modo che siano nuovamente una ricchezza e non un fastidioso surplus? Lo studio Ahha Project offre una possibile soluzione, molto semplice. Il progetto “Energy from the biomass”, un sacchetto per la raccolta dell’organico. Questo oggetto, costruito in PLA biodegradabile, porta su di se un messaggio molto più chiaro al consumatore di quanto possano essere molti slogan. Stampati sul sacchetto, ci sono diversi esempi di cosa potrebbe fare l’energia estratta da quella quantità di biomassa. Si può scoprire, ad esempio, che il contenuto di un solo sacchetto potrebbe fare percorrere 10 chilometri a una macchina, tenere in funzione il frigorifero per 200 ore, ricaricare la batteria di un cellulare per 300 volte o fornire energia a un lettore mp3 per 12.000 ore di musica. Il vantaggio può essere percepito immediatamente: un sacchetto di spazzatura può permettere a una persona di viaggiare per 10 chilometri senza spendere in benzina. Se si pensa all’enorme quantità di rifiuti che si accumula continuamente in cucina, questo porterebbe a un risparmio enorme. Eppure ad oggi, esclusa la raccolta differenziata porta a porta, in Italia solo il 20% circa dei rifiuti di questo tipo finisce in contenitori dedicati all’organico. Questo perché per molte persone è scomodo o non conveniente impiegare del tempo in una raccolta differenziata scrupolosa. La chiave per la soluzione nel problema può essere quindi la comunicazione data da un oggetto di uso comune, che può improvvisamente suggerirci che un sacchetto di spazzatura potrebbe in realtà fornire l’energia per radersi 10.000 volte o per spremere il succo di 20.000 limoni.

Fonte: ArchitetturaEcoSostenibile

Edifici efficienti: dall’UE un progetto che coinvolge i Comuni

La Direzione Generale Energia della Commissione europea propone ai Comuni europei un progetto per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, finanziato attraverso la Banca europea per gli investimenti (Bei). Lo ha spiegato Antonello Pezzini, rappresentante di Confindustria in Europa e Consigliere Cese (Comitato economico e sociale europeo), durante il seminario internazionale sulla direttiva 2010/31/CE (leggi qui) che si è tenuto nei giorni scorsi a Milano.
Spagna, Italia, Germania – ha detto Pezzini – potrebbero partecipare con un opportuno progetto al Pic (competitive innovation programme) che ha i finanziamenti per sostenerlo. La Dg Energia, invece, triangolando con la Bei mediante il poderoso strumento del Patto dei sindaci, propone ai comuni di diventare soci dell’Europa per mettere a regime soprattutto gli edifici pubblici, attraverso un piano d’azione che preveda un finanziamento da parte della Bei e la restituzione del prestito in vent’anni, con un tasso di interesse 10-15 basic point sotto l’euribor a sei mesi.

I criteri per l’applicazione della nuova direttiva
Nel corso del seminario, focalizzato sullo stato dell’applicazione della nuova direttiva 2010/31/CE (sulla prestazione energetica degli edifici) nei diversi Paesi dell’Unione Europea e nelle differenti regioni italiane, sono stati illustrati i criteri da seguire per giungere nel giugno 2011 all’adozione della direttiva “EPBD recast”, al suo recepimento entro il luglio 2012 e alla sua applicazione tra gennaio e giugno 2013. Se si vorrà raggiungere l’obiettivo del 2020 – ha sottolineato Emmanul Cabau, rappresentante della Dg Energia Ue – bisognerà tener conto di tutte le forme di energia, non solo rinnovabili, e bilanciare il costo degli investimenti e il costo di manutenzione, per raggiungere il costo netto di efficacia energetica secondo la metodologia già applicata nell’ecodesign.

Direttiva sull’Eco-label e Direttiva sulle fonti rinnovabili
Dunque, i contenuti della direttiva 2010/31/CE andranno coniugati con quelli della direttiva 2010/30/CE sull’eco-label. L’Italia – ha spiegato Pezzini – dovrà normare entro l’anno prossimo, recependo tutti i contenuti della progettazione ecocompatibile, e considerando fondamentale nella assegnazione di un appalto il consumo energetico dell’edificio e le scelte adottate per la produzione degli impianti. Si tratta, ha aggiunto, di una rivoluzione dei criteri di valutazione, che avanza affrontando con la direttiva 2009/28/CE il tema del risparmio di energia da fonti rinnovabili, e introduce l’aerotermia come nuova fonte applicabile per il recupero termico (25-28%) attraverso l’uso di pompe di calore a bassa entalpia.

Ricerca su nuovi materiali
Pezzini ha inoltre ricordato che la DG Ricerca & Innovazione della Commissione europea ha a disposizione 2 miliardi di euro per sperimentare nuovi materiali per avere una trasmittanza su una parete verticale opaca comparabile con il risparmio energetico. Inoltre, l’Eie (Energia intelligente per l’Europa) propone con vari bandi centri di studio sull’omogeneità di calcolo per l’efficienza energetica degli edifici.

Fonte: Casa&Clima

Benvenuti nel Contentainer: il policlinico riciclato dove si fa cultura

«È un tentativo di colmare gli effetti di un divario sociale sempre più evidente in Indonesia. La popolazione cresce e si allarga contemporaneamente la fascia di emarginazione. Troppe persone non hanno accesso ai servizi sociali essenziali». Così gli architetti dello studio Dpavilion di Surabaya spiegano il progetto Social Contentainer.
Si tratta di un policlinico gratuito con servizi sanitari di base e un centro ricreativo per l’emancipazione culturale della popolazione, con una biblioteca e i computer collegati a Internet. Il nome nasce dalla contrazione delle parole container+entertainer perché, continuano gli architetti, «in un paese come questo i ragazzi non trovano molte possibilità per un sano intrattenimento, c’è un gran bisogno anche di questo». La scelta di usare container nasce dalla volontà di riciclare materiale usato in via di smaltimento, l’idea di incastrarli in una struttura complessa e colorata è frutto nella necessità di renderlo visibile da ogni punto di Batu, il villaggio nella zona est di Java che lo ospita.
Ma l’impiego alternativo di container in Indonesia è anche una metafora: in un paese che vive di esportazioni a costi bassissimi, dove poco o niente è prodotto al livello locale per la crescita locale, i container simboleggiano l’elemento che contiene le merci che vanno e vengono per arricchire altre zone del mondo. Usarli come pezzi di un’architettura di servizio è fortemente significativo anche per un altro motivo: convertire un contenitore mobile di merci a contenitore di essere umani statico, è un atto simbolico di cambiamento. «Contentainer riflette una rapida evoluzione culturale, pensiamo sia possibile costruire spazi liberi, aperti, cosmopoliti», concludono gli architetti.
In una considerazione più ampia sul ruolo e il significato dell’architettura contemporanea Contentainer è un piccolo progetto che si pone come un esempio di un’idea realizzata che non si cura delle dicotomie bello-brutto, giusto-sbagliato, iconico-anonimo. È un felice esempio di architettura unica e contestuale, genius loci del nuovo millennio. Il loro manifesto è: “Kere bisa hore” che in indonesiano significa “anche un mendicante può”.

Fonte: Luxury24

Albero più amato d’Europa: votate online

L’albero più amato d’Europa si può votare online. Il tutto rientra nell’ambito del concorso “European tree of the year“, che vede in gara cinque alberi che si trovano in differenti Paesi europei. Gli internauti possono esprimere la loro preferenza per una delle piante, contribuendo in questo modo a decretare il vincitore. Un’interessante opera di sensibilizzazione ambientale improntata alla sostenibilità ambientale. Non dobbiamo infatti dimenticare che gli alberi fanno parte di un ecosistema dai precisi equilibri naturali, che dovrebbero essere oggetto di tutela ambientale. Gli alberi in gara nell’ambito di questo a dir poco originale concorso sono due platani della Bulgaria e dell’Ungheria, due querce della Repubblica Ceca e della Slovacchia e un tiglio della Romania. Tutte le piante possiedono il titolo di albero nazionale del 2010, ciascuno in relazione al proprio Paese di riferimento. Come ha dichiarato Ladislav Miko, ex ministro ceco dell’ambiente: attraverso l’emulazione naturale, il concorso può cambiare il rapporto della gente con l’ambiente in cui vivono e richiamare l’attenzione sul patrimonio naturale locale. Un obiettivo di non poco conto, se si presta attenzione all’importanza del rispetto dell’ambiente e alla valorizzazione del patrimonio ambientale, inteso come vera e propria ricchezza da non sottovalutare. Non dimentichiamo che anche in Italia le foreste costituiscono un grande patrimonio ambientale.
Per votare c’è tempo fino al 6 Marzo. La premiazione si svolgerà a Bruxelles nel corso della “Settimana Verde” dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Far conoscere ai più quanto è importante l’attuazione di apposite strategie volte alla salvaguardia dell’ambiente significa puntare sull’opportunità di riuscire a costruire un mondo più a misura d’uomo. D’altronde le foreste rappresentano una parte considerevole del patrimonio ambientale dell’Unesco.

Fonte: Ecoo

Mobilita’ sostenibile: Parma sposa l’elettrica

Muove i primi passi a Parma il progetto sulla mobilità elettrica che, nell’arco di cinque anni, dal 2011 al 2015, porterà a 300 il numero di colonnine destinate alla ricarica delle batterie. La città ha alzato oggi il sipario sul progetto ‘Zero Emission City’, nel corso del convegno ‘Politica Europea per la mobilita’ elettricà.
All’incontro, introdotto dal sindaco di Parma Pietro Vignali e dal direttore generale di EnergyLab, Silvio Borsetti, hanno partecipato tra gli altri il vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, e il presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, Federica Guidi. E’ stata anche l’occasione per fare il punto sulla situazione della mobilità elettrica in Europa. In Europa si registrano singoli interventi economici legati a ciascun Paese.
In Inghilterra, ad esempio, il governo ha finanziato il programma di sviluppo elettrico con 230 milioni di sterline. Dall’1 aprile 2010, inoltre, i veicoli elettrici delle imprese sono detassati e dal 2011 gli acquirenti di auto elettriche riceveranno uno sconto del 25% sul prezzo di listino fino ad un massimo di 5.000 sterline.
In Spagna il Piano d’Azione per il Veicolo Elettrico prevede investimenti pubblici pari a 590 milioni in due anni, incentivi per veicoli elettrici fino al 20% del prezzo totale, con un tetto di 6.000 euro e la creazione di un parco di 250.000 veicoli elettrici entro il 2014.
In Germania, invece, un’iniziativa congiunta del governo e delle industrie automobilistiche tedesche punta ad un milione di veicoli elettrici entro il 2020.
Infine, in Francia il piano Borloo prevede un investimento di 250 milioni per l’ installazione di 75.000 colonnine di ricarica sulla rete stradale e 5.000 euro di incentivo all’acquisto di un’auto elettrica fino al 2012, mentre entro il 2015 è previsto un parco di veicoli elettrici 100.000 unità.
In Italia nel 2010 sono state vendute solo 103 auto elettriche (pari allo 0,01% del mercato automobilistico) contro le 69 del 2009. I concessionari, secondo una ricerca di InterAutoNews presentata al recente Motor Show di Bologna, parlano di un mercato potenziale del 2-5%. A ottobre 2010 è stato presentato il disegno di legge 3553, nel quale si prevedono, ma non sono state ancora definite, iniziative finanziarie a supporto della mobilità elettrica. L’iniziativa promossa dal comune di Parma prevede un investimento complessivo richiesto di 9 milioni, di cui 1,9 nella fase iniziale di start up; incentivi all’acquisto di un veicolo elettrico fino a 6.000 euro; 100 vetture elettriche entro il 2011, che diventeranno circa 1.000 nel 2015.

Fonte: Ansa

Teheran: pioggia artificiale contro lo smog

Dal 7 dicembre cinque aerei stanno lanciando acqua sui quartieri più inquinati di Teheran per tentare di abbassare i livelli di smog.
Questo è il secondo provvedimento “anti-inquinamento” del Ministero della Salute che già i primi di dicembre aveva fatto circolare le auto a targhe alterne e chiudere per due giorni banche, uffici pubblici e università. Nonostante questi provvedimenti sembra che al momento il livello di inquinamento di Teheran sia ancora troppo alto tanto che il governo ha incaricato un gruppo di ricercatori di trovare un modo per aumentare le precipitazioni oppure per cambiare le rotte dei venti. Causa principale dell’inquinamento nella capitale della Repubblica Islamica è l’altissimo numero di auto che ogni giorni vi circolano aggiunto ai gas prodotti dalle fabbriche in periferia.

Fonte: EcoBlog

 

Legambiente invita a boicottare la plastica e lancia la campagna “vota il sacco”

Già un paio di mesi fa Legambiente aveva lanciato una petizione in favore dell’abolizione dei sacchetti di plastica, i famosi shopper dei supermercati. Ora arriva una vera e propria campagna nazionale, chiamata “Vota il sacco”, per ribadire e rinforzare la richiesta di dire addio ai sacchetti non biodegradabili. La campagna si svolgerà nelle piazze e su internet, tramite un sito-referendum online per chiedere agli italiani quale sia per loro l’alternativa migliore ai sacchetti tra le borse della spesa riutilizzabili, i sacchetti di carta e i sacchetti di bioplastica.
Perché mai Legambiente ha sentito l’esigenza di tornare, con una nuova iniziativa, su questo argomento? Per due motivi: il primo è politico, come dimostrano le incertezze sull’abbandono della plastica del ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo; il secondo è “tecnico” e consiste nella forte resistenza che sta facendo l’industria della plastica tramite l’associazione di categoria Unionplast.
Unionplast afferma che i sacchetti in bioplastica siano peggiori di quelli normali, in plastica riciclata: la bioplastica proviene da materie prime alimentari (patate, mais, olio di girasole), mentre la plastica riciclata proviene dai rifiuti. Legambiente risponde che il dossier stilato da Unionplast per difendere le sue posizioni “contiene dati inutilmente allarmistici, in alcuni casi volutamente lacunosi e persino falsi”. Per quanto riguarda la competizione con l’industria del cibo, in particolare, Legambiente è convinta che cibo e bioplastica possano convivere ed integrarsi senza alcun problema.

Fonte: Ecoblog

A Reggio Emilia: il primo negozio fotovoltaico

A Reggio Emilia nasce il primo negozio interamente rivolto al settore del fotovoltaico ed energie rinnovabili.
I diversi prodotti saranno caratterizzati dall’essere realizzati in modo da sfruttare l’energia solare: le prese di corrente sono sostituite dai raggi del sole. Non servirà più, infatti, la presa di corrente per ricaricare, ad esempio, la propria fotocamera o il proprio cellulare, ma basterà l’energia prodotta dal sole.  Grazie a questa iniziativa il cittadino ha la possibilità di rendersi conto in maniera concreta dei vantaggi che caratterizzano il settore del fotovoltaico e di cui potrebbe usufruire, considerando anche le proprie esigenze. Il negozio avrà una grande risposta sia per la curiosità dei visitatori, sia considerando la sempre crescente necessità di limitare il livello di inquinamento. La speranza è che queste iniziative diventino sempre più frequenti, in modo da dare la possibilità a tutti di usufruire del fotovoltaico e, in generale, delle energie rinnovabili così da far “tirare un sospiro di sollievo” al nostro meraviglioso pianeta.

Fonte: FotovoltaicoBlog

Firenze card: 50 euro per 33 musei in 3 giorni, e non solo…

Sembra tutto pronto per l’imminente entrata in funzione della Firenze card: è stato infatti raggiunto un accordo negli ultimi incontri tra i tecnici del Comune e quelli della Sovrintendenza, e la messa a disposizione della card per i turisti dovrebbe avvenire a breve. La card avrà un costo di 50 euro, interesserà 33 musei tra civici e statali e sarà valida per 3 giorni, periodo di tempo pensato anche per prolungare il soggiorno dei molti turisti che rimangono in città solo in giornata. Il costo della card comprende inoltre i biglietti per gli autobus dell’Ataf e della tranvia senza limitazioni di corse. Un altro vantaggio è quello di evitare la fila alle biglietterie dei musei, privilegio che avranno i possessori della card e coloro che prenoteranno online. I tecnici del Comune aggiungono: E’ un free pass concepito un po’ come il biglietto da business class in aereo, si passa prima degli altri ed è uno strumento che consente di accogliere meglio i turisti. L’offerta museale della card comprende tra gli altri: Palazzo Vecchio, Uffizi, Accademia, Pitti, Boboli, Opificio, Archeologico, Palazzo Medici Riccardi, oltre a Stibbert, Horne, Bardini, Cappella Brancacci, Museo della Scienza e Museo Alinari. L’intento è quello di poter ampliare il ventaglio delle offerte museali del territorio, e per questo motivo si comincia con la sperimentazione della card per tre mesi. Sarà acquistabile nei musei, negli alberghi, ma anche in alcuni negozi e su internet.

Fonte: ProgettoRestauro

Rifiuti: parte differenziata doc, il 2 ottobre in piazza

I cartoni della pizza con residui di cibo, i fazzoletti usati o gli scontrini mai nel cassonetto della carta; l’ involucro di plastica delle merendine sempre separato dalla vaschetta di cartone o i barattoli di vetro dal tappo di metallo. Regole base della raccolta differenziata. Ma in quanti lo sanno o lo fanno? In Italia lo smaltimento dei rifiuti urbani per tipo di materiale, con qualche ombra ma anche con eccellenze, si fa ma spesso si fa male mentre piccoli gesti di ‘qualita” possono dare una svolta importante per il buon riciclo. Ne sono convinti il ministero dell’Ambiente e il Consorzio nazionale imballaggi (Conai) che a Milano hanno lanciato la 1° Giornata nazionale del riciclo e della raccolta differenziata di qualità, sabato 2 ottobre in 20 città italiane. Per loro anche le dieci regole d’oro per una differenziata di qualità e sei panchine di design per ciascuna città realizzate utilizzando esclusivamente materiali di imballaggio provenienti da riciclo. La raccolta differenziata – afferma il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo – è il punto di partenza essenziale di un corretto ciclo di smaltimento dei rifiuti che, nella loro quasi totalità, non sono uno scarto ma una risorsa che può essere utilizzata come materia prima per realizzare nuovi oggetti o come fonte di energia. Grazie a un piccolo impegno quotidiano per fare bene la raccolta, è possibile migliorare ancora il riciclo, ha detto Piero Perron, Presidente di Conai. Il decalogo – ha riferito Antonio Giuliani, dirigente dell’ufficio di gabinetto del ministero dell’Ambiente – è valido per tutto il Paese. Si parte con questa campagna ma l’obiettivo è tendere a uniformare la qualità per tutto il territorio.
E differenziare bene è anche una questione di colore. Per quanto riguarda la plastica, infatti, lo smaltimento costa di più con le bottigliette di colore azzurro, secondo il Consorzio per la plastica, Corepla, 150 euro a tonnellata. Tanto che in Giappone si sta procedendo al divieto di adottare la colorazione azzurra. Infine l’impegno Conai con i comuni. Il Consorzio, ha sottolineato il direttore generale, Walter Facciotto sostiene, nell’ambito dell’accordo quadro con l’Associazione nazionale dei comuni italiani, Anci, le amministrazioni locali nel perseguire obiettivi di qualità attraverso il versamento dei corrispettivi economici, nel 2009 oltre 400 milioni di euro.


Ecco la fotografia dell’Italia che ricicla:
GIORNATA NAZIONALE RICICLO: Il 2 ottobre in 20 città (Ancona, Aosta, Arezzo, Bari, Bologna, Caserta, L’Aquila, La Spezia,Matera, Milano, Oristano, Perugia, Reggio Calabria, Roma,Siracusa, Termoli, Trento, Treviso, Trieste, Vercelli). Nelle 20 piazze ci saranno punti informativi dove verrà distribuito Il Decalogo della raccolta differenziata di qualità;
QUANTO VALE UNA DIFFERENZIATA DI QUALITA’: Il miglioramento della qualità della raccolta differenziata -classificata per fasce di qualità che misurano omogeneità, presenza di materiali estranei non riciclabili – si traduce, per un comunedi 100.000 abitanti (con una raccolta differenziata complessiva intorno al 45%) in corrispettivi economici che vanno dai 232.000 euro all’anno per materiale classificato in 3/a fascia di qualità per arrivare a circa un milione di euro l’anno per materiale classificato in 1/a fascia di qualità, quadruplicando quindi i corrispettivi. Un meccanismo, che per una città di 1.000.000 di abitanti (con una differenziata intorno al 45%), prevede finanziamenti che possono arrivare a 9,5 milioni di euro l’anno per una raccolta differenziata di 1/a fascia;
I NUMERI DEL RICICLO: i risultati nazionali di recupero dei rifiuti di imballaggio di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro raggiungono il 73,9%, equivalente a 8.024.000 tonnellate recuperate su 10.863.000 tonnellate immesse al consumo. Il sistema ha registrato una crescita del recupero complessivo del 5,25% rispetto all’anno precedente (da 68,6% a73,9%) e una riduzione delle quantità di rifiuti di imballaggio destinate a discarica (nel 2009 sono scese al 26% del totale deirifiuti da imballaggio);
DAL CASSONETTO ALLO SCAFFALE: servono 19.000 barattoli per conserve per produrre un’auto; occorrono 37 lattine per fare una caffettiera da tre tazze; quasi il 90% delle scatole per pasta,calzature e altri prodotti di uso comune sono realizzati in cartoncino riciclato; con il riciclo di una cassetta di legno si ottiene un attaccapanni; con 27 bottiglie di plastica si fa una felpa in pile; il 66% delle bottiglie di vetro oggi immesse al consumo nel Paese è fatto con vetro riciclato proveniente dalla raccolta differenziata nazionale.

Fonte: Ansa

BioDomenica: il 3 ottobre in piazza

Cento piazze in Italia, cinque continenti nel mondo mobilitati per promuovere il consumo di prodotti biologici, sicuri e di qualità. Prodotti legati al territorio, alle sue tradizioni, alla propria cultura. Un appuntamento, che solo a Roma vedrà presenti più di 150 aziende agricole biologiche, targato Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), Coldiretti e Legambiente, insieme il 3 ottobre 2010 per l’undicesima edizione di Biodomenica.
Parlare di agricoltura biologica significa parlare di ambiente, di tutela della biodiversità, di salute, di alimentazione e gusto, di benessere animale, di consumo critico e responsabile, di commercio equo e solidale e di finanza etica. Va proprio in questo senso la giornata nazionale per promuovere il consumo di prodotti sicuri e di qualità, legati al territorio, alle sue tradizioni e alla sua cultura.
La Biodomenica ha l’obiettivo di favorire l’incontro tra il mondo agricolo e i cittadini/consumatori, per creare con loro un movimento di opinione in grado di orientare il mercato e le istituzioni. Le iniziative si svolgeranno nelle piazze delle maggiori città italiane dove si potranno degustare le migliori produzioni biologiche, incontrare i produttori per ricevere informazioni sulle tecniche di produzione e sulle caratteristiche degli alimenti biologici.
In ogni città l’iniziativa sarà caratterizzata dalle produzioni tipiche locali: a Napoli si potrà gustare la pizza fatta con ingredienti Bio, a Genova il pesto biologico, a Roma (in via dei Fori imperiali) il vino dei Castelli, a Firenze l’olio e il farro, in Sardegna i malloreddus e il torrone…
Il tema di quest’anno sarà “Glocal”. Oggi il biologico si pone come una grande opportunità, partendo dal locale, per rispondere a livello globale alla grande crisi climatica, alimentare ed economico-sociale. Il biologico si propone, infatti, a livello locale come un modello in grado di fornire le migliori risposte valorizzando il sapere locale, la biodiversità ed il risparmio energetico. Il tutto concependo una distribuzione che ha come priorità il mercato interno ed il rapporto diretto fra produttore e cittadino/consumatore. Un modello che agisce a livello locale, ma che riesce ad essere una risposta anche alla crisi globale.

Fonte: BlogBiologico

Copenhagen, l’hotel a pedali: i clienti generano energia elettrica in cambio di un pasto gratis

Arriva l’hotel a pedali. I clienti sono invitati ad usare cyclette che trasformano il movimento in energia elettrica pulita e rinnovabile; in cambio ricevono un pasto gratis. Il Crowne Plaza Copenhagen Towers non è un alberghetto da quattro soldi: 366 camere, un sito internet che promette servizi e comfort fuori dal comune. L’hotel è situato a due passi dal centro di Copenhagen. Le cyclette collegate alla dinamo per trasformare in energia elettrica il movimento degli ospiti non sono certo una sua esclusiva: sono state installate da poco anche al rifugio per senzatetto di Detroit gestito dalla Cass Community Social Services, tanto per fare un’esempio. Ma con un’importante differenza. A Detroit, i barboni sono invitati a pedalare (e a produrre energia) soltanto in nome della salute. All’hotel di Copenhagen, coloro che produrranno almeno 10 watt ora di elettricità riceveranno in omaggio un pasto a base di prodotti locali, del valore di 44 dollari Usa. Guadagnarsi il pranzo (o la cena) non è per nulla difficile: secondo i calcoli dell’hotel, pedalare per un’ora alla velocità di 30 chilometri all’ora produce circa 100 watt ora di elettricità. Dunque sei minuti bastano per sedere a tavola gratis. Peraltro, quei 100 watt ora sono sufficienti appena per tenere accesa una lampadina. E dunque incidono solo simbolicamente sull’impatto ambientale dell’hotel, che comunque sfrutta l’energia geotermica per la climatizzazione, è dotato di pannelli solari e possiede certificazioni ecologiche.
Su Reuters Copenhagen, i clienti dell’hotel che generano energia elettrica pedalando ricevono un pasto gratis
Sul Guardian l’hotel a pedali di Copenhagen

Fonte: Blogeko

Greenpeace: attacco alle piattaforme petrolifere nell’artico

All’alba di ieri attivisti di Greenpeace sono riusciti a scalare la piattaforma petrolifera Stena Don, situata nelle gelide acque al largo della Groenlandia, eludendo l’imponente schieramento militare della marina danese. I quattro esperti climber, provenienti da Stati Uniti, Finlandia, Germania e Polonia, sono riusciti a bloccare le operazioni di perforazione e sono equipaggiati per rimanere appesi sulla piattaforma diversi giorni.
Le grandi compagnie petrolifere devono restare fuori dall’Artico. Piattaforme come questa , impegnate in esplorazioni petrolifere – avverte Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace – potrebbero far scattare la scintilla della corsa al petrolio nell’Artico, mettendo a rischio questo fragile ecosistema e il clima globale. Il disastro del Golfo del Messico ha chiaramente dimostrato che è tempo di liberarci della schiavitù del petrolio.
Se gli attivisti riusciranno a bloccare tali operazioni anche per pochi giorni sarà difficile per la compagnia britannica Cairn Energy terminare le attività di esplorazione prima dell’arrivo dell’inverno, quando le rigide condizioni ambientali renderanno impossibile ogni attività di ricerca di petrolio.
Fermare questo mostro durante le prossime settimane – continua Monti – vorrebbe dire fermare ogni attività petrolifera nell’Artico fino al prossimo anno, un tempo che speriamo sia sufficiente a ottenere una moratoria mondiale per l’ estrazione di idrocarburi in alto mare.
I climber sono partiti a bordo di gommoni provenienti dalla Esperanza, una delle navi di Greenpeace, impegnata da qualche settimana in un tour nell’Artico contro le perforazioni petrolifere, mentre un’altra delle navi, l’Arctic Sunrise, si trova nel Golfo del Messico per svolgere analisi indipendenti sull’impatto della marea nera.

Fonte: Il sostenibile

Progetto ZeroCO2: piccoli comuni virtuosi crescono

Un piano energetico a zero emissioni e a costo zero per i piccoli Comuni europei per ridurre le emissioni di anidride carbonica e contrastare i cambiamenti climatici. È il progetto ZeroCO2 nell’ambito del Programma Med finanziato dalla Commissione europea, al quale partecipano Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. L`idea del progetto, che avrà la durata di due anni, è sviluppare una collaborazione tra enti locali, agenzie per l`energia e partner privati (Esco-Energy Service Company) capace di realizzare un piano energetico a zero emissioni e a costo zero per i piccoli comuni europei.
Per l’Italia i partner sono Legambiente e Kyoto Club Service e capofila è la Provincia di Massa Carrara con i Comuni di Bagnone, Comano e Fivizzano. Per la Grecia partecipano Paros, Sifnos e Hermoupolis, per la Spagna Alcúdia e Montortal, per il Portogallo Marvão, Fronteira, Gavião, Alter do Chão, Avis e Nisa. Il coinvolgimento delle aziende che offrono servizi di efficienza energetica permetterà di realizzare senza costi per i Comuni interventi che consentiranno nel lungo periodo un risparmio economico derivante dall`abbattimento dei costi energetici, che sarà reinvestito in ulteriori interventi di riduzione delle emissioni.
Gli enti locali e i singoli cittadini, ha dichiarato il responsabile energia di Legambiente, Edoardo Zanchini, svolgono un ruolo chiave per la diminuzione dei gas serra perché incidono direttamente nelle scelte energetiche dei territori e possono fare la differenza in termini di risparmio energetico, efficienza e sviluppo delle fonti rinnovabili. I piccoli Comuni, sono sempre più spesso i laboratori ideali per sviluppare pratiche virtuose in campo energetico, ma è fondamentale che abbiano fondi per fare interventi mirati nel campo dell`efficienza energetica.
Fa parte integrante del progetto una campagna di sensibilizzazione presso i cittadini e i politici locali per promuovere una maggiore efficienza energetica, la cultura dell`acquisto energeticamente consapevole ma anche lo sviluppo delle fonti pulite e la green economy. Laboratori all`interno delle scuole faranno avvicinare i giovani alle tematiche della sostenibilità energetica e delle fonti rinnovabili attraverso dimostrazioni, laboratori e giochi mentre workshop per gli imprenditori locali illustreranno i vantaggi di una maggiore efficienza energetica nei processi produttivi.

Fonte: CorrieredellaSera

 

 

Emilia-Romagna: housing sociale, fondo da 100 mln

L’Emilia-Romagna punta su un programma di housing sociale per contrastare il disagio abitativo. Sono in arrivo circa 100 milioni di euro grazie a un protocollo di collaborazione tra sei Fondazioni bancarie e la Regione per la costituzione del Fondo immobiliare etico.
Opereremo perché questa nuova misura possa potenziare il Piano Casa dell’Emilia-Romagna, ha sottolineato Gian Carlo Muzzarelli, assessore all’Edilizia della Regione, durante la conferenza stampa di presentazione. Siamo perfettamente consapevoli di quanto la casa sia centro degli affetti e luogo di vita per ognuno; a maggior ragione, in una fase di crisi come quella che stiamo attraversando, è necessario impegnarsi per dare risposte a chi è più esposto al disagio abitativo, e quindi giovani coppie e studenti. Grazie alle Fondazioni ha aggiunto l’assessore mettiamo in moto 100 milioni di euro, che consentiranno di riqualificare pezzi di città e mettere a disposizione circa 2000 appartamenti in più.
Il Comitato promotore del Fondo immobiliare etico, costituito da sei importanti Fondazioni bancarie regionali – Fondazione Carisbo, Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione CR Piacenza e Vigevano, Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini – in accordo con la Regione sta perfezionando la costituzione di un fondo immobiliare chiuso per rispondere al disagio abitativo che colpisce fasce crescenti di popolazione (in prima battuta giovani coppie e studenti) con redditi medio-bassi, insufficienti per accedere alla casa in proprietà, ma anche per confrontarsi con il libero mercato dell’affitto. Il Fondo sarà gestito da una Società di gestione del risparmio (Sgr) con criteri etici e non speculativi.
 Con la sottoscrizione del protocollo, il Comitato si impegna a condividere con la Regione finalità e criteri che ispireranno l’attività del Fondo immobiliare. Il protocollo pone così le basi per definire la struttura e il funzionamento del Fondo, e per una valutazione dei modi e tempi di una partecipazione dell’amministrazione regionale alle operazioni. Il Fondo immobiliare avrà un patrimonio iniziale di 35 milioni di euro che consentirà di accedere al Sistema integrato di fondi nazionale e locale (con una dotazione di oltre 2,6 miliardi di euro, di cui 1 miliardo della Cassa Depositi e Prestiti, 150 milioni del ministero del Tesoro e 1,5 miliardi da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Generali, Allianz e una decina di casse di previdenza private) previsto dal cosiddetto “Piano Casa”. In questo modo si attiveranno ulteriori risorse per la partecipazione a Fondi immobiliari di carattere etico locali nella misura pari al 40% del patrimonio. Il Fondo si avvarrà inoltre di accordi con le amministrazioni locali per la disponibilità di aree e immobili da destinare a interventi di edilizia sociale come previsto dal Piano territoriale regionale. Complessivamente, a regime, il Fondo sarà in grado di attivare interventi per oltre 100 milioni di euro.

Fonte: Casa&Clima