Archivio della categoria ‘ENERGIE RINNOVABILI’

Rinnovabili: Romani, avanti spediti

ROMA – Il governo vuole procedere “speditamente” per fornire un nuovo sistema di incentivi alle rinnovabili, partendo già dalla prossima settimana con dei tavoli tecnici con i protagonisti del settore. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, al termine dell’incontro al ministero con imprese e banche.
E’ stata una riunione molto importante con tutti gli operatori e i consumatori, piccoli e grandi, una prima riunione propedeutica a tavoli tecnici e altri incontri di questo tipo che si terranno la settimana prossima e che mostra l’intenzione del governo di procedere molto speditamente a dare certezze definitive al settore fotovoltaico, ha spiegato. Secondo Romani, bisogna fare un confronto con gli incentivi degli altri Paesi europei e arrivare a una riduzione dei costi che renda gli incentivi compatibili con le esigenze di costo di cittadini e imprese. Il Paese è nelle condizioni per trovare la soluzione migliore.

PRESTIGIACOMO, ASSICUREREMO INVESTIMENTI IN CORSO
ROMA – Il governo punta ad assicurare gli investimenti in corso sulle rinnovabili. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, al termine dell’incontro al ministero dello Sviluppo con gli operatori del settore. Il ministro ha aggiunto che obiettivo del governo è quello di moralizzare il settore con incentivi inversamente proporzionali all’innovazione tecnologica. Sono convinta – ha proseguito – che in pochissimi giorni produrremo un provvedimento che darà certezza, equilibrio, equità e futuro alle rinnovabili italiane.

MARCEGAGLIA, CALO INCENTIVI SIA GRADUALE DA 2012
ROMA – Un calo graduale degli incentivi a partire dal 2012. E’ ciò che propone Confindustria al governo per ridefinire il meccanismo di incentivi alle rinnovabili, in un documento presentato dalla presidente Emma Marcegaglia al tavolo tenutosi oggi al ministero dello Sviluppo economico. Gli industriali propongono anche, ha spiegato la presidente, un meccanismo di transizione per i progetti in corso fino a dicembre 2011, con un leggerissimo ‘decalage’ per arrivare a fine anno e un cap al valore degli incentivi al 2016, con un controllo molto ferreo per evitare gli sforamenti.

RINNOVABILI: GALAN, DAREMO CERTEZZE ENTRO DIECI GIORNI
ROMA – Abbiamo deciso di essere rapidi, entro 10 giorni arriveremo ad una conclusione per dare un quadro di certezze al settore. Lo ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan, al termine dell’incontro al ministero dello Sviluppo con gli operatori delle rinnovabili. Anche se la strada è lunga e gli interessi contrastanti – ha aggiunto – siamo sulla buona strada. Il governo, ha proseguito, vuole favorire chi per davvero si è impegnato, non gli speculatori.

Fonte: Ansa

Coste scozzesi: progetto da 10 mw per energia da maree

Il governo scozzese ha approvato il progetto della Scottish Power Renewables relativo ad un grande impianto dimostrativo per la generazione di energia elettrica dalle maree nel Sound of Islay, il tratto di mare che separa l’isola di Islay da quella di Jura, sulla costa occidentale della Scozia.
Il progetto, della capacità di 10 MW, prevede un investimento di 40 milioni di sterline (circa 46 milioni di euro) per installare 10 turbine da 1 MW, in grado di coprire la domanda elettrica di 5.000 famiglie. Il progetto, che dovrà essere approvato dalla Marine Scotland, l’organismo responsabile della gestione dei mari scozzesi, è considerato di importanza cruciale per testare una serie di fattori necessari per la diffusione su larga scala di questa tecnologia. In particolare, consentirà una migliore comprensione degli aspetti tecnici relativi alla distribuzione e alla manutenzione dei macchinari nonché dei sistemi di analisi e monitoraggio delle prestazioni. Secondo quanto è stato dichiarato da John Swinney, capo di gabinetto per la Finanza e la Crescita sostenibile, questo progetto rappresenta una pietra miliare per lo sviluppo della tecnologia delle maree. Le coste scozzesi sono considerate uno dei luoghi migliori nel mondo per lo sfruttamento delle correnti di marea. La scelta di installare l’impianto nel Sound of Islay è stata effettuata dalla Scottish Power Renewables a seguito di una ricerca effettuata lungo la costa dell’intero Regno Unito proprio allo scopo di individuare il sito più idoneo allo svolgimento di un grande progetto dimostrativo.

Fonte: LaStampa

UE: raddoppiato consumo di energia elettrica da rinnovabili in 10 anni

L’Unione europea, nel corso degli ultimi dieci anni, ha praticamente raddoppiato la fetta di consumo di energia data dalle fonti rinnovabili ed è passata dal 5,4% del 1999 al 9% del 2009.  È il quadro che emerge dall’ultimo studio realizzato da Eurostat, l’ufficio europeo di statistica. Anche l’Italia – sebbene abbia moltissimi margini di miglioramento – ha fatto la sua parte, passando dal 5,7% al 9,5%, ma è ancora molto indietro rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea, specie quelli del nord. Tra gli stati europei, a registrare i risultati migliori è la Lettonia (36%), poi Svezia (34%),Austria (27%) e Finlandia (23%), segue poi un inaspettato Portogallo (19%) e la Danimarca(16,7%). L’Italia invece si trova tra i primi posati nella classifica dei Paesi che consumano più gas: dal 1999 al 2009 l’impiego del gas è balzato dal 32,2% al 37,9%. Prima di noi, solo l’Olanda e la Gran Bretagna, che oggi registrano rispettivamente un consumo del 43% e del 38%. Segue l’Ungheria (con il 36%), a fronte di una media europea del 24,5%. In compenso, gli italiani hanno diminuito l’uso di petrolio e dei prodotti petroliferi, scendendo dal 53% di dodici anni fa al 42,3% del 2009; una quota che comunque si attesta sopra alla media europea, che è scesa dal 39% al 36,6%.
L’energia nucleare nell’Ue è rimasta sostanzialmente stabile, fermandosi al 14%, mentre  le energie rinnovabili, specie la solare e la eolica, hanno quasi raddoppiato il loro peso nel complesso dei consumi dell’Unione Europea. “Nel 2009 – ha fatto sapere l’Istituto di statistica – il petrolio era la principale fonte di energia nell’Ue, rappresentando il 37% dei consumi”, mentre “la parte delle rinnovabili nell’approvvigionamento energetico è aumentato in tutti gli Stati membri”.  E in Italia invece c’è chi ancora parla di sviluppo del nucleare: sarà mica un tantino in controtendenza?

Fonte: GreenMe

Motore a biometano: ecologico come quello elettrico

Le idee sono ancora molte confuse quando si parla di auto ecologiche del presente e del futuro: elettrica, ibrida, o a metano/gpl? Queste sono le principali tecnologie che stanno diffondendosi nel mondo della “mobilità sostenibile”. I principali costruttori di veicoli stanno elaborando ormai da tempo strategie per ridurre le emissioni di CO2, come imposto dall’Unione Europea), puntanto ad uscire gradualmente dalla dipendenza petrolifera.
Le soluzioni sono il cosiddetto “downsizing” dei motori, cioè cilindrate minori e quindi consumi ridotti. Anche le alimentazioni alternative ai carburanti tradizionali stanno prendendo piede: per esempio, circa il 15% delle auto vendute da Fiat in Italia nel 2010, senza incentivi, è dotato di doppia alimentazione benzina/metano. Quale sarà l’auto a basse emissioni più diffusa tra quindici anni (gpl/metano, elettrica, ibrida)? L’analisi “well to wheel” , ovvero dal pozzo alla ruota, confronta tra loro le diverse soluzioni tecnologiche, non solo per l’efficienza del veicolo, ma anche per produrre, trasportare e immagazzinare la fonte d’energia, dimostra che lo sviluppo del metano, attraverso il biometano generato da fonti rinnovabili, porterà vantaggi ecologici analoghi a quelli dell’alimentazione elettrica. Quest’ultima, però, ha dei punti difficili da superare, in particolare i costi, i tempi di ricarica e i limiti di percorrenza. Fiat è la casa automobilistica con le più basse emissioni medie di CO2 in Europa, già sotto il limite di 135 g/km fissato dall’Unione europea per il 2015.

Fonte: BlogEcologia

Energia dal passaggio dei treni

Dal calore corporeo, usato ad esempio in una stazione di Stoccolma, al movimento delle persone che ballano sfruttato da un club in Olanda, molte cose possono produrre energia, e secondo un’inventore italiano anche i treni possono essere sfruttati per generare elettricita’: T-box, il dispositivo ideato da Alessandro Leonetti Luparini in collaborazione con un designer cinese, ha appena vinto il secondo premio alla piu’ importante rassegna asiatica, e ora e’ in cerca di finanziamenti per passare dalla fase di progetto a quella di prototipo.
L’idea mi e’ venuta due anni fa – spiega Leonetti – e consiste in una serie di turbine sotto i binari, azionati dal movimento del treno. Per ora c’e’ solo un progetto, ma secondo me avrebbe le potenzialita’ per passare alla fase successiva, per cui servirebbero due milioni di euro. Il dispositivo sfrutta una turbina gia’ esistente, che puo’ essere incastrata nella traversina dei binari e che verrebbe mossa dal passaggio del treno. Secondo una simulazione un treno che viaggia a 200 chilometri orari produrrebbe, passando su un chilometro di turbine, circa 2,6 kilowatt di elettricita’: Questa quantita’ – spiega l’inventore – potrebbe essere usata ad esempio per dare energia a case o esercizi commerciali nelle vicinanze della ferrovia.

Fonte: Ansa

Idroelettrico: presto avvio mega progetto cileno di HydroAysen

La duplice esigenza di soddisfare una domanda di energia in rapida crescita – ma utilizzando tecnologie competitive e che non hanno emissioni di gas serra – sta dando un forte impulso al settore idroelettrico, praticamente ovunque la risorsa sia disponibile.
In Cina sono stati annunciati progetti per circa 120.000 MW da mettere in cantiere entro i prossimi 5 anni; grandi progetti sono in corso di realizzazione in India, Laos e Buthan.
In Africa, l’Etiopia ha iniziato la costruzione di una centrale da 6.000 MW sul Nilo, mentre la Repubblica democratica del Congo ha tirato fuori dai cassetti l’ipotesi del progetto di Gran Inga, che, con una potenzialità di 39.000 MW, sarebbe in grado di rifornire di elettricità mezzo continente africano.
In Sudamerica, il Brasile ha iniziato i lavori per gli 11.200 MW di Belo Monte, oltre ad avviare diversi altri grandi progetti, che peraltro sono in corso anche in Venezuela, Colombia, Perù e Cile. Proprio in quest’ultimo Paese si stringono i tempi per il grande complesso di HydroAysén, che vede coinvolto in prima persona il nostro Enel, tramite la controllata Endesa, in un investimento di oltre 3,5 miliardi di dollari. Il progetto prevede la realizzazione di 5 distinti sbarramenti, per una potenza complessiva di 2.730 MW, lungo i fiumi Baker e Pascua, nella regione di Aysen (Patagonia cilena). È prevista anche la realizzazione una linea di trasmissione lunga circa 1.500 km (di cui 160 sottomarini) per collegare l’Aysén alla capitale cilena.
Il progetto è stato ed è tuttora oggetto di forti contestazioni per ragioni ambientali (come tutti i grandi progetti idroelettrici, senza eccezioni), ma è considerato dal governo di rilevanza strategica per il futuro energetico del Cile. Che si trova oggi nella necessità di soddisfare una domanda elettrica in rapida crescita in una situazione di forte dipendenza dalle importazioni di fonti fossili. L’approvazione definitiva del progetto, che gli osservatori danno per scontata, è attesa per metà maggio, mentre il primo dei cinque impianti dovrebbe entrare in esercizio nel 2019, e l’ultimo nel 2025.

Fonte: LaStampa

Energia: un italiano su due ristruttura

Secondo una ricerca condotta da Casa.it, a proposito del rapporto tra gli italiani e il risparmio energetico, 1 proprietario di immobile su 2 progetta lavori di riqualificazione energetica per la propria abitazione entro i 5000 euro.
Gli interventi sono così ripartiti: al Nord, li farà il 47%, al Sud il 30,2% e al Centro il 21,8%. Per le spese il 37,25% pensa di restare entro i 2000 euro; il 29% entro i 5000 euro e il 13% entro i 10mila euro. Perciò agli italiani piace contenere i consumi energetici in casa, specie se sostenuti dagli incentivi statali (ossia la detrazione Irpef del 55% su 10 anni) conosciuti dal 57% degli intervistati, mentre per un 30% sono piuttosto complessi da ottenere. Ma di fatto quali sono le ristrutturazioni che gli italiani pensano di fare in casa?
Eccole: infissi isolanti (30,7%), serramenti isolanti (11,2%) e tecniche di coibentazione (10,7%). Nonostante l’entrata in vigore del nuovo Conto Energia 2011 – che prevede una riduzione degli incentivi statali con abbassamenti quadrimestrali del 6% fino a un taglio del 30% previsto per il 2013 – l’8,4% degli intervistati ha dichiarato di prevedere nell’arco di quest’anno l’installazione di pannelli fotovoltaici.
Forse però la tendenza al risparmio andrebbe ulteriormente sostenuta per quanto riguarda il riscaldamento dove appena il 22,9% ha installato una caldaia a condensazione. Maggiore attenzione è rivolta verso l’illuminazione per cui il 40% degli intervistati fa ricorso a lampade a basso consumo e il 25,7% usa lampadine alogene o fluoro-compatte o LED.

Fonte: EcoBlog

Energia solare: il fotovoltaico disturba le tartarughe

Gli impianti di sfruttamento dell’energia solare sarebbero dannosi per la vita delle tartarughe. A sostenerlo è uno studio condotto su quanto sta avvenendo nella Contea di San Bernardino, dove è in fase di realizzazione un importantissimo progetto fotovoltaico, e dove – stando alle stime – oltre 3 mila esemplari di tartarughe del deserto potrebbero essere seriamente disturbate.
Non solo. Stando alla rilevazione, durante i tre anni di costruzione dell’impianto, a morire per cause conseguenti all’installazione dei pannelli solari sarebbero circa 700 esemplari di tali tartarughe, con ovvie conseguenze nocive per quanto concerne il mantenimento dei biosistemi locali. Alle tartarughe scomparse a causa dei lavori di realizzazione dell’impianto andranno inoltre aggiunte quelle (circa 160) spostate altrove per permettere l’installazione delle unità fotovoltaiche. Insomma, l’impianto di San Bernardino, uno dei punti di riferimento fotovoltaici della nazione, non sembra essere proprio a impatto zero, per lo meno per la salvaguardia dello stato di salute di questi animali. Vedremo se le proteste dei biologi e degli ambientalisti avranno un seguito.

Fonte: Ecoo

Tibet: fotovoltaico ad alta quota

Non sarà certo l’impianto più grande del mondo, ma sicuramente il più alto. Siamo nel Tibet sud-orientale (villaggio Chek Kang, contea di Sangri) e tra qualche mese nascerà la centrale solare più alta del mondo, parliamo di un’ altitudine di circa 4.000 metri (per una potenza di 10 megawatt e una produzione annua di circa 20.000.000 kilowattora).
Investimento importante da parte di una terra che ha sempre basato il proprio fabbisogno elettrico sulla risorsa idrica. Il Tibet guarda avanti, riflette sull’ ormai ridotta capacità dei suoi bacini idroelettrici e scommette sul fotovoltaico: valida alternativa per scongiurare il rischio di crisi energetica e, perchè no, diversificare il sistema di approvvigionamento usufruendo dello straordinario irraggiamento solare di cui beneficia. Per non parlare del risvolto economico che ne deriverebbe.
Esegue i lavori la cinese Suntech Power, leader mondiale nella produzione di moduli fotovoltaici, che ha già investito in Tibet in passato costruendo un impianto, sempre fotovoltaico, che procura energia agli alpinisti nel campo base dell’Everest, oltre a impianti isolati, donati a scuole, e strutture varie per aiutare lo sviluppo economico tibetano.
Zhengrong Shi, fondatore e presidente della Suntech Power commenta così la presenza del colosso cinese in Tibet: «Grazie alla intensa luce solare e alle temperature fresche, l’altopiano del Tibet è particolarmente adatto per l’utilizzo di tecnologie fotovoltaiche avanzate. Siamo orgogliosi di contribuire a preservare il fragile ecosistema della regione mettendo a disposizione una soluzione economica e sostenibile per la produzione di elettricità. Dalle sabbie del deserto dell’Arizona alle cime dell’Himalaya, chiunque può infatti sfruttare la risorsa più pulita e abbondante della natura: il sole». Orgoglioso lui, orgogliosi noi!

Fonte: FotovoltaicoBlog

Google è termo… dinamica

Una ne pensa e cento ne fa: ovviamente parliamo di Google, che da qualche tempo ha iniziato ad interessarsi concretamente al mondo delle energie rinnovabili.

Un settore nel quale la sua capacità di leggere il futuro potrebbe rivelarsi vincente.

L’ultima mossa della società di Mountain View riguarda il settore termodinamico.

Assieme al DOE, il dipartimento dell’energia statunitense, Google supporterà finanziariamente la costruzione di una grande impianto termodinamico, che sorgerà nel cuore del deserto della California (il celebre deserto del Mojave).

Il progetto, chiamato Ivanpah Solar Electric Generating System (ISEGS), realizzato dalla società statunitense BrightSource Energy ha dei costi enormi, si parla di una cifra superiore al miliardo e mezzo di dollari: circa 170 milioni di dollari verranno dalla società di Brin & Page, che, con questa cifra, fa segnare il suo personalissimo record di “contribuzione” per un progetto green.

Una volta operativa e a pieno regime, la centrale dovrebbe raggiungere una capacità di quasi 400 MW, più che sufficienti per coprire i fabbisogni energetici di oltre 150mila abitazioni. La California è all’avanguardia nel settore termodinamico, vuoi per il suo clima e ubicazione geografica, vuoi per l’attenzione che le amministrazioni locali, non ultima quella guidata dall’oramai nuovamente stella hollywoodiana Arnold Schwarzenegger, hanno dedicato alle energie rinnovabili

 

La centale dovrebbe essere completata nel giro di due anni.

Fonte: Liquida

 

In Belgio treni con pannelli solari su tunnel

Il primo convoglio ecologico e’ partito dalla stazione di Anversa

Non un solo treno, ma quattromila: tanti saranno i convogli in Belgio che viaggeranno ogni anno grazie all’energia solare. Il primo treno ‘verde’ e’ partito oggi dalla stazione di Anversa e l’impresa e’ stata resa possibile grazie all’installazione di 16.000 pannelli fotovoltaici su un tunnel della linea ad alta velocita’ che collega Parigi ad Amsterdam, nei comuni fiamminghi di Brasschaat e Schoten. Il progetto del ‘tunnel del sole’, costato 15,7 milioni di euro, copre una superficie complessiva equivalente a circa otto campi da calcio ed e’ lungo 3,4 km. L’energia prodotta, che si stima arrivi a circa 3.300 MWH di elettricita’ ogni anno, potrebbe alimentare quasi mille famiglie. La nuova fonte ‘verde’ servira’ sia alla circolazione di quattromila treni all’anno, anche ad alta velocita’, sia ad alimentare infrastrutture ferroviarie come segnaletica, riscaldamento in stazione, illuminazione. Con il progetto saranno tagliate 2.400 tonnellate di CO2 l’anno e secondo il gestore Infrabel rappresenta un’esperienza unica di questo tipo a livello europeo, perche’ l’infrastruttura non alimenta solo i treni, ma si autorifornisce di energia.

 

Fonte:Ansa

Ecco la moto eolica che va a 200Km/h

Dopo aver inventato la macchina alimentata dal vento, l’inglese Dale Vince, imprenditore del settore eolico, ha deciso di utilizzare la stessa tecnologia per la sua moto superbike, sponsorizzando la costruzione di Ion Horse elettrica. Il prototipo, costato circa 170 mila euro, è stato realizzato dai tecnici della Kingston University, con i finanziamenti della compagnia energetica Ecotricity ed è stata portato sull’isola di Man per competere nella gara tra i veicoli ad emissioni zero più famosa del mondo.
Vince, grande appassionato di dueruote, aveva come obiettivo di raggiungere il record della prima moto elettrica a completare un giro del circuito con una velocità media di oltre 100 miglia all’ora (161 km/h), con picchi calcolati sui 140 mp/h (225 km/h) vincendo così il premio da 10.000 sterline messo in palio dal Governo dell’Isola di Man, che finora non era ancora mai stato mai vinto da quando la manifestazione è stata fondata.
Il funzionamento della moto, però, non è stato ancora spiegato anche se, dalle prime anticipazioni, pare che funzioni come la tanto contestata Nemesis, l’auto eolica che però è rimasta solo un protipo.
Fonte: AffariItaliani

Fotovoltaico: obbligatorio aderire a consorzi per il riciclo

Dal 30 giugno 2012 le aziende produttrici dovranno aderire a un consorzio o sistema che garantisca il riciclo dei pannelli.

Niente più pannelli in pensione abbandonati a se stessi. Ora dovranno per legge essere smaltiti in modo tale da non provocare danni all’ambiente. Fissato infatti al 30 giugno 2012 il termine massimo entro il quale le aziende produttrici dovranno aderire a un sistema o a un consorzio che garantisca il riciclo dei moduli fotovoltaici, inclusi di recente nella direttiva europea sui Rifiuti di apparecchiatura elettriche ed elettroniche (Raee).

L’art. 11.6(a) del decreto ministeriale 5 maggio 2011, il cosiddetto IV Conto Energia, cui si aggiunge anche l’indicazione dell’Unione Europea, prevede quindi che i produttori di moduli fotovoltaici forniscano ai loro clienti garanzie sul riciclo dei pannelli per poter accedere agli incentivi previsti.

Un bene per l’economia e per l’ambiente, come sottolinea Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia, uno dei consorzi che in Italia si occupa di raccogliere, trattare e riciclare tutte le componenti degli impianti fotovoltaici:«Il fotovoltaico può portare un beneficio all’ambiente anche a fine vita: dagli impianti fotovoltaici, infatti, si possono ricavare per esempio vetro, alluminio ma soprattutto indio, gallio, selenide, a rischio di esaurimento per la richiesta esponenziale. In prospettiva un recupero di questi materiali su larga scala consentirà di poter attingere a una miniera urbana di materie prime seconde, riducendo le emissioni di CO2 e ilconsumo di energia».

Dai campi energia per sostituire tre centrali

Dalle campagne italiane è possibile ottenere nei prossimi dieci anni energia rinnovabile in grado di sostituire tre centrali nucleari con il diretto coinvolgimento delle imprese agricole e senza causare danni al territorio. E’ quanto e’ emerso nel corso dell’incontro della Coldiretti a Venezia ‘Per una filiera agricola italiana e rinnovabile’ sul futuro energetico dell’Italia.

In questo nuovo scenario – ha sottolineato la Coldiretti – l’agricoltura gioca un ruolo decisivo poiche’ si propone di contribuire al bilancio energetico nazionale con una produzione di energia verde effettivamente sostenibile per l’ambiente ed integrata col territorio, privilegiando l’efficienza energetica anche grazie alla possibilita’, tipica degli impianti agricoli di piccole dimensioni, di impiegare l’energia termica prodotta evitando gli sprechi e valorizzando i residui delle attivita’ agricole, forestali e zootecniche. Secondo lo studio Coldiretti, la produzione energetica potenziale complessiva dell’agricoltura al 2020 puo’ raggiungere 15,80 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti petrolio). Si tratta – ha spiegato la Coldiretti – della somma 4,3 Mtep prodotti attualmente dal settore con i 11,50 Mtep che potenzialmente potrebbero aggiungersi nei prossimi dieci anni. Il risultato e’ un contributo pari all’8 per cento del bilancio energetico nazionale al 2020 (2,2 per cento attuale piu’ la quota di espansione potenziale del 5,9 per cento).

Sul piano ambientale sviluppando le rinnovabili con il coinvolgimento diretto del mondo agricolo e senza causare danni al territorio, si potrebbero evitare emissioni pari a a 26,37 milioni di tonnellate all’anno di anidride carbonica (CO2), con un impatto occupazionale al 2020 di poco meno di 100.000 unita’. “Ci sono diversi motivi che ci avevano gia’ convinti che in Italia era meglio tenersi lontani dalle centrali nucleari e investire sulle rinnovabili”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini.

“Innanzitutto – ha sottolineato – c’e’ il tema della sicurezza che e’ drammaticamente tornato alla ribalta dopo il disastro in Giappone, che non si puo’ semplicemente liquidare come una questione “emotiva”. In secondo luogo – ha continuato Marini – sarebbe stato assurdo per l’Italia avviare oggi un percorso che ci impegnerebbe per diversi anni proprio quando molti Paesi, a cominciare dalla Germania, hanno invece deciso in questi giorni di uscire dal nucleare. E’ bene tenere in mente anche per il futuro che sulle applicazioni scientifiche che potenzialmente possono arrecare danni planetari, irreversibili e irrisolvibili, come il nucleare e gli ogm – ha precisato Marini – i cittadini hanno il diritto e il dovere di potere decidere se e come cio’ che la scienza propone debba essere applicato”.

Fonte: AffariItaliani

L’Enea sviluppa il potenziale dell’energia del mare

 

Sfruttare e sviluppare il potenziale dell’energia del mare per rispondere alle sfide poste dalla necessità di disporre di energie pulite e rinnovabili. Sara’ questo uno dei temi al centro del workshop sulle “Prospettive di sviluppo dell’energia dal mare per la produzione elettrica in Italia, promosso e organizzato dall’Enea nell’ambito dell’accordo di Programma sulla Ricerca di Sistema Elettrico in vigore con il ministero dello Sviluppo Economico.

Giovanni Lelli, commissario dell’Enea, introducendo la prima giornata dei lavori, ha evidenziato “l’impegno dell’Enea nella ricerca sulle energie rinnovabili e sul clima, di cui fa parte anche lo studio e la valutazione del potenziale energetico delle correnti marine, per rispondere alle sfide tecnologiche poste dalla sempre piu’ impellente necessita’ di disporre di energie pulite e rinnovabili”.

 

Secondo le stime Iea (International Energy Agency), il potenziale teorico di energia dal mare e’ compreso tra i 20.000 e i 90.000 TWh/anno. Regno Unito, Portogallo, Norvegia, Stati Uniti, Giappone e Canada investono significativamente in questo settore tecnologico gia’ dagli anni ’70. L’esperienza italiana, sottolinea l’Enea, “e’ sicuramente piu’ recente ma non meno importante”.

Fonte: AffariItaliani

Come sarà la città del futuro?

Ecoboulevard, Madrid, Spain.
L’obiettivo per il 2020 è quello di ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra e portare al 20% la quota di rinnovabili nel consumo energetico, per arrivare infine al 30%. Alla domanda come sarà la città del futuro? possiamo rispondere: sostenibile, intelligente, inclusiva.
Fra pochi giorni apre a Padova la mostra “SUPERURBANO. RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE”. Dal 27 ottobre al 13 febbraio 2012.
Vedremo il racconto di 19 esperienze di riqualificazione e rinnovo urbano in chiave sostenibile realizzate in diverse città del mondo: da Milano a Copenaghen, da Siviglia a Tripoli, e ancora Torino, Nantes, Vienna, Madrid, Medellin, Seul, New York, Dublino, Barcellona…
Progetti realizzati in contesti socioeconomico e culturali anche molto diversi tra loro, che si caratterizzano per l’essere costruzioni aperte e condivise, intrinsecamente connesse al paesaggio e al territorio circostante.
La mostra è pensata come una scena teatrale, in cui si propone in forma allegorica uno spaccato di città del futuro entro cui il visitatore può muoversi, vedere, imparare e interagire. Grazie a un sofisticato progetto multimediale, il pubblico entra virtualmente nelle diverse realtà rappresentate dai singoli progetti, attraverso una sorta di labirinto sensoriale fatto di suoni, voci e rumori, che lo accompagnano all’interno di una città ideale dal forte impatto scenografico. Le tre torri-edifici principali accolgono al loro interno scorci urbani raccontati attraverso un’interfaccia dinamica e interattiva, che lascia il visitatore libero di fruire dei contenuti

In Spagna sboccia il “tulipano solare” che viene da Israele

Attende solo la messa in funzione la centrale termodinamica dimostrativa da 100 kWe di realizzata ad Almeria

(Rinnovabili.it) – L’israeliana AORA Solar ha “piantato” un seme speciale nei dintorni del comune spagnolo di Almeria. Dopo sette mesi ne è spuntato fuori un tulipano giallo, dallo stelo lungo 35 metri. Si tratta dell’innovativo impianto solare termodinamico ibrido, seconda centrale elettrica di questo tipo dopo quella realizzata nel Kibbutz Samar. Il sistema in questione, spiega AORA, è progettato per richiedere meno terra e meno acqua, ed è in grado di funzionare mentre la produzione di energia e calore più usabile rispetto ad altri sistemi ad energia solare. Il rivoluzionario approccio ibrido dell’azienda concede al sistema la possibilità di funzionare non solo sfruttando la radiazione solare, ma anche con quasi tutti i carburanti alternativi dal metano, al biogas fino al biodiesel. Ciò consente una grande varietà di modalità di funzionamento: dal only-solar mode all’hybrid-mode, dove il combustibile contribuisce a generare energia elettrica quando la luce solare è insufficiente.

Oltre a generare energia elettrica (capacità di 100 kW), il tulipano di Almeria produce come sottoprodotto calore con una potenza di 170 kW che viene reimpiegato per alimentare un impianto di dissalazione. La stazione offre inoltre ampie opzioni di implementazione modulare e permette la costruzione in località remote e su piani inclinati. “Siamo molto entusiasti di aver completato la realizzazione della nostra seconda centrale CSP, e non vediamo l’ora di dimostrare la nostra capacità unica di fornire ai clienti ininterrottamente energia pulita 24 ore su 24″, ha commentato Zev Rosenzweig, CEO di AORA. “La nostra tecnologia è scalabile e può essere facilmente personalizzata per una varietà di applicazioni e ambienti e sono sicuro che questa unità dimostrativa sarà presto seguita da ulteriori impianti in Spagna e in tutto il mondo”.

Fonti:Energie Rinnovabili.it

Protocollo LEED

Gli standard LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) sono parametri per l’edilizia sostenibile, sviluppati negli Stati Uniti e applicati in 40 Paesi del mondo.
Rivolgendosi all’intero processo (dalla progettazione, alla fase di costruzione e di occupazione) e ad ogni parte dell’edifico, il LEED opta per una visione olistica della sostenibilità, sfruttando ogni possibilità di ridurre impatti ambientali di vario genere ed emissioni nocive degli edifici in costruzione. Si individuano e delineano così le “best practice” per ingegneri, architetti, professionisti e l’intera comunità del settore, destinate a divenire linee guida nella certificazione di parte terza.
Il GBC Italia ha avuto il compito di sviluppare, secondo le linee guida comuni a tutti gli aderenti alla comunità internazionale LEED, le caratteristiche del sistema LEED Italia, che sarà attivo da Aprile 2010 e terrà presenti le specificità climatiche, edilizie e normative del nostro Paese.
Il sistema si basa sull’attribuzione di crediti per ciascuno dei requisiti caratterizzanti la sostenibilità dell’edificio. Dalla somma dei crediti deriva il livello di certificazione ottenuto.
I criteri sono raggruppati in sei categorie, che prevedono prerequisiti prescrittivi obbligatori e un numero di performance ambientali, che assieme definiscono il punteggio finale dell’edificio:
• Siti sostenibili
• Gestione efficiente dell’acqua
• Energia ed atmosfera
• Materiali e risorse
• Qualità degli ambienti interni
• Progettazione ed innovazione

Sommando i crediti conseguiti all’interno di ciascuna delle sei categorie, si ottiene uno specifico livello di certificazione, che attesta la prestazione raggiunta dall’edificio in termini di sostenibilità ambientale. La certificazione LEED si articola in:
– Certificazione Base (Certified)
– Certificazione Argento (Silver)
– Certificazione Oro (Gold)
– Certificazione Platino (Platinum)

FONTE: Sistemi di energy managment

Se sei interessato a corsi di formazione sul protocollo LEED visita: