Archivio della categoria ‘ENERGIE RINNOVABILI’

Erg: guarda eolico in Brasile

8073172808c355e7295ab39169dcc19dVIENNA – Erg, ormai numero uno in Italia nell’eolico e fresca di due acquisizioni in Romania e Bulgaria, punta al Brasile e si lascia aperta la porta della Russia, se mai si aprirà a Mosca un mercato per l’energia del vento, da sfruttare nel caso col partner Lukoil, cui il gruppo genovese ha appena ceduto la raffineria in Sicilia.

Nella Penisola Erg guarda invece al settore del ‘waste to energy’ consapevole di avere lunga esperienza in impianti difficili: ”una raffineria è più complicata da gestire in un inceneritore”, spiega il presidente Edoardo Garrone. Nella distribuzione di carburanti, dove il gruppo intende mantenere il 51% in TotalErg, la joint venture coi francesi, già attiva con 3.300 pompe di benzina, sta intanto valutando l’acquisto delle 800 stazioni di servizio messe in vendita da Shell per passare da una quota di mercato del 12% al 18 per cento.

‘Abbiamo cambiato pelle. Il 2013 in particolare rappresenta la fine di un’era: abbiamo chiuso con la raffinazione dopo 70 anni. Da oggi non potrete più chiamarci petrolieri”, osserva Edoardo Garrone, tornando a incontrare la stampa, dopo quattro anni di crisi e cambiamenti, per una panoramica a tutto tondo. Escluso solo un tema, quello calcistico, con la Sampdoria in coda alla classifica.

Su un alta questione, Banca Carige, interviene il fratello Alessandro Garrone, vicepresidente di Erg, per negare un interesse della famiglia a entrare nel capitale coi Malacalza o altri: ”Non abbiamo mai lavorato molto con Carige per varie ragioni e per nostre esigenze” e ora ”Fare un investimento in un pool di imprenditori non è un tema che ci interessa”.

”Oggi la sfida è la crescita – afferma l’a.d di Erg, Luca Bettonte -. Nell’eolico dobbiamo muoverci fuori dai confini nazionali in aree meno dipendenti dagli incentivi. Stiamo parlando con potenziale partner locali in Brasile e non disdegniamo l’Europa occidentale dove la Spagna potrebbe essere un Paese interessante. In Russia è prematuro, ma siamo pronti a cresce con Lukoil se si dovesse aprire all’eolico”.

Nel frattempo l’impianto siciliano potrebbero fornire energia elettrica anche a Malta. La Valletta ha infatti annunciato un cavo sottomarino con l’isola. C’è poi in prospettiva il business dell’energia dai rifiuti: ”siamo curiosi per le enormi potenzialità del settore”, spiega Bettonte indicando che l’idea iniziale non è quella di costruire inceneritori, piuttosto di ”acquisire impianti esistenti che hanno bisogno di un innalzamento delle performance operative”.

Da qui a fine anno infine il manager conferma l’obiettivo di un margine operativo lordo ”sopra i 500 milioni” ed esclude di distribuire sotto forma di extra-dividendo i 400 milioni incassati con la vendita dell’ultimo 20% dell’Isab di Priolo a Lukoil.

 

FONTE: ANSA 

Google, 1 mld dollari in rinnovabili

1318d6605beb204ab151b6551047a9c6ROMA – Google per l’ambiente “ha fatto tredici”: la grande azienda del web ha annunciato un nuovo, ulteriore investimento nelle rinnovabili, che giunge dopo altre 12 analoghe iniziative. In tutto la somma investita raggiunge ora il miliardo di dollari.

L’impianto fotovoltaico Mount Signal Solar è attualmente in costruzione nella contea di Imperial, nella parte sud orientale della California e genererà entro il 2014 fino a 265,7 Megawatt di elettricità; energia sufficiente per alimentare oltre 80.000 case. La partecipazione finanziaria di Google è di 103 milioni di dollari. Come riporta Bloomberg, la struttura venderà l’energia catturata dal sole alla San Diego Gas & Electric, nell’ambito di un accordo di acquisto energetico a lungo termine. “Il nostro investimento in Mount Signal Solar è il risultato del continuo impegno di Google nel settore delle energie rinnovabili e mette in evidenza la nostra forte convinzione che investire nelle energie rinnovabili aiuta ad avere successo negli affari”, ha detto Kojo Ako-Asare, responsabile di Google per il Corporate Finance.

Partecipando insieme alla Silver Ridge Power al progetto californiano, il colosso del web è arrivata al tredicesimo investimento nel settore delle energie rinnovabili in soli tre anni. In totale infatti Google – come riporta sul suo blog – si è impegnata ad impiegare più di un miliardo di dollari in progetti che consentano la generazione di oltre due Gigawatt di elettricità; una potenza in grado di alimentare oltre 500.000 abitazioni.

In questo percorso “verde”, grande sforzo è stato destinato al settore solare: oltre al progetto in California, vi sono ad esempio l’investimento da 12 milioni di dollari nel Jasper Solar Energy Project in Sud Africa e l’interesse nello sviluppo del fotovoltaico “residenziale” negli Stati Uniti, con i 75 milioni di dollari utilizzati per sovvenzionare i progetti Clean Power Finance e i 280 milioni di dollari per Solar City.

Nel cammino “pulito” di Google non manca però l’energia del vento. L’azienda ha dato il suo contributo per numerosi parchi eolici come lo Spinning Spur Wind Project in Texas da 161 MW (200 milioni di dollari), l’Alta Wind Energy Center da 270 MW in California(157 milioni di dollari). Fiore all’occhiello di Google in questo campo è lo Shepherd’s Flat, ad Arlingtomn (Oregon), uno dei più grandi parchi eolici del mondo, con una capacità generativa di 845 MW, al quale ha contribuito investendo 100 milioni di dollari.

 

FONTE: ANSA

 

 

Arriva Apollon, impianto fotovoltaico “girasole”

e884d2e36cdc0e8464355d35ff0b0e2c_37364MILANO – Un impianto fotovoltaico ‘girasole’, capace di muoversi per inseguire la nostra stella, il Sole, e catturare i suoi raggi concentrandoli fino ad una intensità pari a quella di oltre 750 soli: ecco Apollon, il frutto di un progetto di ricerca europeo che ha coinvolto 17 partner pubblici e privati di otto Paesi tra cui l’Italia, in prima fila con Rse (Ricerca sul Sistema Energetico). Il prototipo è stato presentato a Parigi in occasione della 28esima conferenza europea su energia solare e fotovoltaico.

Il ‘cacciatore’ di soli Apollon è sempre in movimento, come spiega Luigi Mazzocchi, direttore del dipartimento tecnologie di generazione di Rse: ”il sistema è dotato di due motori che gli consentono di muoversi su due assi” per ‘mirare’ con precisione il Sole. In questo modo Apollon riesce a far cadere nella sua ‘rete’ i raggi solari che colpiscono in modo diretto e perpendicolare la sua superficie. Da qui vengono fatti scivolare lungo degli specchi simili a tegole che concentrano la luce sulle celle fotovoltaiche, più piccole di una moneta da un centesimo. Grazie a questa soluzione, si ottengono due importanti vantaggi: un’efficienza più alta e costi più contenuti. ”I moduli presentano valori di efficienza superiori al 30%, mentre i sistemi tradizionali si fermano al 18% circa.

Inoltre – aggiunge l’esperto – dentro il modulo fotovoltaico a concentrazione, l’area attiva per la conversione dell’energia solare in elettrica è circa 750 volte più piccola dell’area esposta: così le celle solari, che sono la componente più preziosa, pesano per una piccolissima parte sul costo complessivo del sistema”. Si è così raggiunto un target di costo pari a 2 euro per watt installato: Apollon è dunque un sistema competitivo che, se impiegato in zone con bassa nuvolosità (come nel Sud Italia e nel Nord Africa) consente di produrre ”fino al 40% di energia in più rispetto al fotovoltaico tradizionale a parità di spazio occupato”.

 

FONTE: ANSA 

Smart Energy Expo, riflettori sulla white-green economy

energy-saving-imageAppuntamento a Verona per i protagonisti dell’efficienza energetica. Dal 9 all’11 ottobre 2013 si apre nello spazio espositivo della città veneta “Smart Energy Expo” la prima fiera internazionale sull’efficienza energetica e sulla white-green economy.

L’evento, organizzato da Veronafiere con  la partnership tecnica di EfficiencyKNow, chiama all’appello tutti i protagonisti della filiera dedicata all’uso intelligente dell’energia:  sistemi di monitoraggio e gestione intelligente di elettricità, calore e acqua, isolamento degli edifici, cogenerazione ad alto rendimento, biomasse e auto elettriche.

Soluzioni che all’interno dei padiglioni della fiera, con un particolare layout, saranno raggruppate in 6 macrocategorie merceologiche: generazione di energia, efficienza per l’edilizia, efficienza per gli impianti, servizi, energy&home ICT (Information & Communication Technology), smart cities and communities. Queste sezioni si incroceranno con i diversi settori d’intervento – agricoltura, edilizia, industria, terziario, pubblica amministrazione e residenziale – con il preciso obiettivo di diventare il punto di riferimento nazionale ed europeo per ogni tecnologia, soluzione e prodotto improntati ad una moderna politica energetica razionale, dalla produzione alla distribuzione, fino all’utilizzo intelligente dell’energia.

Smart Energy Expo punta alla creazione di una rete che metta a sistema tutti i soggetti coinvolti dalle nuove politiche del Governo in materia di efficienza energetica, con un focus specifico sul tema dei finanziamenti, attraverso il coinvolgimento degli attori interessati.

Con il Verona Efficiency Summit, forum internazionale che apre il Salone nella giornata inaugurale del 9 ottobre, uno spazio importante sarà dedicato all’approfondimento tecnico-normativo del settore e al ruolo dell’efficienza energetica nell’ambito dello sviluppo dei sistemi socio-economici. Parte fondante del Summit sarà l’analisi delle roadmap europee e nazionali da parte di policy maker di assoluto livello per autorevolezza e competenza, nonché una tavola rotonda tra i principali big player italiani ed esteri dell’industria dell’energia e dell’efficienza energetica.

 

FONTE: www.rinnovabili.it

L’India inaugura l’Istituto Nazionale dell’Energia Solare

KAncora una volta è il sole al centro degli obiettivi energetici dell’India. Dopo i nuovi obiettivi della Solar Mission, il ministro delle energie nuove e rinnovabili, Farooq Abdullah, ha infatti annunciato la creazione di un nuovo ente di ricerca dedicato esclusivamente alla tecnologia fotovoltaica. Il Gabinetto Indiano ha approvato ieri in via ufficiale i piani per trasformare l’attuale Centro di Energia Solare di Haryana – istituito nel 1982 per lo sviluppo, la sperimentazione e la valutazione delle tecnologie solari – nel nuovo “National Institute of Solar Energy” (NISE), il cui compito sarà di affiancare il Ministero nel compito di far progredire la capacità fotovoltaica a livello nazionale.

L’operazione di “ristrutturazione” dell’ente si concentrerà sull’efficienza dei costi di celle e moduli e sulla fase di commercializzazione al fine di motivare i progettisti ad utilizzare in maniera preferenziale apparecchiature “Made in India” e tenere così il passo con i concorrenti internazionali. Una mossa con cui il Governo di Nuova Delhi spera anche di poter anche allentare le tensioni nate in seguito alle accuse dei produttori fotovoltaici nazionali di pratiche di dumping sull’import solare. Secondo quanto rivelato dal Ministero, il centro sarà finanziato attraverso partnership pubblico-private. “Le tecnologie energetiche solari – ha spiegato un funzionario governativo – sono in costante evoluzione e la proposta di istituire l’Istituto nazionale dell’energia solare è un’idea innovativa che accelererà il processo a sostegno della sperimentazione delle più recenti tecnologie”.

 

FONTE: www.rinnovabili.it

In Gran Bretagna progetto sperimentale per energia da onde

MACCHINA MARINA ENEL GREEN POWERROMA – Sarà sviluppato da Fortum, DCNS e AW-Energy, con il sostegno della Bretagna, un progetto per ricavare energia dalla potenza del moto ondoso. Il progetto si chiama WaveRoller e produrrà 1,5 MW di potenza utilizzando un convertitore di energia appoggiato sul fondo del mare che si attiva con il movimento delle onde (fenomeno Surge) ed è collegato alla rete elettrica a terra.

A finanziare lo sviluppo del WaveRoller, brevettato dall’azienda finlandese AW-Energy, è stata la Fortum, responsabile del progetto, che sarà gestito dalla società DCNS, specializzata nella difesa navale. Fortum e la svedese Seabased AB stanno attualmente costruendo un altro parco da 10 megawatt con le stesse caratteristiche a Sotenaes, sulla costa occidentale della Svezia.

“Questo progetto dimostrativo – spiega in una nota Matti Ruotsala, vice presidente della Fortum – combina il meglio della competenza finlandese e francese nelle energie rinnovabili, offre enormi prospettive su scala internazionale e grandi possibilità per l’economia e lo sviluppo industriale locale”.

Il fenomeno viene ritenuto particolarmente interessante tanto che l’Unione Europea ha di recente concluso uno studio che identifica circa 100 siti suscettibili di essere utilizzati per la produzione di energia elettrica dalle correnti marine. In Italia è lo stretto di Messina a essere stato identificato tra i siti più promettenti. Nel frattempo altri progetti si stanno sviluppando in altre parti d’Europa. È di pochi giorni fa, infatti, la notizia che arriva direttamente dal Ministero dell’Energia della Scozia di un impianto capace di trasformare la forza imponente delle maree della zona in energia elettrica, situato a Pentland, tra le isole Orcadi e la Scozia continentale, che, entro il 2020, svilupperà una potenza di 9 MW.

 

FONTE: ANSA

Uno stadio fatto con bottiglie di plastica

Ambiente: progettato stadio fatto con bottiglie plasticaMILANO – Uno stadio di calcio progettato utilizzando quasi unicamente materiali ottenuti dalle bottiglie di plastica riciclate: è la nuova frontiera del “green”, messa a punto a Taiwan dal team della Miniwiz Sustainable Energy Development. A riportarlo è il magazine In a Bottle (www.inabottle.it), sensibile ai temi ambientali e dell’acqua.
I progettisti hanno ideato una struttura a cielo aperto sospesa da 2 gru di 200 tonnellate, senza utilizzare alcuna trave in acciaio o calcestruzzo. Per assicurare la giusta resistenza, lo stadio in plastica riciclata combina speciali mattoni in poliuretano termoplastico, polietilene tereftalato e pula di riso riciclata. Altro punto di forza è l’uso di pannelli solari, per sfruttare l’energia naturale del sole.
La Miniwiz, riporta In a Bottle, ha già firmato numerosi progetti architettonici sostenibili: come “EcoArk”, il padiglione realizzato per il Taipei International Flora Exposition nel 2010, i cui muri hanno previsto l’utilizzo di 1.5 milioni di bottiglie di plastica riciclata, e il “Nike Area 13 pop-up stadium” realizzato a Beijing con tecnologie green.

 

FONTE: ANSA

Energia dai diamanti

1378817109987_dia1Diamanti artificiali per produrre energia da Sole: realizzati appositamente nei laboratori dell’Istituto di Metodologie Inorganiche e dei Plasmi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Imip-Cnr) sono alla base di una nuova tecnologia che trasforma l’energia solare in energia elettrica.
La tecnologia, nata nell’ambito del progetto europeo Ephestus, è stata presentata da Daniele Maria Trucchi dell’Imip-Cnr al congresso di Fisica della Materia (FisMat2013) in corso a Milano.

Il diamante ha una grande capacità di emettere elettroni quando lavora ad alte temperature, ragione per cui ”abbiamo scelto questo materiale per realizzare un modulo di conversione nel quale arriva l’energia solare concentrata da un concentratore (costituito da uno specchio)”, ha spiegato Trucchi coordinatore del progetto Ephestus per il Cnr e coordinatore del progetto europeo Prometheus che punta a utilizzare il diamante per un modulo di conversione ancora più innovativo. L’energia solare riscalda il modulo, che può arrivare anche a temperature di 1.000 gradi, ed emette elettroni che vengono raccolti da un collettore metallico e posso essere messi a disposizione di un carico per erogare corrente elettrica.

Naturalmente usare i diamanti naturali sarebbe molto costoso, inoltre andrebbero selezionati solo quelli dalla struttura adeguata. Al contrario, sottolinea Trucchi, ”in laboratorio possiamo realizzare diamanti con la struttura adatta alle nostre esigenze e a costi contenuti, (un euro per centimetro quadrato che si abbasserebbero se il prodotto fosse fabbricato a livello industriale)”.

Il metodo usato per produrre i diamanti si chiama Cvd (Chemical Vapor Deposition) deposizione chimica da fase vapore: ”introduciamo idrogeno e metano in un apparato – spiega Trucchi – lo attiviamo con plasma a microonde che rompe i legami fra le molecole e il carbonio contenuto nel metano fa da seme per la formazione dei diamanti, l’idrogeno invece evita che si formi la grafite anche se un po’ di questo materiale si deposita lo stesso intorno alla gemma artificiale”.

Le ‘gemme’ ottenute, sotto forma di una pellicola sottile di colore semitrasparente che ha l’aspetto dei diamanti grezzi, vengono depositate su una superficie piana di materiali ceramici, che hanno la funzione di assorbire con grande efficienza l’energia solare e di passarla al diamante. Siamo arrivati a dimostrare una efficienza di conversione dei dispositivi del 6% ma credo che in tre anni di sviluppo potremmo ottenere un prodotto competitivo per il mercato che raggiunga una efficienza di conversione di almeno il 15%”.

FONTE: ANSA 

Il primo quartiere costruito “dalla Culla alla Culla”

Park-20-201 Park 20/20 è il primo quartiere urbano commerciale dell’Olanda, interamente realizzato applicando il concetto Cradle to Cradle, dalla Culla alla Culla, ovvero la gestione sostenibile dell’intero ciclo di vita dell’edificio e delle risorse impiegate per la sua costruzione ed il suo funzionamento (materiali, acqua, energia).

Il progetto è firmato da uno dei guru del green building internazionale, l’architetto William McDonough, autore del celebre campus ultra sostenibile della NASA, che per il masterplan di Park 20|20, ha optato per un disegno sostenibile, capace dei responsabilizzare i dipendenti delle strutture attraverso l’architettura, trasformandoli nei rappresentanti della sostenibilità. Situato a pochi chilometri da Amsterdam, Park 20|20 ha ricevuto diversi premi per la sua unicità e qualità, raggruppando al suo interno sei green building d’eccellenza, sede di alcuni colossi internazionali.

Anziché tentare di limitare i danni che infliggiamo all’ambiente costruendovi sopra, la filosofia Cradle to Cradleideata da McDonough assieme al chimico Michael Braungart, rivoluzione il concetto di design, trasformandolo in uno strumento per valorizzare l’ambiente senza comprometterne lo sviluppo futuro. I principi alla base di questo ragionamento sono tre: ogni cosa può trasformarsi in una risorsa, utilizzare energia rinnovabile e celebrare la biodiversità.

Partendo da questo presupposto i green building del Park 20|20 sono realizzati con l’obiettivo di far convivere in perfetta armonia, l’aspetto economico, sociale ed ambientale, utilizzando materiali certificati e trattando gli edifici come risorsa riutilizzabile all’infinito.

All’interno del padiglione 20|20 Experience Center inoltre l’intero know-how del progetto è messo a disposizione dei visitatori, che qui possono toccare con mano le soluzioni “Credle to Credle” adottate all’interno di Park 20|20.

 

FONTE: www.rinnovabili.it

Fotovoltaico: Australia e Cile paradisi dell’energia rinnovabile

downloadUna fotografia della situazione sul fotovoltaico illustra come l’Italia abbia davanti a sé ancora moltissima strada nel campo delle energie rinnovabili. I due esempi di Australia e Cile giungono da qualenergia.it e danno un quadro degli obiettivi possibilmente raggiungibili anche in Italia.

In Australia oltre il 10% della popolazione possiede impianti fotovoltaici: l’equivalente per noi di 2,3 milioni di impianti fotovoltaici sui tetti. L’Università di Melbourne ha presentato in autunno una “road map” per rendere la produzione energetica dell’Australia totalmente sostenibile nel giro di qualche decennio. C’è da dire che questo è possibile perché il territorio offre vento, sole abbondante, e ampi spazi per lo sviluppo dell’energia solare ed eolica.

Progetti a parte, il cambiamento in Australia è nell’aria: il Parlamento australiano ha elaborato un documento dal titolo “The critical decade: Australia’s future-solar Energy” dal quale si può dedurre che in Australia è in corso una “rivoluzione energetica silenziosa”, ed ecco perché: l’11% della popolazione nazionale già utilizza sistemi fotovoltaici per l’alimentazione elettrica delle proprie case. Gli impianti fotovoltaici australiani sono passati da 8000 a oltre 1 milione dal 2007 ad oggi, fornendo elettricità a 2,6 milioni di persone. Di questo passo, secondo la Commissione parlamentare autrice del rapporto, nel 2050 un terzo dell’elettricità australiana sarà di origine solare, e si andrà ancora oltre.

Ma esiste un altro Paese nel quale si sta verificando una “corsa al sole”, nonostante lo Stato non conceda finanziamenti a parte l’uso delle terre demaniali, ed è il Cile. Anche qui, si parla di uno dei paesi del mondo più esposti alla luce.

Il governo cileno ha ricevuto domande per concessioni su un totale di 50.478 ettari di terreno. Queste terre sarebbero destinate 256 progetti Renc, “risorse energetiche non convenzionali” che comprendono: sole, vento e geotermia. A fine 2012 già 16 di questi progetti erano stati approvati, si tratta di 12 impianti fotovoltaici con 795 MW di potenza totali. E le approvazioni non sono finite: fra i progetti approvati nel 2013 dal Ministero del Patrimonio Nazionale si trovano i 250 MW di impianti fotovoltaici nelle mani di Enel Green Power, che in Cile costruirà anche impianti eolici e la prima centrale geotermica dell’America del Sud. Secondo Bloomberg, 1 GW di potenza fotovoltaica dovrebbe entrare in produzione entro il 2015, ma i progetti in attesa di essere approvati valgono almeno altri 3 GW.

Insomma, per l’Italia non ci sono scuse. Le energie rinnovabili sono alla portata di tutti, basta crederci. Al momento abbiamo oltre 550.000 impianti fotovoltaici: la strada è imboccata.

 

FONTE: www.energia.supermoney.eu

Nuove batterie low-cost ‘riaccendono’ corsa a rinnovabili

Macworld/iWorld in San FranciscoUna nuova generazione di batterie ricaricabili low-cost potrebbe riaccendere la corsa alle energie alternative come l’eolico e il solare. Si tratta di nuove batterie a flusso capaci di produrre e immagazzinare energia senza le costose membrane normalmente impiegate per separare i reagenti al loro interno. Le hanno messe a punto i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology di Boston, che su Nature Communications spiegano come questi dispositivi potrebbero favorire la diffusione delle fonti rinnovabili risolvendo il problema della forte variabilità che caratterizza la loro produzione.

All’interno delle nuove batterie sono contenuti due liquidi (una soluzione di bromo e una di idrogeno) che vengono pompati attraverso un canale tra i due elettrodi per generare delle reazioni elettrochimiche che servono a produrre e immagazzinare energia. Per la prima volta non sono state usate delle membrane per separare i due liquidi, ma è stato sfruttato un particolare fenomeno, il flusso laminare, che ha consentito di far scorrere le due soluzioni in parallelo senza che provocassero reazioni indesiderate. In questo modo sono stati superati due importanti ostacoli che finora avevano limitato lo sviluppo di queste batterie: i costi troppo elevati e la scarsa affidabilità.

Entrambi i problemi erano riconducibili alle membrane, elementi particolarmente costosi e facilmente corrodibili per azione dei reagenti liquidi della batteria.

I ricercatori del Mit hanno anche sviluppato un modello matematico che descrive le reazioni chimiche che avvengono all’interno della batteria. Secondo i loro calcoli, il dispositivo potrebbe produrre energia a 100 dollari per kilowattora, un costo considerato appetibile per le società di servizi pubblici secondo gli esperti del Dipartimento per l’energia degli Stati Uniti.

FONTE: ANSA

Italia decimo mercato mondiale energie rinnovabili

Fiftieth anniversary of the March on WashingtonROMA, 28 AGO – L’Italia sale dall’undicesimo al decimo posto tra i mercati mondiali più interessanti per le energie rinnovabili. A stabilire il piazzamento del Belpaese è il nuovo ‘Renewable Energy Country Attractiveness Index’, la classifica dei Paesi che attirano più investimenti pubblicata oggi dalla società britannica Ernst & Young.

Ai primi tre posti della classifica si confermano Stati Uniti, Cina e Germania. Segue il Regno Unito, che guadagna una posizione grazie alla serie di annunci con cui il governo ha spiegato come intende sostenere in futuro le energie verdi. La top ten prosegue con Giappone, Australia, Canada, Francia e India.

L’Italia scalza dal decimo posto il Belgio, che scende all’undicesimo, grazie a una crescita più consistente della domanda di elettricità e a condizioni più favorevoli sul fronte dei tassi di rendimento delle obbligazioni a lungo termine e dei tassi di interesse a breve termine. Tra i primi venti entrano in classifica anche le europee Spagna (13/ma), Danimarca (14/ma), Portogallo (17/ma), Olanda (18/ma) e Svezia (19/ma). (ANSA).

 

FONTE: ANSA

Energia: a Milano una rete elettrica sostenibile ed efficiente

lineaelettrodotto-8681-250-200-90-cAnche la trasmissione dell’elettricità può essere più sostenibile: in provincia di Milano, a Lacchiarella è stato inaugurato il primo cavo per reti elettriche ecosostenibile, ad elevate prestazioni e prodotto con materie prime riciclabili, che consente di ridurre l’impatto ambientale delle reti e di elevarne l’efficienza e la capacità di trasporto di energia.

Il cavo della rete elettrica sostenibile si chiama P-Laser ed è stato collaudato qualche giorno fa da Prysmian Group in località Lacchiarella, in provincia di Milano, con un collegamento a 150kV lungo circa 5 km. Agli estremi del collegamento è stato installato PryCam, lo strumento che consente monitoraggio e misurazioni degli eventuali impulsi generati dalle scariche parziali, permettendo di prevenire possibili guasti senza dover interrompere il servizio di rete.

 

Il cavo ecosostenibile ed efficiente rappresenta una piccola e grande rivoluzione nel mondo dell’energia. ‘Nei prossimi anni assisteremo ad un cambiamento radicale del funzionamento del sistema elettrico mondiale che offrirà numerosi vantaggi a tutti gli utenti in termini di efficienza, qualità e sicurezza della fornitura. I cavi a più elevate prestazioni e gli strumenti di monitoraggio intelligente rappresentano una parte fondamentale in questo processo di modernizzazione, per garantire una migliore prevenzione dei rischi, l’ottimizzazione dei carichi e un basso impatto ambientale’, spiega Fabio Romeo, executive vice presidente Energy Business di Prysmian Group.

 

FONTE: www.ecoseven.net

Presto eolico offshore per fondali profondi

Parco eolico offshore di Middelgrunden, nel lago di CopenhagBRUXELLES – Presto i parchi eolici potranno essere installati anche al largo delle nostre coste: la profondità dei fondali italiani era stata fino ad ora il maggior ostacolo per l’eolico offshore, ma secondo uno studio condotto dalla lobby industriale del settore (Ewea) i tempi sono maturi e il primo parco in fondali profondi potrebbe già essere costruito e collegato alla rete di distribuzione nel 2017. Così, anche se restano alcuni problemi da risolvere, la commercializzazione è prevista nel giro di cinque o sei anni.

I progetti pilota europei già realizzati o in cantiere sono 27 (Portogallo, Francia, Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Danimarca e Svezia), nessuno in Italia, anche se è proprio nel Belpaese che già nel 2008 e’ stato realizzato uno dei primi studi sull’eolico offshore profondo, in Puglia, nell’ambito del progetto Tricase a 213 km dalla costa e a 113 m di profondità.

Le nuove tecniche di ancoraggio, simili a quelle delle piattaforme petrolifere, permetteranno di costruire parchi eolici flottanti a distanza di 100 km dalla riva e ad una profondità di 100 m, con turbine da 5 KW. Ciò non comporterà secondo i dati Ewea, un incremento nè sui costi di realizzazione nè su quelli dell’energia prodotta rispetto ai parchi offshore esistenti e permetterà di superare il limite fino ad oggi costituito proprio dalla profondità dei fondali.

Secondo le previsioni Ewea l’offshore nel 2020 potrà fornire 40 GW, pari al 4% dell’elettricità consumata in Europa e nel 2030 150 GW sufficienti a fornire l’elettricità consumata da 145 milioni di famiglie.

FONTE: ANSA

In Puglia il primo impianto geotermico del Mezzogiorno

pompa_ciepla17975411Per la Puglia è di nuovo il momento di una prima volta. Dopo la prima rete di ricarica per veicoli elettrici, la Regione taglia il nastro di un innovativo impianto geotermico realizzato nell’edificio dell’assessorato regionale all’Agricoltura dell’amministrazione locale. Si tratta di pompa di calore ad altissima efficienza che sfrutta delle sonde in polietilene infisse nel sottosuolo del cortile come scambiatori di calore tra terreno e falda sottostante, immagazzinando e rilasciando calore a seconda della stagione. L’impianto fa parte di un progetto da 10 milioni di euro finanziati con fondi europei che punta all’efficientamento energetico di buona parte del patrimonio immobiliare regionale, per risparmiare energia elettrica, gasolio e ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera.

 

“La geotermia – ha spiegato il presidente della regione Nicola Vendola – la abbiamo inventata in Italia, ma è stata progressivamente dimenticata. Oggi in Puglia la riscopriamo, con uno tra i primi interventi nel Sud. Ma presto molti edifici regionali saranno riscaldati e raffrescati con questo sistema. Il risparmio energetico è un fattore culturale: finora la gente ha vissuto con sulla testa un pannello di eternit: oggi dobbiamo convincerla che deve sostituire quei pericolosi tetti con dei pannelli fotovoltaici che non fanno male e fanno risparmiare”. A conti fatti il nuovo impianto di condizionamento dell’edificio permetterà di risparmiare il 70% rispetto al vecchio sistema, taglio del 70% le emissioni di anidride carbonica; in altre parole tra i 20 e i 50mila euro l’anno e tra le 30 e le 80 tonnellate di CO2 in meno immesse in atmosfera. Per dare prova dei risultati ottenibili, un display nell’atrio dell’assessorato indica la potenza impegnata dal sistema con tutti i dati.

“Vogliamo che i tetti fotovoltaici, gli impianti a recupero di energia come quelli geotermici siano dei virus di un’epidemia che si diffonda in tutta la Puglia. Immaginiamo che le scuole, i parcheggi, gli uffici pubblici possano essere tutti coperti da pannelli solari, così da contribuire al miglioramento del bilancio ambientale del pianeta”, conclude Vendola.

 

FONTE: www.rinnovabili.it

Entro il 2014 energia prodotta dalle alghe nel Ferrarese

ALLARME USA,SPECIE INVASIVE 'VIAGGIANO' CON DETRITI TSUNAMIFORLI’, 29 LUG – Produrre energia dalle alghe. E’ quanto sarà presto possibile, grazie al progetto e alle tecnologie di una società forlivese che realizzerà, entro la fine del 2014, un impianto di produzione di biogas, nella sacca di Goro, nel ferrarese, vocata alla coltivazione di molluschi, ma che deve fare i conti con l’eccessiva proliferazione delle alghe.

L’impianto, che applicherà su scala industriale quanto già sperimentato con successo nei laboratori, prevede, dopo la raccolta e lo stoccaggio delle alghe, una prima fase di desabbiatura e desalatura, e successivamente l’integrazione con altri scarti organici (per abbassare il livello di zolfo presente nelle alghe). La sostanza organica così ottenuta verrà immessa in ”digestori anaerobici” dove avverrà l’idrolisi e la digestione, utilizzando la tecnologia della degradazione microbiologica. La materia così ottenuto verrà infine immessa in una centrale di cogenerazione per ottenere biogas e da esso energia elettrica e calore.

Inoltre il materiale di risulta della digestione, il ”digestato”, potrà essere utilizzato in un impianto di compostaggio per produrre fertilizzanti. Si tratterà di un progetto che, oltre a risolvere la questione invasione alghe, con notevoli benefici per l’attività di coltivazione dei molluschi e della pesca, sarà a costo zero per il territorio ferrarese, dato che gli investimenti necessari per l’impianto saranno a totale carico dell’azienda forlivese che lo realizzerà.

 

FONTE: ANSA 

Dal Lussemburgo l’auto ad aria compressa

auto_apAutomobili ad aria compressa. L’ultima novità in fatto di motori a basso impatto ambientale arriva dal Lussemburgo e precisamente dall’azienda MDI Motor Development International, che si prepara a lanciare sul mercato un nuovo modello di vettura con sistema inedito di propulsione.

10 ANNI DI LAVORO. Il prodotto nasce dal lavoro congiunto dei due ingegneri Guy Negre e Cyril Negre, rispettivamente padre e figlio e sarà presto in commercio in tutta Europa, dopo oltre dieci anni di test e perfezionamenti. Tra i modelli di auto ad aria compressa prodotti dalla MDI troviamo OneFlowAIR; piccola e compatta, con una velocità massima di 110 km/h, si ricarica attraverso energia elettrica in 3 ore da una comune presa elettrica, in 2 minuti da stazioni apposite.

PIÙ UN MOTORE IBRIDO PER VIAGGI EXTRAURBANI. L’energia ad aria compressa – spiega l’azienda lussemburghese – garantisce autonomia per la guida in città, mentre per viaggi extraurbani il modello dispone anche di un motore ibrido a doppia energia che può fare uso di gas, gasolio, biodiesel, alcool o oli vegetali, in aggiunta all’aria compressa.

SI PUÒ GIÀ PRENOTARE UN MODELLO. Con un euro di energia elettrica necessaria per attivare il motore/compressore, la vettura potrà garantire 100 km di autonomia. Per chi volesse già prenotare un modello, sul sito dell’azienda è possibile già fare domanda, in attesa della messa in commercio ufficiale.

FONTE: www.casaeclima.com

Investimenti Bei sempre più verdi

7f219052b88f6557c43ca71f70f5eb76ROMA – I finanziamenti della Banca europea per gli investimenti (Bei) saranno sempre più verdi, e soprattutto ”rifletteranno la politica climatica ed energetica” decisa dall’Unione europea. Questo il risultato a cui ha portato un lavoro lungo 10 mesi di revisione dei criteri per la concessione dei prestiti, con la predisposizione di nuove linee guida per il finanziamento di progetti alle energie rinnovabili, per l’efficienza energetica e per il miglioramento delle reti elettriche.

Insomma la Bei, nei prossimi anni – ha spiegato Mihai Tanasescu, vicepresidente della Bei e responsabile per i prestiti al settore energia – offrirà il suo ‘aiuto’ soprattutto ai progetti per le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e l’espansione delle reti elettriche, nonché alla ricerca e all’innovazione in questi settori. In particolare in questo modo la Bei immagina di dare il proprio contributo anche ”a progetti nazionali, agli obiettivi energetici e alla creazione di nuovi posti di lavoro in tutta Europa”.

”Gli investimenti significativi a lungo termine in Europa – Gunther Oettinger, commissario europeo per l’Energia – sono essenziali per raggiungere i nostri obiettivi energetici e climatici e mantenere un vantaggio tecnologico. Per questo è importante il ruolo della Bei nel finanziare progetti di questo tipo. E le nuove linee guida forniscono un quadro di riferimento per i prossimi anni”.

Tra le varie mosse della Bei, l’introduzione di un nuovo sistema per la misurazione degli standard relativi alle emissioni che va applicato a tutti i progetti di produzione di combustibili fossili in modo da escludere gli investimenti che superano la soglia di CO2 stabilita. Già nel corso degli ultimi cinque anni i prestiti della Bei per l’energia prodotta da sono diminuiti.

La Bei è uno dei più grandi istituti di credito per l’energia. Negli ultimi cinque anni ha erogato più di 70 miliardi di euro per investimenti a lungo termine in questo settore. Nel 2012 il finanziamento per rinnovabili, efficienza e reti è stato di 13 miliardi di euro.

 

FONTE: ANSA