Archivio della categoria ‘CURIOSITA’ DAL WEB’

Ricerca: le piante mangia smog

Diverse ricerche scientifiche dimostrano l’efficacia delle piante nel depurare l’aria da sostanze tossiche per l’organismo, quali la formaldeide, lo xilene o il benzene, presenti in tutti gli ambienti domestici, in ufficio, nelle scuole e nei locali pubblici a causa dell’evaporazione dei solventi contenuti in pitture, vernici, adesivi, detergenti, stampanti laser e fotocopiatrici. Vernici e colle dei mobili in truciolato, detersivi, fumo di sigaretta, inchiostro delle stampanti e materiali edili sono solo alcune delle fonti che, rilasciando fattori tossici, avvelenano l’aria che respiriamo. L’inalazione di queste sostanze può comportare problemi alla salute noti come “sindrome dell’edificio malato” o Sick Building Syndrome (SBS), provocando allergie, cefalee, affaticamento e fastidi alle vie respiratorie. Un problema ancor più consistente se consideriamo il grado di isolamento (materiali coibenti, doppi e tripli vetri, ecc.) che caratterizza le abitazioni moderne.

La buona notizia è che alcune varietà di piante (in misura di circa 1 ogni 10 mq) sono in grado di catturare anche l’80% dell’inquinamento presente all’interno delle case e degli uffici, rilasciando al contempo umidità e ossigeno. Questo perché i fattori tossici presenti nell’aria sono assorbiti dalle foglie attraverso minuscole aperture dette stomi. Grazie a questo processo di metabolismo vegetale, i metalli e gli altri elementi tossici vengono resi inerti, metabolizzate e immagazzinate nelle pareti cellulari. Una capacità scoperta quasi per caso: negli anni Sessanta alcuni ricercatori della Nasa (l’Ente aerospaziale Usa) stavano sperimentando soluzioni per smaltire l’anidride carbonica nelle navicelle spaziali e scoprirono che alcuni vegetali riuscivano ad assorbire molte altre sostanze nocive. Recentemente i risultati delle ricerche italiane che pongono l’accento sull’importanza delle piante come strumento anti-inquinamento sono stati diffusi nel corso del convegno “Verde e ambiente, un binomio di ampio respiro” organizzato dall’associazione Promogiardinaggio , che si è tenuto lo scorso 23 marzo a Milano. Il congresso, moderato da Paolo Ricotti, docente dell’Università Milano-Bicocca e presidente di Planet Life Economy Foundation, si è avvalso dei contributi scientifici di esperti nel settore come Nelson Marmiroli, docente dell’Università di Parma, Giorgio Celli dell’Università di Bologna, l’architetto Paolo De Martin di CasaClima e Francesca Rapparini, del CNR Istituto di Biometeorologia di Bologna.

Le specie più indicate per depurare l’aria in città sono i platani, i tigli, i pini, le acacie, i cedri, i lecci, le palme, e alberi da siepe come il lauro, il pitosforo e il ligustro. Nell’elenco che segue sono indicate alcune delle principali piante “mangia smog” da appartamento e le sostanze nocive che ciascuna di esse è in grado di assorbire:

Felce di Boston: efficace per assorbire l’inquinamento da formaldeide
Edera: assorbe efficacemente tricloroetilene e benzene
Clorofito: elimina dall’aria formaldeide e monossido di carbonio
Spatifillo: assorbe tricloroetilene, formaldeide e benzene
Clorofito: elimina dall’aria formaldeide e monossido di carbonio
Pothos: utile per la depurazione dalla formaldeide e dal fumo di sigarette
Aloe: efficace per assorbire l’inquinamento da tricloroetilene
Sansevieria: assorbe fattori tossici e combatte l’effetto delle radiazioni elettromagnetiche
Dieffenbachia: efficace per assorbire l’inquinamento da xylene e toluene
Croton: elimina dall’aria formaldeide e monossido di carbonio
Dracena: efficace per assorbire benzene, tricloroetilene e toluene
Anturio: assorbe l’inquinamento da benzene e formaldeide
Stella di Natale: efficace per combattere l’inquinamento da benzene
Ficus benjamina: assorbe formaldeide e benzene, attivo anche contro il fumo di sigaretta
Monstera: efficace per assorbire formaldeide e benzene
Kalanchoe: assorbe fattori tossici e combatte l’effetto delle radiazioni elettromagnetiche

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Coca Cola: nuovo impianto di cogenerazione a Nogara

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, Coca Cola ha dato il suo contributo alla causa dello sviluppo sostenibile, inaugurando un impianto di cogenerazione presso lo stabilimento di imbottigliamento di Nogara, in provincia di Verona. Il progetto ha visto una partnership tra la Coca Cola Hbc Italia e la società ContourGlobal per un impianto di cogenerazione che permette di produrre elettricità, sfruttando il calore di scarto per la generazione di vapore.

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Capital Gate: quattro volte più pendente della Torre di Pisa

I lavori sono iniziati nel 2009 e termineranno quest’anno. Ha un’inclinazione di 18 gradi, quasi quattro volte superiore alla Torre di Pisa, ed è appena stato nominato dal Guinness World Record l’edificio più pendente al mondo. Si tratta del Capital Gate di Abu Dhabi, progettato dallo studio RMJM e di proprietà dell’ADNEC (Abu Dhabi National Exhibitions Company), il cui primato va ad aggiungersi a quello conseguito lo scorso gennaio dal Burj Khalifa come edificio più alto del mondo. La torre è alta 160 metri e ha in tutto 35 piani destinati ad accogliere uffici e un hotel a cinque stelle, lo Hyatt Capital Gate, con ristoranti, meeting rooms, reception, tea lounge, spa, centro fitness, piscina e terrazza esterna per un totale di 53.100 mq. I solai del Capital Gate sono sovrapposti verticalmente fino al 12° piano; fino alla cima vi è poi un graduale sfalsamento, da 30 a 140 cm, che da luogo all’impressionante inclinazione della Torre. L’edificio possiede anche altre caratteristiche tecnico-costruttive innovative, tra cui il primo utilizzo noto al mondo di un ‘nucleo pre-incurvato’, che contiene più di 15.000 mc di cemento armato rinforzato con 10.000 tonnellate di acciaio. Il nucleo, deliberatamente costruito un pò fuori centro nella direzione opposta a quella dell’edificio, è stato raddrizzato con l’aumentare dell’altezza della costruzione e posizionato in verticale con il variare del centro di gravità e con l’aumento di peso dei piani aggiunti. La struttura esterna è costituita da un fortissimo eso-scheletro, chiamato “the diagrid”, una maglia diagonale di acciaio che porta tutto il peso dei piani ed evita l’ingombro interno di pilastri o travi. Questa maglia è fissata a 490 pilastri la cui fondazione raggiunge i 30 metri di profondità. Ben 12.500 pannelli di vetro chiudono le 720 aperture, tutte diverse tra loro per inclinazione e curvatura.
La facciata è a doppio vetro per ottenere una maggiore efficienza energetica. L’aria di scarico è pre-raffreddata tra la facciata interna ed esterna in modo da ridurre il consumo energetico dell’edificio riciclando l’aria usata. Il vetro utilizzato sulla facciata della torre è a bassa emissività. È stato progettato per mantenere l’interno dell’edificio fresco ed eliminare i riflessi, pur mantenendo la trasparenza della facciata.
L’acciaio inossidabile ‘splash’ è un dispositivo di ombreggiamento che elimina più del 30% del calore del sole prima che raggiunga l’edificio, comportando un risparmio sulla necessità di raffreddamento all’interno dell’edificio.
Altri grattacieli che come in questo caso hanno utilizzato la tecnologia del ‘diagrid’ sono la Hearst Tower a New York e lo Swiss Re Buliding (‘La Gherkin’) a Londra entrambi di Norman Foster e la Nuova sede della China Central Television

Fonte: Archiportale

Ricerca: l’energia solare può trasformare la CO2 in diesel

Usa: una cordata di enti di ricerca pubblici e privati è stata formata per commercializzare una tecnologia che utilizza l’energia solare per trasformare la CO2 in diesel.
L’annuncio è stato dato in un comunicato dai Sandia National Laboratories, che guideranno il progetto. Il team ha ricevuto un primo finanziamento dal National Energy Technology Laboratory del dipartimento per l’Energia, e i piani sono di avere il primo impianto commerciale già nel 2013, mentre impianti di prova sono già attivi in California e New Mexico. Il progetto è di far sorgere le centrali solari a concentrazione vicino ad aziende con una grossa produzione di CO2, che potranno così abbatterla. La tecnologia è in sviluppo da parte di diversi laboratori Usa da circa 20 anni, ma è la prima volta che si tenta un’applicazione commerciale.

Fonte: LaStampa

Feltrinelli si converte alla carta certificata FSC

Dopo il duro attacco di Greenpeace e Terra contro gli editori italiani, ecco i primi risultati. Feltrinelli, editore storico del panorama italiano, ha annunciato che si impegnerà ad utilizzare, per i propri libri, solo ed esclusivamente carta certificata FSC (Forest Stewardship Council), proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile e responsabile. Una grossa vittoria per Greenpeace che porta avanti la campagna Salvaforeste.

Fonte: Liquida

Mobilità: l’eco maratona verso il futuro

Si sta avvicinando l’appuntamento con un’importante gara internazionale, molto “green” e fondata sulla sperimentazione delle tecnologie a impatto zero nell’ambito della mobilità.

Torna, infatti, la Eco Maratona sponsorizzata dal marchio di carburanti Shell, chiamata Shell Eco-marathon, di cui si svolgeranno le finali nel circuito Eurospeedway di Lausitz, in Germania, dal 26 al 28 maggio.

Scopo della gara non è quello di quasi tutte le gare automobilistiche, ovvero superare gli avversari, arrivando primi al traguardo, grazie sia alle prestazioni e alla velocità di macchine super potenti o grazie ai virtuosismi di piloti di grande fama e prestigio. Al contrario, la vera novità della gara sta nel fatto che la vittoria sarà raggiunta da chi riuscirà percorrere la stessa distanza con le minori emissioni e la minore quantità di carburante impiegate. Idea fuori dagli schemi per qualsiasi sfegatato tifoso di Formula 1 o di moto GP, ma molto innovativa.

I partecipanti della eco maratona sono, come ogni anno, gruppi di appassionati, studenti di scuole tecniche superiori e di università, ma anche case automobilistiche che presenteranno in gara veicoli con caratteristiche tecniche davvero pionieristiche. Alla Shell Eco Marathon di quest’anno si sfideranno 168 veicoli prototipo (modelli dalle forme avveniristiche e fantasiose) e 54 veicoli Urban Concept, più simili al tipico modello di mezzo a quattro ruote.

Una distinzione fondamentale tra i veicoli in gara è determinata dalla scelta del carburante: ogni team, a seconda delle caratteristiche del motore montato sul veicolo, adotta carburanti diversi.Benzina, diesel, Gas to Liquid (GTL), biodiesel o etanolo sono alcuni esempi dei carburanti che verranno utilizzati per i veicoli con motore a combustione interna; idrogeno, pannelli solari (sistema fotovoltaico) o batterie “plug in” per i veicoli a motore elettrico. Una novità di quest’anno è che i veicoli a batterie “plug in” gara diventano una categoria a parte.

Tra i partecipanti alla competizione di quest’anno ci saranno ben 16 team italiani (più di 200 le squadre che parteciperanno da tutto il mondo).

Nell’edizione 2010 della Shell Eco Marathon è stato raggiunto il record di 4896 Km percorsi da un veicolo con un solo litro di carburante. Si spera che un record tanto rivoluzionario si possa ripetere, ma soprattutto che, da un evento di gioco, competizione e interscambio culturale di portata internazionale, possano nascere concrete soluzioni nell’ambito della mobilità sostenibile.

 

Fonte: Liquida

 

Solar Impulse e il primo volo nei cieli europei

Solar Impulse, l’aereo che nel 2010 ha vinto la scommessa di volare di notte grazie alla sola energia del sole, nel 2011 partira’ alla sfida dei cieli europei. Ma il velivolo voluto dallo svizzero Bertrand Piccard non mira a trasportare passeggeri, bensi’ un messaggio: abbiamo dimostrato che con la tecnologia pulita si possono vincere sfide che si credevano impossibili e che questo e’ possibile gia’ adesso, esultano Piccard e Andre’ Borschberg, l’ingegnere svizzero che ha pilotato l’aereo Solar Impulse. L’anno prossimo prevediamo di viaggiare piu’ spesso e piu’ lontano nei cieli europei, in diverse capitali a bordo dell’attuale prototipo mentre parallelamente – ha spiegato Borschberg – proseguira’ la costruzione del prossimo aereo, il velivolo dell’ultima sfida del progetto Solar Impulse: realizzare il giro del mondo in cinque tappe, nel 2013. Per i promotori di Solar Impulse, il 2010 e’ stata l’ora di verita’. Per quasi otto anni avevamo girato il mondo per promuovere il progetto, ma non avevamo nulla di concreto da proporre, se non un discorso. Dopo il primo volo, tutto e’ cambiato. Avevamo dimostrato la fattibilita’ del nostro progetto, ha spiegato Piccard in un recente incontro con la stampa internazionale all’aerodromo di Payerne (Svizzera). E’ qui che la mattina dell’8 luglio 2010, Solar Impulse e’ atterrato dopo aver volato per la prima volta giorno e notte per piu’ di 26 ore a 8mila metri di altitudine grazie alla sola energia del sole. Il volo piu’ lungo e alto della storia dell’aviazione solare.
La notizia e le immagini hanno fatto il giro del mondo e 22 milioni di visitatori si sono collegati al sito web per seguire l’avventura. Ai comandi, Andre’ Borschberg. E’ stata un’avventura incredibile. L’aereo faceva il ”pieno” mentre volavo, ha raccontato. Era il secondo grande successo di Solar Impulse, dopo il primo volo di un paio d’ore in aprile, sempre con il prototipo HB-SIA, frutto di una collaborazione che coinvolge un’ottantina di partner, tra cui numerose aziende private, che hanno preso parte ai lavori di concezione, costruzione, sperimentazione e volo. L’aereo, custodito in un apposito hangar, e’ impressionante nelle sue dimensioni: ha l’apertura alare di un Airbus A340 (63,4 m) ed il peso di un’automobile (1.600 kg): la struttura e’ in fibre di carbonio e la superficie delle ali e’ coperta da celle solari sottilissime. Circa 12.000 cellule fotovoltaiche in grado di alimentare quattro motori elettrici. Sembra un’enorme libellula ed e’ un concentrato di ingegno.
Sembra fragilissimo, ma puo’ raggiungere una velocita’ media di 70 km orari. Il nuovo velivolo, quello per il giro del mondo, integrera’ tecnologie che si sono nel frattempo rese disponibili ed offrira’ maggiore spazio al pilota. Piccard e Borschberg si alterneranno. La nuova sfida deve ancora essere vinta ma i due ideatori di Solar Impulse non sembrano avere dubbi. Il volo e’ una avventura recente nella storia umana, ma improvvisamente proprio la storia ha cominciato a correre e la stessa definizione della parola impossibile’ e’ cambiata, secondo Bertrand Piccard, caduto nel pentolone dell’avventura da piccolo, con il nonno Auguste Piccard che su una mongolfiera nel 1932 stabili’ il record del mondo ed il padre Jacques che nel 1960 s’immerse invece nel punto piu’ basso del mondo. Lo stesso Bertrand Piccard e’ gia’ entrato nei libri dei record. Nel 1999 ha effettuato il primo giro della Terra senza scali con un pallone aerostatico. Ed e’ proprio da questa avventura che e’ nata l’ambizione di Solar Impulse.
Ho toccato con mano la nostra dipendenza dal carburante. Giorno dopo giorno, le scorte di propano liquido si esaurivano ed abbiamo rischiato di fallire. Da qui e’ nata l’idea di fare nuovamente il giro del mondo, ma senza carburante, grazie all’aereo solare. L’obiettivo non sara’ di stabilire un nuovo record, ma di fornire una dimostrazione delle possibilita’ offerte dalle energie rinnovabili, di promuovere lo spirito pionieristico. I cambiamenti climatici sono spesso presentanti come un problema e associati a costi, ma nessuno si mobilita’ se si parla solo di problemi e di costi. Noi preferiamo parlare delle soluzioni per ridurre i consumi e la nostra dipendenza dalle energie fossili e notevoli risparmi sono gia’ possibili, spiegano Piccard e Borschberg. In un Paese europeo ricorrendo alle nuove tecniche e alle nuove energie nel settore delle abitazioni e dei trasporti privati si puo’ gia’ risparmiare la meta’ dell’energia. Per l’altra meta’, i risparmi sono piu’ difficili, ma questo non deve essere un freno. Il messaggio di Solar Impuse e’ semplice: se un aereo puo’ volare di giorno e di notte senza carburante, allora nessuno potra’ dire che queste tecnologie non possono funzionare per auto, computer, il riscaldamento o l’illuminazione, conclude Piccard.

Fonte: Ansa

Tesi In Linea nel web

Tesi di Laurea in Architettura e Ingegneria

300.000 sono le tesi di laurea che ogni anno vengono discusse il Italia, alle quali si aggiungono le varie ricerche promosse da varie Facoltà, un patrimonio di notevole interesse che resta solitamente in archivio. Prog-res “Il Portale di cultura dell’architettura e dell’ingegneria” con la pubblicazione on line del materiale delle Tesi e delle Ricerche dà la possibilità di rendere pubblico e fruibile il materiale.

La Tesi conservata in rete protetta nei diritti, rappresenta il lavoro di tanti neolaureati che a disposizione del web, usufruendo del reticolo di connessioni offerte, vengono rese utili agli altri per contribuire ad un innalzamento globale della qualità del lavoro, e sopratutto offrire ulteriori opportunità di lavoro.

Visita in sito delle “Tesi In linea” cliccando qua

www.prog-res.it sezione Tesi e Ricerche

Antonio Diana: ambientalista dell’anno

Ha ottenuto oltre un terzo dei voti inviati dai lettori de La Nuova Ecologia e rappresenta la Campania che ce la fa: il Premio Ambientalista dell’anno 2010, assegnato da Legambiente alle persone che svolgono un ruolo importante nella tutela del territorio, è stato vinto da Antonio Diana, l’imprenditore casertano che con il suo impegno nel recupero e nel riciclo della plastica, è riuscito a portare occupazione e qualità ambientale nel territorio campano, proprio nel settore dei rifiuti.  Anche quest’anno, come nelle precedenti edizioni, il vincitore è stato scelto attraverso il voto popolare tra un gruppo di candidati selezionati preliminarmente dalla giuria di esperti presieduta da Alberto Fiorillo (portavoce Legambiente) e composta da Giuseppe Onufrio di Greenpeace, dalla giornalista tv Tessa Gelisio, da Filippo Solibello, conduttore di Caterpillar, dal giornalista Toni Mira di Avvenire e dal presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.
La premiazione, per l’attinenza tra il vincitore e la tematica dell’incontro, ha avuto luogo questa mattina ad Avellino nell’ambito della presentazione di “Comuni ricicloni Campania”, l’iniziativa che segnala le realtà territoriali che hanno saputo affrontare e vincere, attraverso diverse buone pratiche, la sfida della gestione dei rifiuti. 
Antonio Diana è il fondatore e l’amministratore delegato della Erreplast di Caserta, azienda che si occupa del recupero di materie plastiche da reinserire nel ciclo industriale. Fondata nel ’99 dai fratelli Diana per riprendere la strada avviata dal padre Mario, oggi questa realtà industriale rappresenta la più grande piattaforma integrata di recupero e riciclo di plastica con una capacità di trattamento di 80.000 tonnellate di rifiuti. L’imprenditore ha avuto il merito di dimostrare che si può fare impresa in maniera seria e coerente a Caserta come a Milano e che un’Italia diversa è possibile, nonostante le pressioni della criminalità organizzata.
E’ significativo – ha dichiarato Marco Fratoddi, direttore de La Nuova Ecologia – che nel mezzo dell’ennesima emergenza rifiuti in Campania, il voto popolare abbia premiato un imprenditore della green economy che ha contrapposto l’innovazione alla crisi e che ha realizzato il suo progetto senza compromessi, coniugando trasparenza e qualità ambientale, in un territorio difficile come quello campano. Sul podio, con Diana, il secondo e il terzo classificato: al secondo posto, con 372 voti, si è piazzato Giorgio Crepaldi, portavoce di un comitato cittadino che si batte contro la costruzione di una centrale a carbone; al terzo, con un distacco di poche preferenze, le sei protagoniste del film “Donne contro l’Ilva”, diretto da Valentina D’Amico, che racconta la storia vera di sei attiviste impegnate contro lo strapotere dell’acciaieria tarantina.  A seguire, il sindaco di Capo Rizzuto Carla Girasole, impegnata contro l’abusivismo edilizio, il magistrato Mario Spagnuolo, per la sua forte azione di contrasto alla criminalità organizzata calabrese e al malaffare del cemento e l’immigrato afgano Yassouf Amini, un giovane rifugiato politico che con la sua storia ha dimostrato come l’ambientalismo possa diventare una forma d’integrazione per i cittadini.

Dal 1° gennaio: stop ai sacchetti plastica

In Italia, a breve ci sara’ una rivoluzione per chi fa la spesa. Negozi, supermarket, mercati di strada, non potranno piu’ consegnare la merce negli ‘shopper’ di plastica. Il Consiglio dei Ministri ha confermato lo stop al loro utilizzo dal 1/o gennaio 2011, senza proroghe. In pensione, quindi, quella che fu considerata una delle massime ‘innovazioni’ del secolo passato: i sacchetti, come noi li conosciamo, verranno sostituiti da equivalenti realizzati in materiale biodegradabile o carta, mentre qualcuno scegliera’ di portarsi la borsa da casa, magari la ‘retina per la spesa’ delle nostre nonne.
E’ una grande innovazione, quella introdotta dal governo – ha commentato il ministro Stefania Prestigiacomo, che si e’ opposta all’introduzione dell’ennesima proroga – che segna un passo in avanti di fondamentale importanza nella lotta all’ inquinamento, rendendoci tutti piu’ responsabili in tema di riuso e di riciclo. Soddisfazione senza riserve da tutte le organizzazioni ambientaliste che temevano, forse per i forti interessi economici implicati, una nuova proroga per l’entrata in vigore del divieto.
Al ministro Prestigiacomo va il nostro plauso per aver scongiurato, oggi in Consiglio dei Ministri, una ulteriore proroga allo stop alle buste di plastica gia’ previsto dalla legge Finanziaria 2007, ha detto il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. Vigileremo affinche’ questa importante misura da noi fortemente voluta non sia nuovamente messa in pericolo dalle pressioni delle lobby dei produttori di plastica. La messa al bando dei sacchetti di plastica e’ un risultato importante non solo per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche per chi scommette sull’innovazione e sulla chimica verde, ha sottolineato Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd.
Da parte sua la Coldiretti, in sintonia, ricorda che gli italiani sono tra i massimi utilizzatori in Europa di shopper in plastica, con un consumo medio annuale di 300 sacchetti a testa” e che ”in Italia arriva un quarto dei 100 miliardi di pezzi consumati in Europa dove vengono importati per la maggioranza da paesi asiatici come Cina, Thailandia e Malesia. Il 28% di questi sacchetti diventa rifiuto e va ad inquinare l’ ambiente in modo pressoche’ permanente poiche’ occorrono almeno 200 anni per decomporli.
Il problema non si limita a quello che si vede tra i rifiuti delle citta’, ma occorre pensare, per esempio, a quello che accade nei fiumi italiani e piu’ in generale del mondo, quando le sponde ad ogni piena si trasformano in vere discariche; oppure alle isole di plastica alla deriva negli oceani. Secondo stime riportate sempre dalla Coldiretti, per produrne 200 mila tonnellate vengano bruciate 430 mila tonnellate di petrolio.

Fonte: Ansa

Curiosità dal web: da gennaio 2011, la patente ecosostenibile

Patente ecosotenibile dal 2011, è quanto annunciato da Maurizio Vitelli, direttore generale della Motorizzazione Civile. Sarà prevista una serie di domande legate alla guida ecosostenibile nei test della prova scritta che sosterranno i futuri automobilisti.
L’annuncio ha riscosso l’approvazione delle maggiori associazioni ambientaliste. Educare i futuri automobilisti ad attuare una serie di piccoli accorgimenti da applicare costantemente contribuirà di fatto a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di limitare il più possibile l’inquinamento e le conseguenti emissioni di CO2 nell’ambiente.

Fonte: BlogEcologia

Unione Europea e le “Capitali verdi” del futuro

Vitoria-Gasteiz in Spagna e Nantes in Francia: sono queste le due città che si sono aggiudicate il riconoscimento della Commissione Ue di Capitale verde europea,  rispettivamente per il 2012 e il 2013. Dopo Stoccolma nel 2010 e Amburgo nel 2011, ecco chi sono le nuove eco-reginette:
VITORIA-GASTEIZ: Città del Nord della Spagna e capoluogo dei Paesi baschi. Il centro è circondato da una Cintura verde, a cui ha accesso circa un quarto della popolazione, che in totale arriva a un milione di abitanti. Impegnata sul fronte della conservazione di flora e fauna, la città sta cercando di affrontare la questione della scarsità di oro blu e ha ridotto i consumi nel corso dell’ultimo decennio. Sono stati fatti investimenti per migliorare la fornitura di acqua e la sua qualità, ridurre le perdite e attuare un consumo sostenibile: l’obiettivo è un consumo domestico inferiore ai 100 litri pro capite al giorno (contro un consumo medio italiano pro capite al giorno di 250 litri);
NANTES: Sesta città della Francia, con una popolazione di 285mila abitanti, ha legato con successo aree verdi e aree “blu”, integrando le sfide urbane con i due maggiori fiumi (Loira ed Erdre), tramite un programma di gestione sostenibile dell’acqua. Diversi siti protetti dalla rete europea di “Natura 2000” e altre aree di conservazione si trovano alla periferia della città e la protezione di flora e fauna è una questione importante per i suoi cittadini. Nantes ha da tempo un sistema di trasporti integrato e sostenibile, che punta su mezzi pubblici e bicicletta ed è stata la prima città francese a reintrodurre i tram elettrici. Il suo nuovo piano conta di ridurre di un quarto le emissioni di CO2 entro il 2020.

Fonte: Ansa

Pisa: capitale italiana delle nuove energie green

Pisa, capitale italiana delle nuove energie greenE’ Pisa la citta’ vincitrice del Klimaenergy Award 2010, premio assegnato a Bolzano per miglior progetto energetico e riservato ai comuni e alle province italiani.
La citta’ della torre e’ tra i comuni compresi fra 20 mila e 150 mila abitanti la capitale della green Energy.
Ricerca, universita’ e voglia di innovazione. Sono questi gli ingredienti che nel giro di pochi anni hanno trasformato la citta’ toscana in una vera e propria citta’ verde
sottolinea il comune di Pisa, una citta’ che sul suo territorio puo’ contare su una delle piu’ prestigiose universita’ italiane, una scuola di eccellenza come la Normale che insieme a Sant’Anna, CNR e Centro studi dell’Enel, rappresentano il meglio della ricerca italiana sull’energia rinnovabile e a basse emissioni.
In questi anni Pisa ha fatto una scelta precisa: puntare sulle energie rinnovabili e a bassa emissione
– sottolinea il sindaco della citta’ toscana, Marco Filippeschi – il che significa ricerca, fortemente presente qui in citta’, ma anche applicazioni concrete, come il campo solare dei Navicelli, il piu’ grande campo di pannelli fotovoltaici della Toscana. Sono convinto che Pisa possa diventare, e forse in parte lo e’ gia’, un punto di riferimento nazionale per tutti i Comuni che vogliono investire in questa rivoluzione verde. Oggi qui stiamo sperimentando e realizzando quello che fino a qualche anno fa sembrava fantascienza e l’obiettivo e’ duplice: salvaguardare le risorse ambientali del nostro territorio e allo stesso tempo rilanciare lo sviluppo economico, facendo innovazione e creando posti di lavoro.

Fonte: Ansa

Park(ing) day 2010: i parcheggi diventano parchi urbani

 

17 settembre 2010: Park(ing) Day 2010. In varie città di tutto il mondo gruppi più o meno organizzati trasformano provvisoriamente un posto auto in un mini parco urbano, in un fazzoletto di verde variamente attrezzato attorno al quale tessere relazioni umane. In Italia il Parking Day si svolgerà solo a Firenze (salvo azioni estemporanee dell’ultima ora), e con un giorno di ritardo. Volete avere un’idea di ciò che succederà sabato 18 settembre? C’è un video divertente che anticipa il succo dell’iniziativa. Il Park(ing) day è nato nel 2005 a San Francisco. L’anno scorso ha registrato più di 500 installazioni in oltre 100 città su quattro continenti.
Durante il Firenze Park(ing) Day una trentina di gruppi animeranno altrettante piazzole di sosta delle zone di San Niccolò e Sant’ Ambrogio. L’appuntamento è dalle 14 alle 22 di sabato 18 Settembre.

Fonte: Blogeko

Deep Green: un aquilone sottomarino che produce energia

Modi per produrre energia alternativa ne esistono tanti, ma Deep Green è davvero innovativo: si tratta di un aquilone sottomarino, collegato a 100 metri di cavo con una turbina di un metro di diametro, che può generare elettricità a partire dalla correnti subacquee. Il progetto è stato sviluppato dall’azienda anglo-svedese Minesto
Per generare energia, Deep Green sfrutta i suoi movimenti ondulatori e può operare sia nelle correnti lente che a profondità elevate. La trovata è molto ingegnosa soprattutto se si pensa che un solo aquilone è in grado di sviluppare circa 500 kW di elettricità, praticamente quella necessaria per alimentare 10 case. Per realizzare il prototipo in scala 1:4 di Deep Green, la Minesto riceverà un finanziamento di due milioni di euro; i test dovrebbero avvenire nel 2011 sulle coste irlandesi, e se dovessero risultare positivi, verrà costruito un set di 10 aquiloni in scala definitiva. Secondo quanto dichiarato dalla Minesto, l’aquilone Deep Green potrebbe essere commercializzabile già nei prossimi quattro anni e offrirà il vantaggio di sfruttare le maree per produrre energia.

Fonte: FotovoltaicoBlog

India: i postini si muovono con i risciò solari

La promessa fatta nel 2008 è stata mantenuta: ai Commonwealth Games è avvenuta la presentazione del Soleckshaw, il risciò solare, un tre ruote elettrico a pedalata assistita, alimentato da pannelli fotovoltaici, sarà consegnato ai postini indiani. Per ora gli esemplari presentati sono 10 ma a breve ne saranno consegnati in 1000 uffici postali del Rajastan fino a essere implementati nel resto del paese nei prossimi 3 mesi. Il vantaggio per gli indiani è innegabile: consente ai postini di percorrere più facilmente anche le zone impervie; grazie alla pedalata assistita si è aumentato di circa 50-60 km il loro tragitto; riescono a trasportare pacchi più pesanti; a fronte di tanta efficienza non aumentano le emissioni di Co2. Anzi, grazie alla ricarica a pannelli solari le emissioni sono praticamente ridotte a zero. Il progetto noto come Mark I è nato in otto mesi al CMERI, Central Mechanical Engineering Research Institute di Durgapur.

Fonte: Ecoblog