Archivio della categoria ‘Design’

Design: nasce la “breathing chair”

Semplice ma d’impatto è la sedia della designer Wu Yu-Ying vincitrice del premio Red Dot Award 2009.  L’ispirazione è arrivata osservando al microscopio un piccola sezione di corteccia di albero cambium. Wu Yu-Ying è ha scoperto il cuore di questo albero e il gioco di celle a diversa dimensione e forma impossibili da percepire a occhio nudo.

Nasce così Breathing Chair, una seduta in schiuma di lattice a densità controllata. Il disegno delle celle precedentemente osservato al microscopio è stato trasferito alla seduta sotto forma di texture 3D con diverse forme e grandezze. Grazie alla densità controllata (più soffice verso l’estremità superiore e più compatta verso il cuore e la base) è possibile essere avvolti da questo cubo che si modella sotto il peso del nostro corpo, trasformando le estremità del cubo in comodi braccioli. Un prototipo che ha destato l’attenzione di molte case produttrici di elementi d’arredo e che a breve probabilmente troveremo anche sul mercato. Peccato che il lattice dopo qualche tempo inizia a deteriorarsi. Guarda anche la “mozzarella chair”

Visita la pagina di Wu Yu-Ying

Vedi il video di Breathing Chair

Fonte: Architettura&Design

Ekokook: la cucina che ricicla tutto quello che avanza

Lo spreco trasformato in risorsa. Ogni residuo, considerato in passato un problema perché generatore di gas tossici dannosi per l’ambiente e per l’uomo, diventerà parte fondamentale di un processo di riciclaggio che punta a riutilizzare tutto. Questa la tesi da cui sono partiti, quasi dieci anni fa, i designer di Faltazi lab e che ha portato alla creazione di Ekokook, la rivoluzione francese della cucina. Struttura a isola, ecocompatibile, predisposta per ridurre i consumi, preparare cibi sani e mettere in pratica forme di stoccaggio intelligente, permette la produzione stessa di energia. La parte inferiore è progettata in modo da compattare e pressare i rifiuti solidi (assemblati attraverso la raccolta differenziata), mentre quelli organici vengono trasformati in concime. Il frigorifero è dotato di compartimenti stagni che evitano di disperdere energia e l’acqua viene utilizzata sia per cucinare che annaffiare le piante, mentre quella filtrata è impiegata nel forno a vapore e nella lavastoviglie. Molti vorrebbero fare la raccolta differenziata, ma spesso si scoraggiano di fronte alla difficoltà di doversi ricordare il colore di ogni materiale e all’inevitabile confusione che ne segue. Verde per il vetro, blu per la plastica, rosso per qualcos’altro. Questa nuova cucina ha un disegno su ogni sportello, semplice ed esplicativo che ricorda all’aspirante ambientalista cosa fare affinché si completi l’iter del riciclaggio. Un progetto complesso che ha come obiettivo quello di raggiungere l’autosufficienza energetica in casa e soprattutto in cucina.

Il nostro progetto è basato su quattro elementi essenziali – fanno sapere dal laboratorio – gestione degli sprechi, salute in cucina, riduzione del consumo energetico e stoccaggio intelligente. Ci concentriamo sui materiali che si trovano tra l’abitazione e le risorse esterne: ogni muro, balcone, finestra, porta o persiana può essere utilizzata come supporto per un’installazione ecocompatibile. Ogni installazione che interagisce con elementi esterni (lo scarico del lavandino, il secchio della spazzatura, etc.) è in grado di produrre un eco-beneficio immediato. Tutta l’aria, l’acqua, il vento e il sole che raggiungono la casa devono essere viste come preziose risorse da catturare e usare.

Fonte: Luxury24_Ilsole24ore

Un tunnel solare per la tua casa: disegnato da Ross Lovegrove!

Un lampadario senza lampada può illuminare i nostri ambienti? Sì, se stiamo parlando del Tunnel Solare di Ross Lovegrove: la prima lampada a luce naturale, ma anche una scultura dal design organico, essenziale e bio-inspired. Uno dei più grandi esponenti del Green Design, disegna per Velux un nuovo tipo di illuminazione, che sfrutta la luce solare. Niente pannelli fotovoltaici, led o elementi che richiedono consumi energetici, ma il più semplice dei dispositivi: un tunnel ricoperto di Miro-Silver (materiale riflettente che aumenta la capacità di diffusione di oltre il 98% con qualsiasi angolo di incidenza dei raggi solari) che convoglia i raggi solari, dal tetto e li restituisce come luce all’interno delle case. La luce naturale viene distribuita nell’ambiente grazie al particolare diffusore a goccia che può essere regolato in altezza per modificare l’intensità luminosa. All’esterno si presenta come una qualunque finestra o cupolino Velux e per l’installazione bastano pochissime ore. Questo particolare sistema illuminante è stato insignito con il prestigioso Red Dot Award 2010 nella categoria Best of the Best 2010.

Fonte: Architettura&Design

20 mag 2010 | Concorso Expopack 2015: Montepremi 10.000 euro

COMIECO LANCIA UN CONCORSO PER LA PROGETTAZIONE DELPACK “MASCOTTE”  IN CARTA E CARTONE DELL’ EXPO 2015

IL CONTENITORE dovrà richiamare il tema “Feeding the Planet, Energy forLife”, fornendo un supporto/oggetto utilizzabile durante la visita e da portare a casa come ricordo.Il contenitore dovrà essere contemporaneamente supporto informativo e contenitore di alimenti e/o liquidi.

DESTINATARI DEL PREMIO sono gli studenti di scuole universitarie italiane, scuole ad indirizzo grafico, designer, architetti, aziende che posso proporsi individualmente o in gruppo.

I criteri di valutazione saranno: capacità di generare innovazione di processo, di prodotto o di servizio; funzionalità durante l’Expo; estetica; originalità; modularità del prodotto per differenti impieghi; valutazione dei benefici ambientali apportabili.

MAGGIORI INFORMAZIONI E MODALITA’ D’ISCRIZIONI SU: www. comieco.org

Shell Eco-marathon UK youth challenge

Ancora risultati da record per il team italiano “mecc-SUN” del Politecnico di Milano

Dopo il successo assoluto negli Stati Uniti a Huston (Texas) nel marzo scorso, il team del Politecnico di Milano con il prototipo a energia solare “APOLLO” ha ottenuto il minore consumo di sempre nelle competizioni Shell Eco-marathon: in linguaggio “comune” raggiunti i 7070 km/litro se il prototipo fosse stato alimentato a benzina.
Un altro prestigioso record raggiunto dal team italiano mecc-SUN del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano che ha preso parte alla Shell Eco-marathon UK Youth Challenge a Rockingham il 29 e 30 giugno 2010.
Il prototipo a energia solare APOLLO ha ri-confermato caratteristiche davvero eccezionali.

Ecco i numeri relativi alla prestazione di APOLLO:

7070 km/l consumo che avrebbe avuto Apollo se fosse stato alimentato a benzina

796: chilometri percorribili da Apollo con un chilowattora

Apollo, con questo eccellente risultato, ha superato il record mondiale di percorrenza con un chilowattora, detenuto attualmente da Solar Car Solutions (Francia) con 665 km (ottenuto nel 2009 sul circuito tedesco di Lausitz).

Un risultato entusiasmante per il team – supportato dalla Fondazione Politecnico di Milano e dalla Facoltà di Ingegneria Industriale dell’Ateneo milanese – che, proprio per un forte spirito di squadra e per l’attenzione a una esperienza formativa di questo genere, ha scelto di partecipare anche all’edizione inglese della manifestazione all’insegna della mobilità sostenibile.

Il nuovo prototipo è frutto di un impegno costante del team che, in linea con lo spirito della Shell Eco-marathon, ha lavorato per costruire un veicolo che utilizzi la minor quantità di energia per percorrere la maggiore distanza possibile, producendo il minor tasso di emissioni.

Shell Eco-marathon

L’appuntamento annuale che ha l’obiettivo di coinvolgere giovani progettisti e studenti di formazione tecnica perché sviluppino nuovi approcci per una mobilità sostenibile. Il principio della Shell Eco-marathon, che guida i team in questo ambizioso percorso, è progettare e costruire un veicolo che utilizzi la minor quantità di carburante per percorrere la maggiore distanza possibile, producendo il minor tasso di emissioni. L’obiettivo del progetto non è battere i record di velocità o essere i primi a tagliare il traguardo, ma consumare la minore quantità di carburante possibile in una distanza prestabilita.

La Shell Eco-marathonè un’iniziativa mondiale, che si sviluppa attraverso quattro manifestazioni:

  • Shell Eco-marathon Americas: 26-28 marzo a Houston, USA
  • Shell Eco-marathon Europe: 06-07 maggio a Lausitz, Germania
  • ShellEco-marathonUKYouth Challenge 29 e 30 giugno a Rockingham,UK
  • Shell Eco-marathon Asia: 08-10 luglio a Kuala Lampur, Malaysia

Eco Chic Wedding

Fibra di mais per l’abito bianco, carta riciclata per gli inviti, design di re-use per il banchetto. In generale, riduzione di consumo e inquinamento per l’eco chic wedding, il matrimonio ecologico che non rinuncia al glamour, la nuova filosofia slow declinata per il giorno più bello.
Un genere che avrebbe potuto far fare un figurone mondiale al principe d’Inghilterra William e la fidanzata Kate, se solo gli interessati ci avessero pensato, per quelle che sono già considerate le “nozze del secolo”. Anche le fedi sono in oro riciclato e diamanti no-conflict (non provenienti da zone di guerra) per la nuova tendenza presentata nei giorni scorsi a Roma, nell’evento dedicato al matrimonio all’insegna della sostenibilità ambientale, ideato e prodotto da Alessandra Puglisi, presidente della Dionisia Events. Ogni dettaglio delle nozze eco-chic è pensato nel rispetto della natura: gli abiti da sposa sono realizzati in fibra di mais, la scenografia floreale mescola elementi naturali e materiali di riciclo per inedite creazioni di design e gli allestimenti per la tavola sono creazioni ecologiche che nascono dalla carta, dal rame, dalla materia lavorata, riscoperta, inventata in percorsi sempre nuovi.
«Il fenomeno non si limita solo alla moda – spiega  – ma contagia tutti i settori, dalla cosmesi al design, dalle automobili al gusto. La tendenza ecologista nata in America è approdata in Italia qualche anno fa, sinonimo di sobrietà, ma ora è interpretata in chiave glamour». Così, l’abito della sposa può essere un vintage, oppure un capo realizzato con tessuti naturali e finiture esclusive per un look che spazia del classico al contemporaneo. Il make up si realizza con prodotti di bellezza organici. Il menù si basa su prodotti del territorio biologici e stagionali preparati secondo i dettami dello slow food e interpretati in modo creativo. Le bomboniere vengono create con prodotti naturali, come un bulbo di fiore da travasare o una pianta che l’invitato potrà tenere in giardino. Un bel ricordo che vive e produce ossigeno.

 

Soddisfazione per la prima edizione di Change up! Scelgo io®

Circa duemila presenze nell’assolato weekend milanese che ha visto il debutto di Change up! Scelgo io®, l’evento-temporary shop dedicato agli acquisti responsabili e ai consumi sostenibili, tenutosi sabato 21 e domenica 22 maggio a Superstudio Più.
Ad accogliere il visitatore, all’entrata dello Spazio Art Point, il curatissimo allestimento di Bonoldi Giardini: un grande cerchio di prato all’inglese, gioia degli ospiti a quattro zampe, con aiuola di fiori, piante, canne di bambù e zampillo d’acqua; accanto, una bianca pagoda con terreno a ghiaia ha ospitato le giocose sedute eco-toys di Alessandro Acerra (Hibu) e, all’entrata laterale, le alchimie tra l’aria e l’acqua del fotografo Claudio Bonoldi pendevano come gocce da fili trasparenti.
Una cornice curata, compresi gli stand Digiboard eco-compatibili e dotati di alberelli a grandi foglie che le aziende hanno potuto personalizzare, per un appuntamento in nome dell’“etica efficace”, come ha detto Sebastiano Barisoni di Radio24 introducendo l’intervista al presidente del consorzio GOEL, partner di Change up!, qualche ora prima che la fiera aprisse i battenti.
Un buon esordio, dunque, visto che Change up! voleva essere ed è stata un’iniziativa a riprova che l’impresa sociale e la sostenibilità possono essere una valida alternativa all’economia profit e meno sensibile al benessere del pianeta, grazie a prodotti belli, di design e di ottima qualità che invogliano all’acquisto il pubblico più esigente. E a prezzi che, nonostante la preziosità delle materie e un elaborato processo di realizzazione, sono competitivi, in considerazione del fatto che tante volte un basso costo d’acquisto può averne uno molto più alto in termini di legalità o di salute.
Fra gli obiettivi raggiunti da Change up!, quello di aver creato un’atmosfera rilassata che ha stimolato dialogo,
incontri, contatti fra pubblico, imprenditori e professionisti, sicuramente favoriti dalle ottime proposte di cibi
biologici e biodinamici preparati con cura da Biosophia.
Sempre a firma Biosophia, si sono avvicendati altri momenti di “appetitosa socialità”, come l’apprezzatissima degustazione di vini dei colli tortonesi, l’happy hour con aromatiche birre crude e vive, fra cui la Change up! creata apposta per l’occasione, e l’aperitivo “in musica” con il jazz del Rinaldi Baldioli Ruggieri Trio nel giardino adiacente, a chiusura dell’evento. Anche questa zona si è rivelata un piacevole punto di ritrovo: per i bambini, felici di giocare con le camere d’aria di Hell’sKitchen, e per gli adulti, che hanno assistito alle dimostrazioni di taichi chuan, partecipato alle lezioni di yoga, creato fantasiosi bijoux con Poet-à-porter o realizzato cosmetici rigorosamente naturali guidati dall’esperienza di Paola Lambardi.
Compatibilmente con una prima edizione, si è registrato un discreto interesse anche per gli interventi e le presentazioni di realtà importanti nel panorama del nuovo modo di fare impresa e comunicazione e delle scelte
sostenibili: Best up, Centrale di Mobilità, EcoWorldHotel, Greencommerce, GOEL, GreenGeek, ICEA, IMQ, Make a Change, the Hub Milan, REEF Re-Energy Foundation Onlus, TPEnergy, assieme ai contributi culturali degli autori Danilo Bonati e Antonio Galdo. Tutte presenze preziose con cui Change up! si augura di continuare a collaborare per crescere e diventare un messaggio sempre più incisivo.

HANGAR DESIGN GROUP VINCE IL COMPASSO D’ORO ADI 2011

Il più autorevole premio mondiale di design suggella un progetto di eccellenza, già premiato all’Expo di Shanghai nell’ambito della mostra Italia degli Innovatori.

La casa mobile Sunset – progettata da Hangar Design Group per il brand Movit di Pircher Oberland – vince l’ambito premio per la categoria DESIGN PER L’AMBIENTE, grazie ad un concept innovativo che sa coniugare le migliori soluzioni di funzionalità e stile con le esigenze di sostenibilità ambientale proprie dell’architettura contemporanea.

Ricerca, passione, visione: ecco gli ingredienti di una filosofia progettuale innovativa e coerente: “Ogni volta che affrontiamo un progetto, si tratti del disegno di un logo, di un sito web o di una microarchitettura, cerchiamo di sviluppare una riflessione organica che inquadra il progetto specifico in un universo di riferimento coerente” – commentano i creativi di Hangar Design Group. “La casa mobile Sunset si caratterizza per un concept semplice ma innovativo e per la massima efficienza energetica a impatto zero, nel rispetto del paesaggio. La sua qualità è certificata in classe A secondo gli standard internazionali CasaClima, sia in termini di processi produttivi, che di gestione am

bientale e materie prime utilizzate.”

Fonte: http://vimeo.com/user6067356/sunset-compasso-doro

Il fascino dell’analogico

L’allarme acustico progettato da Jamie McMahon

I suoni delle sveglie diventano giorno dopo giorno più fastidiosi. Tantissimi sono coloro che ad esempio utilizzano la funzione sveglia all’interno del proprio cellulare, sempre meno scelgono la radio sveglia e inutile dire che canto del gallo è un ricordo svanito o forse sempre appartenuto al mondo delle favole.
Ma progresso non sempre significa abbandonare per sempre strumenti e oggetti del passati. E di questo avviso sembra essereJamie McMahon, product designer formatosi presso l’Università di Dundee, in Scozia, che, per allietare il risveglio ha riproposto un suono acustico e non digitale.

Ecco così sviluppato un modello dal fascino antico, non solo nell’aspetto ma anche nel segnale acustico, più piacevole e meno invasivo. Si chiama The Acoustic Alarm e si ispira a diversi strumenti musicali. L’allarme acustico utilizza un plettro per pizzicare delle corde che ricordano quelle della chitarra.
Tre sono i materiali che compongono The Acoustic Alarm: legno di betulla, legno di noce e acciaio inox. L’allarme acustico è stato interamente lavorato a mano. Il corpo, fatto con la betulla, è stata rifinito con una cera trasparente per mantenere il colore naturale del legno. I piroli sono stati realizzati invece in noce per dare un contrasto nelle tonalità del legno, così come dare forza ai pezzi con più tensione. Le manopole sono invece in acciaio inox.

A proposito della sua creazione Jamie McMahon affrema: “Le emozioni umane sono influenzate da molti fattori, e uno di questi fattori che più infastidisce le persone è il suono della loro sveglia. The Acoustic Alarm sostituisce i fastidiosi suoni analogici con una melodia rilassante e acustica, che è stata progettata dando all’utente la possibilità di scegliere il tono dell’allarme, regolando i piroli ai quali sono legate le corde.”

 

Fonte: Tecnici.it

L’italia festeggia i 150 con il design!

L’Italia festeggia i 150anni di unità nazionale e sono moltissime le iniziative, anche nel campo del design, per celebrare al meglio questo speciale anniversario. L’Italia festeggia il tricolore e il design lo celebra in ogni sua declinazione.
Cassina, Moroso, Vitrum, Effebiquadro, Foscarini, Jacuzzi, Bialetti, Faber, Natuzzi…. gli omaggi all’Italia aumentano ad ogni minuto che passa. I tre colori simbolo dell’Italia vengono interpretati da designer ed aziende italiane per ricordare la storia del nostro paese.
Una piccola anteprima la vedemmo allo scorso Salone del Mobile con i tavoli Cassina editi da Gaetano Pesce.
Quest’anno al coro si aggiungono a grande voce moltissime altre aziende. A breve sarà disponibile anche il secondo numero di Inventario*, bookzine diretto da Beppe Finessi, promosso e sostenuto da Foscarini ed edito da Corraini, la cui copertina sarà dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia: un vero e proprio omaggio al Tricolore e al significato dei suoi colori. Non mancano neanche le installazioni. Milano centrale si sveglia in questi giorni con tre porte aperte da cui sono passate decine di persone, in prevalenza stranieri. Per tutti un caloroso benvenuto nel segno dell’accoglienza, in occasione dell’anniversario dell’unità d’Italia. Celebrazioni un po’ forzate o omaggi sentiti, non ci resta che festeggiare sempre e comunque con il design!

Fonte: Architettura&Design

L’importanza del colore – Intervista al Prof.Massimo Caiazzo

Tutto ciò che ci circonda ha un colore; il colore è parte integrante della nostra vita e ne siamo influenzati psicologicamente e fisiologicamente anche nella quotidianità. Ma siamo sicuri di dare la giusta importanza al colore in fase di progettazione? Il colore è solo un elemento decorativo oppure deve essere considerato un elemento determinante del nostro progetto? Per avere risposte a queste domande e per comprendere l’influenza del colore in tutto ciò che ci sta intorno abbiamo voluto interpellare uno dei massimi esperti dell’argomento. Abbiamo posto alcune domande al Prof.Massimo Caiazzo, Designer, Colour Consultant e Vicepresidente per l’Italia del Comitato Internazionale dello IACC International Association of Color Consultants (www.iaccna.org), l’associazione che riunisce i progettisti del colore più antica del mondo. 

Lo studio della “nuova percezione del suono e del colore” è il filo conduttore del suo lavoro, improntato alla contaminazione tra diverse discipline.  Il suo eclettismo professionale e artistico, ha trovato spazio anche in campo industriale dove è consulente di importanti aziende. Nella sua attività di Color Consultant, ha sviluppato studi cromatici in diversi settori: nautico, automobilistico (Fiat 500, Lancia Y), nel trasporto pubblico (autobus a gas naturale, Verona), nell’arredo urbano (arredo per la città di Napoli), nell’architettura d’interni (casa-studio di Gianna Nannini, Milano; Banca Albertini Syz, Milano), nel design (Philips, Alessi, Swatch, Bisazza), nella moda (Etro, Guardiani), nell’exhibit design (Essere-Benessere Triennale di Milano; Normali Meraviglie, Genova), nell’ideazione di eventi e performance (Colour is Music, Milano; Synestesia, Milano) e in ambito artistico (è autore con Alessandro Mendini di “Biancaneve”, scultura ispirata ai sette colori dell’arcobaleno, collezione “Future Film Festival”). Suoi lavori sono esposti nelle collezioni del “Museum fur Kunst und Gewerbe”di Amburgo, del “Musèe Les Arts Dècoratifs” del Louvre di Parigi e del”Museum 4th Block of ecological art” di Kiev. La sua biografia completa è disponibile sul sito www.massimocaiazzo.com

 

Quale è il ruolo della IACC International Association of Color Consultants? Presente in 14 paesi, IACC è la più antica ed autorevole istituzione internazionale finalizzata alla diffusione della cultura progettuale del colore. L’Associazione prepara ed accredita progettisti e consulenti del colore che operano principalmente nell’ambito dell’architettura del design e in tutti i settori in cui il colore riveste un ruolo fondamentale. Da oltre cinquanta anni IACC organizza corsi di alta formazione e promuove il riconoscimento delle figure professionali del Colour Consultant e del Colour Designer. Nel 2009 nasce IACC Italia che, nel pieno rispetto del disciplinare internazionale, si impegna concretamente a formare, valorizzare e regolamentare, su tutto il territorio nazionale, le attività di ricercatori e progettisti del colore. Nel gennaio 2011 sono stati avviati anche in Italia il programma di formazione di IAC che prevede lo studio di diverse discipline correlate con il colore e tutte le sue sfaccettature: dal rapporto con la luce negli ambienti fino alle sue applicazioni nel marketing. Per conseguire il Diploma IACC è necessario frequentare il ciclo completo di quattro i seminari e presentare una tesi di laurea finale con conseguente valutazione di idoneità da parte di una commissione speciale composta da esperti di varie nazioni. Naturalmente, però, chi desidera semplicemente ampliare il proprio bagaglio culturale senza la necessità di conseguire il Diploma IACC può iscriversi comunque ad uno o più seminari. Il primo dei quattro seminari italiani si è appena concluso presso la NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano. Attualmente stiamo organizzando il Seminario n2 (dal 19 al 23 giugno 2011) sempre alla NABA. Il seminario prevede la partecipazione di un massimo di 25 persone, per un totale di 40 ore di lezione con traduzione simultanea dall’inglese, organizzate secondo il modello IACC, già adottato in molte università statunitensi come Berkeley e UCLA oltre che in altri prestigiosi istituti di tutto il mondo. Coloro che non hanno potuto frequentare il Seminario n1 possono comunque iscriversi al Seminario n2, frequentando, il 18 giugno 2011, l’introduzione del Seminario1 che potranno completare nel gennaio 2012.

Come è nata in Lei questa particolare attrazione per i colori? Potrei dire che sin da quando ero bambino il colore ha sempre esercitato su di me una irresistibile attrazione appagando sia la mia curiosità, che il desiderio di esprimermi senza usare le parole. Nell’esperienza del colore, infatti, tutte le informazioni confluiscono in una percezione unitaria dove conoscenza e istinto si fondono. L’argomento colore, si presta molto all’approccio eclettico in quanto può essere analizzato da infiniti punti di vista e in ogni campo del sapere, sia in chiave scientifica che umanistica: dalla filosofia alle scienze naturali, dalla biologia alla medicina, dall’antropologia alla psicologia, dalla fisica alla teoria del colore, dal design all’ergonomia visiva, dall’architettura all’arte. Il colore con la sua impareggiabile capacità di raccontare ogni aspetto della vita è un prezioso strumento per rappresentare la condizione umana.

Lei ha esperienza di Colour Consulting in parecchi settori. In quale secondo Lei viene richiesta una maggiore attenzione nello studio del colore e per quale motivo? Il colore è sempre contestuale, e soprattutto nell’ambito delle arti applicate, assume valenze e significati sempre diversi. I colori con i loro attributi e le infinite possibilità di combinazione possono essere considerati una vera e propria “cartina di tornasole” dello spirito dei tempi che il progettista deve saper individuare, comprendere e tradurre in base alle specifiche competenze del proprio ambito disciplinare. Proprio per questo non è possiblie intercambiare i sistemi cromatici delle discipline attinenti la moda con quelli dell’architettura. Nella moda ad esempio, l’elemento colore deve interagire con le complesse dinamiche che determinano le tendenze del colore. Direi che tra i vari ambiti, quello che richiede particolare attenzione è l’architettura invece la progettazione del colore è strettamente legata alle funzioni e alle dimensioni degli spazi. Ovviamente anche il tempo di permanenza in ciascun ambiente, la sua temperatura e il suo grado di rumorosità incidono sull’ efficacia del contesto cromatico. Solo una formazione specifica e interdisciplinare offre gli strumenti necessari a soddisfare, nei vari ambiti della progettazione, le esigenze funzionali ed estetiche che consentono di ottenere una piena integrazione tra uomo e ambiente costruito. Per formulare un progetto efficace sono necessarie conoscenze umanistiche e scientifiche in grado di guidare il designer nella scelta delle tecniche e dei materiali più idonei alla sua realizzazione.

Nel 2008, per la prima volta in Europa, ha ideato e progettato l’intervento di riqualificazione cromatica di un istituto di pena, con il progetto no-profit “Colore al carcere di Bollate”. Che ruolo ha il colore in un istituto di questo tipo? Che cosa ricorda con entusiasmo di questa esperienza? Il progetto nasce con l’obbiettivo di ideare soluzioni che, utilizzando le potenzialità del colore, contribuiscano a migliorare la qualità della vita anche in quei luoghi che sono stati esclusi a priori da qualsiasi forma di estetica. All’esterno della casa circondariale la problematica da risolvere era l’eccessiva ortogonalità delle facciate: una struttura massiccia rivestita di cemento che richiama l’idea di una fortificazione ed evoca inevitabilmente il concetto di gabbia, di carcere come luogo di pena e non di riabilitazione.L’effetto policromo della facciata ha attenuato la durezza dell’intera struttura. Il risultato è stato un miglioramento della qualità della vita degli agenti della polizia penitenziaria degli operatori e dei reclusi. I nuovi colori hanno portato benefici concreti soprattutto ai tanti bambini e a tutti coloro che recandosi a far visita ai detenuti, subiscono ingiustamente il carcere come luogo di deprivazione sensoriale. All’interno l’intervento di riqualificazione cromatica è basato sull’effetto dei colori sulla percezione del tempo. L’illuminazione ottenuta con speciali fluorescenze diffonde una luce molto simile a quella solare che rende il contesto più “naturale” e quindi vivibile. Il risultato è stato un miglioramento della qualità della vita degli agenti della polizia penitenziaria degli operatori e dei reclusi. I nuovi colori hanno portato benefici concreti soprattutto ai tanti bambini e a tutti coloro che recandosi a far visita ai detenuti, subiscono ingiustamente il carcere come luogo di deprivazione sensoriale. Questo progetto mi ha dato un’enorme soddisfazione per l’alto valore sociale poiché è stato realizzato grazie a un modello di cooperazione tra tutti i vari soggetti coinvolti. Il lavoro, pianificato con la direttrice del carcere è stato eseguito da una “squadra” composta da cinque detenuti volontari, coordinata da un assistente della polizia penitenziaria.

L’esempio di cui abbiamo appena parlato dimostra che in un progetto di riqualificazione anche il colore ha un suo ruolo importante. Ci stiamo abituando però a vivere in città sempre più “incolori”. Esistono Amministrazioni Comunali che stanno prendendo in seria considerazione anche il capitolo della riqualificazione cromatica? Come ho sempre sostenuto, in Italia non esiste una diffusa cultura progettuale del colore, c’è infatti ancora molto su cui dobbiamo lavorare. Io stesso faccio fatica a comunicare adeguatamente la mia professionalità, perché nel nostro paese si è consolidato il retaggio del colore come semplice elemento decorativo, che entra a completamento di un’opera solo alla fine. Mentre dovrebbe essere considerato fin dagli studi preliminari di una realizzazione, un elemento determinante. Inoltre, le difficoltà maggiori sono dettate dal fatto che anche le istituzioni e le amministrazioni in genere, non hanno preso coscienza pienamente di questo problema. Le nostre città sono inquinate visivamente e si scorgono all’orizzonte solo timidi cenni di cambiamento. Purtroppo anche l’inestimabile patrimonio cromatico del nostro paese, anche quando viene adeguatamente valorizzato, come avviene in molti centri storici, risulta continuamente svilito dagli assurdi cromatismi che dominano le periferie e i cosiddetti “non luoghi”, in cui regna la totale assenza di regole.

Probabilmente non tutti ce ne accorgiamo, ma studi dimostrano che i colori influenzano la nostra vita di tutti i giorni. Pensando ad una abitazione, come possono incidere i colori delle stanze sul nostro umore? Studi recenti hanno confermato che la nostra reazione al colore è totale: ne siamo influenzati sia psicologicamente che fisiologicamente. Il colore non è solo un elemento di “decorativo” (concezione quest’ultima che purtroppo si è andata invece affermando nel corso della storia cromatica più recente di questo paese) ma è in grado di dare forma alle cose e agli ambienti in cui ci troviamo. Possiamo dire che i colori contribuiscono non solo a creare l’atmosfera più adatta ma, influenzano la nostra percezione degli odori, dei sapori. La percezione del colore investe i nostri cinque sensi coordinati da un sesto senso: quello psicologico. Il colore è strettamente legato alle funzioni e alle dimensioni degli spazi: la stessa combinazione produce effetti diversi se usata in soggiorno, in cucina, nel corridoio, in camera da letto o in bagno. Ovviamente anche il tempo di permanenza in ciascun ambiente, la sua temperatura e il suo grado di rumorosità incidono sull’ efficacia del contesto cromatico. Un clima cromatico favorevole rende armonici gli ambienti, agevola la percezione dello spazio migliorando anche il nostro senso dell’orientamento e di conseguenza facilita le tutte le azioni che quotidianamente svolgiamo al suo interno. Il Clima Cromatico è l’insieme dei rapporti che si stabiliscono tra gli attributi del colore, la luce e tutto gli elementi necessari ad ottenere un rapporto bilanciato tra contenuto e forma. La luminosità degli ambienti è fondamentale per un utilizzo armonioso del colore: una favorevole esposizione alla luce naturale garantisce un clima cromatico ideale ed è fondamentale nella percezione del volume di un ambiente: luci diffuse lo ampliano, mentre luci fioche lo riducono. La rifrazione della luce è direttamente proporzionale al grado di opacità o Lucidità delle superfici: la scelta dei materiali e della loro finitura (piastrelle, parquet, resina cotto, mosaico, tempera, laccatura, carta da parati, tappezzeria in soffa etc.) è determinante per ottenere un buon risultato.

Per quale motivo, ad esempio, una stanza da letto dovrebbe essere di un colore piuttosto che un altro? Direi che dipende principalmente dalla natura delle attività che vi si svolgono… Ad esempio, un contesto in cui domina il blu dilata la percezione del tempo il blu ci aiuta a rilassarci e a riposare. All’opposto il rosso influisce sulla nostra percezione del tempo che risulta accelerata. Infatti, per mettere a fuoco il rosso, il nostro cristallino è costretto a modificarsi per cogliere la lunghezza d’onda di questo colore, provocando una leggera accelerazione del battito cardiaco e del ritmo della respirazione.

Riuscirebbe ad immaginarselo un mondo in bianco e nero? Direi di no ma sicuramente sarebbe un mondo privo di informazioni fondamentali per la nostra sopravvivenza comunque, siccome l’uomo ha una incredibile capacità di adattamento, facilmente potremmo resistere anche in una realtà acromatica. Del resto il crescente interesse per l’argomento colore è la diretta conseguenza della sistematica “negazione del colore” che ha dominato la nostra recente cultura. Infatti negli ultimi anni, anche a livello urbanistico ed edilizio, ha prevalso la legge del livellamento collettivo e il colore è stato ridotto a elemento accessorio, completamente svuotato del suo valore sociale. Non è un caso che fenomeni come il “vandalismo” siano in continuo aumento proprio nei contesti urbani in cui dominano grigiore e spersonalizzazione. Altrettanto preoccupanti sono le conseguenze della diffusa “voglia di colore” come mero fattore estetico che, non essendo supportata da un’adeguata “cultura del colore”, si limita ad un approccio superficiale, impoverendo ulteriormente il nostro patrimonio cromatico.

Qual è il progetto a cui ha partecipato che Le ha dato maggiori soddisfazioni? La cultura progettuale del colore rappresenta una risorsa preziosa poichè consente di recuperare e valorizzare il territorio con interventi poco onerosi e di rapida attuazione apportando benefici concreti alla qualità della vita. Certamente progetti come il carcere di Bollate e la chiesa alla quale sto attualmente lavorando sono esperienze straordinarie ma, c’è un progetto che mi ha molto appassionato. Il Comune e l’azienda dei trasporti di Verona, nel 2004 mi commissionarono la tavolozza colori degli autobus a gas naturale, con l’obbiettivo di contrastare il fenomeno del vandalismo esprimendo in termini estetici il desiderio di offrire all’utenza del trasporto pubblico un servizio di qualità. Infatti da una indagine condotta tra gli utenti era emerso chiaramente che l’autobus veniva percepito come il mezzo di trasporto del quale usufruivano coloro che non potevano permettersi i costi del trasporto privato e si constatava un’assenza di estetica che diventava costrizione quando non c’era la possibilità di muoversi in taxi o con la propria auto. Se è vero che il vandalismo è un fenomeno del nostro tempo, in quel caso si assisteva ad una vera e propria crescita esponenziale. Ne è seguita un’operazione di riqualificazione cromatica che ha riportato i colori della città di Verona all’interno del mezzo. Il giallo e l’azzurro hanno così trasmesso un senso di appartenenza alle persone che non lo hanno più visto come un mezzo grigio o arancione, privo di qualsiasi contestualizzazione. All’esterno per la prima volta nel trasporto pubblico italiano ed europeo è stata applicata una vernice che cambia colore a seconda dell’ inclinazione della luce da cui è colpita (arancio, blu, viola). Da quando sono entrati in servizio l’Amt di Verona ha constatato una drastica riduzione degli atti vandalici a bordo dei veicoli. Dai 6 veicoli iniziali, siamo arrivati ai più di 80 attuali.

Quali sono i progetti che la stanno impegnando in questo periodo? Il progetto dei colori per uno studio medico e una chiesa…

Curiosità finale; quale è il suo colore preferito? Devo dire che non amo le monocromie, ciascun colore va considerato in base alla sua capacità d’interazione con gli altri cromatismi. La stessa tonalità può risultare giusta o sbagliata a seconda del contesto in cui viene usata. Ultimamente lo sviluppo tecnologico ha profondamente influenzato la nostra cultura, sollecitando nuovi approcci al colore. Trovo davvero affascinanti le vernici tattili e i pigmenti cangianti a interferenza che emetteno riflessi di tinte diverse cambiando in base all’inclinazione e alla potenza della luce da cui sono colpiti.

Io amo il blu…forse è per questo che ho deciso di lasciare una grigia città lombarda per spostarmi a vivere in una città di mare. Condivido, innanzitutto perchè il blu è molto diffuso in natura in quanto colore del cielo e del mare e di conseguenza a livello percettivo risulta ottimale. La gamma dei blu infatti si imprime direttamente sulla retina (la membrana su cui si visualizzano i colori), senza sforzo, poiché il nostro apparato percettivo,nel corso dell’evoluzione della specie umana, si è adattato alla forte presenza in natura di questi colori. Proprio da questa peculiarità fisiologica deriva la vocazione psicologica del blu ad essere un colore rilassante, universalmente accettato, che anche nel marketing raggiunge un indice di gradimento da parte dei consumatori ben più alto di altri colori.

…nei prossimi progetti ricordiamoci del COLORE!

Intervista a cura di Roberto Conti

MASSIMO CAIAZZO 2010, tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione senza autorizzazione da parte dell’autore. http://www.massimocaiazzo.com/

Natural Born Object: sostenibilità, natura, design

Parlare di ecologia significa prima di tutto capire questo termine, che porta con sé un significato più ampio di quello che gli è comunemente attribuito. Infatti, anche se oggi questa parola definisce una serie di comportamenti e misure per contrastare l’inquinamento, ha una valenza ben più ampia e profonda. L’ecologia è infatti scienza che studia il rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Dunque, se gli oggetti costituiti da materiale riciclato, piuttosto che quelli progettati per un ciclo di vita sostenibile, sono necessari per ridurre l’impatto della produzione industriale sull’economia e sulla società, bisogna considerare che raramente soddisfano il crescente bisogno dell’uomo di riunirsi all’ambiente in cui si è evoluto. A questo scopo esiste però una nuova generazione di oggetti, identificati come “Natural Born Object”. Questi sono mobili, lampade, sedute di utilizzo comune, che ospitano piante viventi al loro interno.
Questo tipo di oggetti, raccolti per la prima volta con tale denominazione pochi anni fa sulla rivista italiana Nemeton Magazine, sta prendendo piede in diversi paesi dell’unione europea, fino all’estremo oriente. Sono quasi sempre giovani progettisti a trovare idee interessanti che coniughino funzionalità e verde, creando oggetti spesso provocatori che vogliono portare, come avviene già da tempo in architettura, il verde in primo piano nell’ideazione di nuovi prodotti. Gli esempi sono diversi, già presentati in occasioni di prestigio come il Salone del Mobile di Milano. Questo è il caso di Mathieu Lehanneur, che con il sistema notte Once Upon a Dream, ma anche con il suo purificatore d’aria Andrea, ha già portato diversi esempi di Natural Born Object in esposizioni di alto livello. Altri progetti sono invece già stati portati agli occhi di grande aziende del settore, come Saturnia di Philippe Nigro per PibaMarmi, o il concept di cucina-allevamento proposto da Philips. Questa nuova sensibilità apre strade innovative alla progettazione in termini ecologici, e introduce un nuovo tipo di rapporto con gli oggetti di tutti i giorni; da oggetti, talvolta emozionali, funzionali a prodotti che ospitano una pianta vivente dalla quale trarre benessere e piacere.

Fonte: ArchitetturaEcoSostenibile

Il design made in Italy invade SoHo: fino all’8 gennaio

Giacca Armani un po’ datata e occhiali neri, Gary Gordon entra nella Scavolini Soho Gallery, 900 metri quadrati inaugurati un mese fa a West Broadway, a due passi da quella Greene Street che a Manhattan è diventato il quartiere del design italiano. L’architetto americano, presidente dell’Associazione amici newyorkesi del Rossini opera festival, ammira in vetrina la cucina rossa a isola battezzata Flux progettata da Giorgetto Giugiaro: un gioiello da 15mila dollari che attira lo sguardo ammirato di Christopher Mueller di Urbahn Architects e delle altre centinaia di progettisti e interior decorator in giro per SoHo.
E’ lunedì sera ed è scattata la maxioperazione I Saloni MilanoNew York – organizzata da Cosmit, Federlegno-arredo, Ice e ministero dello Sviluppo economico – che coinvolge fino all’8 gennaio venti showroom o flagship store dei più celebri marchi italiani, con degustazione di cibi e vini in collaborazione con Eataly, il tempio newyorchese del food. L’iniziativa è soprattutto B2B, ma punta calamitare l’attenzione del cliente finale di categoria affluent, dai gusti generalmente classici e poco avvezzo ai segreti delle preziose produzioni d’alta gamma.
Sul mercato americano c’è da rimboccarsi le maniche, visto che l’export italiano crescerà del 10% a 553 milioni nelle stime di fine 2010, ma è pur sempre crollato a un terzo di dieci anni fa (si veda Il Sole 24 Ore del 28 novembre). Nel legno-arredo – dice Carlo Guglielmi, presidente del Cosmit – abbiamo un sistema industriale unico al mondo che coniuga cultura, creatività e innovazione, caratteristiche d’eccellenza che ci aprono le porte alle collaborazioni con i migliori architetti e designer internazionali. Qui a New York mettiamo in campo un lavoro di squadra che intende valorizzare tutto questo.
Certo, quando il business delle costruzioni rallenta, come negli Usa, lo sviluppo si complica. Bisogna essere flessibili – dice Francesco Farina, Ceo di Scavolini Usa – ad esempio producendo forni di 16 centimetri più grandi dello standard, altrimenti non ci sta il tacchino del Thanksgiving, anche se qui si cucina una volta all’anno.
Da B&B Italia, la live performance di Mariella riscalda l’ambiente: tra i Bend Sofa gialli di Patricia Urquiola e le colonne in ghisa, la bionda Ghislaine Vinas di GV Interiors chiacchiera con Andy Goldsborough, uno degli interior designer più celebri della Grande Mela, e con l’amministratore delegato Giorgio Busnelli in dolcevita beige. Kartell accoglie gli ospiti con un gigantesco wallpaper di piazza Duomo e gli oggetti trasparenti e coloratissimi che hanno fatto la storia del marchio. Puntiamo sul made in Milano – racconta l’a.d. Claudio Luti davanti alla sedia Louis Ghost rossa firmata da Philippe Starck – che nel design vale ancor più del made in Italy.
Sceglie Milano e le sue icone anche FontanaArte: nell’ingresso, foto di Gio Ponti e schizzi del maestro; all’interno, Arturo Toscanini che dirige alla Scala negli anni ’50. Questa è la lampada Amax – dice ancora Guglielmi, a.d. di FontanaArte – progettata per la Triennale di Seul, un altro simbolo dell’Italia nel mondo.
Molteni&C Dada mette in palio tra i visitatori dello store: il mobile Carteggio disegnato nel 1987 da Aldo Rossi in un inedito verde Prussia. Domani a Miami – spiega la giovane Giulia Molteni in minigonna nera e tacchi alti – apriamo un negozio nel Design District durante Art Basel con un’installazione di Arik Levy.
Per Federico Materazzi, executive vice president Americhe di Poltrona Frau, è fondamentale spiegare agli interior designer che la pelle Frau utilizzata per una poltrona Archibald di Jean-Marie Massaud è conciata in 20 fasi anziché le tradizionali sette: così si motiva il prezzo di 4mila dollari. Nell’A&D Building, di fronte al palazzo che ospita Bloomberg, Giorgio Cesana, consigliere delegato di Cesana, presenta Piano Aquarium, la cabina-doccia con vasca dei pesci incorporata: E’ appena arrivata, la venderemo a 15mila dollari. Patrizio Chiarparini, general manager Nord America di Giorgetti, racconta come gli sforzi di educare i consumatori verso uno stile più contemporaneo passano anche per la poltrona Arabella: telaio a corsetto che “avvolge” il corpo, colori fragola, verde mela, giallo. Prezzo? Dai 5mila dollari. Da Flou il presidente Rosario Messina lancia il pigiama di lino in regalo a chi ordina un letto entro l’8 gennaio: tutto (o quasi) per convincere i consumatori a stelle e strisce.

Fonte: Luxury24

Made in Italy: Florence Design Week 2011

Firenze lancia il concorso internazionale Florence Design Week 2011 – Progetti per il Made in Italy.
Il concorso è aperto a tutti i progettisti italiani o stranieri che per studio o per professione sono impegnati nel design; possono quindi partecipare studenti delle varie scuole (Accademie e Università) e designers professionisti. 
I progetti dovranno essere in linea con la filosofia ed il tema del concorso e con le Categorie e le Aree Tematiche del Florence Design Week.
In particolare le categorie sono: – digital and graphic design – industrial design – interior design – fashion design – food design. 
Le aree tematiche sono: – eco design – outdoor – indoor – design for kids – media – luxury design – education. Ogni partecipante dovrà far pervenire alla segreteria organizzativa del concorso quanto segue:
1. il progetto (foto, disegni, cd-rom o qualsiasi formato di stampa) che intende presentare e che sia in linea con il tema del concorso.
2. una relazione in cui sono descritti i principi ispiratori (ideazione e significato del progetto, uso degli oggetti) ed i dati tecnici per la realizzazione e produzione dell’oggetto.
I concorrenti dovranno inviare la domanda di iscrizione e il progetto entro il 31 Gennaio 2011. Saranno assegnati i seguenti premi:
•          Primo Premio dal valore di 5mila euro;
Partecipazione al Florence Design Week 2011 (location da definire in funzione del progetto vincente) ed al progetto I-DES 2011 che prenderà parte al Tent London all’interno del London Design Festival (tale partecipazione prevede l’esposizione all’interno dello stand I-DES presente a Tent London 2011);
•          Secondo Premio del valore di 3mila euro;
Partecipazione al progetto I-DES 2011 che prenderà parte al Tent London all’interno del London Design Festival (tale partecipazione prevede l’esposizione all’interno dello stand I-DES presente a Tent London 2011);
•          Terzo Premio del valore di 2mila euro
Partecipazione al Florence Design Week 2011 (location da definire in funzione del progetto vincente).

Fonte: Archiportale

Ecodesign: l’Italia si allinea alla normativa europea

Nella seduta del 18 novembre scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo per il recepimento della Direttiva 2009/125/CE relativa alla progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia.
La Direttiva 2009/125/CE si applica a qualsiasi prodotto avente un impatto sul consumo energetico durante l’utilizzo e che viene immesso sul mercato o messo in servizio nell’Unione Europea, e le cui prestazioni ambientali possono essere valutate in maniera indipendente.
Ai prodotti connessi all’energia – spiega la Direttiva – è imputabile una quota consistente dei consumi di risorse naturali e di energia; molti di questi prodotti potrebbero ridurre il proprio impatto ambientale, mediante una migliore progettazione. Oltre ai prodotti che utilizzano, producono, trasferiscono o misurano energia, anche determinati altri prodotti connessi all’energia, compresi materiali da costruzione, quali finestre e materiali isolanti, o alcuni prodotti che utilizzano l’acqua, quali soffioni doccia e rubinetti, potrebbero contribuire ad un notevole risparmio energetico in fase di utilizzazione. Per intervenire nella fase progettuale del prodotto, la UE ha quindi istituito un quadro per l’applicazione delle specifiche comunitarie per la progettazione ecocompatibile, al fine di garantire la libera circolazione di quei prodotti che ottemperano a tali specifiche e di migliorarne l’impatto ambientale.
Gli Stati devono identificare gli aspetti ambientali significativi che riguardano la progettazione, tenendo presenti tutti gli stadi del ciclo di vita del prodotto; per ciascuno stadio vanno valutati gli aspetti ambientali (quali consumo presunto di materiali, energia e altre risorse; emissioni previste nell’aria, nell’acqua o nel suolo; ecc) e le potenzialità di un miglioramento di tali aspetti ambientali. I produttori devono quindi valutare il modello di un prodotto durante il suo intero ciclo di vita ed elaborare il profilo ecologico del prodotto, esaminando soluzioni progettuali alternative per individuare quella meno impattante. Tutti i prodotti connessi all’energia devono dunque rispettare queste norme ed essere identificati con il marchio di conformità CE. Con lo schema di decreto legislativo appena approvato, l’Italia assegna al Ministero dello Sviluppo Economico, supportato dall’Enea, i compiti di sorveglianza sul mercato dei prodotti connessi all’energia e di verifica della conformità dei prodotti alle norme sulla progettazione ecocompatibile, con la facoltà di obbligare i produttori ad adeguarsi, in caso di non conformità. Per i prodotti importati da uno Stato extra-Ue, spetta all’importatore garantire che essi siano conformi alle norme europee e marchiati CE.

Fonte: EdilPortale

Design atipico dei Fratelli Campana alla Triennale di Milano

Il design atipico dei Fratelli CampanaFernando e Humberto Campana sono due designers atipici.  A cominciare dal fatto che solo uno dei due è architetto (Humberto, 49 anni) mentre il fratello (Fernando, 57) è laureato in legge. Il che non ha impedito loro di diventare i più acclamati designers brasiliani – e non solo – degli ultimi 15 anni. Una fama tutt’altro che usurpata, come potranno osservare i visitatori della grande mostra  Anticorpi-Antibodies 1989-2010  esposta alla Triennale di Milano dal 14 ottobre al 16 gennaio prossimo. Una mostra ricchissima che comprende studi, modelli, prototipi dei due geniali artisti del riciclo. Perché per le loro creazioni i Campana brothers usano principalmente materiali poveri o di uso comune come cartone, cordame, apuì (una pianta tipica della foresta pluviale), ma anche peluche, plastica, legno, vetro, in un contino rimando alla realtà che li circonda: una terra, il Brasile, dove convivono estrema povertà e progresso economico, grandi metropoli e foreste selvagge. I loro oggetti sono divertenti ma seri: la fusione di materiali diversi – per esempio la resina sintetica e i rami d’albero delle grandi installazioni come dei piccoli vasi d’arredamento – sembrano un richiamo al melting pot di un paese dove convivono culture ed etnie differenti. I grovigli di peluche che formano ardite poltrone sono un omaggio alla fauna locale, così come i coloratissimi divani, tavolini, tappeti rimandano alle lussureggianti foreste brasiliane. I fratelli Campana dicono di aver imparato il loro modo di fare design dalla vita di strada e dalle lussuose penthouse delle grandi capitali,  dalla storia dell’arte e dai graffiti. Corteggiati dalle grandi gallerie e collezionati da amatori sparsi in tutto il mondo, non si atteggiano troppo ad artisti ma mantengono un saldo contatto con la realtà produttiva: la bellezza sta sì nel momento creativo, ma la parte più integrante di un oggetto va cercata nelle fasi di produzione dicono.
Così molti dei loro prototipi diventano oggetti di design grazie alla collaborazione con i laboratori esterni e aziende internazionali come Alessi, Edra o Vitra. E proprio al Vitra Design Museum di Weil am Rehin (Svizzera) è stata allestita originariamente la mostra ora esposta in Triennale e che  si sviluppa in diverse sezioni rappresentative del percorso dei Campana brothers. Si comincia con le due sedie, Negativo e Positivo, che diedero il via alla collaborazione fra i due fratelli, per proseguire con Frammenti, la sezione dove sono esposte opere nate dall’assemblaggio di elementi fra loro simili per materiali e dimensioni, come la poltroncina Favela, un colorato groviglio di animali di peluche. Si continua con Ibridi (combinazione di materiali diversi), Objets trouvés (sugli influssi di altri artisti), Linee morbide linee rette (le linee che connotano il panorama brasiliano), Organics (la natura riprodotta in oggetti d’arredamento come il divano Boa), Flexed planes (oggetti funzionali realizzati con materiali industriali), Paper pieces (oggetti di carta), Knots (intrecci di filo metallico con altri materiali, come il tavolino Fios).
Nella libreria sono in vendita alcuni degli oggetti d’arredamento firmati Campana: due bellissime lampade (da terra e da tavolo) in listelli di legno e anima al neon, una serie di vasi (resina e ramoscelli) e un’altra di braccialetti (resina e altri materiali). Tutti molto belli e piuttosto cari.

Fonte: Il FattoQuotidiano

Design Per 2010: a Bologna, dal 5 al 9 ottobre, la settimana internazionale della grafica

Aiap – Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva, presenta Design Per 2010 un’intera settimana dedicata al design della comunicazione visiva.
Alimenti Grafici è il tema pensato per l’edizione di Bologna, una città che (come sappiamo bene) ha una forte tradizione nel settore alimentare. L’opportunità, proposta da Aiap e accolta dalla città, è quella di offrire a tutti gli interessati un’occasione di confronto e riflessione per approfondire i temi legati alla comunicazione visiva dei consumi alimentari e al design per l’editoria, il packaging e l’ambiente.
Salaborsa è il cuore delle tante attività – mostre, workshop, tavole rotonde, conferenze – che coinvolgono anche il Mambo, il Design Center, l’ Accademia di Belle Arti di Bologna, la Cineteca e tanti altri luoghi. La Piazza Coperta ospita la mostra Pre-visioni per Bologna servizi, idee, pensieri, oggetti, azioni, luoghi, alimenti e qualunque cosa sia utile a Bologna, proposto attraverso il linguaggio sintetico del manifesto come omaggio e stimolo alla cittadinanza. Oltre a una ricca serie di incontri – conversazioni, focus on, conferenze – l’Auditorium Enzo Biagi accoglie la mostra Erberto Carboni e Barilla nella quale i manifesti, il progetto d’identità e gli allestimenti prodotti dal sodalizio tra il celebre designer e l’azienda emiliana sono esposti a dimostrazione di quanto il design sia strumento e volano per lo sviluppo competitivo dell’impresa. L’atelier dell’Urban Center (secondo piano) ospita infine alcuni workshop, tra cui quello di Gordon Young dedicato all’ambiente. Durante la settimana della grafica Biblioteca Salaborsa presenta tutti i libri disponibili al prestito su design, comunicazione visiva, progettazione grafica e altro ancora, normalmente raccolti negli scaffali della 741.6 al piano interrato. Clicca qui per vedere il calendario completo giorno per giorno.

Fonte: BibliotecaSalaborsa

Concorso “Le 5 stagioni”: per progettare i locali pizzeria del futuro

Aperte le iscrizioni per il concorso organizzato da Agugiaro & Figna Molini SpA, in collaborazione con POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano, per progettare il futuro dei locali pizzeria. 
Il concorso di design Le 5 Stagioni è un’iniziativa aperta a designer, architetti, studi di progettazione, progettisti di aziende contract, gruppi di progettisti, italiani e stranieri, chiamati a confrontarsi sul tema della progettazione di locali e spazi rivolti alla preparazione e al consumo di pizza. 
Il concorso costituisce una sfida per trovare nuove soluzioni creative, che sappiano esprimere la qualità dell’ambiente, del prodotto e del servizio. Spazi pensati non solo per la vendita o il consumo del prodotto ma anche per la comunicazione, l’interazione con il cliente, l’aggregazione. L’attuale trasformazione di questi spazi di ristorazione e retail, legata all’evoluzione dei linguaggi estetici, dei materiali, delle tecnologie e delle materie prime, in rapporto ai nuovi stili di vita e di consumo, indica opportunità di futuri sviluppi per questi settori di mercato e rende molto attuale l’istituzione di un momento di visibilità e valorizzazione delle punte più avanzate di ricerca e innovazione.  
Il concorso vuole essere l’occasione per avviare un dialogo tra progettisti, imprenditori di locali e aziende che producono materie prime, materiali e tecnologie per i locali pizzeria, e per sostenere l’innovatività e la creatività per il settore. Il concorso è distinto in due sezioni:
 
1) “Opening”, riservato a progetti di locali e spazi con produzione di pizza, con consumo all’interno o asporto, effettivamente realizzati e inaugurati all’interno del territorio italiano nell’arco di tempo compreso tra il 1° febbraio 2010 e il 15 settembre 2011.
 
2) “Concept”, aperto a proposte progettuali e concept di locali pizzeria e spazi con produzione di pizza, con consumo all’interno o asporto, non realizzati, elaborati per potenziali committenti all’interno di studi di architettura o nell’ambito di corsi di specializzazione post-universitaria, sempre per il mercato italiano, nell’arco di tempo compreso tra il 1° febbraio 2010 e il 15 settembre 2011.
 
Tutti gli elaborati dovranno pervenire tassativamente, pena esclusione dal concorso, entro il giorno 15 settembre 2011. Il montepremi complessivo in denaro è pari 13mila e 500 euro ripartito tra le due Sezioni del concorso.

Fonte: Archiportale