Architettura solidale della Norvegia
Bologna. Fra gli appuntamenti di rilievo internazionale in programma al Cersaie 2013, spicca la presentazione del progetto di solidarietà firmato dallo studio di architettura norvegese TYIN Tegnestue, fissata per la giornata di mercoledì 25 settembre: con un budget di 30mila euro, impiegando settanta operai e avvalendosi di una segheria e otto bufali, un team di giovani professionisti scandinavi ha messo in piedi a Sumatra un centro di formazione ed educazione per i coltivatori e gli operai del settore della cannella, con l’obiettivo di migliorare le loro precarie condizioni di lavoro. Saranno gli stessi protagonisti del progetto, cioè i soci fondatori dello studio TYIN Tegnestue, Andreas G. Gjertsen e Yashar Hanstad, a parlarne al pubblico del Salone internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno di Bologna. Nato nel 2008 e situato a Trondheim, lo studio TYIN Tegnestue ha dimostrato da subito una sensibilità particolare per le emergenze sociali, realizzando progetti in aree sottosviluppate di Thailandia, Uganda, Sumatra. Le modalità di intervento degli architetti norvegesi prevedono il coinvolgimento della popolazione locale sia nella fase di progettazione che in quella di costruzione, così da creare un’area per lo scambio reciproco di conoscenze e abilità. Tutti i materiali utilizzati provengono dalle vicinanze dei siti oppure sono acquistati dai commercianti locali. Anche per il progetto di Sumatra, buona parte del legno utilizzato è ottenuto dall’albero della cannella, ritenuto dalla popolazione locale uno scarto privo di valore. L’isola asiatica fornisce l’85% della cannella consumata nel mondo, ma la produzione della spezia si accompagna allo sfruttamento e alle pessime condizioni di lavoro dei contadini. Di qui l’idea di dare vita a un centro di formazione per la popolazione, concepita dal francese Patrick Barthelemy, fondatore di Cassia Co-op, prima cooperativa a occuparsi del controllo della produzione della cannella. Lo scopo è regolamentare la catena di relazioni tra coltivatore e consumatore, garantendo qualità, trasparenza e rispetto, ma anche salario minimo, tutela sanitaria e sicurezza sul lavoro. E’ quel che viene definito con l’espressione “ethical business”. L’azione dello studio norvegese si è articolata così: dopo un anno di pianificazione il team di TYIN Tegnestue si è trasferito a Sumatra per l’avvio dei lavori. Il progetto prevede una struttura in legno appoggiata su una base in mattoni e cemento. Sotto una copertura di 600 metri quadri cinque costruzioni ospitano laboratorio, aule, uffici e cucina. Una corte aperta e ombreggiata dagli alberi permette la ventilazione degli spazi. La sismicità dell’area inoltre ha imposto la necessità di costruire un edificio resistente a terremoti superiori ai cinque gradi Richter.
FONTE: www.lastampa.it