Detroit punta ad abbattere interi quartieri per trasformarli in campagna
A spingere verso questa decisione è l’annoso declino che ha portato una città che aveva quasi 2 milioni di abitanti nel 1950 a meno della metà di questa cifra. In qualche quartiere rimangono solo una o due case occupate circondate da spazzatura e muri bruciacchiati. Quello che sembrava impensabile sta diventando pensabile ha detto James W. Hughes, preside della School of Planning and Public Policy presso la Rutgers University, tra gli esperti urbanistici che guardano con interesse l’esperimento. Adesso c’è la consapevolezza del fatto che le glorie del passato non potranno essere replicate. Qualcuno probabilmente non lo accetta ma questa è la realtà. Il progetto consentirebbe di tagliare le spese che la gestione che una vasta superficie urbana poco abitata comporta per l’amministrazione comunale e investire nella riqualificazione dei quartieri rimasti. I quartieri riqualificati saranno sacche di città in mezzo al verde in espansione. Al di là delle difficoltà economiche e politiche che la città dovrà affrontare per realizzare questo piano e della sua controtendenza rispetto ad un pianeta sempre più urbanizzato, la scelta di Detroit potrebbe essere precorritrice per numerose aree industriali abbandonate e degradate che sono presenti in tutto l’occidente, consentendo anche di recuperare parte di quelle aree verdi e agricole che scompaiono rapidamente in altre aree del globo. Forse l’idea che la decrescita non sia utopia può cominciare a prendere forma.
Fonte: Aess-Modena
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