L’architettura è una cosa seria

In un mondo in cui tutti urlano e la necessità più impellente è quella di distinguersi in questo grande rumore, l’architettura subisce attentati di varia natura, tutti volti a sottolinearne aspetti che la rendano curiosa, interessante, ludica. In poche parole, stupida (guardate la gallery per farvene un’idea).

Il pretesto nuovo poi di attribuirle connotati di vantaggio, come quelli di renderla sostenibile, economica, confortevole, portano alcuni professionisti (non si dovrebbero chiamare così per la verità) a sperimentare forme nuove, estreme, improbabili, strabilianti, divertenti, ma soprattuttoridicole.

La gente comune in realtà sa poco di architettura, vede gli edifici delle città, vede i monumenti, impara a distinguere il bello da brutto nel migliore dei casi, ma difficilmente distingue il giusto dall’ingiusto.

Responsabilità dell’architetto è fare quello chePlatone ha chiaramente esposto nei sui scritti: essere medico dello spazio, essere colui che cura il territorio e gli spazi in cui ci muoviamo, dando loro armonia, equilibrio e soprattutto un senso, storico e territoriale.

Dare un senso storico significa inserire un edificio del momento storico che si sta vivendo (tanto per farsi capire, progettare adesso una cattedrale gotica è inutile e sbagliato), mentre dare un senso territoriale significa evitare di costruire la baita di Heidi nel centro di una città, o un grattacielo in alta montagna.

Ci sono alcuni casi poi che meriterebbero il deferimento dei progettisti ad una corte suprema che ne decreti non solo la stupidità ma la dannosità. Progettare una casa a uovo sostenendo che è sostenibile è culturalmente dannoso, poiché diffonde la convinzione che una casa, per poter dare ottime performances energetiche e ambientali debba assomigliare alla casa dei puffi, con tutto il bagaglio di ridicolaggine che ne consegue.

L’architettura sostenibile non è una cosa ridicola, ma al contrario assolutamente serissima. Ci sono case che consentono di ottenere emissioni di CO2 rasenti lo zero, con costi di manutenzionepressoché nulli, pur essendo bellissime esteticamente e assolutamente all’avanguardia come design e impiego di materiali tecnologici.

Un beneficio tecnico ed economico non deve mai rinunciare al lato estetico, altrimenti viene vanificato l’obiettivo principale di tutto il processo di sostenibilità in atto: il miglioramento della qualità generale della vita, pratica, tecnica, economica ed estetica.

Per favore, lasciamo queste nefandezze a quei pochi (per fortuna) sciagurati architetti che le progettano solo perché si parli un attimo di loro, prima di ripiombare nell’oblio, come meritano.

 

 

Fonte: http://gogreen.virgilio.it/news/speciali-rubriche/architettura-seria.html