L’India conquista il sole

Avrebbero potuto chiamarli Icaro, ma sarebbe stato di cattivo auspicio. Si chiamano invece Hale Uav e sono aerei ultraleggeri made in India, capaci di alzarsi in volo a quote molto alte per catturare l’energia solare. Uno dei più grossiproblemi relativi al fotovoltaico infatti è rappresentato dalladispersione di energia in atmosfera.

Quando un raggio luminoso lascia il sole percorre miliardi di chilometri prima di arrivare alla Terra. In questo spazio il vuoto non interpone alcun ostacolo; una volta entrati in atmosfera, invece, i raggi solari vengono rallentati e perdono potenza a causa della presenza di ossigeno e azoto. L’energia contenuta nelle radiazioni quindi degrada e quando arriva al suolo, dove solitamente sono approntati i pannelli solari, possiede solo una frazione dell’energia che aveva all’inizio.

Gli Haler Uav hanno lo scopo di supplire a questo inconveniente. Grazie alla loro particolare conformazione aereodinamica, questi velivoli sono in grado di raggiungere  i 30mila piedi di quota, circa 11mila metri. La particolarità di questi aerei è che utilizzano pochissima energia per rimanere in aria e si muovono grazie ad alcuni motori elettrici che si alimentano grazie agli stessi pannelli solari posti sulle ali. Durante il giorno i pannelli solari immagazzinano energia nelle celle a combustibile poste all’interno della carlinga e durante la notte l’energia stoccata viene rilasciata per far muovere l’aereo.

Con un’apertura alare di 400 piedi (circa 140 metri), Hale Uav è in grado di volare ininterrottamente per 5 anni senza aver bisogno di toccare terra a meno di eventuali guasti.
Le applicazioni di questo velivolo sono molteplici e non sempre nobili. Il premier indiano si è detto prudente in quanto un aereo del genere potrebbe volare sopra i cieli di uno stato come aereo spia e trasmettere informazioni di intelligence. Una sorta di spione che dall’alto è in grado di acquisire informazioni senza mai stancarsi.

D’altro canto gli usi energetici sono molto più interessanti. Una volta in quota l’aereo potrebbeimmagazzinare energia per una settimana e poi tornare a terra. Qui potrebbe “scaricare” le batterie nella linea elettrica del Paese prima di ritornare in volo per ricaricarsi.

Non è la prima volta che gli scienziati tentano di ridurre le distanze terra-sole. In passato sono stati ideati dei satelliti in grado di essere messi in orbita e lì, nel vuoto più assoluto, dove i raggi del sole mantengono la loro massima potenza, spiegare enormi vele di fotovoltaiche per raccogliere l’energia. I problemi che però hanno bloccato il progetto sono stati due: in primo luogo i detriti spaziali che avrebbero causato frequenti danni alle vele, in secondo luogo il problema ditrasmettere al suolo l’energia raccolta.

fonte immagine: Google Images