La facciata high-tech per lo Sheraton di Malpensa

Una facciata multiforme, realizzata con un materiale high-tech realizzato ad hoc, 14 metri d’altezza e 450 d’altezza distribuiti su tre livelli, 436 camere, caffetteria, ristoranti e Centro Conferenze da 2000 mq per un costo complessivo di 67 milioni di euro: sono queste le caratteristiche principali del costruendo Hotel Sheraton di Malpensa, progettato dallo studio d’architettura romano King Roselli su commissione della Sea.
La data d’ inaugurazione della struttura, quasi del tutto ultimata per una superficie totale di 55mila mq, è fissata a luglio 2011. Costata 1.000 euro a metro quadro, l’edificio sorge su di un’area di 24.750 mq di superficie già edificata, ospitante l’autorimessa multipiano che sorge in posizione frontale all’aeroporto di Malpensa. Il primo piano è a quota +6,25 metri e ingloba una porzione dell’ultimo livello del parking. Elemento distintivo dell’edificio è l’involucro esterno: una grande pelle che si piega e che avvolge i corpi che contengono le camere. Tutte le installazioni sono nascoste sotto la sua copertura e respirano attraverso diverse aperture. Nell’insieme, la struttura ricorda più un oggetto di design che un edificio, ha spiegato l’arch. Riccardo Roselli. La struttura interna del volume è in acciaio. Per la pelle esterna è stato impiegato un composito a base di vetroresina, realizzato ad hoc dall’azienda milanese Pcr – Progettazione costruzione ricerca, chiamato “pultruso”. La finitura al quarzo, idrorepellente, è rivestita con una pellicola di colore bianco-grigio.
Il nuovo materiale è stato preferito dal team di progetto rispetto ad altre soluzioni più diffuse nella realizzazione delle facciate come le membrane liquide a spruzzo e policarbonato: benché alcuni di questi materiali fossero adatti alla termoformatura, presentavano limiti per quanto riguarda la saldatura e non soddisfacevano tutti i requisiti prestazionali. Le membrane liquide a spruzzo, potevano coprire con un unica pellicola tutto l’edificio in modo uniforme, ma l’edificio era semplicemente troppo grande perché questa soluzione potesse funzionare, ha spiegato Roselli. L’involucro avvolge diversi edifici, situati in sequenza a intervalli irregolari, in modo da creare un fronte esterno allungato e ritmato. I volumi sono raccordati da basamento, copertura e scale di emergenza.

Fonte: Archiportale

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