Putin e gli ecologisti: chiusa la cartiera sul Baikal
Nuova vittoria degli ecologisti in Russia, dopo quella per la foresta di Khimkhi, fuori Mosca, salvata dai piani di costruzione di un’autostrada. Un impianto di carta e cellulosa era destinato a inquinare il lago Baikal – la principale riserva di acqua dolce al mondo – senza troppi problemi, dopo il placet alla ripresa della produzione concesso all’inizio di quest’anno dal premier Vladimir Putin. E invece oggi il capo del Ministero delle Risorse Naturali e dell’Ambiente Yurij Trutnev annuncia la necessità di chiudere la cartiera. Il ministro ha detto che la decisione di chiudere è accompagnata da molti compromessi, citando problemi sociali ed economici connessi con l’interruzione della produzione nello stabilimento. In effetti non si tratta soltanto di scarichi di cloro e pasta di candeggina nel lago, con il rischio di compromettere il delicato sistema ambientale dalla bellezza incomparabile. Il problema era pure lasciare a casa circa 1500 dipendenti, che già una volta avevano indetto uno sciopero della fame.
Ma pare che ultimamente più della tutela del lavoro, in Russia paghi la vena ecologista. E in vista della campagna elettorale per le presidenziali 2012, anche un leader di acciaio come Putin, può sempre tornare sui suoi passi. Il Baikal è il lago più antico, più puro e più profondo del mondo, con i suoi 1.637 metri (e il 20% dell’acqua dolce disponibile sul Pianeta) che sprofondano negli abissi quanto un oceano. E’ inoltre una delle destinazioni più apprezzate dai naturalisti: la presenza di una fauna incredibile, compresa l’unica foca d’acqua dolce al mondo, la nerpa russa, fa di questo luogo un ecosistema davvero unico.
Fonte: LaStampa
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