La svolta della Cina sul clima? Errore di traduzione

La notizia ha fatto il giro del mondo, rapidissima visto che il mondo qui a Cancun è concentrato dentro un albergo, seppure molto grande. Il 7 dicembre Su Wei, negoziatore cinese per la conferenza sui cambiamenti climatici, ha regalato ai media titoli di apertura e approfondimenti di primo piano: “La svolta della Cina su Kyoto”. Brividi nella comunità internazionale: per la prima volta la Cina aveva detto sì agli impegni vincolanti e ai controlli internazionali sulle emissioni di CO2. Il punto nodale della trattativa sul protocollo di Kyoto. La pietra dello scontro fra i due grandi inquinatori del mondo, Cina e Stati Uniti.
Con un dettaglio: la svolta della Cina non era vera. C’era stato un errore di traduzione. Le parole di Su Wei pronunciate in cinese erano state riportate male dall’interprete della conferenza. Todd Stern, capo negoziatore americano qui a Cancun, aveva fiutato l’errore. E quando è stato assalito dai giornalisti che volevano una sua reazione alla “storica svolta della Cina”, ha provato a balbettare: Veramente a me non sembra che ci siano cambiamenti nella politica cinese. Ma niente da fare. La sua è stata interpretata come una mossa tattica, in difesa. Il tentativo di minimizzare la storica apertura della Cina. E’ dovuto scendere in campo Xie Zhenua, il capo delegazione del governo cinese. Una conferenza stampa con i crismi della diplomazia negoziale. Lungi dal denunciare un errore di traduzione, Xie Zhenua ha ripetuto pacatamente la politica cinese sulle riduzioni di CO2 che, tra le altre, vede la Cina come il paese al mondo che investe di più in energia rinnovabile. In conferenza stampa Xie Zhenua ha scandito lentamente i punti nodali della politica sulle riduzione delle CO2. Parlando, rigorosamente, in inglese.

Fonte: CorriereDellaSera

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