L’Algeria frena Desertec, progetto solare nel deserto del Sahara

Il progetto Desertec subisce una prima battuta d’arresto. Secondo il quotidiano saudita The Nation, il governo algerino, per ora in forma ufficiosa blocca il grande solare che entro il 2050 dovrebbe soddisfare il 15% dei consumi elettrici europei. Lo scorso giugno il ministro dell’Energia algerino, Youssef Sifi, aveva già criticato l’iniziativa, annunciando che il governo algerino pensa a un progetto alternativo e più importante di Desertec.
Gli algerini sarebbero più interessati al nucleare civile, per il quale diversi accordi sono già stati siglati con Francia, Stati Uniti, Cina e Argentina. Oltre alla durata del progetto, considerata troppo lunga, a frenare gli entusiasmi c’è anche la preoccupazione per la sovranità del territorio, aveva spiegato il ministro, dato che le installazioni saranno di proprietà di Paesi stranieri.
Il piano prevede la costruzione di decine di centrali a energia solare termodinamica nel deserto, in particolare nel Sahara ma anche in Arabia Saudita, con costi stimati in 400 miliardi di euro. Secondo i primi studi, per raggiungere l’obiettivo del 15% del fabbisogno europeo, cioè circa 585 mila MW di potenza, sarà necessario coprire di pannelli solari un’area di deserto pari a un quadrato con un lato di 67 km. Dopo il prevedibile no dell’Algeria, restano favorevoli al progetto Tunisia e Marocco. Dopo i tedeschi Munich Re, Siemens e Deutsche Bank, tra i fondatori del progetto, si sono aggiunti alla joint venture anche l’italiana Enel Green Power (Egp), la francese Saint Gobain, la spagnola Red Electrica, la marocchina Nareva e l’americana First Solar. Resta in dubbio la partecipazione dell’algerina Cevital che potrebbe ritirarsi in seguito alla decisione del governo.

Fonte: IlCorriereDellaSera

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