L’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro: un hotel-installazione tra soggiorno turistico ed evento culturale
Non solo albergo e non solo installazione, un’originale contaminazione tra soggiorno turistico ed evento culturale. L’ospitalità alberghiera si coniuga con l’arte e il connubio dà luce l’hotel-installazione. A Pesaro, nasce l’ Alexander Museum Palace Hotel, opera complessa, frutto di quattro anni di lavoro di ingegneri, architetti ed artisti, famosi ed emergenti. Nomi come Arnaldo Pomodoro, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Sandro Chia, hanno dato il loro contributo per la realizzazione di questa performance permanente, come ama definirla il proprietario, il conte Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina, già proprietario dei Vip Hotels nelle Marche. Un’opera “vivente”, una scultura di nove piani sul lungomare di Pesaro, una complessa “installazione” capace di una lunga “performance” di 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno. Ogni sala, ogni stanza, ogni dettaglio porta la firma di un autore diverso, a cominciare dalla stele alta 16 metri, realizzata da Enzo Cucchi, posta all’entrata per arrivare alle porte delle camere, ciascuna un’opera a sé, diversa dalle altre. Nove piani di arte contemporanea, non espressa nella sua fissità ma coinvolta in un gioco dinamico di incontri, confronti, mostre e corsi che fanno dell’Alexander anche un laboratorio di sperimentazione delle nuove forme espressive della pittura, della scultura e della videoarte: 63 stanze realizzate da 75 artisti. Ogni dettaglio, dall’ingresso all’arredamento interno, è il risultato dello sforzo creativo del suo ideatore. In ogni camera l’artista ha usato un materiale e una tecnica diversa, dal ferro, al plexiglass, alla resina. E le tecniche vanno dal dripping, alla semplice matita, al découpage. Naturalmente anche gli altri ambienti, i corridoi, le sale, la piscina, saranno opera di altri 25 artisti. La piscina è stata realizzata “tracimante a sfioro” con mosaici azzurri davanti all’hotel, tra la spiaggia e l’edificio. Al piano terra si trova il primo dei tre ristoranti previsti, allestito con opere di Primo Formenti, Gino Marotta, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, e altri. Gli altri due si trovano al roof e al piano interrato. Il progetto esterno è stato curato dall’architetto Marco Tamino, che ha partecipato ai lavori di restyling della stazione Termini a Roma.
Fonte: Archiportale
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