Biocarburanti: nuove norme europee

La Commissione Europea ha inserito nuovi criteri interessanti per la sostenibilità dei biocarburanti nel nuovo biomass sustainability report.

Un esempio? L’ energia ottenuta bruciando biomasse provenienti da taglio di foreste o da zone ad elevata biodiversità (come le zone umide) non è ecologica perchè bruciare olio di palma fa emettere all’incirca il 30% in più di anidride carbonica rispetto ai combustibili fossili, per via della deforestazione e del cambio di uso dei suoli da destinare a coltivazioni. Stesso discorso vale per l’olio di colza o per la soia, che secondo il dipartimento dei trasporti del governo britannico non rispettano gli standard di efficienza europei per i biocarburanti. Il problema e’ di natura economica: ci sono in ballo più di 3 miliardi di euro in sussidi all’agricoltura giustificati dalla lotta ai cambiamenti climatici attraverso l’introduzione dei biocarburanti. Ovviamente questi sussidi dipendono da come si fanno tornare i conti della CO2. Per la Commissione Europea un impianto a biomassa deve permettere di risparmiare almeno il 35% di emissioni rispetto al mix fossile europeo. Questa quota di efficienza dovrà raggiungere il 50% nel 2017 e il 60% nel 2018. I criteri non si dovrebbero applicare ai rifiuti (che sottostanno alla normativa sui rifiuti, non a quella delle fonti rinnovabili come creativamente si fa da noi). Entro il prossimo giugno anche l’Italia dovrà presentare il suo piano per le energie rinnovabili. Fonte Ecowiki

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